IL MURO DI GOMMA

Regia: Marco Risi

Cast: Corso Salani (Rocco), Angela Finocchiaro (Giannina)

Trama: Il 27 giugno 1980 un aereo con 8 persone a bordo si inabissa nel mare che circonda Ustica. Sulla tragedia le autorità non forniscono spiegazioni e davanti al silenzio l'opinione pubblica insorge. Circolano molte ipotesi: un attentato, un incidente, un missile lanciato volontariamente o accidentalmente da un aereo militare. L'ultima possibilità prende piede ma l'aeronautica militare smentisce: nessun radar ha registrato l'abbattimento dell'aereo. Rocco Ferrante, uno scrupoloso giornalista, non si accontenta delle vaghe spiegazioni e indaga, chiede, domanda. Politici, diplomatici e magistrati si trincerano dietro un muro di gomma. Perché?


RADIO: Roma, buonasera, qui è India Hotel 870. 115 miglia per Papa Alfa, per Papa Romeo Sierra, scusate. Mantiene 250.
GIANNI: Ricevuto, India Hotel 870 Itavia. Può darci uno stimato di Punta Raisi?
RADIO: Raisi lo stimiamo intorno agli 1 3.
GIANNI: India Hotel 870, ricevuto. Autorizzati a Raisi VOR. Nessun ritardo è previsto. Ci richiami per la discesa.
CONTROLLORE: È zuccherato ?
AVIERE: Sì.
CONTROLLORE: Tieni, Gianni.
GIANNI: India Hotel 870, quando pronti autorizzati a 110. Richiamate lasciando 250 e attraversando 150. India Hotel 870. India Hotel 870. India Hotel 870, riceve? India Hotel 870, riceve? 870, rispondi! 870, rispondi! India Hotel 870, rispondi!
ALTOPARLANTE: Attenzione, prego. Si informa che il volo Itavia IH870, proveniente da Bologna, è segnalato con ulteriore ritardo.
UOMO: Ma com'è 'sto fatto?
ALTOPARLANTE: Il volo IH870, da Bologna, è segnalato con ulteriore ritardo.
PORTAVOCE: Do lettura della lista dei passeggeri imbarcati a Bologna.
UOMO: No! Lei prima ci deve spiegare dire che cosa risulta a voi, che cosa sapete!
PORTAVOCE: L'aereo ha perso il contatto con la torre di controllo di Roma. A noi attualmente risulta disperso. Andres Cinzia, Andres Luigi, Baiamonte Francesco, Bonanti Paolo, Bonfietti Alberto, Bosco Alberto, Calderone Maria Vincenza, Cammarota Giuseppe, Campanini Arnaldo, Candia Antonio, Cappellini Antonella, Cerami Giovanni, Croce Maria Grazia, D'Alfonso Francesca, D'Alfonso Salvatore, D'Alfonso Sebastiano, Davì Michele, De Cicco Giuseppe Calogero, De Lisi Elvira, Di Natale Francesco, Diodato Antonella, Diodato Giuseppe, Diodato Vincenzo, Filippi Giacomo, Fontana Vito, Fullone Carmela, Fullone Rosario, Gallo Vito, Gherardi Guelfo, Greco Antonino, Gruber Berta, Guarano Andrea, Guardi Vincenzo, Guerino Giacomo, Guerra Graziella, Guzzo Rita, La China Giuseppe, La Rocca Gaetano, Licata Paolo, Liotta Maria Rosaria, Lupo Francesca, Lupo Giovanna, Manitta Giuseppe, Marchese Claudio, Marfisi Daniela, Marfisi Tiziana, Mazzel Erica, Mazzel Rita, Mignani Maria Assunta, Molteni Annino, Norrito Guglielmo, Ongari Lorenzo, Papi Paola, Parisi Alessandra, Parrinello Carlo, Parrinello Francesca, Pellicciani Anna Paola, Pinocchio Antonella, Pinocchio Giovanni, Prestileo Gaetano, Reina Andrea, Reina Giulio, Ronchini Costanzo, Siracusa Marianna, Speciale Maria Elena, Superchi Giuliana, Torres Antonio, Tripiciano Giulia, Ugolini Pierpaolo, Valentini Daniela, Valenza Giuseppe, Venturi Massimo, Volanti Marco, Volpe Maria, Zanetti Alessandro, Zanetti Emanuele, Zanetti Nicola.


ROCCO FERRANTE: Si può sapere che fai?
ANNA: Non lo vedi quello che faccio?
ROCCO: Anna, è possibile che tutte le volte...
ANNA: Scrivi, scrivi! Hai detto che dovevi scrivere, no? E allora? Scrivi.
ROCCO: Oh, madonna! Oh, Annina, via! Ma perché ogni volta che si discute, ma... ma nemmeno si parla, ti metti a far le valigie! Dai! Sì?
CONTROLLORE: Ciao, Rocco, sono io.
ROCCO: Guarda, io il pezzo sullo sciopero dei controllori di volo lo volevo fare, però non è che decido io, capito?
CONTROLLORE: No, non è quello. L'hai saputo del DC9 che è caduto?
ROCCO: Che DC9?
CONTROLLORE: Quello dell'Itavia. Guarda che l'hanno tirato giù.
ROCCO: Tirato giù? Ma che dici?
CONTROLLORE: L'hanno tirato giù con un missile. Adesso però devo tornare in sala, ti saluto.
ROCCO: Aspetta un attimo, spiegami...
GUIDO CAROSELLI: Buonasera.
TV: Beh, Giovanna, dai, gli automobilisti hanno diviso il Corso alla partita...
TOTO': Ho fatto il militare in Libia.
INTERLOCUTORE: Ah. Con le truppe di sir Alexander?
TOTO': No, no, con l'esercito italiano.
ANNA: Chi era?
TOTO': Ero nella Sanità.
ROCCO: Uno.
TOTO': Caporale. Ero il Caporale Vasellina. Eh, eh!
ROCCO: Senti, io adesso devo andare.
TOTO': Il generale Alexander mi ha fatto suo prigioniero...
ROCCO: Ciao.
TOTO': ... e difatti io sono qui da venti anni, mi sono affezionato in questa terra, ho chiesto la cittadinanza, me l'hanno data, ed eccomi cittadino. Ecce Homo, ecco l'uomo.
I GIORNALISTA: Ciao Rocco.
II GIORNALISTA: Oh, Rocco. Hai visto?
III GIORNALISTA: Ue'!
GIULIO: Io farei saltare il commento sul Convegno dei Grandi, magari ci torniamo domani, insomma. È certo che apriamo con la notizia dell'aereo scomparso. Poi? Sì, ci metterei una scheda con gli ultimi disastri aerei in Italia e un pezzo su questa maledetta rotta per Palermo. Lo fai tu? Sì? Ci risentiamo tra un po'. Corrà, vai a Bologna e parla con i parenti, 80 righe. Giacomo, telefona alla torre di controllo di Roma e di Palermo. Senti che dicono, 30 righe.
GIACOMO: Va bene.
GIULIO: Franco, va' al sindacato dei piloti. Elena, senti il Ministro dei Trasporti. Carlo, vedi nella lista dei passeggeri se c'è qualche nome. Rocco, lascia stare i pescetti e te ne vai a Palermo. Sei pallido, che ci hai? Stai male? Hai litigato con Anna?
ROCCO: No, niente, niente.


RADIO: Purtroppo, alle prime luci dell'alba, l'esile filo di speranza che ancora restava si è definitivamente spezzato. Un elicottero del soccorso aereo ha comunicato di aver avvistato una macchia scura, oleosa, e alcuni rottami, e verso le 9 sono stati visti galleggiare i primi corpi. Poi, poco più tardi, la motonave Carducci ha localizzato in mare il cono terminale della fusoliera. I resti del DC9 e le salme risultano dispersi incredibilmente in un raggio di 40 chilometri.
ROCCO: Com'è possibile, Comandante? In un raggio di 40 chilometri!
COMANDANTE: È esploso in volo.
ROCCO: E come? Una bomba?
COMANDANTE: L'aereo è partito da Bologna con due ore di ritardo. Se c'era una bomba a tempo, esplodeva quando stava ancora sulla pista.
ROCCO: Allora si può essere rotto, se era un aereo vecchio, forse...
COMANDANTE: Io l'ho portato un sacco di volte, anche due giorni fa. Era vecchio, ma andava benissimo.
ALTOPARLANTE: Linee Aeree Libiche, volo 1-4-3 per Tripoli è stato chiamato fra cinque minuti all'uscita numero cinque. Libian Airlines, fly one four three for Tripoli will take off in five minutes from gate number five.
UOMO: Su, mamma, per favore.
GUARDIA: Signori, calma, calma! Non puoi passare. Signori, state dietro la riga, per favore. Dietro la riga.
I GIORNALISTA: Sì, sì. Andiamo, andiamo.
II GIORNALISTA: Senta!
DONNA: Mi dispiace!
II GIORNALISTA: Ha riconosciuto qualcuno?
I UOMO: No!
III GIORNALISTA: Il suo nome, per favore!
IV GIORNALISTA: Quanti ne ha visti? Signora!
V GIORNALISTA: È difficile anche per noi, eh? Sappiamo che è difficile, ma...
GUARDIA: Per favore!
VI GIORNALISTA: Ci può dire il nome?
VII GIORNALISTA: Un parente! Era un parente.
ROCCO: Chi sono questi?
II UOMO: Non lo so, saranno quelli della Commissione d'Inchiesta. I periti, credo.
GIORNALISTA: Senta, senta, scusi. Quanti ce ne stanno dentro?
DONNA: No, no, non so niente, non so niente. Non posso parlare.
ROCCO: Ehi. Hai visto il pesciolino come quello della collana? Però questo si mangia. Lo vuoi?
GIANNINA: Lei è un giornalista, vero? Che cosa vuole?
ROCCO: Là dentro ha trovato...
GIANNINA: No, no, non l'ho trovato.
ROCCO: È il papà della bambina?
GIANNINA: Perché non ci lascia in pace?
ROCCO: Chi c'è là dentro? Quanti sono?
GIANNINA: Sono trenta.
ROCCO: E come... sono feriti? Hanno delle ferite oppure...
GIANNINA: Ma lei pensa che sia importante?
ROCCO: Sì. Io credo di sì.
GIANNINA: Sono corpi, sono... Sono pezzi di corpi.
ROCCO: Li prenda. Me li rende quando ci rivediamo.
GIANNINA: Alberto non l'hanno trovato. Ma io spero che non lo trovino mai, spero che resti lì dov'è. Questo non lo scrive però, me lo promette.
ROCCO: Certo.


