E... ORA QUALCOSA DI COMPLETAMENTE DIVERSO

Regia: Ian MacNaughton.

Cast: Graham Chapman (Poliziotto, Ufficiale giudiziario, II soldato, colonnello, IV uomo, IV nonna, Jimmy, Edward, marito), John Cleese (Annunciatore, ungherese, sergente, III uomo, V nonna, George, agente, Tom, Praline, Mungo, rapinatore, II impiegato, consulente del lavoro), Terry Gilliam (Suora), Eric Idle (Pubblico Ministero, consulente matrimoniale, uomo, IV soldato, III nonna, reporter, curato, Arthur Wilson,presentatore, annunciatrice, madre, generale, direttore, negoziante, I impiegato, fatina, Rita), Terry Jones (Presentatore, tabaccaio, astante, III soldato, II uomo, I nonna, Ken, caporale, Giuseppe, Brian), Michael Palin (Yalt, Arthur Corner, I soldato, I uomo, II nonna, uomo, Ernest, Bevis, Gilberto, Herbert)


Trama: Il meglio del Monty Python's Flying Circus.


SPEAKER: Numero 42: come si fa a non essere visti.
ANNUNCIATORE: In questa immagine ci sono ben 47 persone. Nessuna di loro è visibile. In questo filmato vogliamo mostrarvi come si fa a non essere visti. Quello è il signor E.R. Bradshow, di Napier Court, Black Lion Road, Londra, SE 14. Non può essere visto. Ora, però gli chiederò di venir fuori. Signor Bradshow, vuole venir fuori, per favore? Questo dimostra l'importanza del non essere visti. In questa immagine noi non vediamo la signora B.J. Smegmiss, di Belmont, The Crescent, 13. Signora Smegmiss, le dispiace venir fuori? Grazie. Questo, invece, è il signor Nesbitt di Harlow, New Town. Signor Nesbitt, vuole mostrarsi, per cortesia? Il signor Nesbitt ha imparato la prima regola per non essere visti: mai mostrarsi a nessuno. Tuttavia, egli ha scelto un riparo fin troppo ovvio. Il signor E.W. Lambert, di Homeleigh, The Burrows, Oswestly, si presenta a noi con un quesito. Noi non sappiamo dietro quale cespuglio si nasconda. Ma lo sapremo presto.
MR. LAMBERT: Merda!
ANNUNCIATORE: Sì, era dietro il cespuglio di mezzo. Il signore e la signora Watson, di Hull, hanno trovato un sistema molto astuto per non essere visti. Quando li chiamiamo a casa, veniamo a sapere che sono partiti per una vacanza di due settimane. Tuttavia, un loro vicino ci ha detto dove trovarli. Questo è il vicino che ci ha detto dove trovarli. Questa è la casa in cui viveva... e questo è il quartiere in cui era nato. Ah, ah, ah, ah, ah! Ah, ah, ah, ah, ah! E ora qualcosa di completamente diverso.


PRESENTATORE: Buonasera! Eh, signore e signori, noi... noi ci scusiamo del fatto che il film sia stato più breve di quanto annunciato, e... e di conseguenza, ci sarà un piccolo intervallo. Ah... Nel frattempo, siamo orgogliosi di potervi mostrare un cortometraggio il cui protagonista è un uomo con un magnetofono nel naso. Ed ora un filmato il cui protagonista è un uomo che ha un magnetofono nel naso di suo fratello. Ed ora in stereofonia! Con quello che avete visto finisce l'intervallo. Volete gentilmente tornare a sedervi? Lo spettacolo riprenderà tra un istante, come era nel programma.
VOCE: Tesoro, sei stato magnifico!
PRESENTATORE: Davvero?


ANNUNCIATORE: Nel lontano 1971, l'Impero Britannico era in rovina. Gli stranieri affollavano i suoi centri, molti dei quali erano Ungheresi. Non i centri! I cittadini erano Ungheresi. Ad ogni modo, molti di questi ungheresi andavano dal tabaccaio a comprare le sigarette.
TABACCAIO: Ecco qua. Grazie. Buongiorno. Desidera?
UNGHERESE: Io non acquisterò questo disco perché è graffiato.
TABACCAIO: Come?
UNGHERESE: Io non acquisterò questo disco perché è graffiato.
TABACCAIO: Oh, no, no, no, no, no, questa è una tabaccheria, eh, eh, eh!
UNGHERESE: Il disco?
TABACCAIO: Tabaccheria!
UNGHERESE: Oh!
TABACCAIO: Oh, oh! Eh, eh, eh!
UNGHERESE: Io non acquisterò questa tabaccheria perché è graffiata.
TABACCAIO: No, no, no! Tabacco! Ehm... sigarette!
UNGHERESE: Sigarette!
TABACCAIO: Sigarette.
UNGHERESE: Ja.
TABACCAIO: Bene.
UNGHERESE: Il mio Hovercraft è pieno di anguille.
TABACCAIO: Eh?
UNGHERESE: Il mio Hovercraft è pieno di anguille.
TABACCAIO: Oh, fiammiferi!
UNGHERESE: Eh, eh, eh! No... non vorriesti...
TABACCAIO: Non vorresti...
UNGHERESE: Non vorresti, ah, ah. Non vorresti venire a prendere il tè a casa mia, bel maschione?
TABACCAIO: Sono sei scellini, prego.
UNGHERESE: Se ti dicessi che hai un corpo bellissimo, ti schiacceresti contro di me? Io non sono più infetto.
TABACCAIO: Posso? Posso?
UNGHERESE: Posso! Io posso.
TABACCAIO: Sono sei scellini... Sono sei scellini... Ehm, allora... Ah, sì. Ecco: jan de jascia gridenivi strovenko... Aaah!
POLIZIOTTO: Bonjour.
UNGHERESE: Tu hai delle splendide cosce.
POLIZIOTTO: Cosa?
TABACCAIO: Mi ha colpito!
UNGHERESE: Giù i pantaloni, sir Arthur. Non posso aspettare che faccia buio.
POLIZIOTTO: Mi segua!
UNGHERESE: I miei capezzoli esplodono di piacere!
ANNUNCIATORE: Il gentiluomo Ungherese fu poi rilasciato, ma grazie alle sue informazioni fu possibile arrestare e giudicare il vero colpevole.
UFFICIALE GIUDIZIARIO: È lei Alexander Yalt?
ALEXANDER YALT: Sì, sono io.
UFFICIALE GIUDIZIARIO: Lei è oggi accusato di aver pubblicato, il 28 di maggio, intenzionalmente e con maliziosa premeditazione, uno pseudo dizionario-frasario tascabile anglo-ungherese, col deplorevole proponimento di turbare la quiete pubblica. Come si dichiara?
YALT: Non colpevole.
PUBBLICO MINISTERO: Signor Yalt, ha pubblicato lei questo "Dovunque vai ti capiranno"?
YALT: Sì, io.
P.M.: Con il permesso della Corte, vorrei fare un breve esempio. La frase ungherese che significa "Scusi, può dirmi dov'è la stazione ferroviaria?" è qui a fianco tradotta con la seguente frase: "Per favore, stringimi forte le chiappe".
UNGHERESE: Per favore, stringimi forte le chiappe.
PASSANTE: Oh, sì. Lei superi l'ufficio postale, ancora 200 metri poi, al semaforo, giri a sinistra.
UNGHERESE: Dritto, semaforo, sinistra...


