GUIDA GALATTICA PER AUTOSTOPPISTI

Regia: Garth Jennings

Cast: Sam Rockwell (Zaphod), Mos Def (Ford), Zooey Deschanel (Trillian), Martin Freeman (Arthur), Bill Nighy (Slartibartfast), Warwick Davis (Marvin), Anna Chancellor (Questular), Alan Rickman (voce di Marvin), Helen Mirren (voce di Pensiero Profondo), Stephen Fry (Narratore), John Malkovich (Humma Kavula)

 

Trama: Pochi secondi prima della distruzione della Terra per mano delle creature più crudeli dell'universo, il pacifico Arthur Dent viene teletrasportato nello spazio da un alieno con sembianze umane. Ha inizio così una serie infinita di disavventure: con i suoi strampalati compagni di viaggio, tra cui un Presidente galattico con due teste e un androide paranoico, Arthur Dent andrà in cerca di risposte sul mistero della vita e sui segreti dell'universo.


NARRATORE: È un fatto importante, ancorché comunemente noto, che le apparenze molto spesso ingannano. Per esempio, sul pianeta Terra, l'uomo ha sempre pensato di essere la specie più intelligente del pianeta, quando invece era la terza. Secondi, in ordine di intelligenza, i delfini, i quali, alquanto singolarmente, erano a conoscenza da tempo dell'imminente distruzione del pianeta Terra. Avevano tentato più volte di avvertire l'umanità del pericolo, ma i loro segnali venivano interpretati come simpatici tentativi di colpire il pallone, o fischi per ottenere succulenti bocconcini. Così, alla fine, decisero di lasciare la Terra coi loro mezzi. L'ultimo messaggio in assoluto venne interpretato come un incredibilmente sofisticato tentativo di doppio salto mortale rovesciato nel cerchio fischiando l'inno americano. Ma in realtà il messaggio era questo: "Addio e grazie per tutto il pesce".


DELFINI: Addio e grazie per il pesce / anche se in fondo ci rincresce / la vita a volte va così / L'intelligenza che c'è in voi / non vi ha mai reso come noi / non c'è rispetto verso le cose belle / Vi salutiamo e grazie per tutto il pesce / Il mondo si distruggerà / la colpa è vostra e si sa / e tanti lo sapevano già (da un anno) / La pesca qui è tragica / è fuori da ogni logica / ma molti di voi non sono cattivi affatto / Addio, addio, addio, addio, addio / Addio, addio, addio, addio, addio / Vi salutiamo e grazie per tutto il pesce / Io in testa ho un pallino / posso avere un pesciolino? / Una cosa vorrei fare / imparare a cantare / Ah! Che gioia infinita / Tutti nell'oceano della vita / Addio, addio, addio, addio, addio / Addio, addio, addio, addio, addio / Vi salutiamo e grazie per tutto il pesce.