TASSISTA: Passerotto non andare via / nei tuoi occhi il sole muore già / Larirarara lararira... Anvedi questo che sta a fa'. Tararara rararira...
ROCCO: Senta, scusi, ho cambiato idea, mi porta al Villaggio Olimpico?
TASSISTA: Va bene.
ROCCO: Aspetti qui, guardo...
TASSISTA: Sì, sì.
CONTROLLORE: Ma che vuoi? Che sei venuto a fare?
ROCCO: Ma come che voglio, aoh? M'hai cercato te l'altra sera! Che è questa storia del missile?
CONTROLLORE: Shhh!
ROCCO: Chi te l'ha detta a te? Perché mi riattacchi ogni volta che ti cerco?
CONTROLLORE: Non me devi chiama' quanno sto al lavoro, come te lo devo dì?
ROCCO: Vabbe', adesso sei a casa. Che cos'è questa storia del missile?
CONTROLLORE: Quale missile? Io non so niente.
ROCCO: Ma allora a me chi me l'ha detto l'altra sera?
CONTROLLORE: Che è, te l'ho detto io? Io ho detto che era caduto giù un aereo! Embè?
ROCCO: No, tu m'hai detto: "L'hanno tirato giù". C'è una bella differenza!
CONTROLLORE: Hai capito male!
ROCCO: No, io ho capito benissimo! Insomma, l'hanno tirato giù, sì o no? Dimmi almeno se...
CONTROLLORE: Dimmi niente! Basta! E nun me cerca' più! Chiuso qui e amici come prima! Mario, vie' qua, papà.
FRANCO D'AMBROSI: Ciao. Che mi dici? Com'è andata giù?
ROCCO: Bene, bene.
GIULIO: C'è un servizio di quaranta righe sull'Itavia. Può essere interessante, non trovi?
CORRA': Cominciamo male, eh?
GIULIO: Pare che la Compagnia fosse piena di debiti.
DIRETTORE: Hm. C'è altro?
GIULIO: Rocco ha un sèguito sui due piloti, un altro sull'obitorio: i parenti, cose del genere... Metterei tutto in sesta. Che dici?
DIRETTORE: Sì, potrebbe andare. Ma dimmi una cosa, chi ha scritto ieri da Bologna?
CORRA': Io, direttore. Sono Corrà.
DIRETTORE: Ah, Corrà, caro. Senti, stai attento, eh? Capisco la fretta, però le informazioni erano poche e i sentimenti troppi. Avete consultato i sindacalisti dei piloti?
GIULIO: Ci è andato Franco.
DIRETTORE: Franco chi?
FRANCO: Adesso dice Franco Arcangeli. Senti, eh?
DIRETTORE: Franco Arcangeli?
FRANCO: No, direttore. Franco D'Ambrosi.
DIRETTORE: Ah, sì, D'Ambrosi, quello spiritoso! Che dicono i sindacalisti?
FRANCO: Secondo loro non poteva cadere da solo, così, senza lanciare neanche un mayday.
DIRETTORE: Che cos'è un mayday, caro?
FRANCO: È un ultimo appello, un SOS.
DIRETTORE: Pregherei tutti voi che scrivete su questa terribile vicenda di evitare parole di gergo aeronautico. La gente non le conosce e francamente sono orribili. Togli mayday dal tuo pezzo, Franco, per favore, e metti SOS, va bene?
GIULIO: Direttore, Rocco qui ha una notizia piuttosto pesante.
DIRETTORE: Ah, Rocco, come va ?
ROCCO: Bene, direttore. Grazie.
DIRETTORE: Dimmi, dimmi pure. Non c'è niente di così pesante che le nostre spalle non possano sopportare. Le mie e quelle del giornale.
ROCCO: Nell'ambiente gira voce che l'aereo potrebbe essere stato colpito da un missile.
DIRETTORE: Forse non ho capito bene. Colpito da cosa?
ROCCO: Da un missile.
FRANCO: Ma che sta a di', questo?
DIRETTORE: E chi avrebbe tirato questo missile?
ROCCO: Non lo so, direttore.
DIRETTORE: Bene. E da quale ambiente viene la voce?
ROCCO: Ambienti militari.
DIRETTORE: Chi c'era sull'aereo?
ROCCO: Nessuno di importante.
GIULIO: Pensavo che si potrebbe metterla tra le ipotesi. Così, tanto per tastare il terreno.
DIRETTORE: Anche per le ipotesi ci vuole sostanza. Abbiamo sentito il Ministero della Difesa?
GIULIO: Non ancora, non ci siamo ancora riusciti. Non si trova nessuno.
DIRETTORE: Insistiamo.
GIULIO: Io gli farei fare comunque un servizio.
DIRETTORE: Mah, 50 righe, non di più. Ma prima voglio leggerlo.
GIULIO: Bene.
DIRETTORE: Arrivederci.
TV: Per tutta la giornata di ieri e anche la notta sono continuate le operazioni di recupero. Dell'aereo inabissatosi sono stati ripescati fino ad ora...
ANNA: Sai cosa pensavo?
ROCCO: Cosa?
TV:  ... solamente un flap, il cono di coda e alcuni cuscini.
ANNA: Che questa storia non ha senso.
TV: Le prime indagini non hanno ancora chiarito la dinamica del disastro...
ANNA: Perché avrebbero dovuto sparare contro un aereo pieno di gente?
TV: ... che è costato la vita a ottantuno persone...
ROCCO: Magari c'era un'esercitazione militare.
TV: ... tra le quali undici bambini e due neonati di neanche due mesi
ANNA: Allora è stato un errore.
ROCCO: Forse.
ANNA: Allora perché non lo dicono?
TV: A due giorni dalla sciagura gli elementi a disposizione degli investigatori sono pochissimi. C'è una sola certezza...
ANNA: E poi, scusa, non lo vedevano che quello era un volo di linea?
TV: ... il DC9 ha interrotto il contatto radar pochi istanti prima delle 21.
ROCCO: Sì.
TV: Le condizioni del tempo sono sensibilmente migliorate, e questo sta facilitando il lavoro di individuazione dei rottami che sono rimasti a galleggiare in superficie.
ANNA: Forse volevano ammazzare qualcuno.
TV: La maggior parte dei passeggeri dovrebbe essere intrappolata all'interno della fusoliera dell'aereo, che si è inabissato a circa tremila metri di profondità. Un'operazione di recupero viene esclusa in tempi brevi. Questo è uno dei pochi corpi...


MINISTRO: Prima di entrare nel merito dei singoli problemi sollevati, e in quello più generale della sicurezza dei voli, ritengo doveroso rivolgere un pensiero commosso alle vittime del disastro, alle loro famiglie, che sono state colpite da un lutto atroce, da un immenso dolore che so di poter dire è un dolore vivo nell'intero Paese. Questo richiamo alle vittime vuol sottolineare l'intenzione del Governo, e del ministro dei Trasporti in particolare, di individuare le cause del disastro, valutarle sotto ogni aspetto...
ROCCO: ... 11, 12, 13, 14, 15, 16.
MINISTRO: ... accertare il sussistere di eventuali responsabilità, e nel caso chiederne conto. È questo, ritengo, l'unico modo di rendere giustizia ai morti.
ROCCO: In sedici!
MINISTRO: Allo scopo di fare completa luce sulle cause del sinistro è stata costituita un'apposita Commissione d'Inchiesta tecnico-formale, composta da rappresentanti delle varie amministrazioni e di vari esperti, che ha sùbito iniziato i lavori recandosi a Palermo per l'esame dei relitti e di ogni altra circostanza connessa all'incidente.
PORTAVOCE AERONAUTICA: Immaginate un'autostrada. Ecco, l'aerovia è come un'autostrada dentro la quale si muovono gli aerei che vengono assistiti, ma soprattutto separati tra loro secondo parametri e regole internazionali di sicurezza. Nulla viene lasciato al caso. Ah, sono già previste delle fotocopie per voi.
GIORNALISTA: Eh, mi scusi, signor Generale, ma quella sera - abbiamo controllato - c'erano delle esercitazioni in corso.
PORTAVOCE: Durante il giorno, dottore, durante il giorno. Controlli meglio. Alle 21 erano terminate da un pezzo. Comunque, nella mia qualità di portavoce dello Stato Maggiore vi posso anticipare che riceverete un comunicato ufficiale a conferma di quanto vi sto dicendo.
ROCCO: Senta...
SANDRA: Non potrebbe essere stata una collisione con un altro aereo?
PORTAVOCE: Ma signorina, la prego! Una collisione? Ma lei crede veramente che si possa nascondere la perdita di un aereo? Se c'è un aereo, c'è un pilota, ci sono i familiari del pilota, ci sono gli amici. Se ne starebbero tutti zitti?
SANDRA: E i vostri radar che dicono?
PORTAVOCE: Le registrazioni sono state sigillate.
ROCCO: Ma chi è quella?
GIORNALISTA: Sandra...
PORTAVOCE: Sono a disposizione della Magistratura non appena ce ne farà richiesta.
ROCCO: Senta, Generale, lei che pensa dell'ipotesi del missile?
PORTAVOCE: Ho letto. Ho letto. Mi perdoni, dottore, ma... cose campate in aria. Il missile? Ma andiamo! È possibile che per vendere qualche copia in più... Lei sa quanto costa un missile? Nessuna aviazione al mondo può permettersi di perderne uno, così, per caso.
ROCCO: Se è stato un caso.
PORTAVOCE: Io sono un padre di famiglia. Su quell'aereo ci potevano essere i miei figli. Vi pare che non vi direi la verità se la sapessi? Piuttosto, perché non vi rileggete la scheda di quell'aereo? Ecco. Acquistato 15 anni fa dalle linee aeree hawaiane - no, dico, hawaiane - per le quali era adibito al trasporto del pesce. Il pesce dove sta? Nel mare. E nel mare cosa c'è? Il sale. E che cosa fa il sale? Eh? Che cosa fa? Voi lo dovreste sapere meglio di me. Corrode. Il sale corrode. No, dico, mi seguite?
GIORNALISTA: Ma che fai? Scrivi la storia del sale?
PORTAVOCE: Al momento dell'incidente il velivolo aveva già accumulato più di novemila atterraggi e decolli.
ROCCO: Allora secondo lei si è rotto.
PORTAVOCE: Rotto? I giocattoli si rompono.
Insomma, si è rotto, sì o no?
PORTAVOCE: Il termine tecnico è "cedimento strutturale".