ANNUNCIATORE: Intanto, non molto lontano, il signor Arthur Corner e la sua signora, stavano per entrare in un ufficio poco familiare.
CONSULENTE MATRIMONIALE: Avanti!
ARTHUR CORNER: Oh, scusi. È lei il... il consulente matrimoniale?
CONSULENTE: Sì.
ARTHUR: Oh!
CONSULENTE: Buongiorno.
ARTHUR: Buongiorno.
CONSULENTE: Ehm... buongiorno, cara signora. Ah... il nome?
ARTHUR: Mi chiamo Arthur Corner. E questa è mia moglie.
CONSULENTE: E qual è il nome della sua... incantevole compagna? Aspetti! Non lo dica. Scommetto che ricorda il chiaro di luna, e che si intona ai suoi occhi così.. così dolci e gentili, intensi ad arrendevoli, profondamente lirici e tuttavia teneri e sperduti come quelli d'una coniglietta impaurita.
ARTHUR: Si chiama Deborah.
CONSULENTE: Deborah... Bellissimo nome. Nome bellissimo. Bellissimo nome. Oh, qual è il problema del vostro matrimonio, signor Corner?
ARTHUR: Beh, tutto è iniziato quando siamo andati a Brighton in vacanza. Deborah, cioè mia moglie, ed io siamo sempre stati molto uniti, e non avevo mai considerato l'ipotesi di una crisi coniugale. Ammetto che l'idea di rivolgermi a un consulente matrimoniale mi ha sempre suscitato una forte ripugnanza, tuttavia, ah, ah, ah, lungi da me l'intenzione di mettere sotto accusa o offendere la sua professione.
CONSULENTE: Continui, continui.
ARTHUR: Dunque, come dicevo, Deborah e io siamo sempre stati uniti. Abbiamo gli stessi interessi: il giardinaggio, la raccolta delle monetine da un penny, e... e inoltre, due volte al mese, la sera, ehm, facciamo insieme i conti di casa, una cosa per cui Deborah, ah, ah, sempre mia moglie, è portata...
CONSULENTE: Hm-hm.
ARTHUR: ... tanto che vorrei aprirle un conto tutto suo. Avrei dovuto dirle che tra gli amici sono conosciuto per il mio grande senso dell'umorismo, tuttavia negli ultimi due anni mi sono, come dire, chiuso in un volontario isolamento ed è stato solo in tempi relativamente recenti che ho cominciato a realizzare... beh, forse "realizzare" è una parola troppo grossa... eh... immaginare, ecco, che non fossi l'unica luce dei suoi occhi.
CONSULENTE: Lei sospetta di sua moglie?
ARTHUR: Oh, beh... Francamente sì. Un po'. Il suo comportamento mi è sembrato... Il suo comportamento mi è sembrato, e se glielo dico io ci può anche credere, alquanto strano.
CONSULENTE: Ah... strano?
ARTHUR: Beh, in un certo senso, sì. Io, per natura, non sono sospettoso, Dio me ne guardi, anzi sono conosciuto come uno che sa stare allo scherzo! Capisce che intendo?
CONSULENTE: Ah... Sì, sì, capisco bene.
ARTHUR: Nella zona in cui viviamo, modestamente, sono abbastanza famoso.
CONSULENTE: Ah, bene. Molto gentile, grazie.
ARTHUR: Allora, dicevo, ho deciso di passare all'azione, di non nascondermi più dietro un dito, altrimenti non riuscirò mai più a guardarmi allo specchio.
CONSULENTE: Senta, adesso le dispiace... farsi un giretto per una decina di minuti? Anzi, una ventina.
ARTHUR: Va bene. Aspetto qui fuori? Sì. Sì, forse... sì, è la cosa migliore. Sono certo che quando rientrerò mi sentirò molto, molto più tranquillo.
VOCE: Arthur Corner! Sei un uomo o sei un sorcio? Sei scappato anche troppo, Arthur Corner! È ora di combattere da uomo!
Torna in quella stanza, Arthur Corner, e tira fuori gli artigli.
ARTHUR: Sì! Sì, ha ragione! Lo devi fare, Arthur Corner! Questo è il tuo momento, Arthur Corner! Finalmente agirai da uomo! Vieni fuori, Deborah! Lo so che ci sei!
CONSULENTE: Vattene!
ARTHUR: Ah, certo.


ANNUNCIATORE: E ora basta con la passione!
VECCHINA: Oh, ma che visetto simpatico! Aaah!
VECCHINA: Oh, ma che visetto simpatico! Aaah!
VECCHINA: Oh, ma che visetto simpatico! Aaah!
DONNA: Basta! È assolutamente disgustoso quello che succede là sotto! E non intendo tollerarlo oltre!
ANNUNCIATORE: Presto sarà realizzato un ampio progetto di abbellimento civico.
DONNA: Basta! Non permetterò che altre oscenità appaiano sullo schermo! Questo spettacolo degradante dev'essere interrotto! Mi avete sentito?
VOCE: Oh, proprio ora che diventava interessante...!


UOMO: Ehi! Salve, fratello! Eh, eh. Eh, eh. Eh, eh. Eh, eh. Eh... sei sposato?
ASTANTE: Sì, sono sposato.
UOMO: Io, invece, sono scapolo! E, senti, tua moglie ci sa fare, eh? Ci siamo capiti, eh, porcellone, ci siamo capiti, eh?
ASTANTE: Come, scusi?
UOMO: Tua moglie ci sa fare, eh? Ci siamo capiti, vero? Ci sa fare, eh?
ASTANTE: Sì, sa fare tante cose.
UOMO: Oh, ci scommetto! Ne sono sicuro! Non dirmi altro! Non dirmi altro! Ci siamo capiti! È una calda!
ASTANTE: Temo di non riuscire a seguirla.
UOMO: Ma sì che mi segui! Muovi la testa, annuisci col capo oppure fa' l'occhietto! Lo capisce anche un pipistrello cieco!
ASTANTE: Scusi, ma dove vuole arrivare?
UOMO: Arrivare? Ma prima bisogna accarezzare, palpare... Come stai a libidine? Io così così! Oh, allora anche tu sei un porcone! Hai capito lui, zitto zitto...! Ma a buon intenditor, poche parole.
ASTANTE: Ma io...
UOMO: A tua moglie piace lo sport, eh?
ASTANTE: Le piace lo sport, sì.
UOMO: Ci avrei scommesso! Ci avrei scommesso!
ASTANTE: È una grande appassionata di cricket.
UOMO: E chi non lo è? E chi non lo è? Le piacciono i giochi? Ne ero sicuro! Ne ero sicuro! E chi non li adora? Ha folleggiato un po', eh? Ha folleggiato, eh?
ASTANTE: Sì, in gioventù ha viaggiato. Faceva l'hostess.
UOMO: Oh... non mi dire! Non mi dire! Non mi dire! Di' pure! Non mi dire, non mi dire altro! Ci siamo capiti, eh? Non dirmi altro! Ah! Tua moglie si interessa di fotografia? Eh? Eh? Di fotografia? Eh? Piace il tale astutamente!
ASTANTE: Di fotografia?
UOMO: Sì! Scatta scatta! Lingua lingua! Zitta zitta, tecnica poco!
ASTANTE: Ah, foto fatte in vacanza?
UOMO: Può essere! Può essere, fatte in vacanza! Certo! Foto in costume! Zitta zitta, tutta nuda. Nuda in fotografia!
ASTANTE: No, non abbiamo la macchina fotografica.
UOMO: Ah! Tu però...! Aaam, eh? Aaam!
ASTANTE: Sta forse insinuando qualcosa?
UOMO: No, no. No, no, no, no, no... Sì!
ASTANTE: Ebbene?
UOMO: Ecco, vedi... Tu sei un uomo di mondo, no? Voglio dire... eh... hai... hai dormito con una donna, no? Sei stato...
ASTANTE: Si spieghi.
UOMO: Insomma, uno come te, mi capisci, l'ha fatto con... con una donna, l'ha fatto con una femmina.
ASTANTE: E allora?
UOMO: Che si prova?


SUORA: Per me la cosa è sopravvalutata.
SERGENTE: Chiudi il becco, tu! Buonasera, truppa!
TRUPPA: Buonasera.
SERGENTE: Dove sono tutti gli altri?
TRUPPA: Non sono qui.
SERGENTE: Questo lo vedo, grazie! Voglio sapere dove sono!
I SOLDATO: Non lo so.
II SOLDATO: Forse hanno l'influenza.
SERGENTE: L'influenza? Devono mangiare più frutta fresca! Hmmm...
TRUPPA: Hmmm...
SERGENTE: Allora! Bene! Difesa personale! Stasera riprenderemo dall'argomento dell'altra settimana. Ricorderete che vi ho insegnato le tecniche di difesa che impiegherete contro chiunque vi attaccherà a... armato di pericolosissima frutta fresca! Hmmm...
I SOLDATO: Aveva detto niente frutta questa settimana!
SERGENTE: Come sarebbe? Come?
III SOLDATO: ... che sono settimane che ci difendiamo dalla frutta fresca!
SERGENTE: Cos'hai contro la frutta? Credi di sapere già tutto, vero?
I SOLDATO: Non possiamo passare ad altro?
IV SOLDATO: Difesa contro uomo con bastone acuminato!
SERGENTE: Bastone acuminato? Ah, ah, ah! Adesso vogliamo anche imparare a difenderci da un uomo armato di un bastone acuminato? Ci sentiamo gagliardi e onnipotenti, eh? La frutta fresca non è abbastanza per te, vero? Oh, oh, oh! Beh, lasciati dire una cosa, ragazzo mio! Se stasera, mentre torni a casa, ti verrà contro un maniaco omicida con, in pugno, una manciata di fragole, di lamponi e di mirtilli, dopo non venire a piangere da me! Chiaro? Allora, allora, allora... il frutto della passiflora. Se un aggressore vi minaccia con un frutto della passiflora, voi...
TRUPPA: Già fatto il frutto della passiflora!
SERGENTE: Cosa?
II SOLDATO: Già fatto il frutto della passiflora.
I SOLDATO: Abbiamo fatto noci, arance, mele, pompelmi!
TRUPPA: Sia interi che a spicchi! Susine, angurie, melograni! Uva, frutti della passiflora! Limoni! Prugne! Manghi sciroppati! Arance!
SERGENTE: E le amarene?
TRUPPA: Fatte anche quelle.
SERGENTE: Anche le bisciole?
TRUPPA: Sì.
SERGENTE: D'accordo... E le banane? Non abbiamo ancora fatto le banane, vero?
TRUPPA: No...
SERGENTE: Ah! Bene! Allora adesso vedremo come ci si difende da un uomo armato di banana. Afferra! È... è... è... è abbastanza semplice avere ragione di un maniaco con la banana in mano. Prima di tutto, dovete costringerlo a mollare la banana. Poi vi mangiate la banana, in questo modo l'avrete disarmato. Senza frutto, sarà inoffensivo.
I SOLDATO: Supponiamo ne abbia un casco.
SERGENTE: Chiudi il becco!
IV SOLDATO: Supponiamo che abbia un bastone acuminato.
SERGENTE: Chiudi il becco! Allora, tocca a lei, signor Albicocca!
II SOLDATO: Albycon!
SERGENTE: Sì, signor Albicoccon. Attaccami con la banana! Avanti! Usala più crudelmente che puoi! Coraggio! Attaccami! Fatti sotto! No, no, no, mettici un po' di grinta, di cattiveria! È così che si impugna la banana! Bene! E adesso urla!
II SOLDATO: Aaah!
SERGENTE: Bene! E ora aggrediscimi! Forza! Avanti, soldato, attaccami!
II SOLDATO: Aaah!
SERGENTE: Secondo: mi mangio la banana.