NARRATORE: La straordinaria storia della "Guida galattica per autostoppisti" ha inizio in modo semplice. Ha inizio con un uomo.
ARTHUR DENT: Ouh!
NARRATORE: Un terrestre, per l'esattezza, che non conosce il suo destino più di quanto una foglia di tè conosca la storia della Compagnia delle Indie.
ARTHUR: Ah! Ah! Ah!
NARRATORE: Il suo nome è Arthur Dent. È un discendente di scimmia alto 1 metro e 75, e qualcuno vuol far passare una tangenziale sulla sua casa.
ARTHUR: Che cosa voglio da lei, mi sta chiedendo? Voglio che lo trovi, e gli comunichi che sono sdraiato a terra qui davanti a... Sì, attendo.
L. PROSSER: La smetta, signor Dent, non può stare davanti ai bulldozer per sempre.
ARTHUR: Oh, oh! Vediamo chi arrugginisce per primo.
PROSSER: Questa tangenziale si deve fare, e stia tranquillo che si farà.
ARTHUR: ln base a che cosa si deve fare?
PROSSER: È una tangenziale! Le tangenziali vanno fatte! E poi avrebbe dovuto presentare ricorso mesi fa: questi progetti sono esposti all'Ufficio Viabilità da un anno!
ARTHUR: Sono esposti? Se sono dovuto scendere in cantina!
PROSSER: Signor Dent, ha idea di quale danno questo bulldozer subirebbe se gli permettessi di passarle sopra?
ARTHUR: Quale?
PROSSER: Neanche l'ombra.
NARRATORE: Per una curiosa coincidenza, "neanche l'ombra" era anche la misura del sospetto che il discendente di scimmia Arthur Dent nutriva che uno dei suoi più intimi amici provenisse da una scimmia a sua volta, ma da un piccolo pianeta nelle vicinanze di Betelgeuse.
FORD PREFECT: Arthur! Arthur! Arthur!
ARTHUR: Ford?
FORD: Sì?
ARTHUR: Qui.
FORD: Oh, qui. Tieni, mangia, bevi con me. Dobbiamo parlare.
ARTHUR: Non è il momento migliore, Ford. Quelli mi demoliscono tutto.
FORD: Oh... Tu già... già lo sai? Come?
ARTHUR: Come come?
FORD: Oh... quelli, quelli, quelli per te sono questi, certo. Ascolta, c'è una cosa importante che devo dirti, e devo dirtela ora.
ARTHUR: Ma la mia casa?
FORD: Operai della Terra, in verità vi porto noccioline...
OPERAIO: Ehi, passa qui!
FORD: ... e birra!
OPERAI: Vieni, vieni! Forza! lo una birra me la faccio, ah, ah, ah! Grazie. Prendila anche tu. Avanti, su! Dai, vieni.
FORD: Bene. Adesso vieni, andiamo al pub.
ARTHUR: Ah?
FORD: Hanno detto che non ti demoliscono casa finché dura la birra.
ARTHUR: E possiamo fidarci?
FORD: Oh, io mi fido fino alla fine del mondo.
ARTHUR: E quando sarebbe?
FORD: Tra dodici minuti circa.
ARTHUR: Eh?