CUOCO: Sì, va bene, mo' glielo chiamo. A Rocco, al telefono! Ti vogliono dar giornale! Andiamo co' 'ste pennette!
AIUTANTE: N'attimo!
CUOCO: Daje!
ROCCO: Sì?
CUOCO: E daje!
AIUTANTE: N'attimo!
ROCCO: No, mai sentito. Ma come adesso? A pranzo? Ho appena finito.
HOGG: Mangi! Mangi! Sentirà. Ormai vivo di ricordi. Rubo odori dai piatti degli altri. Così il piacere degli altri diventa anche il mio piacere. So cosa sta pensando, che io l'ho invitata qui per il mio interesse perché quei aerei li vendo. In parte è vero. Se riuscissero a provare che l'aereo ha ceduto, sì, credo che potremmo avere dei problemi.
ROCCO: Beh, diciamo che potreste chiudere.
HOGG: Ma l'aereo non ha ceduto.
ROCCO: Lei come fa a saperlo?
HOGG: Nessuno fa quello che bisognerebbe veramente fare: ripescare l'aereo.
ROCCO: A tremila metri di profondità è quasi impossibile.
HOGG: Rischioso.
ROCCO: Per chi? Quelli dell'Aeronautica dicono che era un aereo vecchio.
HOGG: Non esistono aerei vecchi, esistono manutenzioni difettose. Lei sa che nel mondo ci sono più di mille aerei di quel tipo, e che almeno la metà ha volato più di quello.
ROCCO: Io voglio sapere se è stata una bomba.
HOGG: Una ipotesi ragionevole, ma sarebbe un po' difficle spiegare come fa una bomba ad esplodere su un aereo che viaggia con due ore di ritardo.
ROCCO: Solo i missili non hanno un timer.
HOGG: C'è un gran traffico qui a Roma, nelle strade ognuno fa quello che vuole. E lassù è un po' la stessa cosa.
ROCCO: Chi fa quello che vuole? Oh!
DONALD: Okay, I know him.
AGENTE: All right, sir.
DONALD: So che mi ha cercato.
ROCCO: No, niente.
DONALD: Per questa storia dell'aereo?
ROCCO: Eh, una cosa, sì.
DONALD: Non sono affari nostri. Non sono cose che ci riguardano direttamente, noi siamo ospiti qui.
ROCCO: Beh, a Napoli c'era la Saratoga. Non è una vostra portaerei?
DONALD: Credo di sì.
ROCCO: Basterebbe sapere che ha visto il radar.
DONALD: Quando è in porto, i radar sono spenti. Non funzionano.
ROCCO: Ma come? Manca poco, e quella sera il DC9 cade sulla testa del comandante della VI Flotta e il radar era spento? Non è che per caso quella sera avevate dei caccia in volo?
DONALD: No, non ci sei. Quando la Saratoga è in porto, non decolla nessuno.
ROCCO: Beh, avete anche le basi a terra, no? Sigonella, Capodichino...
DONALD: Che è? Sei venuto a litigare? Guarda che io non so niente di questa storia. Non ci interessiamo di cose che non ci riguardano direttamente!
ROCCO: Lo giuri?
DONALD: Un diplomatico non giura mai!
ROCCO: [...]
FRANCO: Oh, Rocco, hai visto a chi hanno dato l'inchiesta?
GIULIO: Per favore, per favore, fermi tutti! Bisogna rifare tutta la prima. È venuto giù un aereo sulla Sila.
FRANCO: Daje! N'altro! Ma che casca n'aereo ogni venti giorni?
GIULIO: Serve uno che vada sùbito a Crotone. Rocco, vai tu?
ROCCO: Ma che aereo è?
GIULIO: Un caccia. Un Mig libico. Ha preso in pieno la montagna questa mattina e questi stronzi ce lo vengono a dire adesso, a un'ora dalla chiusura del giornale.
ROCCO: Un caccia libico? E come ha fatto ad arrivare sulla Sila?
GIULIO: Se ti alzi da quella sedia e prendi il primo volo per la Calabria, magari lo scopri.
ROCCO: No, senti, mandaci Corrà, ha i nonni calabresi, magari... Io domani devo andare da un giudice che conosco.
GIULIO: Aggiudicato. Corrà! Dove sta Corrà? Corrà!
GIUDICE: Accompagnami, dai, che ho fatto tardi.
ROCCO: Avevi detto che mi parlavi.
GIUDICE: Ti sto parlando, no? Che vuoi sapere?
ROCCO: Che c'è lì dentro?
GIUDICE: C'è il segreto istruttorio.
ROCCO: Che ipotesi hai finora?
GIUDICE: Bah, quelle che hai pure tu. Una bomba, una collisione, un cedimento strutturale, un missile.
ROCCO: I nastri radar te li hanno dati, sì?
GIUDICE: Mi hanno detto che ci vorrà un po' di tempo. Lo sai come sono i militari.
ROCCO: L'aereo quand'è che lo ripescate?
GIUDICE: Ho già fatto la richiesta ma c'è di mezzo il Governo, perciò lo sai meglio di me come funziona.
ROCCO: Ma le autopsie, non è che da lì già si può capire qualcosa?
GIUDICE: Anche lì ci vuole tempo.
ROCCO: Insomma non mi dici niente.
GIUDICE: Guarda, è tutto in mano alla Commissione d'Inchiesta. Adesso se ne vanno in Inghilterra. Quelli ci hanno laboratori che neanche ce li sogniamo. Quando tornano, vedremo.


PERITO: Mazzoleni. Buonasera.
ROCCO: Posso? Sono un giornalista, però qui sono venuto in vacanza a spese mie. Lo sa, professore, di questa storia in Italia nessuno sa niente, nessuno dice niente...
PERITO: Mi dispiace ma anche io non posso rispondere a nessuna domanda.
ROCCO: No, no, no, no. Io non le farò nessuna domanda. Le faccia lei a me. Perché per esempio non mi chiede che cosa ho intenzione di scrivere sulle autopsie? Perché non me lo chiede? Avanti.
PERITO: Cosa ha intenzione di scrivere?
ROCCO: Vorrei scrivere che nella gamba di uno dei passeggeri, una donna, è stata trovata una scheggia più o meno di questa grandezza. E vorrei scrivere che i periti, qui in Inghilterra, stanno cercando di stabilire da che parte proviene questa scheggia. Perché se per caso provenisse da una parte esterna all'aereo, beh, vorrebbe dire che qualcosa da fuori ha spinto questo pezzetto di metallo dentro l'aereo. Quindi, non so, può provenire da...
PERITO: Dal carrello anteriore.
ROCCO: Dal carrello anteriore?
PERITO: E che cos'altro scriverebbe?
ROCCO: Scriverei che quell'aereo non ha avuto un cedimento strutturale.
PERITO: L'aereo stava a posto.
ROCCO: Non beve?
PERITO: Sono astemio. Lo sa che le particelle parlano?
ROCCO: Come parlano?
PERITO: Parlano, parlano, sapesse le cose che dicono! Noi qui le abbiamo sparate contro dei sedili di gommapiuma, come quelli dell'aereo. E loro hanno detto: se a me, particella di metallo, mi spinge l'esplosione di una bomba penetro fino a un certo punto. Se invece mi spinge l'onda d'urto di un missile, penetro molto di più.
ROCCO: E loro, le particelle, quanto sono penetrate?
PERITO: Ha fatto bene a venire. Si faccia rimborsare il viaggio, se lo merita.
ROCCO: Professore! Ma se io scrivo che le particelle sono penetrate molto, che fanno, si offendono? Eh, professore? Si offendono le particelle?


ROCCO: Ci credo non hai visto niente, l'hanno messo in sesta pagina, piccolo così! No, e non posso, non ce la faccio, Anna. Sì, ma io che faccio il farmacista, eh? Faccio il farmacista, che alle otto chiude e torna a casa? Devo vedere una persona alla BBC. Sì, Rebecca. E allora? È colpa mia se conosco solo lei qui? Ma mi può essere utile. Utile, utile. "Utile a farmi una sega", Annina, via, ma che fai? Mi diventi volgare anche te? Maremma! Quant'è?
TASSISTA: Trentaduemila col notturno, dottore.
ANNA: Sì, sì! Eh, mi piacerebbe. Scusa, eh, ti devo lasciare. No, no. Ti chiamo io. Ciao. Ciao. Ciao!
ROCCO: Ciao. Cercavano me?
ANNA: No, me.
ROCCO: Disturbo?
ANNA: Rebecca? Com'è andata?
ROCCO: Vuoi vedere che sia per te.
ANNA: A quest'ora?
ROCCO: Prima allora? Sì? Pronto? Pronto? Era per te.
ANNA: Sì, pronto? Pronto? Pronto?
ROCCO: Pronto! Pronto? Ma è successo altre volte quando io non c'ero?
ANNA: Sì. Sì, oggi.
ROCCO: L'hanno messo in sesta pagina, però qualcuno l'ha letto.


FUNZIONARIO: Purtroppo suo padre era molto malato, lo sa. Comunque, guardi, abbiamo applicato i massimali consentiti. Possiamo offrirle un risarcimento di 24 milioni.
I UOMO: Ma non si potrebbe qualcosa di più? Mi sono pure separato.
FUNZIONARIO: 24 milioni sono una bella somma.
I UOMO: Ma papà ci aveva solo 50 anni.
FUNZIONARIO: Firmi qui, la prego. Lei, mi corregga se sbaglio, ha perso cinque familiari. Vero?
II UOMO: Il figlio, la moglie, e tre nipotini.
FUNZIONARIO: Noi abbiamo ritenuto giusto unificare i differenziali dei cinque passeggeri. Questo è il massimo che abbiamo concesso. Le va bene? Mi dica, le va bene?
GIANNINA: Gli mancava un esame ma non si è mai laureato.
FUNZIONARIO: Peccato, la laurea fa punteggio. Frequentava l'Università a Trento, ma in quel periodo si occupava di politica.
FUNZIONARIO: E purtroppo la politica invece non dà punteggio.
GIANNINA: Dipende. A tanti ne dà moltissimo.
FUNZIONARIO: Sì, però qui non siamo riusciti a farci un quadro preciso. Ma suo marito che lavoro svolgeva?
GIANNINA: Mio marito stava a "Lotta Continua" e scriveva sul giornale.
FUNZIONARIO: Era iscritto all'Albo.
GIANNINA: No.
FUNZIONARIO: E quanto guadagnava al mese?
GIANNINA: Niente... poco.
FUNZIONARIO: Quanti anni ha sua figlia?
GIANNINA: Otto.
FUNZIONARIO: Guardi, mi rendo conto che la cifra che le offriamo non è altissima, però io non posso fare di più: noi abbiamo delle tabelle, delle regole. E poi suo marito Alberto, guardi, io glielo dico con tutto l'affetto possibile, professionalmente parlando era un disastro.
GIANNINA: Era migliore di tanti altri.
FUNZIONARIO: Firmi qui, la prego.
GIORNALISTA: ... che fare e mangia, hai capito? Adesso ha preso fissa con... con la dieta, no? Sì. Andiamo al ristorante e non mangia, ordina e non mangia. Andiamo al cinema, non le piace il film.
ROCCO: Scusa.
GIORNALISTA: Io la lascio!
ROCCO: Scusa.
GIORNALISTA: Eh? La lascio?
ROCCO: Buongiorno.
GIANNINA: Quella frase proprio non è riuscito a non scriverla, eh?
ROCCO: Era bella.
GIANNINA: Immaginavo che l'avrei rivista, prima o poi.
ROCCO: Grazie.
GIANNINA: Soltanto una volta Silvia mi ha chiesto se il papà aveva sofferto. Io le ho detto che... era successo tutto così in fretta che lui non se n'era neanche accorto. Ma che in quel momento era felice, perché stava venendo da noi, andavamo in vacanza tutti insieme, aveva un regalo per lei... Poi non mi ha chiesto più niente da quella volta. Lui era così, anche nelle situazioni difficili era sempre gentile, una persona leggera. Ecco, quello che... A lui piaceva tutto, e poteva fare a meno di tutto.
ROCCO: Perché ha deciso di firmare?
GIANNINA: Perché ne ho bisogno, via. Ho bisogno di quei soldi, e... Silvia cresce e io devo... Noi non... non abbiamo un conto in banca o... o una casa di proprietà. Non abbiamo niente.
ROCCO: Perché non si costituisce parte civile? Sarebbe un modo per entrare nelle indagini, per controllare più da vicino.
GIANNINA: Sì, ho provato a pensarci, ma io da sola? E dall'altra parte giudici, ministri o generali?
PASSEGGERO: Mi scusi, ma questo posto... Prego?
ROCCO: No, no, volevo solo... È una persona perbene, non le darà noie. Arrivederci.