COLONNELLO: Dunque, vorrei puntualizzare il fatto che questo film, finora, ha mostrato la netta tendenza a scadere nel grottesco. Ora, nessuno più di me ama farsi due risate, a parte mia moglie e un paio di sue amiche. Ah, sì, e il Capitano Johnson. Ripensandoci, molti amano più di me farsi due risate, ma stiamo divagando. Io ordino a questo film di non scadere ancora nel grottesco. Da questo istante. Regista, al comando "taglio", tagli la scena seguente. Regista!
SPEAKER: Questa città vive nel terrore.
COLONNELLO: Aspettate un momento! Regista! Taglio!
SPEAKER: Questa città vive nel terrore. Su queste strade, su queste case, aleggia una coltre di paura. Una feroce ondata di violenza si è abbattuta su tutta la città. Sì, bande di vecchie signore aggrediscono giovani prestanti e indifesi.
I UOMO: Te le trovi addosso all'improvviso e ti sbattono per terra come uno straccio. Di solito sono 4 o 5, non di più.
II UOMO: Sì, a volte sono 3, a volte 4... Dipende. Da quando ci sono loro, non si può più far una passeggiata con tranquillità.
SPEAKER: Queste nonite non hanno rispetto per la razza, la religione o il sesso. Il loro è un mondo che non perdona, senza regole. Un mondo spietato, in cui dentiere e lenti bifocali la fanno da padrone. Ma qual è la molla che spinge queste delinquenti senili, queste teppiste in scialle e veletta?
I NONNA: Io adoro la violenza!
II NONNA: Io la paura che incuto!
III NONNA: Sgraffignare la roba!
IV NONNA: Dare ginocchiate all'inguine!
V NONNA: Ci piace mettere la testa fuori dal gregge!
I NONNA: E anche le focacce imburrate!
NONNE: Oh, sì!
POLIZIOTTO: Dappertutto, scritte sui muri che incitano a prendere il tè invece di fare l'amore, come potete vedere. E appena ritirano la pensione, se la spendono tutta in dolciumi.
REPORTER: Il vero nocciolo del problema consiste nell'evidente insoddisfazione di queste anziane delinquenti per tutto ciò che le circonda. Stanno contestando i valori della nostra società. Vedono che i loro figli e nipoti crescono e diventano ragionieri, uscieri, qualcuno sociologo, già, e cominciano a chiedersi ma ne vale la pena? Tutto questo... Aaah!
NONNE: Ih, ih, ih, ih!
I NONNA: Scappiamo! Presto!
II NONNA: Via! Via!
SPEAKER: Un altro classico bersaglio dei loro vandalismi sono le cabine telefoniche. Ma soprattutto, vanno matte per le emozioni forti. Ma ci sono forme peggiori di violenza, in giro. Altre bande ancora più immorali, ancora più implacabili, come quella dei baby-rapitori.
BABY-RAPITORI: Gneee... Gneee...
UOMO: Ma... Lasciatemi! Lasciatemi!
BABY-RAPITORI: Gneee... Gneee...
MOGLIE: L'ho lasciato qua fuori un minuto e sono entrata perché dovevo comprare dei pannolini. Quando sono uscita, lui non c'era più. Aveva solo 48 anni!
SPEAKER: Ma ci sono bande ancora più subdole, come quella dei segnali "Tenere la sinistra".
CURATO: Oh, mio Dio! Oh...
COLONNELLO: Basta! Smettetela! È sciocco. Anzi, direi demenziale. L'idea di partenza era carina, vecchiette che aggrediscono giovani prestanti, ma il risultato è ancora deludente. Troppo lunghi quei capelli per un prete! E anche i segnali, si vede benissimo che sono falsi. Via dalla strada, sparite! Tu, vieni subito con me. Adesso vedremo qualcosa di edificante, di marziale. Una bella esercitazione.
SERGENTE: Squadra frivo-lezz!
TRUPPA: Dimmi, su, chi è quella troia. Il suo numero ho trovato. Non ti basta avere me? Uno, due e tre! Io ti cavo gli occhi con le unghie, sai? Non lasciar che il Brigadiere si palpeggi il tuo sedere. Io lo so dove sei stato, vecchio frocio graduato. Uno, due, tre, quattro! Uno, due, tre, quattro! Uuh! Ragazze, non guardate! Il Maggiore si è appartato col Sergente colorato! Due, tre! Uuuh!
COLONNELLO: Va bene, basta così! Grottesco. Un po' ambiguo, anche. Meglio un cartone animato.


NARRATRICE: C'era una volta un Principe dalla chioma azzurra, che governava la sua terra tra una capriola e l'altra. Un giorno, però, scoprì un punto nero sul suo viso. Scioccamente lo ignorò. E tre anni dopo, morì di cancro. Il punto, invece, godeva di buona salute e ben presto se ne andò in cerca di fortuna.
VENDITORE: Blah, blah, blah-blah, blah. Blah, blah-blah-blah, blah, bla-bla-bla-blah!
TEDDY ROOSEVELT: Ah, ah, ah, ah, ah! Ah, ah, ah, ah, ah! Ah, ah, ah, ah, ah!
VENDITORE: Blah, blah, blah, blah, blah, blah!
NARRATORE: Un bel punto per un pic-nic, non ti pare?
VECCHINA: Agnes, hai visto chi è venuto ad abitare qui accanto?
AGNES: Sì.
VECCHINA: Sono neri e sembrano due assi di picche. Che vuoi farci? Questo quartiere cade a pezzi!
AGNES: Eh, già.


SIR GEORGE HEAD: Avanti un altro! Uno alla volta, grazie.
ARTHUR WILSON: Eh... Ci sono solo io, signore.
GEORGE: Ha ragione. Si metta a...
ARTHUR: Sedere?
GEORGE: Sedere. Sì. Si metta a sedere. Allora, lei vuole unirsi alla mia spedizione alpinistica, vero?
ARTHUR: Dice a me, signore?
GEORGE: Hm-hm.
ARTHUR: Ah... Sono qui per questo, signore. Per questo.
GEORGE: Molto bene. Molto bene. Lei, invece?
ARTHUR: Ci sono solo io, signore.
GEORGE: Beh, un modulo in meno. Meglio. Allora, lasci che le spieghi. Io comanderò una spedizione che darà la scalata alle due cime del monte Kilimangiaro.
ARTHUR: Credevo avesse una sola cima.
GEORGE: Beh, una cima in meno. Meglio. Risparmiamo tempo. Dunque, lo scopo della spedizione di quest'anno è di riuscire a trovare qualche traccia della spedizione dell'anno scorso.
ARTHUR: La spedizione dell'anno scorso?
GEORGE: Sì, la guidava mio fratello. Erano andati lì a... a costruire un ponte sospeso tra le due cime. Un'idea mia, temo. Dunque, purtroppo avrei già trovato gli uomini che mi occorrono per la spedizione, comunque lei che tipo di qualifica ha?
ARTHUR: Beh, signore...
GEORGE: Sì, prima lei.
ARTHUR: Ci sono solo io, signore.
GEORGE: Non sto parlando con lei. Continui.
ARTHUR: Beh, io sono un alpinista di grande esperienza.
GEORGE: Alpinista? Allodola, almanacco... Alpinista! Due uomini capaci di scalare una montagna. Oh, perbacco! Può esserci utile. Lei è dei nostri. Congratulazioni. Anche a lei. Dunque, come vi chiamate?
ARTHUR: Arthur Wilson.
GEORGE: Arthur... Wilson. Hm-hm. Beh, sentite, chiamerò lei Arthur Wilson 1, e lei Arthur Wilson 2, per non fare confusione.
ARTHUR: Guiderà proprio lei la spedizione, signore?
GEORGE: Certo, guideremo noi la spedizione nel cuore dell'Africa.
ARTHUR: E quale via avreste deciso di seguire?
GEORGE: Ottima domanda! Allora, partiremo l'uno o l'altro di gennaio allo 0 e 22 secondi, seguendo questo itinerario. Oh, lasciata Manchester, punteremo su Oxford, dove prenderemo l'Intercity per Londra e Purlys. Da lì, con la A25, dovremmo raggiungere Dovers. Da qui, via nave fino in Africa, tappa a Nairobi, quindi prenderemo la tangenziale sud per una quindicina di miglia, poi chiederemo ad un passante.
ARTHUR: Qualcuno parla lo Swahili, signore?
GEORGE: Sì, credo che lo parlino tutti, laggiù.
ARTHUR: Chiedevo se qualcuno del gruppo parla Swahili, signore.
GEORGE: Le due cuoche ne hanno un'infarinatura.
ARTHUR: E a parte le due cuoche, chi altro?
GEORGE: Buon Dio, m'ero dimenticato di loro.
ARTHUR: A parte le cuoche, chi farà parte della spedizione, signore?
GEORGE: Beh, ecco, ci saranno i due gemelli Arthur Brown, due botanici di nome Machin, i fratelli William Johnston...
ARTHUR: Due, vero?
GEORGE: No, quattro. Sono due coppie di gemelli. Oh, i due Harry Baker quads e... e voi due.
ARTHUR: E nessuno di questi è un alpinista?
GEORGE: Beh, lo siete voi due. Inoltre ci sono un paio di guide, Jimmy e Jimmy Blenkinsop. Il Kilimangiaro è una vetta assai, assai insidiosa. Uno non vede che roccia, finché non riesce ad arrivare in cima. Dopodiché bisogna affrontare un pendio alquanto scosceso. Anzi, due. Ma i due Jimmy hanno studiato le mappe e hanno trovato una via. Jimmy! Ah! Jimmy
Blenkinsop, Arthur Wilson. Arthur Wilson, Jimmy Blenkinsop. Jimmy Blenkinsop 2, Arthur Wilson 2. Arthur Wilson 2, Jimmy Blenkinsop. A voi due, Jimmy.
JIMMY BLENKINSOP: Non farci caso al... Ce la faremo lo stesso.
ARTHUR: Eh...
JIMMY: Allora, se permetti, ti descrivo la via. Dunque, una volta arrivati alle pendici del Kilimangiaro, mentre gli altri ragazzi costruiranno il campo-base, noi controlleremo l'equipaggiamento, organizzeremo la cordata, e finalmente affronteremo la parete principale della montagna. All'inizio sarà dura, perché la roccia è friabile. ma ci apriremo la strada scegliendo appoggi solidi. Superato questo tratto, subito un altro passaggio difficile, perché bisogna staccarsi dall'angolo del camino... e passare sul tavolino, che è abbastanza largo, ma è un po' instabile e rischia di sgretolarsi. Perciò bisogna tenersi a questo bordo che offre una buona presa. Poi è facilissimo scendere su questo pianoro, da cui riprenderemo l'arrampicata scegliendo con cura ogni appiglio. Arrivati in vetta, scenderemo dall'altro versante che non presenta particolari insidie!
GEORGE: Lui guiderà il primo assalto.
ARTHUR: Beh, preferisco non partecipare alla sua spedizione, signore, dato che non nutro la minima fiducia in coloro che vi sono coinvolti.
GEORGE: Per Giove! E lei che fa?
ARTHUR WILSON 2: Beh, io vengo, signore.
GEORGE: Molto bene! Molto bene. Hm-hm. Per Giove!