FORD: Barman, sei pinte di birra, e presto. Il mondo sta per finire.
BARISTA: Sei pinte in arrivo.
FORD: Tieni il resto. Hai dieci minuti circa per spenderli.
ARTHUR: Tre pinte a testa? All'ora di pranzo?
FORD: Scusa. Ah... il tempo è un'illusione. L'ora di pranzo, una doppia illusione. E... mangia le noccioline, perché ti serviranno sali.
ARTHUR: Insomma, che succede, Ford?
FORD: Arthur... Se ti dicessi che io non vengo da Guildford, ma da un piccolo pianeta nelle vicinanze di Betelgeuse?
ARTHUR: Perché, staresti per dire una cosa del genere?
FORD: Ricordi il nostro incontro?
ARTHUR: Ma che fai? Lèvati!
FORD: Ehi! Non era un po' strano che cercassi di dare la mano a un'auto?
ARTHUR: Ti ho preso per ubriaco.
FORD: Credevo che le auto fossero la forma di vita dominante, stavo cercando di presentarmi. Quel giorno mi hai salvato la vita, e ora te la salverò io. Su, bevi.
ARTHUR: Dev'essere giovedì. Non li reggo proprio i giovedì.
FORD: No, no, Arthur, se è solo per la tua casa, tu...
ARTHUR: No, non è per la casa.
FORD: Questo?
ARTHUR: Questa.
FORD: Questa.
ARTHUR: Tricia McMillan.
FORD: Uhm.
ARTHUR: Conosciuta a una festa mascherata. Le odio quel tipo di feste. Avrei preferito stare a casa, non lo so, a stirare fazzoletti. A ogni modo ero lì.
TRICIA MARIE MCMILLAN: Tu chi sei?
ARTHUR: Uh! E lei era lì. Eh... Dent. Arthur Dent.
TRILLIAN: Oh, no, dicevo tu... tu chi sei?
ARTHUR: Oh... Oh, il costume. Beh... Livingstone, suppongo! Eh, non è ingegnoso come Darwin, lo so, ma non potevo fare di più così, su due piedi.
TRILLIAN: Sei il primo a capire chi sono davvero.
ARTHUR: Sì?
TRILLIAN: Sì, tutti mi scambiano per Babbo Natale.
ARTHUR: Eh, eh, ma dai!
TRILLIAN: E io che pensavo che il beagle la dicesse lunga.
ARHTUR: Sì, non ci si può sbagliare. Ah... quelli che vengono a queste feste sono un branco di idioti ubriaconi.
TRILLIAN: Come?
ARTHUR: Ho detto che quelli che siamo circondati da idioti ubriaconi. Dio...
TRILLIAN: Eh, eh, eh!
FORD: Eh, che imbarazzo!
ARTHUR: Dillo a me. Una ragazza fantastica, Ford. Bella. Spiritosa. Matta come un cavallo. Devo dire... ah... che senza barba dimostri minimo ottant'anni di meno.
TRILLIAN: È per la teoria dell'involuzione.
ARTHUR: Oh, oh! Oh, oh, oh, oh! Oh, oh, oh, oh! Oh! Beh, ti devo avvertire che di regola non esco con organismi unicellulari, okay?
TRILLIAN: Andiamocene via.
ARTHUR: Sì, volentieri. Hm... hai un posto in mente?
TRILLIAN: Madagascar.
ARTHUR: È quel night club su Dean Street?
TRILLIAN: No, è uno Stato, al largo dell'Africa.
ARTHUR: Oh, quel Madagascar.
TRILLIAN: Sì.
ARTHUR: Che facciamo ancora qui? Un momento... Via! Tu fai sul serio. Eh... Io non ci posso venire in Madagascar.
TRILLIAN: Perché no?
ARTHUR: Beh, perché non...
TRILLIAN: Sì?
ARTHUR: Insomma, è che... ah... Ma fai sul serio?
TRILLIAN: Sì. Andrei dove non sono mai stata prima, e voglio andarci con te. Quindi... Che mi dice, dottor Livingstone?
ARTHUR: Ti dico che è una straordinaria proposta. Ma non posso. Non posso partire. Insomma, qui ho un lavoro.
TRILLIAN: Lascialo. Al ritorno ne trovi un altro.
ARTHUR: Non so nemmeno come t i chiami. Ahi! Ahi!
TRILLIAN: Tricia McMillan.
ARTHUR: Bene, cara Tricia McMillan. Eh... Ho anch'io una proposta per te. Uh... Perché non andiamo in un posto un po' più vicino, prima, diciamo... Cornovaglia, e vediamo come va.
TRILLIAN: Sì. Come no. Cornovaglia.
ZAPHOD BEEBLEBROX: Senti, scusa. Ti annoia, l'amico? Allora parla con me. Io vengo da un altro pianeta. Ah, ah, ah, ah, ah! È vero. Vuoi vedere la mia astronave?
TRILLIAN: Eh, eh, eh!
ARTHUR: "Vuoi vedere la mia astronave?". Insomma, dai, che razza di modo di rimorchiare è?
FORD: Hm... L'astronave è un classico. A proposito! Due minuti. Bevi. Bevi. Bevi.
ARTHUR: È la mia casa!
FORD: Popolo della Terra, un altro giro, per tutti. Offro io.
ASTANTE: Oh, che gentile.
BARISTA: Davvero il mondo sta per finire?
FORD: Sì.
BARISTA: Ci dobbiamo sdraiare... o mettere un sacchetto di carta in testa?
FORD: Ah, se vi va...
BARISTA: Servirebbe?
FORD: Neanche un po'.
BARISTA: Ultime ordinazioni!
OPERAI: Ancora un po'! Ancora un po'! Bene, bene! Lascia, lascia! Aspettami! Che cos'è? Scappa! Attenti! Attenti! Via, via! Aaah! Forza, ragazzi! Andate via! Andate via! Attenti, da lì! Via!
FORD: Ah-ah! Asciugamano! Arthur!
ARTHUR: Che diavolo sono quei cosi?
FORD: Yu-huuu! Sono navi di una flotta costruzioni Vogon. Ho captato il segnale stamattina. Tieni, ti servirà.
ARTHUR: Che stai facendo?
FORD: Reggiti. Chiediamo un passaggio.