GIULIO: Sì. Sì, sì, d'accordo, d'accordo, e poi?
ROCCO: Il pezzo sul rinnovo delle cariche al Consiglio Superiore della Magistratura.
GIULIO: Hm!
ROCCO: Dimmelo a me.
GIULIO: Sì, sì, va bene, va bene. Sì. D'accordo.
GIORNALISTA: Rocco, per te.
ROCCO: Grazie.
FRANCO: Rocco, sono arrivate.
ROCCO: Chi?
FRANCO: Ma come chi? Te l'avevo detto. Ti ricordi l'inchiesta di quelle due che stavano a fa' lo shampoo al cardinale?
ROCCO: Ma che dici?
FRANCO: Shh! Shh! Zitto. Stanno là. Ce vedono. Guarda, guarda. Nun te fa' vede'. Guarda. Eh?
ROCCO: Due tipi.
FRANCO: Non interessa la merce?
ROCCO: Franco, scusa, davvero, avrei da fare.
FRANCO: Te lascio a riccia e me pijo a liscia?
ROCCO: Franco, davvero.
FRANCO: Guarda che lo dico a Corrà, eh? Ultimo avvertimento. Lo dico a Corrà? Certo, Corrà...
AGENTE: L'ha seguita qualcuno?
ROCCO: No.
AGENTE: Non mi guardi. Come fa a esserne certo?
ROCCO: Ho fatto come le altre volte. Che cos'è quel disegno?
AGENTE: È un grafico radar. Un tracciato.
ROCCO: Viene dai Servizi? È roba vostra?
AGENTE: Se le volevo dare un tracciato radar, glielo avrei portato io.
ROCCO: Magari viene da un altro ufficio, quello che si è occupato della faccenda.
AGENTE: Dell'aereo ce ne siamo occupati solo per pochissimi giorni.
ROCCO: E allora chi se n'è occupato?
AGENTE: Noi no.
ROCCO: Ho capito, ma... allora chi?
AGENTE: Direttamente il Servizio Informazioni dell'Aeronautica, il SIOS.
ROCCO: Me l'hanno mandato loro?
AGENTE: Non credo proprio. Caso mai loro se lo vengono a riprendere.
ROCCO: Ah, sì, eh?
AGENTE: Secondo me chi ha abbattuto il DC9 si è sbagliato. Voleva colpire un altro aereo.
ROCCO: Che aereo?
AGENTE: Quel DC9 si è trovato nel posto giusto al momento sbagliato. Per questo poi sono stati tutti così bravi.
ROCCO: Vuol dire... bravi a coprire?
AGENTE: Beh, bravi a colpire il bersaglio giusto certo no.
ROCCO: E qual era il bersaglio giusto?
AGENTE: Gli articoli scritti su questa storia sono tutti raccolti dentro un bell'archivio che li valuta per efficacia e attendibilità. Usa due punteggi: dalla A alla Z e dall'1 al 10. I suoi sono quasi tutti 10 Z. Forse farebbe bene a darsi una calmata.
ROCCO: Cioè quello che scrivo dà fastidio?
AGENTE: Hm-hm. Sì. Direi proprio di sì.
ROCCO: Ci sono stati 81 morti...
AGENTE: Facciamo che non diventino 82.


ROCCO: Non sa quando posso trovare suo marito? Sì, ci siam conosciuti in Inghilterra. Ah, è a Washington, eh? E quando... Tra quindici giorni? Va bene, grazie. Buongiorno. Anna, perché il tuo telefono è sempre occupato? Che si agita nel tuo cuore?
MATTEO GIORDANI: Il dottor Ferrante? Mi chiamo Matteo Giordani. Io la invidio, sa? Sinceramente.
ROCCO: Perché?
GIORDANI: Ma per come scrive. Facile, gradevole... "currenti calamo", come direbbero i nostri padri. Per me invece ogni parola è una battaglia. Tre, quattro stesure e poi limare, aggiustare, smussare.
ROCCO: Lei è giornalista?
GIORDANI: No, io, vede, ho deciso di fare l'avvocato.
ROCCO: S'è laureato da poco?
GIORDANI: Quasi mezzo secolo fa. Però per 35 anni sono stato in Magistratura. Ora sono in pensione, quindi ho molto tempo libero.
ROCCO: Ecco, io purtroppo no, quindi non...
GIORDANI: Ho capito. Non le porterò via altro tempo. Sarò legale di parte civile in un processo che non esito a definire decisivo per le sorti morali di questa nostra incerta democrazia.
ROCCO: Quale processo, scusi?
GIORDANI: Quello sulla strage del DC9.
ROCCO: Veramente finora nessuno si è costituito parte civile.
GIORDANI: Lo faranno. È la prima cosa di cui intendo occuparmi. Ci sono 81 famiglie che devono avere giustizia. Ma per convincerle devo studiare, devo sapere. Per questo io sono qui, e lei mi aiuterà.
ROCCO: Se si vuole sedere qui...
GIORDANI: Grazie. Preferisco.
ROCCO: Ecco, questo è il materiale dei primi giorni.
GIORDANI: E il resto?
ROCCO: Qui fuori c'è l'usciere, se ha bisogno...
GIORDANI: Possiamo darci del tu, visto che dovremo lavorare insieme?
ROCCO: Ma sì, certo.
GIORDANI: Grazie, Rocco.
ROCCO: Hm. No, e allora io? Io che dovrei dire, Anna?
ANNA: Niente, visto che non ci sei mai.
ROCCO: Ma cosa dici, dai? Ma c... ma cosa dici?
ANNA: La verità. Senti, comunque adesso devo andare.
ROCCO: No, senti. Ma... Ma dove vai? Ma dove vai?
ANNA: Ciao, eh.
ROCCO: No, senti, non fare come al solito, non riattaccare. Ma che figura ci facciamo anche con quello che mi tiene il telefono sotto controllo?
ANNA: Ciao.
ROCCO: Anna! Anna!
FRANCO: Cazzo e cazzotti! Cazzo e cazzotti! Solo questo capiscono. Le devi fare male, Rocco! Le devi fare uscire il sangue. Pe' sta' appresso a lei non sai che te sei perso con quelle due. Chiediglielo a Corrà. Chiediglielo! Ci avevano pure casa. Corrà, diglielo un po'!
USCIERE: L'ho fatto giusto perché sei tu. Settecento fotocopie in un pomeriggio! E poi dice che domani torna! Io mi do malato! Mi do malato? Mi do malato! Mi do malato! Mi do malato! Malato mi do!
FRANCO: Aoh! Ma che è successo?
ROCCO: Mi hanno aperto la macchina. Cazzo!
FRANCO: Ma che t'hanno fregato la radio?
ROCCO: No, niente, Mi sembra che c'è tutto.
FRANCO: Ammazza che culo che ci hai, Rocco! Oh, ci hai più culo che anima!


ROCCO: Anna! Anna! Anna? Sì, a parte il disordine che hai lasciato, e di questo magari un giorno ne parliamo, ma ti sei portata via mezza casa!
ANNA: Hm, vabbè!
ROCCO: Anche il cuscino!
ANNA: Quello era mio.
ROCCO: No, no, era il mio! E c'è una bella differenza, se permetti!
ANNA: Vabbè, allora vuol dire che ho sbagliato cuscino. Contento?
ROCCO: Comunque ti volevo chiedere scusa.
ANNA: Scusa? Scusa tu a me? Ma no, dai, smettila!
ROCCO: Ma perché no? Ma perché non posso chiederti scusa? E ti voglio chiedere scusa!
ANNA: Ma scusa di che?
ROCCO: E come di che, amore? Di tutto, di tutto.
ANNA: Senti, Rocco. Ci ho un altro.
ROCCO: Ohilà! Ma questo però non me l'avevi mai detto.
ANNA: No, lo so.
ROCCO: E da quando?
ANNA: Beh, è un po'. Però non è che questo adesso fra noi deve cambiare improvvisamente tutto.
ROCCO: Sì.
ANNA: Noi due potremmo comunque rimanere amici.
ROCCO: Sì.
ANNA: Io ci tengo a te, Rocco. Non ti voglio perdere. In fondo tre anni sono tre anni. Eh? Che dici, Rocco?
ROCCO: Sii felice, amore.
AGENTE DI SCORTA: No, non è quello, dotto'. È che sono gli orari. Dodici ore! Non è che è un lavoro come tutti gli altri, che ne so, come quello del falegname, che male che glie vada se può taglia' un dito, una mano...
ROCCO: Beh, insomma...
AGENTE: Beh? Beh che? Noi stamo in tensione. Stamo sempre in tensione, dotto'. Stamo sul filo. Stamo sul filo del rasoio. Ah, eccolo, eccolo!
GIUDICE: Che ci fai tu qui?
ROCCO: Ma se t'ho chiamato tutto il giorno!
GIUDICE: Non me l'hanno detto.
ROCCO: Te l'hanno detto, te l'hanno detto, dai.
ROCCO: Aspettatemi qui cinque minuti, per favore. Non ti posso dire niente, anche perché non c'è niente da dire.
ROCCO: Credo di avere il telefono sotto controllo, e a casa e al giornale.
GIUDICE: E allora? Ormai siamo tutti sotto controllo.
ROCCO: O siete voi o sono quelli dei Servizi.
GIUDICE: Ma che ti viene in mente?
ROCCO: Allora saranno quelli dei Servizi.
GIUDICE: Adesso fammi andare, così mando a casa quei poveretti. Non ti stare a preoccupare. Cosa vuoi che ti succeda? Oh! Mica sei così importante! Ciao!