ANNUNCIATORE: E ora qualcosa di completamente diverso.
UOMO: Agente? Agente!
AGENTE: Cosa c'è?
UOMO: Ero seduto su una panchina del parco, m'ero tolto la giacca, e quando me la sono rimessa, il portafoglio era sparito e con lui 15 sterline.
AGENTE: Ha visto il ladro? Qualcuno?
UOMO: No, non c'era nessuno.
AGENTE: Beh, temo di poter far poco, signore.
UOMO: Vuoi venire a casa mia?
AGENTE: Sì, andiamo.
I ANNUNCIATORE: E così la signorina Spume tornò alla sua macchina per scrivere e riprese a sognare sogni da sogno, ignara dello scherzo crudele che il destino aveva in serbo per lei. La signorina Spume stava infatti per cadere vittima dello spaventoso complotto internazionale ordito dai comunisti cinesi. Sì, quei fanatici indottrinati, sotto la guida di un certo Mao Tse Tung, colsero di sorpresa la signorina Spume nell'unico momento in cui ella aveva abbassato la guardia. E la distrussero. Essi sono pronti a ripetersi in qualsiasi momento e ovunque ci sia un uomo libero che tentenni nella difesa della democrazia. Sì, ancora una volta, la difesa americana dimostra la sua efficacia contro il comunismo internazionale, vero. I denti nell'immagine rappresentano ognuno una piccola nazione. L'esempio ci permette di capire come il comunismo internazionale ne corroda la struttura dall'interno. Quando una nazione, o un dente, resta vittima del comunismo internazionale, presto cadono anche quelli vicini. In odontoiatria, il fenomeno è conosciuto come "effetto domino". Ma con "Difesa Americana" la carie viene affrontata e stroncata sul nascere. Per questo, oggi, nove piccole nazioni su dieci preferiscono "Difesa Americana", o la pasta dentifricia "Crelm", contenente il miracoloso fraudolene. L'automobilina bianca rappresenta il dentifricio Crelm, contenente il miracoloso fraudolene. Quella bianco sporco rappresenta un dentifricio qualsiasi. Entrambe le auto garantiscono il 30% di protezione. Al traguardo del 60% procedono ancora appaiate. Anche a quello del 90% le due auto... Un momento! L'auto bianco sporco è fuori corsa! Il dentifricio Crelm si aggiudica la vittoria con il 100% di protezione! Fa' anche tu come tutti gli automobilisti: scegli dentifricio Crelm!
II ANNUNCIATORE: Oppure benzina Shrill, con il nuovo additivo GLC-9424075. Dopo le sei, 9424047. Questo pannello bianco rappresenta le scorie di combustione, questo nero invece il nuovo additivo GLC-9424075. Dopo le sei, 9424047. Come potete vedere, le scorie di combustione sono cancellate dalla faccia della Terra, dalla superiore assoluta qualità del... Aaah!
POLIZIA: Parla la polizia! Sappiamo che sei lì dentro, perciò vieni fuori con le mani alzate!
BIDONE: Non mi prenderai vivo, sbirro!
POLIZIA: Ah, sì?. Va bene, come vuoi... Sergente!


PRESENTATORE: Conrad Poohs e i suoi denti ballerini! Grazie, grazie ancora a Conrad Poohs e ai suoi straordinari denti! Una musica e un sorriso da non dimenticare! E adesso, gentili signore e signori, qui al Club dei Guardoni, in anteprima assoluta, siamo orgogliosi di dare il benvenuto a Ken Ewing e ai suoi topolini musicali!
KEN EWING: Grazie, grazie. Signore e signori, dentro questa lunga scatola ci sono 23 topolini. Topi che io stesso ho instancabilmente ammaestrato, nel corso di questi due anni, a squittire una nota musicale ben precisa. Ah, ad esempio, questo qui è Mi diesis, e questo qua è Sol. Eh... Sol, Mi diesis, spero di essermi spiegato. Ad ogni topolino ho assegnato un posto ben preciso nella scatola, in modo che suonandoli tutti quanti in un certo ordine, li sentirete squittire la canzone "Tre topi acciaccati". Signore e signori, ecco a voi, eseguita al clavisorciolo, "Tre piccoli topolini acciaccati"! Grazie.
I INSERVIENTE: Disgraziato!
II INSERVIENTE: Bastardo! Vieni via!
I INSERVIENTE: Disgraziato!
II INSERVIENTE: E vieni via!
I INSERVIENTE: Forza, prendilo!
II INSERVIENTE: Disgraziato!
FOLLA: Maledetto bastardo!
TECNICO: Ancora dieci secondi.
FOLLA: Maledetto! Fermatelo! Fermatelo! Fermatelo! È un assassino di topi! Non deve apparire in televisione! Uccide dei poveri topolini!
TECNICO: Via! Via!
ANNUNCIATRICE: Salve! Benvenuti ad un'altra puntata di "Questa sì che è arte". Questa sera cominceremo dando un'occhiata al mondo del cinema!
TOM: Uno dei registi cinematografici più prolifici del nostro tempo, beh, di tutti i tempi, è Sir Edward Ross, tornato nel nostro paese dopo un'assenza di cinque anni per inaugurare una rassegna dei suoi film al National Film Theatre. E noi abbiamo la grande fortuna di averlo qui, in studio, questa sera.
EDWARD ROSS: Buonasera.
TOM: Dunque, Edward... Non le dispiace se la chiamo Edward.
EDWARD: No, no, affatto.
TOM: Oh, perché a certi ospiti dà fastidio. Non capisco perché. Riservatezza? Bah, comunque io per precauzione lo chiedo a tutti prima.
EDWARD: No, per me va bene.
TOM: Edward, allora. Splendido. Eh, mi scusi per la piccola divagazione.
EDWARD: E perché? Edward approva.
TOM: Grazie per la sua disponibilità. Sa, il mio lavoro richiede grande diplomazia.
EDWARD: Certo.
TOM: Crede che sia facile stabilire un... un rapporto, mettere l'altra persona a suo agio?
EDWARD: Capisco.
TOM: Già. Sembrano sciocchezze, ma molti ci credono. Ma basta, veniamo a noi. Ah... Ted, quando lei girò il suo primo film... Le secca se la chiamo Ted? In alternativa ad Edward?
EDWARD: No, no, tutti mi chiamano Ted.
TOM: Splendido! Perché è molto più corto, non crede?
EDWARD: Sì, sì, lo è.
TOM: È molto meno formale.
EDWARD: Sì. Ted, Edward... Scelga lei.
TOM: Splendido! Anzi, facciamo così: lei mi chiami Tom. Lasci perdere Thomas, è così letterario! Eh, eh, eh, eh! Ehm... Dov'eravamo rimasti?... Ah, sì!. Edwardino, quando hai girato...
EDWARD: No, mi scusi, per favore, mi scusi ma non mi piace essere chiamato Edwardino.
TOM: Come dici?
EDWARD: Che non mi piace essere chiamato Edwardino. Continui l'intervista.
TOM: T'ho chiamato Edwardino?
EDWARD: Sì, proprio così.
TOM: Non mi pare di averti chiamato Edwardino. L'ho chiamato Edwardino prima?
PUBBLICO: Sì, proprio così! Forse non te ne sei accorto! Proprio Edwardino!
TOM: Via, dolcezza, non posso averti chiamato Edwardino!
EDWARD: Non mi chiami neanche dolcezza.
TOM: Vuoi che ti chiami cocco di mamma?
EDWARD: No!
TOM: Bello di zio?
EDWARD: No!
TOM: Posso chiamarti cicciolino?
EDWARD: No, non può! Chiaro? E adesso continui.
TOM: E se ti chiamassi Frank?
EDWARD: Perché Frank?
TOM: Frank è un bel nome. Il Presidente Nixon aveva un istrice di nome Frank. Frank... o Frankie...
EDWARD: Ma che ci sto a fare?
TOM: ... o Fred... o Freddie... Di' di sì, pulcino mio.
EDWARD: Ma certo! Senta, io me ne vado! Ne ho abbastanza! Non mi hanno mai insultato tanto.
TOM: Eh... Ci parli del suo ultimo film, Sir Edward.
EDWARD: Cosa?
TOM: Ci parli del suo ultimo film, Sir Edward! Siamo molto curiosi.
EDWARD: E lei la smette coi suoi ridicoli vezzeggiativi?
TOM: Promesso. Prego, Sir Edward.
EDWARD: Il mio ultimo film?
TOM: Sì, Sir Edward.
EDWARD: Beh, l'idea mi venne quando entrai a far parte del mondo della celluloide come secondo aiuto di Godard. Certo, a quei tempi ero solo un ragazzo, non contavo niente...
TOM: Oh, le salti queste idiozie!
FOLLA: Fermati! Non ci scappi più! Carogna! Forza, prendiamolo! Bruto! Assassino! Forza, pigliamolo! Ci vorrebbe la polizia! Torna qui!
TECNICO: Fuori di qui! Andatevene!
KEN: Aiuto!
FOLLA: Fermati, carogna! Forza!