JELTZ: Ahm... popolo della Terra, qui il Prostetnico Vogon Jeltz dell'Ente Galattico Viabilità Iperspaziale. Come forse saprete, i piani di sviluppo delle regioni periferiche della Galassia prevedono una superstrada iperspaziale che attraversi questo sistema solare, e il vostro pianeta è uno di quelli destinati alla demolizione. C'è poco da sorprendersi: progetti e ordini di demolizione erano esposti all'Ufficio Viabilità di Alpha Centauri da cinquanta anni terrestri. Se non vi prendete la briga di occuparvi degli affari locali peggio per voi. Che pianeta di scioperati. Non mi fa neanche pena. [Inizia la demolizione.]
ARTHUR: Aaah! Aaah! Aaah!
FORD: Uuuh! Niente panico!
ARTHUR: Aaah!


NARRATORE: La "Guida galattica per autostoppisti" è un libro decisamente notevole. Forse il più notevole, sicuramente quello di maggior successo, mai pubblicato dalle grandi case editrici dell'Orsa Minore. Più popolare del "Manuale di economia domestica celeste", più venduto di "Altre 53 cose da fare a gravità zero", e più discusso della trilogia di bestseller filosofici di Oolon Colluphid: "Dove ha sbagliato Dio", "Ancora alcuni tra i più grandi sbagli di Dio", e "Ma chi è questo Dio, in fin dei conti?". La Guida ha già soppiantato l'Enciclopedia Galattica come indiscussa depositaria di tutta la conoscenza e la saggezza per due importanti ragioni. Primo: costa un po' meno. E, secondo: reca la scritta "Don't panic", "Niente panico", in grandi, rassicuranti caratteri sulla copertina.
ARTHUR: Insomma, non sei di Guildford. Il che spiega tante piccole cose di cui mi sono sempre meravigliato. Eh... E non sei un attore disoccupato, ma fai lo scrittore per questo... questa... specie di libro.
FORD: Forte, eh?
ARTHUR: Non mi sento bene. Vorrei una tazza di tè. Se chiedessi dove siamo, me ne pentirei?
FORD: Al sicuro, per ora.
ARTHUR: Bene.
FORD: Siamo nei bagni. Su una nave della flotta costruzioni Vogon.
ARTHUR: Oh, portami a casa, Ford!
FORD: Arthur, la tua casa è...
ARTHUR: Oh, mio Dio, la mia casa. La mia casa è stata demolita!
FORD: Tu non ricordi. Okay. Arthur, ti devo dire una cosa.
ARTHUR: Ah?
FORD: È spiacevole, ma è vera. Il tuo pianeta è stato ridotto in polvere.
ARTHUR: ... tto in polvere. Tu... no... non potevi farci niente?
FORD: Ti ho salvato la vita. Okay, ora siamo pari. È una dura galassia. Se vuoi sopravvivere, qui fuori, devi sapere dov'è il tuo asciugamano. Okay, dammi una mano, vieni. Attento, scotta. Dobbiamo lasciare la nave prima che i Vogon ci scoprano. I Vogon odiano gli autostoppisti. Tira.
ARTHUR: Ah? Hm. Aaah!
FORD: Ah! Ah, ah! Ora mandiamo il segnale.
ARTHUR: Che cos'è un Vogon?
FORD: Chiedi alla Guida. Di': "Vogon".
ARTHUR: Vogon.