ROCCO: Keep the change.
REBECCA: Hi, Rocco!
ROCCO: Ciao, Rebecca. Bella pelliccia! Che animale è?
REBECCA: Sintetico.
ROCCO: Original!
REBECCA: Dammi un tuo documento. C'è anche l'oversound in italiano. Contento?
ROCCO: Come mai?
REBECCA: Sembra che l'ha comprato il servizio la RAI.
ROCCO: Very original!
REBECCA: Noi andiamo in onda dopodomani. Puoi utilizzare il materiale, pubblicarlo in Italia in esclusiva, ma non prima di dopodomani.
ROCCO: Parti, dai.
REBECCA: Let's go, Charles.
VOCE: This is the Headquarters in Washington... Questa è la sede del National Transportation Safety Board, il prestigioso ente americano per la sicurezza dei trasporti. Gli investigatori italiani si sono rivolti qui per saperne di più su un'immagine rivelatrice del cielo al momento del disastro. John Macidull, un esperto del settore traffico aereo, ebbe l'incarico di compiere un'analisi ufficiale. Questi sono i dati su cui ha lavorato.
ROCCO: È il mio tracciato!
VOCE: È il tracciato della rotta elaborato dal calcolatore in base alla registrazione delle tracce del radar civile di Roma-Ciampino rilevate negli ultimi minuti prima della scomparsa dell'aereo. La linea mostra la rotta seguita dal DC9 verso Palermo, ma Macidull vide anche altre cose. Alle ore 20:58 e 11 secondi, un minuto e 34 secondi prima dell'esplosione, il radar primario di Roma aveva captato una traccia qui. 29 secondi più tardi un'altra traccia veniva rilevata qui. Dodici secondi dopo l'esplosione una terza traccia veniva individuata qui. In poche parole, il tracciato radar mostra un oggetto volante che viaggia alla stessa velocità d'attacco e con le stesse modalità d'attacco di un caccia militare. Quello che forse è accaduto è questo: il DC9 procede lungo questa rotta. Successivamente il caccia si avvicina e, acquisitolo sul suo radar, effettua una prima virata qui. Poi continua e vira ancora. Ecco, il caccia si trova circa in questo punto quando, messosi in volo livellato, lancia il missile. Pochi istanti dopo il missile, che viaggia in questa direzione, intercetta il DC9 più o meno in questo punto. Sono passati circa 45 secondi. ... intercetta il DC9 più o meno in questo punto. Sono passati circa 45 secondi.
CORRA': Allora mi sembra che vada bene. Potrei solo allungarlo un po' e...
DIRETTORE: Allora?
GIULIO: L'hai visto il grafico?
DIRETTORE: Beh, così com'è mi sembra quasi inutile. Si capisce poco, è troppo tecnico.
GIULIO: Possiamo provare a fare un disegno.
DIRETTORE: No, non è il caso, guarda, io lascerei stare. Anche perché, a dirti la verità, mi sono stufato di ricevere telefonate ogni volta che pubblichiamo su questa storia.
ROCCO: Allora che facciamo? Ci prendiamo questo buco dalla BBC? Loro vanno in onda domani!
DIRETTORE: Chi è? Rocco?
ROCCO: Sì.
DIRETTORE: Non ti sembra che sarebbe meglio aspettare un po'?
ROCO: Ma perché dobbiamo farci bucare se la notizia l'abbiamo anche noi?
DIRETTORE: Va bè, allora cerchiamo di stare il più possibile sui fatti. Voglio dire, col giusto distacco. Elenchiamo le novità emerse dall'analisi del tracciato radar e attribuiamole con nome e cognome a questo esperto americano.
GIULIO: Direi di stare sulle cento righe. Pensavi a un titolo di taglio?
DIRETTORE: Beh, a questo punto perché non ci facciamo un'apertura di pagina, che dici, Giulio?
GIULIO: Che pagina?
DIRETTORE: La prima, quattro colonne, disegno e tutto. E questa volta vorrà dire che staccherò il telefono!
MILITARE: Pronto?
ROCCO: Vorrei parlare con il Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, per favore.
MILITARE: Ma chi parla?
ROCCO: Sono Rocco Ferrante.
MILITARE: Ah, non c'è, dottore.
ROCCO: Non c'è. Noi domani usciamo con la notizia che il DC9 è stato intercettato da un caccia.
MILITARE: Ah, bene.
ROCCO: Volevamo un vostro commento.
MILITARE: Guardi, dottore, non so che dirle, sono solo qui.
ROCCO: Allora scrivo che rifiutate di commentare?
MILITARE: No, è che io non sono autorizzato, e poi il capo non c'è.
ROCCO: Senta, non mi faccia perder tempo, tanto prima o poi lo trovo. Mi dice dov'è o devo scrivere che il Generale è irreperibile?


CORO: Tu pure, o Principessa / Nella tua fredda stanza
CASSIERA: Scusi!
CORO: Guardi le stelle...
CASSIERA: Guardi che la cucina è chiusa.
CORO: ... che tremano d'amore / E di speranza.
ROCCO: No, vedo un attimo se c'è un...
CORO: Ma il mio mistero é chiuso in me / Il nome suo nessun saprà! / No, no, sulla tua bocca lo dirò / Quando la luce splenderà! / Ed il mio bacio scioglierà il silenzio / Che ti fa mia! / Dilegua, o notte! / Tramontate, stelle! / Tramontate, stelle! / All'alba vincerò! / Vincerò, vincerò! / Vincerò!
COMMENSALI: Bravo! Bravo! Bis! Complimenti, Generale! Complimenti! Complimenti! Ancora un'altra, Generale!
PORTAVOCE: Chi le ha detto dove eravamo, se non sono indiscreto?
COMMENSALI: E adesso "Funiculì Funiculà"! "Funiculì Funiculà"!
ROCCO: È indiscreto se me lo chiede, Generale.
PORTAVOCE: Non pensa di esagerare venendo qui?
ROCCO: E invece dovrebbe essere contento di vedermi.
COMMENSALI: Jamme jamme 'ncoppa jamme ia!
ROCCO: Guardi cosa le ho portato.
COMMENSALI:  Jamme Jamme 'ncoppa jamme ia!
ROCCO:  Così il Capo di Stato Maggiore avrà tutta la notte per pensarci, Generale.
COMMENSALI: Funiculì Funiculà / Funiculì Funiculà / 'ncoppa jamme ja! / Funiculì Funiculà / Ai sera Nannine / Me ne sagliette / Tu saie addo / Tu saie addo / Addo stu core'ngrato / Cchiu dispiette / Farme nun po' / Farme nun po' / Addo 'sto fuoco coce / E se ne fuie / Te lassa sta / Te lassa sta / A tarda notte se ne fuie / Solo a guarda' / Solo a guarda' / Jamme Jamme 'ncoppa jamme ia!
CAPO DI STATO MAGGIORE AERONAUTICA: Ah, è lei, finalmente!
ROCCO: Finalmente. Volevo farle vedere questo.
CAPO DI STATO MAGGIORE AERONAUTICA: Hm. E allora?
ROCCO: Le sembra poco?
CAPO DI STATO MAGGIORE AERONAUTICA: Non vedo che cosa dovrebbe impressionarmi. E non capisco proprio tutta questa sua fretta, caro dottore. Cos'è, emozionato?
ROCCO: Generale, io le faccio vedere un giornale che pubblica la notizia che quella sera, accanto al DC9, c'era un altro aereo e lei...
CAPO DI STATO MAGGIORE AERONAUTICA: Questo lo dite voi.
ROCCO: No. Lo dice un esperto americano. Comunque io da lei volevo soltanto una cosa, un commento. Non ha commenti da fare, Generale?
CAPO DI STATO MAGGIORE AERONAUTICA: Guardi, per i commenti deve rivolgersi al Portavoce dell'Aeronautica. Lei ha il numero di telefono, mi pare. Beh, se non fosse così tardi le chiederei di rimanere con noi, ma, eh...
ROCCO: No, grazie. No.
COMMENSALI: Jamme jamme 'ncoppa jamme ia! / Jamme Jamme 'ncoppa jamme ia! / Funiculì Funiculà / Funiculì Funiculà / 'ncoppa jamme ja! / Funiculì Funiculà! Auguri! Bravo!


ROCCO: Allora, secondo lei niente? Gliele sto comunicando io le novità, signor Portavoce.
PORTAVOCE: Senta, capisco che lei abbia a cuore questa storia, ma...
ROCCO: Sì, ma non è una questione personale. C'è una perizia fatta da esperti americani che parla di un altro aereo in volo accanto al DC9 al momento dell'esplosione.
PORTAVOCE: Ma quale aereo, dottore? Se ci fosse stato un altro aereo anche i nostri radar lo avrebbero visto. Invece nessuno ha segnalato nulla. Né a Licola, né a Marsala, né altrove. Tutte le sue congetture, le sue illazioni, si infrangono contro questa

elementare verità: l'Aeronautica non ha visto, perciò non sa, e dunque non è colpevole di niente.
ROCCO: Forse non ha voluto vedere. Il radar di Marsala, guarda caso, era stato disattivato per una esercitazione. C'è un buco di otto minuti!
PORTAVOCE: Quello che lei chiama buco è successivo all'incidente, dottore, quattro minuti dopo.
ROCCO: Sì, però i vostri radaristi per inserire il nuovo nastro avevano disattivato il radar quattro minuti prima.
PORTAVOCE: Mi scusi, dottore, ma non la seguo.
ROCCO: Sì, va bene, lasciamo perdere, Generale, grazie.
PORTAVOCE: A presto, dottore.
INTERLOCUTORE: Sì, pronto?
ROCCO: Sono Rocco.
INTERLOCUTORE: Uè, ciao.
ROCCO: Hai letto stamattina?
INTERLOCUTORE: Sì, mi sembra interessante.
ROCCO: Il Presidente dice qualcosa?
INTERLOCUTORE: Mah, sai com'è lui. C'è il magistrato che indaga, che vuoi che si metta a dire?
ROCCO: Ma che vuol dire? Non dite niente?
INTERLOCUTORE: Mah, sinceramente non so. Lui è tutta la mattina impegnato con i sindacati, poi c'è il Consiglio dei Ministri e stasera va a Bruxelles.
ROCCO: Mi richiami?
INTERLOCUTORE: Vabbè, adesso vedo.
FRANCO: Anvedi che faccia! Ma che te sei offeso?
ROCCO: Hai rotto i coglioni! Hai rotto i coglioni!
FRANCO: Ma che cazzo fai? Ma che... Stronzo! A te 'sto cazzo di missile ti ha dato in testa!
ROCCO: Va bene! Va bene, basta! Scusa! Scusa! Basta, ho esagerato. Scusa.
FRANCO: Lo sai che ti dico? Rocco! Vaffanculo!
ROCCO: Bene, bene, scusa.
FRANCO: E basta!
ROCCO: Bene! Basta!


ROCCO: Signor Ministro...
MINISTRO: Buongiorno, buongiorno. Andiamo di corsa, eh?
ROCCO: Come valuta le perizie americane sul DC9?
MINISTRO: Ha più elementi lei, mi sembra.
ROCCO: Se c'era un caccia...
MINISTRO: Un caccia? Non mi risulta.
PORTABORSE: Ma guardi, è tutto da vedere.
ROCCO: Sto parlando con il Ministro. Allora, signor Ministro? Nessuna dichiarazione?
MINISTRO: Ah, no, guardi, no, non è il caso, non è il momento.
ROCCO: Mi dica almeno che cosa vi siete detti col Capo di Stato Maggiore della Difesa.
MINISTRO: Ma lei da quand'è che è qui?
ROCCO: Allora?
MINISTRO: Ha spinto? Comunque io la seguo, eh? Con interesse, con attenzione. La seguo moltissimo! Con vivo interesse! Complimenti!
GIUDICE: Al Ministero gliel'ho spiegato in tutti i modi, non so quante volte: niente relitto dell'aereo, niente conclusioni. Ecco, finalmente mi è arrivata la risposta.
ROCCO: Che vuol dire?
GIUDICE: In pratica mi lasciano libero di decidere. Se le operazioni di recupero va a vuoto perché non trovano il relitto o perché lo trovano ma senza quelle parti che possono mandare avanti l'indagine, allora il Ministero si rifà su di me per la modica cifra di 6 miliardi e 350 milioni.
ROCCO: Cioè, scusa, non capisco: se non trovano niente, tu dovresti rendere allo Stato 6 miliardi?
GIUDICE: E 350 milioni. Che fai, me li dai tu?
ROCCO: Senz'altro.
MOTOCICLISTA: Rose rosse per te / ho comprato stasera! Ciao, Rocco!
ANNA: Scusa! Pensavo che eri al giornale.
ROCCO: No, oggi...
ANNA: Avevo bisogno di prendere questa. L'avevo dimenticata.
ROCCO: Che fai, parti?
ANNA: Sì. Due settimane.
ROCCO: E dove vai?
ANNA: Bali.
ROCCO: Bari?
ANNA: Bali! Bali! L'isola.
ROCCO: Originale. Sola?
ANNA: No.
ROCCO: Molto originale!
ANNA: E tu?
ROCCO: No, io Bali non...
ANNA: E il missile ?
ROCCO: Ciao, eh?