ERNEST: ... entra dentro, e la stanza è piena di lattai. Alcuni di loro sono... sono molto vecchi.
SPEAKER: Quest'uomo è Ernest Scribbler, creatore di barzellette. Fra pochi istanti inventerà la barzelletta più divertente del mondo e, di conseguenza, morirà dalle risate.
ERNEST: Ah, ah, ah, ah, ah! Ah, ah, ah, ah, ah!
Che la barzelletta fosse letale, apparve subito evidente. Nessuno poteva leggerla e sopravvivere. La madre di Scribbler, allarmata dall'inconsueto eccesso di gaiezza, entrò nella stanza e trovò quella che, a prima vista, sembrava la lettera di un suicida.
MADRE: Ah, ah, ah, ah, ah! Ah, ah, ah, ah, ah!
PATHE GAZETTE: Le ultimissime dallo schermo. Per il Re e per la Patria.
SPEAKER: Sì, la guerra contro i Tedeschi continua e i bravi ragazzi britannici si battono con coraggio. I loro capi, intanto, sono alla ricerca dell'arma finale, con la quale sferrare l'attacco decisivo contro i crucchi. E qui, in questa casetta di Finchly, essi pensano di averla trovata. È una barzelletta così irresistibile che potrebbe provocare la disfatta delle truppe naziste. Esperimenti condotti a Salisbury Plain hanno confermato i devastanti effetti della barzelletta in un raggio di 50 metri.
CAPORALE: A... A... Anch'io l'ho capita...
GENERALE: Fantastico!
COLONNELLO: Durante l'inverno del '43, i nostri traduttori lavorarono in speciali condizioni anti-barzelletta per creare una valida versione tedesca della facezia. Per maggiore sicurezza, ognuno lavorò su una sola parola. Ma uno di loro ne lesse, per caso, due parole e passò diverse settimane in ospedale, ma, a parte questo, ne venimmo a capo in fretta. E ai primi di Gennaio, la barzelletta era in una forma incomprensibile per le nostre truppe, ma che i Tedeschi capivano, eccome.
SPEAKER: Così, l'8 luglio del 1944, la barzelletta fu raccontata per la prima volta al nemico sulle Ardenne.
SOLDATO: Squadra! Barze-lletta!
PLOTONE: Wenn ist das Nunstrack git und Slotermeyer? Ja! Beiherhund das Oder die Flipperwaldt gersput!
CRUCCHI: die Flipperwaldt gersput... Gersput? Ah, ah, ah, ah, ah! Ah, ah, ah, ah, ah!
SPEAKER: L'effetto si rivelò micidiale.
PLOTONE: ... Wenn ist das Nunstrack git und Slotermeyer? Ja! Beiherhund das Oder die Flipperwaldt gersput!
CRUCCHI: Ah, ah, ah, ah, ah! Ah, ah, ah, ah, ah!
SPEAKER: Le perdite tedesche furono enormi.
CRUCCHI: Ah, ah, ah, ah, ah! Ah, ah, ah, ah, ah!
SPEAKER: Fu un successo strepitoso, 80 mila volte più consistente di quello ottenuto dalla freddura che girava prima della guerra, e alla quale Hitler non aveva saputo reagire.
ADOLF HITLER: Il mio cane non ha naso!
PLOTONE: E come odora, qvesto tuo povero cane?
HITLER: Da far schifo!


TESTA: Tengo a scusarmi con voi per il cattivo, pessimo gusto delle precedenti scenette. Eh... Ehm... Vogliate scusarmi. Vieni qui! E vieni! Vieni!
VECCHINA: Oh... Oh... Eccitù... Uno Fleet Street, prego.


VOCE: Allora, mi raccomando. Rimanete uniti! Non restate indietro! Vi voglio tutti in gruppo! E ricordate: massima attenzione alle auto assassine.
SPEAKER: Le auto assassine. Sì. Le auto assassine. Da anni la città era congestionata da un traffico pedonale in continua crescita. Nel tentativo di risolvere il problema alla radice, alcune fanatiche vetture avevano deciso di farsi giustizia da sole. Ma i giorni delle auto assassine erano contati, grazie alla miracolosa mutazione da radiazioni atomiche.
DONNA: Grazie! Grazie! Hai salvato la nostra città!
SPEAKER: Ma a quale prezzo! Ma proprio quando sembrava certo che la città sarebbe stata divorata, la terra tremò e il sole fu spazzato via dal cielo.
DONNA: Oh, caspita!
SPEAKER: Improvvisamente, sciami di api giganti, seguite da tre milioni di cavalieri in armatura avvolti in mantelli di mille colori differenti, apparvero ad ogni angolo di strada e attaccarono il mostruoso gatto. Una scena di spettacolarità e proporzioni tali che scordatevi pure di poter vedere in un film a basso costo come questo. Come avrete notato, la mia bocca non si muove neanche. Ma quando il mostruoso felino iniziò a indebolirsi, la terra si aprì con un boato tremendo e...
GATTO: Aaah!