NARRATORE: I Vogon sono una delle razze più sgradevoli della galassia. Non sono cattivi, ma insensibili burocrati zelanti con un pessimo carattere sì. Non alzerebbero un dito per salvare la propria nonna dalla vorace Bestia Bugblatter di Traal senza un ordine in triplice copia spedito, ricevuto, verificato, smarrito, ritrovato, soggetto a inchiesta ufficiale, smarrito di nuovo, e alla fine sepolto nella torba per tre mesi e riciclato come cubetti accendifuoco. In nessun caso dovete permettere a un Vogon di leggervi le sue poesie.
FORD: Non sanno pensare, immaginare. I più nemmeno scrivere. Loro amministrano. E se non troviamo sùbito un passaggio, non ci vorrà la Guida per scoprire quanto può essere sgradevole un Vogon. Oggi hanno già distrutto un pianeta, e quindi sono già un pochino... iii...
VOGON: Argh! Argh! Argh!
ARTHUR: Ah... Che cos'è?
FORD: Dammi l'orecchio!
ARTHUR: Eh? Ford! Ah! Spetta! Aaah!
JELTZ: Senza volere abbiamo imbarcato un paio di autostoppisti a bordo.
FORD: Il pesce ti sta traducendo!
JELTZ: Dobbiamo arrestarli, e...
ARTHUR: Meee!
NARRATORE: Il Babelfish è piccolo, giallo, ricorda una sanguisuga ed è forse la cosa più strana dell'universo.
ARTHUR: Aaah!
NARRATORE: Si ciba dell'energia delle onde cerebrali, assorbendo frequenze inconsce ed espellendo una matrice di frequenze consce verso i centri cerebrali del linguaggio. La conseguenza pratica è che se ve ne ficcate uno nell'orecchio comprenderete istantaneamente qualunque cosa in qualunque lingua.
GUARDIA VOGON: Resistere è inutile.
I VOGON: Piano.
II VOGON: Arrivano, arrivano.
III VOGON: Ci siamo! Sveglia!
GUARDIA VOGON: Entrate, forza!
VOGON: Signore?
JELTZ: Che c'è?
VOGON: Autostoppisti.
JELTZ: Oh, affrettoloso Grimorio...
FORD: No, no, davvero, non si disturbi a leggerla.

JELTZ: ... le tue suppurazioni sono le...

FORD: L'abbiamo già importunata fin troppo.
JELTZ: ... come plergidi gablimbocci su lurgida pe.
NARRATORE: La poesia Vogon è largamente riconosciuta come la terza peggiore dell'universo. Al secondo posto, quella degli Azgoth di Kria. Durante una declamazione del loro Sommo poeta, Gruntos il Flatulento, della sua poesia "Ode a un piccolo grumo di mollume verde trovatomi sotto l'ascella un mattino di mezza estate", quattro nell'uditorio morirono di emorragia interna, e il Presidente del Consiglio Medio-galattico per la Corruzione delle Arti sopravvisse staccandosi una gamba a morsi.
JELTZ: Oh, io strazierotti nei gobbisvarti, con il mio blastogancio.
NARRATORE: La peggiore opera poetica era quella di Paula Nancy Millstone Jennings del Sussex, andata fortunatamente distrutta con la Terra.
JELTZ: E vedi se non lo... faccio! Sì. Allora, Terricoli, vi offro una scelta. O perire nel vuoto cosmico, o... ditemi che pensate della mia poesia.
ARTHUR: Ah... a... a... me è... è... è... è piaciuta un sacco.
JELTZ: Hm?
FORD: Sì. Vai così! Così! Tatto ci vuole, tatto.
JELTZ: Hm...
ARTHUR: A... alcune parole non le ho capite tanto, ma ho trovato molto evocative le figure retoriche.
JELTZ: Hm. Continua.
ARTHUR: Beh, ah, sì, a... fu... soluzioni ritmiche interessanti, che fanno come da... contrappunto alla permeante metafora dell'umanità del...
FORD: Vo... Vogonità!
ARTHUR: Vogonità! Scusi! Vo... vo... vogonità dell'anima del poeta.
JELTZ: Hm. Ah. Quindi stai dicendo che io scrivo poesie perché, hm-hm, sotto questa malvagia, insensibile scorza, voglio solo essere amato?
FORD: Sì. Sì. Sì.
ARTHUR: Sì. Sì. Sì. La prego.
JELTZ: Oh... Buttateli fuori!
FORD: No! No! No!
ARTHUR: E piano! Piano!
GUARDIA VOGON: Resistere è inutile.
FORD: Ah! Ma piantala! Trovati un lavoro! E lavati le mani! Don't panic. Niente panico.
ARTHUR: Insomma, ci siamo. Stiamo per morire.
FORD: Sì. Stiamo per morire. No. No! Che cos'è?
ARTHUR: Ah, che c'è?
FORD: Che cos'è? Che cos'è? Aspetta... Niente. Sì, stiamo per morire. Stai sudando. Lo vuoi un abbraccio?
ARTHUR: No.