MURATORE: Se ponno leva' questi?
ROCCO: "Convegno dei Grandi"...
MURATORE: Senta! Senta! Oh! Se ponno leva' questi?
CORRA': Ma sì, tolga, tolga.
ROCCO: "Rielezione di Reagan". "Presidenza italiana alla CEE". Via. Via. Via. Senti un po', Corrà. Quando è caduto quel caccia libico sulla Sila il era 18 luglio dell'Ottanta, no?
CORRA': Ma chi se lo ricorda, son passati cinque anni. Perché?
ROCCO: Senti qua: "Ingorgo diabolico. Esercitazione aeronavale interalleata con simulazione di azioni di penetrazioni nemiche". Dice che era il 18 luglio, nel canale di Sicilia.
CORRA': E allora?
ROCCO: C'erano due portaerei, quattro corvette, dieci incrociatori... Come ha fatto quel Mig a arrivare sulla Sila? È passato in mezzo a sessanta aerei e nessuno l'ha visto.
PROFESSORE: Vermi grossi così. Avevano fatto nidi un po' in tutto il corpo. Quando provai a prendere le impronte, la pelle si sfilò tutta, così. Il viso del pilota libico non c'era quasi più, il cervello era ormai un liquame, la milza un sacchetto vuoto, surrenale e pancreas dissolti, allo stato gassoso.
ROCCO: Secondo lei quel pilota quando era morto?
PROFESSORE: Beh, non era morto certo il 18 di luglio, quando l'aereo si è schiantato sulla montagna. Era morto da 15, 20 giorni, verso la fine di giugno.
ROCCO: Professore, visto che i morti non pilotano i Mig, perché lei ha firmato quella perizia in cui diceva che il cadavere risaliva al 18 luglio?
PROFESSORE: Il giudice disse che bastava la ricognizione del cadavere, insomma una semplice formalità. Avevamo fretta. Più cercavo di non pensarci, più i dubbi aumentavano. Chiamai il mio collega, anche lui era turbato. Alla fine decidemmo di buttar giù una perizia che rimetteva in discussione la data del decesso, e la consegnammo in Procura.
ROCCO: Reazioni?
PROFESSORE: Il giorno dopo il comandante dei Carabinieri ci convocò in caserma e ci presentò uno venuto da Roma. Era in borghese, però disse di essere un ufficiale.
ROCCO: Un ufficiale? Chi era?
PROFESSORE: Il nome non l'ha detto. Ci mostrò una polaroid del cadavere del pilota col sangue ancora fresco. Io con tutto il rispetto gli feci notare che quella foto era senza data, perciò niente provava che fosse stata scattata proprio il 18 luglio. Mi sembrò parecchio irritato dalla risposta.
ROCCO: Cioè, l'ha minacciata?
PROFESSORE: No, per carità.
ROCCO: Ma io non capisco. Perché allora fece quella prima relazione se non era convinto?
PROFESSORE: Lei dovrebbe vivere qualche mese da queste parti. Ci si conosce tutti. Il notaio, il giudice, il comandante dei Carabinieri... Perciò quando uno di noi chiede all'altro qualcosa di poco ortodosso, beh, è ridicolo stare lì a fare i rigidi, a rispettare le regole. Qui è tutto così poco importante che uno dice: "tanto non succederà niente". Siamo anche noi come questi signori, anime morte.
ROCCO: E così secondo lei, due primari di ospedale, due persone stimate da tutti, si sarebbero inventati la storia dell'ufficiale venuto da Roma?
COMANDANTE: Io, dottore, non dico niente, prendo atto delle loro affermazioni.
ROCCO: Ma che vuol dire prendo atto? Le conferma o le contesta? È vero o no che è venuto qui, in questa stanza, un ufficiale da Roma con una foto polaroid?
COMANDANTE: Non ho memoria del fatto.
ROCCO: Ma insomma, lei l'aereo l'ha visto cadere o no?
DONNA: No, ve l'aggiu ditto.
ROCCO: Ma perché ha detto ai carabinieri di sì? Guardi, questo l'ha dettato lei.
DONNA: Io nun sacciu né leggere né scrivere.
ROCCO: Ma qui c'è scritto che lei ha visto...
DONNA: No visto, nun haiu vistu nente! Ho sentito, e poi sono uscita fuori, e ho visto un fumo nero nero nero. Contento?
UOMO: L'aereo andava verso quel bosco lì, poi è scomparso lì dietro, e alla fine ho sentito l'esplosione.
ROCCO: È andato a vedere?
UOMO: No, perché sùbito dopo è riapparso da lì. Fece manovra e se n'agghiuto
ROCCO: Come riapparso? Ma è sicuro? Guardi, è importante.
UOMO: Sono sicuro!
BENZINAIO: Eh, quante volte ne abbiamo parlato con gli amici! Anche qui alla pompa. Per un po', poi dopo... E mo' chi se l'aspettava che veniva addirittura un giornalista, da Roma, dopo tanto tempo. Io proprio non me l'aspettavo più. Bello, eh?
ROCCO: Allora?
BENZINAIO: Ah, e certo che l'ho visto. Sì, veniva giù in picchiata, verso la Sila. Ma però non era il 18 di luglio, come avete detto voi, era prima, molto prima. E perché io ero ancora qua a lavorare. Avevo portato giù la famiglia, però ancora non ero andato in ferie.
ROCCO: Ma si ricorda proprio il giorno preciso?
BENZINAIO: E come non me lo ricordo, era il 27 di giugno. Garantito. Boh, l'ora precisa precisa non ve la saprei dire, però era... era... stava facendo buio, ecco, verso sera.


GIULIO: Tieni, te la puoi riprendere. Io non la passo questa roba.
ROCCO: Ma hai letto bene?
GIULIO: Ho letto e riletto.
ROCCO: Ci sono le testimonianze.
GIULIO: Quali testimonianze? Sono una diversa dall'altra. Non ce n'è una, dico una, che confermi l'altra! Il 27 giugno ci sarebbe stato un duello aereo tra aerei della NATO e aerei libici. Perché? Non si sa. Ci va di mezzo il DC9, però un aereo libico viene colpito, e si dirige verso l'Italia. Perché? Non si sa. E siccome rimane senza carburante va a sbattere contro la Sila. Resta lì 21 giorni, poi il 18 luglio, durante un'esercitazione della NATO, un caccia esce di formazione, si dirige verso la Sila, sgancia qualcosa per far sentire un bel botto, così polizia e carabinieri accorrono, scoprono l'aereo e il cadavere del pilota. Ma siamo matti? Per che cosa hai scambiato il giornale?
ROCCO: Sì, vabbè, ho capito. Tanto lo sapevo.
GIULIO: Cosa sapevi?
ROCCO: Niente, niente.
GIULIO: No, di' pure quello che devi dire, dai, dillo!
ROCCO: Insomma, questa storia, meno se ne parla e più tutti son contenti, anche te. Solo che se in questo Paese anche noi ci mettiamo a coprire...
GIULIO: Guarda che se c'è qualcuno da coprire quello sei solo tu, hai capito? Ti sei fissato con questa storia! Lo sai che dice il direttore?
ROCCO: Senti, se il direttore ha qualcosa da dirmi me la può dire direttamente.
GIULIO: No, sono io che ho qualcosa da dirti. I due primari hanno firmato una perizia che diceva 18 luglio e non 27 giugno! Il carabiniere nega che sia venuto in Calabria un ufficiale dei servizi segreti! Non hai uno straccio di riscontro, lo sai?
ROCCO: Ma tu a quello che ho scritto ci credi o no?
GIULIO: Sì, può darsi, può essere andata così. Ma quello che credo io o credi tu vale zero! Qui c'è di mezzo la NATO, la Libia, i servizi segreti, tanto per cominciare. Io non voglio qualche pezza d'appoggio. Ne voglio un milione!
ROCCO: Ma voi perché fate ancora questo lavoro? Io, pensa un po', volevo fare il farmacista, tutti quei bei cassettini... Mal di testa? Ecco la pillola. Mal d'orecchie? Ecco le gocce. Invece... Ci sei mai stato tu a Bali?
I GIORNALISTA: A Bari?
ROCCO: Bali. Bali, l'isola.
I GIORNALISTA: No.
ROCCO: Tu?
II GIORNALISTA: No.
ROCCO: "Rozza la vita". Chi l'ha detto? Certo che su questa storia ci hanno proprio fregato, lo sai, Sandra, sì.
SANDRA: Mah, visto che fai sempre tutto da solo parla per te.
ROCCO: Perché, ci vai tu là sotto a tremila metri a recuperare l'aereo?
GIORNALISTA: I familiari si sono costituiti parte civile. L'avvocato Giordani dice che questo cambia tutto.
ROCCO: Ma cosa cambia? Cosa? Certo, sì, siamo in un Paese libero, ognuno può dire quello che vuole. Tutti posson dire quello che vogliono. Il problema è che nessuno ti sta a sentire.