MR. PRALINE: Salve! Sono qui per presentare un reclamo. Signorina?
BEVIS: Come sarebbe, signorina?
PRALINE: Mi scusi, sono raffreddato. Vorrei presentare un reclamo.
BEVIS: Oh, desolato, ma a pranzo siamo chiusi.
PRALINE: Capisco, brav'uomo, ma io non sono contento di questo pappagallo che ho comprato prima, neanche mezz'ora fa in questo negozio. Faccia mente locale.
BEVIS: Ah, sì, certo! Il pappagallo! È un norvegese blu. Cos'ha che non va?
PRALINE: Glielo dico io cos'ha che non va. È morto. Ecco cos'ha che non va.
BEVIS: No, no, sta... sta dormendo, guardi.
PRALINE: Senta, so riconoscere un pappagallo morto, quando è morto. Io ne vedo uno morto, adesso.
BEVIS: No, non è morto, sta riposando.
PRALINE: Riposando?
BEVIS: Sì, riposa. Bell'uccello, questo norvegese blu, eh? Magnifico piumaggio.
PRALINE: Il piumaggio non c'entra niente. È morto stecchito.
BEVIS: No. Lui riposa.
PRALINE: D'accordo. Allora, se riposa, io adesso lo sveglio. Alzati, Polly! Ho qui per te un bellissimo osso di seppia, Polly! Se ti svegli, ti ci potrai affilare il becco!
BEVIS: Visto? Si è mosso!
PRALINE: Non s'è mosso, è lei che ha spinto la gabbia!
BEVIS: Non l'ho toccata!
PRALINE: E invece sì! L'ho vista! Ehi! Polly! Chicchirichicchi! Alzati e cammina! È suonata la sveglia! È ora di andare a scuola! Uno che fa così è morto.
BEVIS: No, ha il sonno pesante.
PRALINE: Pesante?
BEVIS: Sì! Quando dormono non c'è modo di svegliarli. Dormono. Dormono come sassi!
PRALINE: Adesso basta! Stia a sentire. Questa povera bestiola è deceduta. E quando l'ho acquistata, circa mezz'ora fa, lei mi ha assicurato che la sua totale immobilità era dovuta a stanchezza, dato che aveva chiacchierato tutto il giorno di continuo!
BEVIS: Beh, ha una profonda nostalgia dei fiordi.
PRALINE: Profonda nostalgia dei fiordi? Questa cretinata la racconti a un altro! Come mai è stramazzato sulla schiena appena siamo entrati a casa? Come mai?
BEVIS: Oh, ai norvegesi blu piace appisolarsi sulla schiena. Che bel piumaggio, vero?
PRALINE: Senta, mi sono preso la libertà di esaminare il volatile, e ho scoperto che l'unica ragione per cui in negozio se ne stava dritto e fermo sul suo posatoio è perché lei ce l'aveva legato.
BEVIS: Certo che l'avevo legato! Se non l'avessi fatto, lui avrebbe forzato le sbarre e voom...
PRALINE: Senti, cocco bello... Questo pappagallo non farebbe voom neanche sparato come un missile da una rampa di lancio. È entrato in decomposizione.
BEVIS: No, soffre di nostalgia.
PRALINE: Non soffre di nostalgia! È passato all'altro mondo! Questo bel pappagallo non è più, è schiattato, ha steso le zampe! È spirato, è andato a far conoscenza col Creatore! Questa è una carcassa di pennuto. È rigido, freddo, del tutto privo di vita, che possa riposare in pace. Se lei non l'avesse legato, a questo pappagallo, concimerebbe margherite a quest'ora. Ha chiuso gli occhi per sempre, ha intrapreso l'ultimo viaggio! Questo anche come cadavere è morto. È un ex, pappagallo.
BEVIS: Va bene, glielo cambierò.
PRALINE: Per ottenere qualcosa, in questo Paese, devi protestare finché non hai la schiuma alla bocca!
BEVIS: Mi dispiace, ho guardato, ma ho finito i pappagalli.
PRALINE: Ha finito i pappagalli, me l'aspettavo.
BEVIS: Avrei una chiocciola.
PRALINE: Ma sa parlare?
BEVIS: Non proprio.
PRALINE: Un po' scarsino come rimpiazzo, mi pare.
BEVIS: Senta, io non volevo lavorare qui. Io avrei voluto fare il boscaiolo.
PRALINE: Mi scusi, ma è rilevante quello che ha detto?
BEVIS: Sì! Il boscaiolo! Saltare di tronco in tronco mentre discendo lungo i grandi fiumi della Columbia Britannica! La gigantesca sequoia! Il larice! L'abete! Il possente pino di Scozia!
PRALINE: Va bene, ma il mio pappagallo?
BEVIS: Il profumo del legno tagliato di fresco nel bosco, il fragore dei tronchi abbattuti! In mezzo alla natura, con la mia ragazza al fianco, ho voglia di cantare! Cantare! Cantare! Terror di tutta la foresta io son. Con l'ascia in mano mi sento un re!
CORO: Terrore di tutta la foresta egli è. Con l'ascia in mano si sente un re!
BEVIS: Abbatto tronchi senza alcuna pietà tagliandoli fino a qua. Di giorno abbatto tronchi e la sera prendo il tè.
CORO: Abbatte tronchi senza alcuna pietà tagliandoli fino a qua. Di giorno abbatte tronchi e la sera prende il tè. Terror di tutta la foresta egli è. Con l'ascia in mano si sente un re!
BEVIS: Tagliati i tronchi a salti e zompi li porto fino a val. Poi mi metto la mia gonna e me ne vado al mar.
CORO: Tagliati i tronchi a salti e zompi li porta fino a val. Poi mette la sua gonna e se ne va al mar. La sua gonna? Terror di tutta la foresta egli è. Con l'ascia in mano si sente un re!
BEVIS: Con la guepière, a spillo i tacchi e due tettone qua, la sera i bei maschioni mi vado a rimorchiare.
CORO: Con la guepière, a spillo i tacchi e due tettone qua...
BEVIS: La sera i bei maschioni mi piace rimorchiare!
RAGAZZA: Oh, boscaiol, e io che ti credevo così macho!
CORO: Buuh! Sei il disonore dei boscaioli! La foresta è fatta per gli uomini veri, non per le cinciallegre! Vattene! Hai infangato una categoria! Brutto finocchio!
ANNUNCIATORE: E ora qualcosa di completamente diverso.


MARITO: Scusa, tesoro...
MOGLIE: Ciao.
MARITO: ... sono in ritardo.
MOGLIE: Poco male, amore, ho tardato anch'io venti minuti.
MARITO: Non iniziamo a discutere su questo.
MOGLIE: Delizioso, qui.
MARITO: Eh, sì, è un buon ristorante. Cinque stelle, sai?
MOGLIE: Oh, davvero?
MARITO: Sì, sì, ottima reputazione!
GIUSEPPE: Buonasera, signora. Prego.
MOGLIE: Buonasera.
GIUSEPPE: Buonasera, signore.
MARITO: Ah, grazie.
GIUSEPPE: Posso dire che è un piacere vederla qui di nuovo, signore?
MARITO: Grazie, molto gentile. Assaggia il boeuf en croute. È fantastico.
GIUSEPPE: Mi permetto di consigliare il pheasant a la reine. Delicatissimo. Una delle migliori creazioni del nostro chef.
MARITO: Dev'essere straordinario!
MOGLIE: È stuzzicante!
MARITO: Io darei comunque uno sguardo al menù. Fai con calma. Hai tutto il tempo. Ah, a proposito, questa forchetta è sporca. Me la cambia, per cortesia? Grazie.
GIUSEPPE: Come ha detto, prego?
MARITO: Questa forchetta è sporca. Può cambiarmela, per favore?
GIUSEPPE: Oh, le chiedo umilmente perdono, signore.
MARITO: Non ce n'è bisogno. Può capitare.
GIUSEPPE: Oh, no, no, no, no, non deve capitare! Io le domando perdono, le domando. Vado a chiamare il maître
immediatamente.
MARITO: No, no, la prego, non è necessario.
GIUSEPPE: Oh, no, no, no, no. Sono certo che il maître vorrà scusarsi con lei personalmente, signore, per questo spiacevole incidente. Non capisco come sia potuto accadere. Ora vado a chiamarlo. Scusate, scusate.
MOGLIE: Beh, per quanto riguarda il servizio, niente da dire!
MARITO: Sì, non ti senti abbandonato!
MOGLIE: Tutti piatti appetitosi.
GILBERTO: Scusatemi... Signore... Signora... È sudicia! Chi è stato a lavarla? Giuseppe, scopri chi l'ha lavata e licenzialo immediatamente! No, no, aspetta! È troppo grave e io non voglio correre rischi. Licenzia tutto il reparto lavapiatti!
MARITO: Lasci stare, non è importante.
GILBERTO: No, no, è giusto che lei abbia portato il problema alla nostra attenzione. Giuseppe, chiama il Direttore e digli cos'è successo immediatamente!
MARITO: Senta, la prego, non era una rimostranza.
GILBERTO: Non preoccupatevi. È la prassi. Vogliamo solo assicurarci che nulla disturbi il vostro piacere di gustare il nostro menù.
MARITO: Ce lo gusteremo. Era soltanto una forchetta sporca.
GILBERTO: Lo so e mi dispiace profondamente. Ma so anche che le mie scuse non cambieranno il fatto che in questo ristorante le è stata data una posata, una forchetta sporca, piena di merda!
MARITO: Non esageri, adesso!
MARITO: Sì che è sporca di merda! Non la voglio toccare! Mi fa schifo! La odio! La odio! La odio!
DIRETTORE: Si controlli, Gilberto!
GILBERTO: È lurida! È una fogna!
DIRETTORE: Gilberto!
GILBERTO: Chiedo permesso, mi viene da vomitare!
DIRETTORE: Buonasera, signore. Buonasera, signora. Sono il Direttore. Mi hanno appena ragguagliato sull'accaduto. Posso sedermi?
MARITO: Prego, si accomodi.
DIRETTORE: Mi scuso con la signora, profondamente. E anche con lei. Mi scuso per la terribile sciagura.
MARITO: No, no, non è il caso! È solo una minuscola macchietta di calcio. Si nota appena.
DIRETTORE: Oh, vi ringrazio! È gentile e nobile, da parte vostra, dire questo. Ma io la vedo grande. Per me è come un bubbone. Una grossa bolla purulenta!
MARITO: Non sta esagerando un po'?
DIRETTORE: No! Per me è una spina nel cuore. Non posso accampare scuse. Non ci sono scuse. Io avevo deciso di passare più tempo al ristorante, ma sono stato poco bene ultimamente. In quanto a salute, in cucina va peggio. La povera signora Warren, che prepara l'insalata con le mani a brandelli, piagate fino all'osso. E cosa dire di Gilberto e della sua ferita di guerra? Ma... ma è brava gente! Hanno tutti famiglia. Insieme l'avevamo quasi superato questo brutto periodo. C'era luce alla fine del tunnel! Ma ora questa...! Ora questa...! Sarà la nostra fine!
MARITO: Vuole un bicchiere d'acqua?
DIRETTORE: No, mi fa schifo! È la fine! È la fine di tutto!
MUNGO: Razza di bastardi!
MARITO: Si riferisce a noi?
MUNGO: Sì, a voi due, schifosi bastardi! Guardate che gli avete fatto! Ha lavorato come un cane per fare di questo ristorante un locale avviato. E voi osate venire qui coi vostri capriccetti da viziati, con le vostre richieste spocchiose, incuranti se, a causa vostra, finirà in mezzo a una strada! Un brav'uomo! Onesto! Un uomo capace, al quale non siete degni di leccare i piedi, razza di carogne! Io divento matto! Tenetemi! Matto! Matto! Matto!
GILBERTO: Calma, Mungo! Calma!
MUNGO: Queste cose mi fanno diventare matto!
GILBERTO: No, Mungo! Oooh! La ferita!
MUNGO: L'avete distrutto!
DIRETTORE: È la fine! È la rovina!
MUNGO: Sì è suicidato! Vi ammazzo!
GILBERTO: No! No, Mungo! Mai uccidere un cliente! Aaah! Ancora la ferita!
GIUSEPPE: No, Mungo! No!
SPEAKER: E ora la battuta finale.
MARITO: Fortuna che non gli ho detto che era sporco il coltello.