NARRATORE: Lo spazio, dice l'introduzione alla Guida galattica, è vasto. Ma proprio vasto! Neanche ve l'immaginate quanto enormemente, smisuratamente, sbalorditivamente vasto esso sia... Eccetera. Inoltre dice che se vi riempite i polmoni di aria, potrete sopravvivere nel vuoto cosmico per circa trenta secondi.
OPERATORE TELEFONICO: Il numero da lei chiamato non è al momento...
NARRATORE: Ma essendo lo spazio vasto, come si diceva, le probabilità di essere raccolti entro quel lasso di tempo sono due elevato alla potenza di due miliardi, 79 milioni, 460 mila, 347 a uno. Che, per una strabiliante coincidenza, è anche il numero di telefono dell'appartamento di Islington dove Arthur, a una festa mascherata, aveva conosciuto una graziosa signorina andando miseramente in bianco. Sebbene il pianeta Terra, l'appartamento di Islington e relativo telefono siano andati distrutti, Ford e Arthur sono stati, invece, salvati.
ARTHUR: Ford?
FORD: Sì.
ARTHUR: Mi sento un divano.
FORD: So che cosa provi.
ARTHUR & FORD: Aaah!
TRILLIAN: Alla faccia delle leggi della fisica.
JINJENZ: E torniamo alla notizia del giorno. Il sensazionale furto della più avanzata nave stellare dell'universo, e cioè la Cuore d'oro, rubata alla cerimonia del varo niente meno che dal Presidente della galassia Zaphod Beeblebrox.
ZAPHOD: In nome del popolo, e della libertà, e della democrazia, e tutta quella roba là, ah, ah, io mi rapisco ufficialmente e porto questa nave con me. Yu-uh! E vai! Fantastica nave!
JINJENZ: Beeblebrox, universalmente riconosciuto come la stella meno brillante di svariati sistemi solari, è più famoso per la controversa vittoria su Humma Kavula, secondo il quale in molti erano convinti di aver votato al concorso per l'essere senziente peggio vestito dell'universo conosciuto.
ZAPHOD: Eh! Eh, eh, eh, eh! Grande.
JINJENZ: Humma Kavula è meglio ricordato per la sua campagna diffamatoria "Non votate per lo stupido".
TRILLIAN: Puoi mettere il tuo ego da una parte, solo un momento? C'è qualcosa di importante.
ZAPHOD: Se c'è qualcosa di più importante del mio ego su questa nave, la voglio catturata e fucilata. Eh, eh, ehi, andiamo!
Scherzavo.
GAG HALFRUNT: Che dire? Zaphod è uno fatto così, no?
ZAPHOD: Eh, ah, ah, ah... Ehi, ehi, ehi, ehi, ehi! Scusa, eh? Io la stavo guardando.
TRILLIAN: Il computer dice che abbiamo due autostoppisti nel compartimento d'ingresso.
ZAPHOD: Autostoppisti? Perché tiri su gli autostoppisti?
TRILLIAN: Io? È stata la nave.
ZAPHOD: Come? Come, come... Scusa...
TRILLIAN: Beh, quando ho attivato il Motore ad Improbabilità... Sai, il pulsantone?
ZAPHOD: Sì, lo so.
TRILLIAN: Li abbiamo agganciati qui. Nel settore ZZ9 Plurale Z Alfa. Un momento! È dove hai agganciato me.
ZAPHOD: Come?
TRILLIAN: Sulla Terra.
ZAPHOD: È impossibile.
TRILLIAN: No, solo molto improbabile.
ZAPHOD: Senti, smilza, non ho tempo per queste cose. Abbiamo la polizia di mezza galassia alle costole e ci rimorchiamo autostoppisti? Okay. Ti do dieci e lode in stile, ma... meno parecchi milioni in buon senso. Sei troppo bella, baby, piantala, mi fai impazzire.
TRILLIAN: No. Ci mando Marvin. Marvin?
MARVIN: È meglio che sappiate che mi sento molto depresso.
TRILLIAN: Beh, abbiamo qualcosa che ti terrà la mente impegnata.
MARVIN: Non funzionerà. Ho una mente incredibilmente vasta.
TRILLIAN: Sì. Lo so. Ma... vogliamo che tu scenda nel compartimento d'ingresso numero 2, a prendere i clandestini e ce li porti qui.
MARVIN: E basta? Non mi piacerà.
TRILLIAN: Sì, beh, è la vita.
MARVIN: La vita. Non venitemi a parlare della vita.
JELTZ: Comandante Kwaltz?
KWALTZ: Sì.
JELTZ: Abbiamo localizzato l'astronave Cuore d'oro e il Presidente Beeblebrox.
KWALTZ: Dove?
JELTZ: Nel settore ZZ9 Plurale Z Alfa. Richiedo autorizzazione per iperspazio.
KWALTZ: Tenete la posizione, capitano, fino ad autorizzazione concessa.
JELTZ: Sissignore.
KWALTZ: Chiamatemi il Vice Presidente Questular. Autorizzazione per iperspazio concessa, capitano.
JELTZ: Signore.
VOGON: Ecco qua, non mi piace per niente.