ROCCO: ... E così, la guerra tra spumante e champagne, almeno nella sua forma più volgare e violenta, quella dei blocchi stradali e delle cisterne rovesciate, non ci sarà. Andiamo a capo. C'è grande ottimismo in tutti, francesi e italiani. Anche se un elemento su cui punta tutta l'informazione di mercato, e cioè che il brut si beve come aperitivo e non "sul dolce" sembra faccia presa. Il 51% del consumo resta infatti condensato nelle ricorrenze tradizionali: il che vuol dire tappi che saltano ma al momento di tagliare la torta.
TELEVISIONE: ... les opérations de récupération de l'avion civil explosé dans le ciel de l'Ile de Ustica le nuit du 27 juin 1980. [Si cercano di stabilire le cause del disastro che ha provocato la morte di 81 persone. Tra le ipotesi avanzate quella del missile sembra improbabile; tuttavia, la versione più credibile è quella di una bomba collocata sull'aereo da terroristi.]
AGENTE: Quando le cose sono troppo complicate, è meglio tenersi fuori. Tanto alla fine in questi giochi vince solo quello che dà le carte.
ROCCO: E chi sarebbe in questo caso?
AGENTE: Come si fa a chiedere a quelli che sanno di dire la verità? Metta siano stati gli Americani. Siamo pieni di basi americane. Adesso poi che a Comiso ci hanno messo anche quelle... testate nucleari. Oppure... metta siano stati i Francesi. Sono bravi, sono la civiltà. Guardi che strade, che palazzi! A proposito, ha mai mangiato al "Petit Zinc"? Diciamo che sono stati loro. Che facciamo? No... La gente non deve sapere. A che servirebbe dire la verità? Solo a creare confusione e ad aumentare sfiducia nelle istituzioni.
ROCCO: Però adesso recuperano il relitto. La scopriranno i periti la verità.
AGENTE: Ne è sicuro?
ROCCO: Come sicuro? Certo.
AGENTE: Eh?
ROCCO: L'hanno detto al telegiornale, qui. Insomma, là sotto c'è la scatola nera, c'è il voice recorder, c'è tutto!
AGENTE: È sicuro che troveranno tutto?
ROCCO: Perché? Che significa?
AGENTE: E se qualcuno ci fosse già stato là sotto? Eh? E se qualcuno ci fosse già stato? Chi lo sa, può darsi che mi sbagli, eh? Ma lo sa a che società hanno affidato il recupero dell'aereo? Di che Paese è questa società? No? Non lo sa? Faccia il suo mestiere, si informi. Faccia il suo mestiere. Vedrà che sorprese! Che grande città!
TELEVISIONE: Per sette anni è rimasto sepolto qui, a tremila metri di profondità, sui fondali del Mare Tirreno tra le isole di Ponza e Ustica. Queste sono le immagini del relitto riprese da una delle telecamere del minisommergibile che ha effettuato la prima ricognizione. Ormai l'operazione di recupero può considerarsi virtualmente conclusa.
FRANCO: Non c'è manco un pesce!
GIORNALISTA: Si vede che a tremila metri...
TELEVISIONE: Nelle ultime quattro settimane sono state infatti compiute ben 32 immersioni, e circa il 70% della carcassa del DC9 è stata riportata in superficie. Purtroppo però la scatola nera, contenente la registrazione di tutti i parametri di volo, determinante per dare risposte decisive ai quesiti agli investigatori, non è stata ancora ritrovata.
ROCCO: Ma come non è stata ritrovata? Figli di puttana!
CORRA': Ma con chi ce l'hai?
TELEVISIONE: Comincerà adesso per i periti il minuzioso lavoro di catalogazione...
ROCCO: Ma lo sai a chi hanno affidato il recupero? A una ditta di Marsiglia. Lo sai per chi lavora questa ditta di Marsiglia? Per i servizi segreti francesi. E ti pare se fosse stato un caccia francese a buttare giù il DC9 ce lo vengono a dire? Questo me lo fai scrivere? 30 righe, mi bastan 30 righe. Me lo fai scrivere?
GIULIO: Questo ricomincia!
TELEVISIONE: ... in base ai quali i periti potranno forse definitivamente sciogliere tutti i misteri che ancora circondano questa strage.


PERITO: Buongiorno.
ROCCO: Buongiorno, professore.
PERITO: Vado via subito. Ecco, questa è la perizia.
ROCCO: Quando la consegnate al magistrato?
PERITO: Tra qualche giorno.
ROCCO: Che dice?
PERITO: Che è stato un missile. Ormai ne siamo convinti tutti, però un paio di noi sono ancora incerti se firmare o no. Hanno paura di scrivere la parola "missile". Dicono che potrebbe avere un effetto destabilizzante. Io voglio che lei pubblichi le conclusioni, naturalmente senza dire da dove vengono. Se usciranno delle anticipazioni sulla perizia nessuno di noi potrà più tirarsi indietro, così anche quei due dovranno firmare.
ROCCO: E come ci siete arrivati?
PERITO: Da una infinità di dati. Il tipo di esplosivo, la violenza dell'urto, che deve essere stata terribile, c'erano pezzetti di ossa conficcate dappertutto all'interno dell'aereo. E poi, in corrispondenza di due fori la lamiera è piegata verso l'interno.
MINISTRO: Oggi per noi è un giorno di festa. Poco fa su quel piazzale duecento giovani ufficiali hanno giurato di servire il Paese. Ed è a nome del Paese che io sono qui. Per ringraziare e non per discutere di ciò che scrivono i giornali. Lo dico sùbito, a scanso di inutili equivoci. Lo dico con assoluta convinzione. Quello che ho letto oggi mi interessa fino a un certo punto. Perché io credo che debba valere per tutti il rispetto delle regole nello Stato di diritto. Regole che impongono di rimandare ogni valutazione e ogni decisione al momento in cui la perizia sarà consegnata al magistrato.
SANDRA: Vuol dire che non ha commenti da fare, Ministro?
MINISTRO: Non posso commentare quello che ancora non so. Gliel'ho appena spiegato. Aspettiamo la perizia.
GIORNALISTA: E aspettiamo la perizia.
ROCCO: Lei esclude ogni responsabilità diretta o indiretta dell'Aeronautica?
MINISTRO: Nella maniera più assoluta. Lo ripeto: dall'esame delle carte in mio possesso posso dire due cose. Primo: la notte dell'incidente nessun aereo o mezzo navale italiano si trovava nella zona. Secondo: nessun radar militare ha visto il DC9 cadere né tanto meno il presunto missile che l'avrebbe colpito.
I GIORNALISTA: Dopo otto anni non le sembra che si potrebbe dire qualcosa di più?
MINISTRO: Noi abbiamo già detto tutto.
II GIORNALISTA: E gli altri, Generale? Gli americani, i francesi...
CAPO DI STATO MAGGIORE AERONAUTICA: Scusi. Sulle base degli accertamenti fatti e delle risposte che ci hanno trasmesso quando li abbiamo interpellati devo escluderlo. Ma io rispondo per la mia forza armata.
III GIORNALISTA: Lei esclude l'ipotesi di un missile, signor Ministro?
MINISTRO: Io non faccio il magistrato.
III GIORNALISTA: Sono i periti che parlano di un missile.
MINISTRO: Sono anticipazioni giornalistiche. Non si possono aprire processi sommari su quello che pubblicano i giornali.
ROCCO: Un'altra domanda per lei, Generale. Vorrei sapere se lei esclude che l'Aeronautica abbia saputo o sappia qualcosa dell'incidente. Voglio dire, che abbia una responsabilità magari indiretta...
MINISTRO: Rispondo io. In questa vicenda non è in discussione la lealtà delle Forze Armate, che hanno sempre offerto alla magistratura la massima disponibilità e collaborazione.
ROCCO: Peccato che siano spariti otto minuti di registrazione radar.
GIORNALISTA: E l'altro originale delle registrazioni di Licola che non s'è più trovato? Quella che tipo di collaborazione sarebbe?
CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA: Non si può andare avanti con queste accuse gratuite, signori!
ROCCO: Ma siete voi ad essere poco chiari!
CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA: Ma no!
ROCCO: E sì.
CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA: No!
GIORNALISTA: Guarda! Guardalo!
CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA: Come Capo di Stato Maggiore della Difesa io vi dico che noi siamo chiari! Noi non abbiamo niente da nascondere in questa storia.
GIORNALISTA: No, non hanno niente da nascondere.
CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA: Questi attacchi continui! Queste insinuazioni infamanti stanno creando un clima insostenibile! Mi scusi...
GIORNALISTA: Si sta agitando, guarda!
CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA: Signor Ministro, mi scusi, ma lei mi deve consentire... Mi deve consentire perché io non ce la faccio più a frenare il furore che è in me!
ROCCO: A frenare il furore, Ammiraglio?
GIORNALISTA: Cosa voleva dire, ammiraglio? Avanti, parli!
CAPO DI STATO MAGGIORE AERONAUTICA: Zitto! Non rispondere!
CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA: Sia ben chiaro...
GIORNALISTA: Dica! Dica!
CAPO DI STATO MAGGIORE AERONAUTICA: ... che in questa storia noi siamo solo testimoni!
GIORNALISTA: Testimoni di che, Ammiraglio?
COLONNELLO: Calma, calma! Signori, vogliamo accomodarci? Prego.
CAPO DI STATO MAGGIORE AERONAUTICA: Comodi, prego!
PORTAVOCE: È da un po' che ce l'ho qui, ma adesso glielo voglio proprio dire. Lei ci ha rotto i coglioni sistematicamente per quasi dieci anni, dottore. Spero proprio che il suo bel missile le finisca nel culo.
ROCCO: Per adesso è nel suo di culo, Generale. Tutto quanto.
GIORNALISTA: Vai, Rocco!


FRANCO: Rocco. Rocco!
ROCCO: Non rompere.
FRANCO: Hai visto che hai combinato? "La Procura ha incriminato 23 militari dell'Aeronautica in servizio la sera del 27 giugno 1980 nei Centri Radar di Licola e Marsala".
ROCCO: Senti, Franco, basta, eh? Falla finita!
FRANCO: "Il Parlamento intanto ha dato mandato alla Commissione parlamentare d'Inchiesta sulle stragi di indagare sulla tragica sciagura del DC9".
ROCCO: Dove stai leggendo?
FRANCO: Terza, Interni. Rocco, può esse che gliel'hai fatta. Se prendi il posto del pelatone, ricordati d'amici.
MURATORE: Acqua azzurra / Acqua chiara / Con le mani posso finalmente bere / Nei tuoi occhi innocenti / Posso ancora ritrovare...
AVVOCATO: Che c'è? Mi raccomando, eh? Vedrai che tutto andrà bene. Tranquillo e calmo.
ROCCO: Posso?
AVVOCATO: Prego.
ROCCO: Avvocato. Lei è il maresciallo Caroli? Come mai lei è l'unico che non ha voluto l'avvocato che hanno scelto gli altri? Quello dell'Aeronautica?
AVVOCATO: Perché sono meglio io. E poi le domande pure qui dentro, no, eh?
MURATORE: Aoh, vie' a darmi 'na mano che io non ce la faccio più! Sbrigatevi un po'. Guarda un po'...
ROCCO: Ehi!
GIORNALISTA: Oh! Quello chi è?
ROCCO: Uno dei marescialli di Marsala. Com'è andata fin adesso?
GIORNALISTA: Ne hanno interrogati tre ma nessuno si ricorda niente. Anzi, uno neppure c'era quella sera, era in ferie, però risulta presente in sala operativa. Pensa questi che cazzo se so' inventati con quell'ordine di servizio.
ROCCO: Dove sono?
GIORNALISTA: Dietro quelli.
SOTTUFFICIALE: Per cortesia, andate via!
GIORDANI: Dopo questi quanti ce n'è ancora?
AVVOCATO: Credo ancora due.
GIORDANI: Guarda qua.
AVVOCATO: Calma, tranquillo.
GIUDICE: L'anno 1989 eccetera, avanti a noi, giudice istruttore eccetera, è comparso...
LUCIANO CAROLI: Ca... Caroli Luciano.
GIUDICE: Dunque, l'imputato viene avvertito che ha facoltà di non rispondere ma che se anche non rispondesse si procederà oltre nell'indagine istruttoria eccetera. Dunque, lei la sera del 27 giugno 1980 che cosa faceva esattamente?
CAROLI: Seguivo sul monitor le tracce sia... sia del DC9 che del... di un Boeing 720.
GIUDICE: Stia calmo, maresciallo. Tranquillo. Non c'è motivo d'essere agitati. Lei deve solo raccontarci quello che ha visto quella sera oppure quello che non ha visto.
CAROLI: Io... quella sera... l'ho visto.
GIUDICE: Che cosa ha visto?
CAROLI: Il DC9... che cadeva.
GIUDICE: Vada avanti, la prego.
CAROLI: A un certo punto la traccia cominciò a scadere di qualità, cioè ad essere debole. Segnalai la cosa al tenente che mi sedeva a fianco, perché, insomma, era strano. In quel momento il DC9 doveva essere sul mare. Contemporaneamente mi misi in contatto con Punta Raisi e con Fiumicino per avere notizie sull'ora del decollo, su un possibile ritardo. Punta Raisi rispose che stavano aspettando il DC9 a momenti. Intanto il tenente cercava di chiamare l'aereo per radio, ma il tenente non ebbe risposta.
GIUDICE: Mi faccia capire bene. Lei afferma d'aver visto chiaramente l'aereo che precipitava?
CAROLI: Sì. Vidi la traccia che scadeva da qualità 7 a 5, poi a 2.
GIORDANI: Signor giudice, io chiedo, io voglio domandare...
GIUDICE: Decido io se e quando ammettere le sue domande, avvocato!
GIORDANI: Ma come? Ci ha messo nove anni per decidersi a fare questi interrogatori e ora io non posso fare una domanda?
GIUDICE: Si sieda! Si sieda! O la faccio allontanare!
GIORDANI: Se volete scrivere, a questo punto avremmo qualcosa da dire, perché c'è un fatto nuovo, un fatto importante, che rappresenta una svolta clamorosa!
GIORNALISTA: Il maresciallo Caroli ha parlato?
GIORDANI: Un momento, un momento. Un momento. Dopo anni e anni, per la prima volta, uno squarcio si apre in questo muro di omertà, in questo muro di gomma.
GIORNALISTA: Ma che cosa è successo?
GIORDANI: Contraddicendo... Contraddicendo quanto finora dichiarato da decine di generali felloni, poco fa il maresciallo Caroli del Centro Radar di Marsala ha confessato al giudice di aver visto sul suo schermo radar il DC9 che precipitava.
GIORNALISTA: Ha detto proprio così?
SOTTUFFICIALE: Caroli figghiu iarrusu!
GIORDANI: A questo punto è inutile che io sottolinei quello che noi abbiamo sostenuto da diversi anni, e cioè che la verità su quanto accadde quella notte al Centro Radar di Marsala...
SOTTUFFICIALE: 'sto stronzo... Fare in culo...
ROCCO: E allora? Siete in un guaio serio, eh?