SPEAKER: E ora uno stacco musicale. Come costruire oggetti interessanti.


RAPINATORE: Hm-hm-hm-hm. Buongiorno, io rapino banche. Eh... Niente panico. Mi dia subito tutti i soldi.
NEGOZIANTE: Eh... Questo è un negozio di biancheria, signore.
RAPINATORE: Bene, bene... Ah... Afferra, adattati, improvvisa... Beh, che cos'avete?
NEGOZIANTE: Abbiamo corsetti, calzamaglie, bretelle, reggipetti, calze, slip, sottovesti, calzoncini e giarrettiere, signore.
RAPINATORE: Bene, bene bene... Niente mazzette di soldi in cassaforte?
NEGOZIANTE: No, signore.
RAPINATORE: Niente banconote sfuse da infilare in una borsa?
NEGOZIANTE: No, signore.
RAPINATORE: Bene, bene... Brrr... Delle mutandine a pois rosa, per favore.
ANNUNCIATORE: E ora qualcosa di completamente diverso.


I IMPIEGATO: Ehi! Hai... hai visto anche tu?
II IMPIEGATO: Hm?
I IMPIEGATO: Hai visto? Uno è caduto fuori dalla finestra!
II IMPIEGATO: Cosa?
I IMPIEGATO: Qualcuno è passato davanti alla finestra! È andato giù!
II IMPIEGATO: Ah.
I IMPIEGATO: Ah... Eccone un altro.
II IMPIEGATO: Hm?
I IMPIEGATO: Ne è passato un altro, adesso. È andato di sotto.
II IMPIEGATO: Cosa?
I IMPIEGATO: Due persone sono passate davanti alla nostra finestra.
II IMPIEGATO: Bene, bene...
I IMPIEGATO: Hai capito? Due persone... Tre persone sono passate davanti alla nostra finestra!
II IMPIEGATO: Dev'esserci una riunione, giù.
I IMPIEGATO: Ah, hai ragione. Quello era Wilkins. Finanze.
II IMPIEGATO: No, era Robertson.
I IMPIEGATO: Wilkins.
II IMPIEGATO: Era Robertson.
I IMPIEGATO: Wilkins!
II IMPIEGATO: Era Robertson!
I IMPIEGATO: Quello era Robertson!
II IMPIEGATO: Ah, hai ragione.
I IMPIEGATO: Il prossimo sarà Parkinson.
II IMPIEGATO: Scommetto di no.
I IMPIEGATO: Quanto?
II IMPIEGATO: Cosa?
I IMPIEGATO: Quanto vuoi scommettere? Cinque?
II IMPIEGATO: Sì, cinque.
I IMPIEGATO: È andata. Qua la mano! Parkinson il prossimo.
II IMPIEGATO: Bene.
I IMPIEGATO: Forza, Parky!
II IMPIEGATO: Non essere idiota, Parky!
I IMPIEGATO: Coraggio, Parky!
II IMPIEGATO: Non fare lo scemo, amico! Non lo fare!
I IMPIEGATO: Datti una mossa, salta!
VOCE: Vorrei protestare contro l'ultima scena, in cui si vede gente che precipita da alti edifici. Io ho lavorato tutta la vita in un alto edificio e non mi è mai capitato, neanche una volta di... Aaah!


TEDDY R.: Lascia pure.
UOMINI: Rabarbaro, rabarbaro, rabarbaro... Rabarbaro, rabarbaro, rabarbaro... Rabarbaro, rabarbaro... Orientamento professionale. Orientamento professionale. Orientamento professionale!
HERBERT ANCHOVY: Si può?
CONSULENTE DEL LAVORO: Ah, signor... Anchovy! Prego, si sieda.
HERBERT: Oh, grazie. Togliamo un po' di peso dai piedi!
CONSULENTE: Già.
HERBERT: Bella giornata, nonostante la stagione.
CONSULENTE: Per favore, adesso basta con le idiozie. Allora, signor Anchovy, lei ci ha chiesto di indicarle la professione verso cui è maggiormente portato.
HERBERT: Esattamente.
CONSULENTE: Beh, ho qui i risultati dei colloqui e dei test attitudinali da lei fatti l'altra settimana, sui quali noi ci siamo basati per capire che tipo di persona lei sia. Posso dire, pertanto, senza paura di essere contraddetto, che la professione ideale, per lei, è quella di ragioniere.
HERBER: Ma io sono un ragioniere.
CONSULENTE: Benissimo. Allora può tornare in ufficio contento.
HERBERT: No, no, lei non capisce. Io ho fatto il ragioniere per vent'anni. Voglio un lavoro diverso, eccitante e che mi faccia sentire vivo!
CONSULENTE: Quello del ragioniere è un mestiere eccitante.
HERBERT: Eccitante? No, non lo è! Noioso, noioso, noioso... Mio Dio, quant'è noioso! È così mortalmente noioso e tedioso, e stucchevole, e così monotono, e disperatamente seccante, che non posso più continuare. Io voglio vivere!
CONSULENTE: Sì, io capisco, signor Anchovy, ma dal rapporto, qui, lei... lei risulta essere una persona estremamente noiosa. Eh... I nostri esperti la descrivono così: "soggetto mostruosamente noioso, privo di immaginazione, timido, facilmente soggiogabile, privo di spina dorsale e di senso dell'umorismo, socialmente scartato per via della personalità sciatta e insignificante". Ma, mentre in altri campi questi sarebbero definiti difetti insormontabili, in ragioneria sono considerati qualità.
HERBERT: Sì, ma non capisce che è stato il lavoro di ragioniere a ridurmi in questo stato pietoso? Lei deve aiutarmi.
CONSULENTE: Almeno ha un'idea di cosa le piacerebbe fare?
HERBERT: Sì, sì, ce l'ho.
CONSULENTE: E sarebbe?
HERBERT: Voglio fare il domatore di leoni! Hrrr!
CONSULENTE: Hm... Sì... Un bel salto, non le pare? Da ragioniere a domatore ipso facto... Non crede sarebbe meglio arrivare per gradi a fare il domatore, lavorando come bancario o pecoraio?
HERBERT: No, no, non voglio aspettare! Voglio iniziare immediatamente! Domani mattina alle 9! Voglio... voglio cominciare a... a domare leoni!
CONSULENTE: Sì, ma quali... quali requisiti possiede?
HERBERT: Il cappello.
CONSULENTE: Il cappello?
HERBERT: Sì, il cappello da domatore! Sopra c'è persino una scritta al neon che, quando si accende, dice: "Leon Domatore", tutta a lettere rosse. Così posso domarli di notte. Sono più buoni. Durante il giorno, spengo e risparmio elettricità. Inoltre posso detrarre il costo dell'equipaggiamento dalle tasse. È una spesa professionale. Lo permette il paragrafo 335 della legge...
CONSULENTE: Sì, sì, sì, sì, capisco. Ma, vede, il guaio è che... Se io, adesso, chiamo il circo e dico: "Sentite un po', ho qui con me un ragioniere trentacinquenne che vuole diventare domatore di leoni", io dubito che la loro prima domanda sarà: "Ce l'ha già il cappello al neon"? È più probabile che mi chiedano quali esperienze ha avuto con i leoni.
HERBERT: Beh, li ho visti allo zoo.
CONSULENTE: Bene.
HERBERT: Ma sì. Sì. Quelle piccole creature marroni, pelose... Zampe corte corte e naso lungo lungo. Si domano a occhi chiusi. Non capisco la paura della gente. A vederli, sembrano già domati. Ah, ah, ah, ah.
CONSULENTE: E questi leoni quanto sono alti?
HERBERT: Oh, all'incirca così. Non mi spaventano affatto.
CONSULENTE: Eh, eh, eh, eh, eh. E mangiano formiche, questi leoni?
HERBERt. Certo! Ne sono ghiotti.
CONSULENTE: Hm-hm... Beh, temo che quelli che lei ha visto allo zoo, signor Anchovy, fossero formichieri.
HERBERT: Che cosa?
CONSULENTE: Dei formichieri, non dei leoni. Vede, il leone è un grosso animale selvaggio, lungo fino a tre metri, alto un metro e mezzo. Ha delle mascelle formidabili, denti aguzzi, lunghi artigli affilatissimi e robusti. Si presenta così.
LEONE: Roarrr!!!
HERBERT: Aaah!
CONSULENTE: Allora, devo chiamare il circo?
HERBERT: No! No, no... Mi piace la sua idea di arrivare per gradi a fare il domatore, accettando, intanto, un impiego come bancario o... o come pecoraio. Pecoraio! Sì, pecoraio! Un mestiere ricco di soddisfazioni. Si viaggia, transumanze, si decide del futuro delle pecorelle, aria aperta, lane, formaggi...
CONSULENTE: Chiamo l'Euro-pecoration.
HERBERT: Eh, sì. Un momento. Aspetti. Sa, vorrei un paio di giorni per pensarci. È una grossa decisione. Oh, diciamo pure una settimana, è meglio. Capisce, voglio che la decisione sia quella giusta. Farò... farò il pecoraio, sicuramente...
CONSULENTE: È triste vero? Ma è così che ogni ragioniere diventa, prima o poi. L'unica via per affrontare questo rovinoso, orribile malessere sociale è...
HERBERT: Voglio diventare famoso! Voglio che il mio nome sia sulla bocca di tutti!
FATINA: Sarai esaudito, ragioniere.
SPEAKER: Herbert Anchovy presenta: "Ricotta"... eh... "Ricatto"!
HERBERT: Sa... sa... sa... Salute a tutti! Buonasera! Benvenuti a "Ricatto"! Oggi inizieremo la trasmissione andando a Nord, a Preston, nel Lancashire, a trovare la signora Betty Teal. Salve, signora Teal. Dunque, signora Teal, per questa lettera dovrà darci quindici sterlinotte, se vuole impedire che riveliamo il nome del suo amante di Bolton. Allora, signora Teal, ci mandi quei soldini in cambio della bella letterina, e suo marito Trevor e i suoi adorati figli Dianne, Janis e Junior non conosceranno mai il nome del suo amante di Bolton, eh! Sa... E ora, una lettera, una serie di fotografie, e il registro di un albergo a ore. Oggetti che potrebbero portare a un prematuro divorzio, sa, e a un procedimento penale nei confronti del Presidente di una compagnia di Bromsgrove, tra l'altro Massone e deputato conservatore. Allora, signor S. di Bromsgrove, favorisca tremila sterline, grazie, per impedirci di rivelare il suo nome, i nomi delle altre tre persone coinvolte, l'organizzazione giovanile a cui appartengono, sa, e il negozio in cui ha comprato le fruste, sa. Vi faremo vedere il resto della fotografia nel corso del nostro programma, a meno che non si facciano vivi Charles o Michael, sa. È il momento dell'atteso "Fermate il film". Le regole sono semplici: abbiamo girato un film contenente immagini compromettenti, dettagli imbarazzanti e crudi che potrebbero anche costare una carriera. Ma la vittima può telefonarci in qualsiasi momento e fermare il film. Ma non dimenticate: più il film andrà avanti, più costerà interromperlo. Più ne vedrete, più soldi dovrete pagare. Allora, trecento sterline prezzo base. Stavolta, "Fermate il film" visiterà Kenstead. È un uomo molto virile. Buonasera! No... Certo, certo, le credo! No, purtroppo questo a noi non interessa. Noi vogliamo solo i soldi. Ah, certo, glielo do io l'indirizzo a cui mandarli. "Ricatto", dietro i tubi dell'acqua calda, terzo gabinetto in fondo, Victoria Station. Aspettiamo, signore!
COLONNELLO: Oh... Scusate... Basta con le sciocchezze! E ora... Un gruppo civico locale ricostruirà un famoso e importante avvenimento storico. Siamo collegati con l'associazione "Giovani Leonesse" di Sheffield, nello Yorkshire. Signora Rita Fairbanks, ci dica il perché questa rappresentazione della battaglia di Pearl Harbour. Perché?
RITA FAIRBANKS: Beh, abbiamo sempre avuto un grande interesse verso gli autori moderni. E infatti siamo stati i primi a mettere in scena il famoso camping sull'isola del sangue. Senza contare l'eccezionale successo di pubblico ottenuto l'anno scorso con atrocità di guerra naziste. Perciò quest'anno abbiamo pensato di continuare, ma con qualcosa di leggero.
COLONNELLO: Vedo che siete già pronte, perciò vi auguro buona fortuna per questa ricostruzione della battaglia di Pearl Harbour.
RITA: Grazie! Spero che la nostra recita vi piaccia.