SOTTUFFICIALE: Ma che vuole questo?
ROCCO: Come vi mettete?
SOTTUFFICIALE: Come ci mettiamo? Colpa vostra. Voi scrivete, scrivete... Scrivete! Però nessuno di voi ha cercato di sapere chi c'era su quell'altro volo quella sera.
ROCCO: Ma chi c'era su quell'altro volo?
II SOTTUFFICIALE: Ma che dici? Andiamo via! Andiamo!
ROCCO: Chi c'era su quell'altro volo? Lei lo sa?
SOTTUFFICIALE: No, non lo so! Però so soltanto che io ci avevo un piano di volo che andava da Tripoli a Varsavia.
ROCCO: Da Tripoli?
SOTTUFFICIALE: Sì.
ROCCO: Era un aereo libico? Chi c'era sopra? Chi c'era sopra?
SOTTUFFICIALE: Sua sorella c'era!
ROCCO: Chi c'era sopra su quell'aereo? Chi c'era, Gheddafi? C'era Gheddafi, vero?
SOTTUFFICIALE: Per cortesia, si levasse!
ROCCO: Quel missile era per Gheddafi?
SOTTUFFICIALE: Lo sapevo che andava a finire così! Tanto a pagare siamo sempre noi! Quelli che non contano niente, gli stracci, come me, come lui, come quel fesso di Caroli! Certo, per voi è facile fare gli eroi con la penna in mano. Siete pagati per fare gli scandali! Per noi invece è diverso! Se noi parliamo, se cascettiamo, ci cacciano via, e noi abbiamo famiglia. Perciò mi faccia la cortesia, non ci rompa le palle, altrimenti le dico cosa penso di lei e di questa specie di processo!
II SOTTUFFICIALE: Lascia stare! Lascialo stare!
SOTTUFFICIALE: Glielo dico? Aspetta un minuto! Glielo dico?
II SOTTUFFICIALE: Ma che sei scemo?
SOTTUFFICIALE: Eh?
II SOTTUFFICIALE: Che dopo ci andiamo di mezzo noi, ci vai di mezzo tu... Andiamo!
SOTTUFFICIALE: Glielo dico? Aspetta un attimo! Non glielo dico, perché il primo quaquaraquà qua dentro sono io.
II SOTTUFFICIALE: Vada via.
SOTTUFFICIALE: Arrivederci. Buffone!
GIORNALISTA: Che è, già cominciato?
PRESIDENTE COMMISSIONE DI INCHIESTA: Lei fu uno dei primi ad arrivare nella zona dei soccorsi.
COLONNELLO: Sì, fummo i primi a ricevere l'allarme e a far partire un paio di elicotteri.
PRESIDENTE: Colonnello, a lei risulta un'attività di aerei americani nella zona del disastro quella sera?
COLONNELLO: Se sta scritto sul registro, vuol dire che gli aerei c'erano.
PRESIDENTE: Lei, che era al vertice dei Servizi Segreti, è possibile che non si sia fatto un'idea di quello che era successo?
CAPO SERVIZI: Posso dire una cosa, qui, davanti a questa Commissione Stragi? Per me la verità sta ancora in fondo al mare.
SANDRA: Certo, ce l'hanno lasciata loro!
GIORNALISTA: Roba da matti!
PRESIDENTE: Qui però ho un appunto del SISMI, in data 29 luglio 1980, in cui si dice che il SIOS Aeronautica si occupò sùbito del caso, e dieci giorni prima di quanto lei ha appena affermato, Generale.
CAPO DI STATO MAGGIORE AERONAUTICA: Io ho dei documenti che dicono...
PRESIDENTE: Mi risponda su questo documento.
CAPO DI STATO MAGGIORE AERONAUTICA: Sì. Sto riflettendo... Beh, in effetti capisco che... è un passo piuttosto discordante da...
PRESIDENTE: No, lei è a un passo dal commettere un reato.
CAPO DI STATO MAGGIORE AERONAUTICA: Posso fumare?
MINISTRO: Ma guardi, Presidente, il nostro controspionaggio in quel periodo era devastato dagli scandali, debole, inaffidabile...
PRESIDENTE: E allora per questo lei, signor Ministro, non attiva i Servizi? Non ne parla in Presidenza del Consiglio? Non chiede la sostituzione degli uomini che ritiene inaffidabili? È sconcertante. È... è al limite dell'omissione d'atti d'ufficio. Se ne rende conto? Ma scusi, il capo del controspionaggio veniva da lei ogni settimana, ogni giorno, ogni mese?
MINISTRO: Ogni tanto.
GIORNALISTA: Incredibile.
CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA: Quando si sospettano i militari di depistaggio, di menzogna e omertà, obiettività vorrebbe che aggiungessimo le reti televisive, i giornalisti, gli avvocati di parte, i politici impegnati nel caso, e perché no?, i periti, i medici... Qui ci sono grossi interessi economici in gioco, Presidente. Ma per quanto riguarda noi, il risultato delle nostre indagini è sempre stato lo stesso. Sì, qualche errore, qualche negligenza e leggerezza, qualche imprecisione... qualche spiacevole coincidenza, ma niente di più. Niente complotti, niente congiure nazionali né internazionali, né militari né politiche, né italiane né NATO. Niente coperture, niente deliberate menzogne... niente aerei killer, niente missili! Niente!
PRESIDENTE: Ammiraglio, lei dovrebbe avere verso la verità perlomeno gli stessi dubbi che ancora permangono in noi. Non può venire qui a darci tutte queste certezze.
CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA: Mi scusi. Forse... forse c'è stato qualche fraintendimento. Io ho fatto soltanto una disquisizione teorica. Depistatori possono essere tutti, inconsapevolmente. Non certo questa Commissione, e non i parlamentari... quanto la stampa! La mia esperienza mi dice che quello che scrivono i giornalisti non sempre corrisponde alla verità.
GIORNALISTI: Sììì! Buuu!!! Falla finita! Eccolo! Eccolo! Eccolo! Allora? È ancora infuriato, Ammiraglio?
MILITARE: Per favore!
I GIORNALISTA: È soddisfatto della sua deposizione?
MILITARE: Per favore!
II GIORNALISTA: Lei i missili li vede solo nelle esercitazioni, Ammiraglio? Solo lì li vede, vero, eh?
MILITARE: Per favore!
III GIORNALISTA: Chi li paga i giornalisti, eh? Chi li paga? Lo dica, Ammiraglio! Lo dica!
ROCCO: Chi ci paga, Ammiraglio? Avanti, i nomi! Faccia i nomi!
CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA: Mi lasci passare!
ROCCO: Siamo noi i depistatori, eh? Siamo noi giornalisti che abbiamo depistato!
CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA: Non ho detto questo.
ROCCO: No, l'ha detto! Sì che l'ha detto, lo abbiamo sentito tutti!
CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA: Dov'è la macchina?
MILITARE: È laggiù, faccio fare marcia indietro.
ROCCO: Lei lo sa chi ci paga, ammiraglio? Lo sa?
CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA: È falso! Lei sta dicendo il falso!
ROCCO: Cos'ha adesso? Ha paura di ripeterlo?
MILITARE: Ammiraglio!
CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA: Io non ho paura di lei!
MILITARE: Ammiraglio, piove!
CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA: Vada via! Io non ho paura di nessuno!
ROCCO: Io voglio sapere da chi sono stato pagato in tutti questi anni, Ammiraglio! Lo voglio sapere!
CAPO DI STATO MAGGIORE DIFESA: Ho già detto quello che dovevo dire! Io dico sempre quello che penso!
ROCCO: La verità, ammiraglio! Dica la verità! Ce la deve dire la verità! Sono dieci anni che aspettiamo! Dieci anni!


ROCCO: Ci sono voluti dieci anni, dieci anni di bugie, dieci anni di perché senza risposta. Perché chi sapeva è stato zitto? Perché chi poteva scoprire non si è mosso? Perché questa verità era così inconfessabile da richiedere il silenzio, l'omertà, l'occultamento delle prove? C'era la guerra quella notte del 27 giugno 1980: c'erano 69 adulti e 12 bambini che tornavano a casa, che andavano in vacanza, che leggevano il giornale, o giocavano con una bambola. Quelli che sapevano hanno deciso che i cittadini, la gente, noi non dovevamo sapere: hanno manomesso le registrazioni, cancellato i tracciati radar, bruciato i registri, hanno inventato esercitazioni che non sono mai avvenute, intimidito i giudici, colpevolizzato i periti. E poi, hanno fatto la cosa più grave di tutte: hanno costretto i deboli a partecipare alla menzogna, trasformando l'onestà in viltà, la difesa disperata del piccolo privilegio del posto di lavoro in mediocrità, in bassezza. Ora, finalmente, mentre fuori da questo palazzo, dove lo Stato interroga lo Stato, piove, a molti sembra di vedere un po' di sole. Aspetta. Queste ultime tre righe non mi piacciono. Aggiungi soltanto... Perché?

 

 

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(2009)