SPEAKER: E ora un romantico interludio.
ELSA: Brian!
BRIAN: Elsa!
ELSA: Brian!
BRIAN: Elsa!
ELSA: Brian!
BRIAN: Elsa!
ELSA: Brian! Sii delicato con me! Oh! Brian! Hai intenzione di startene lì a mostrarmi filmini tutta la notte?
BRIAN: Solo un altro, cara!


I VOCE: Senti, ma... che cosa c'è scritto su quel cartello?
II VOCE: Cretino! Non sai leggere? "Il borghese più imbecille dell'anno"!
SPEAKER: È una limpidissima giornata invernale, la temperatura è accettabile e non c'è minaccia di pioggia. Dovremmo quindi trascorrere un bel pomeriggio di sport, assistendo al 127° concorso per il borghese più imbecille dell'anno! C'è una gran folla a bordo campo! Tutti smaniano di vedere questi idioti in azione! William Speedbuster! È delle Guardie Reali. Sa contare fino a quattro. Simon-Zinc-Trumpet-Harris fa l'avvocato ed è innamorato di un'attraente lampada da tavolo. Nigel Incubator-Jones! Il suo migliore amico è un faggio, e nel tempo libero spidocchia orsi di peluche. Gennaro Brookhamster commercia il vino. Suo padre lo usa come cestino per la carta straccia. E infine Oliver St John-Mollusc, di origini polacche! Suo padre era viceministro, sua madre una bertuccia. Ha tutte le carte in regola per diventare il nostro imbecille dell'anno! Ecco che i concorrenti si avvicinano alla linea di partenza! Da un momento all'altro la gara potrebbe avere inizio. Ah, temo che siano rivolti nella direzione sbagliata, ma lo starter sta già provvedendo. Manca veramente poco. Ora dovremmo udire lo sparo. Sono momenti di grande tensione. Partiti! No, no, no, non sono partiti. Non hanno capito che dovevano partire allo sparo. Non importa, vedo che lo starter glielo sta spiegando. Ecco, alcuni ci sono arrivati. Pronti?... Via! Stavolta ci siamo! E la partenza è velocissima! È William a prendere il comando, mentre Oliver è scomparso sulla sinistra! Ma dove va? Ah, eccolo! I cinque, adesso, sono tutti in gruppo. E ora affronteranno la prima prova speciale, che consiste nel camminare sopra questo nastro bianco. I nostri imbecilli dovranno percorrerlo senza cadere. Sembra che Oliver, in terza striscia, sia alquanto in difficoltà. Simon, invece, procede spedito! Nigel lo tallona! William... No, no, no, Oliver è a terra! È ultimo, ma non importa! Eccolo, eccolo che si rialza e prosegue la sua corsa, e inseguirà... No, no, no, niente da fare! Ma eccoci alla seconda prova, il salto dei fiammiferi. Due file di scatole sovrapposte da scavalcare. Nigel ci riesce! Anche Simon! Pure William si prepara al balzo! William rifiuta l'ostacolo. E passiamo ad "abbattere il mendicante"! È Nigel il primo a cimentarsi nella prova! Ah! Bel calcio! Il mendicante è a terra! La folla è impazzita! Ma torniamo su Oliver! Che deve ancora superare la barriera dei fiammiferi! Prende la rincorsa! Si lancia! Niente! E' un caso disperato! E ora la terza prova, "investire la vecchietta"! Simon parte velocissimo, la prende in pieno! Bravissimo! Scatta poi in avanti... Ma... Ma cosa fa Oliver? Torna indietro, ci sembra disorientato! No, no, no! Si volta! È al decimo tentativo! Scalpita! Guarda l'ostacolo con odio! Si concentra! Vai, Oliver! Macché! Ricade! Peccato, Oliver. E ora la prova "svegliare il vicino"! Simon ha concluso il percorso, adesso sbatte lo sportello! Funziona! Il vicino si sveglia! Simon mantiene il comando della gara! Il pubblico sugli spalti è in delirio! Ma ora, attenzione! Il tiro alla lepre! Le lepri sono state saldamente assicurate al terreno, perciò non possono difendersi scappando! È un'occasione più unica che rara per vendicarsi! Parecchi colpi a vuoto, forse per l'emozione. Qualcuno è nei guai. Gennaro sta usando il fucile in modo originale, mentre William si china per finire la lepre a mani nude! Gennaro è primo! Oliver, invece, chissà come, si è investito da solo. Ma che razza di babbeo! Ma seguiamo gli altri, che dovranno ora sfilare il reggiseno al manichino. È una manovra particolarmente difficile per la maggior parte degli imbecilli, ed è quella che richiede più tempo all'interno di quest'emozionante competizione! La folla si sta eccitando, e io sospetto che si siano eccitati anche un paio di concorrenti! Vai Simon! È Simon a sbottonare per primo, seguito a ruota da Nigel! Siamo all'ultima prova, signori! Il vincitore deve spararsi per diventare il borghese più imbecille dell'anno! Simon ha problemi con il reggipetto, Nigel ne approfitta! Nigel fa il suo colpo! Anche Simon! Nigel sbaglia ancora, Gennaro invece fa centro al primo tentativo! Gennaro è il borghese più imbecille dell'anno! Ci prova anche William, ma con scarsa fortuna. Simon spara! Simon ha colpito William! Simon ha regalato a William il secondo posto! Continua a sparare! Centro! Simon è terzo! Mentre Nigel, Nigel, a furia di mazzate, raggiunge il quarto posto. Diamo, quindi, il risultato finale. Primo, e quindi borghese più imbecille dell'anno, Gennaro Brookhamster, di Kensington! Secondo, William Smith Smythe, di Birmingham, e terzo Simon-Zinc-Trumpet-Harris, di Kensington! Beh, salteranno certamente molti tappi di champagne, stasera, nelle vie di Kensington.

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(2007)