ARTHUR: Quella porta ha sospirato.
MARVIN: Allucinante, vero? Tutte le porte di questa astronave sono programmate per avere un carattere gioioso e solare. Comunque, andiamo. Ho l'ordine di accompagnarvi sul ponte. Ah, fate pure. Io sto qui con un cervello grosso quanto un pianeta, e mi chiedono di accompagnarvi sul ponte. Me lo chiamate un lavoro gratificante? Non direi. Ringraziate la Società Cibernetica Sirio per aver creato i robot con VPP.
ARTHUR: Con VPP?
MARVIN: Vera Personalità di Persona. Sono un prototipo con personalità. Si vede sùbito, no?
TRILLIAN: Arthur?
ZAPHOD: Ehi, smilza, porti le mie mutande? Perché io porto le tue, e non è che sia una festa. Andiamo, dai!
MARVIN: Oh, santo cielo. Ho portato gli alieni. Non ringraziatemi, eh?
ZAPHOD: Oh! Alt!
MARVIN: Alt?
ZAPHOD: Esattamente.
MARVIN: Sono un robot, non un semaforo.
ZAPHOD: Ma non parlavo con te, allegrone.
MARVIN: Ah, ma chi me lo fa fare?
FORD: Zaphod?
ZAPHOD: Ford?
FORD: Zaphod!
ZAPHOD: Sei tu?
FORD: Ah, ah, ah!
ZAPHOD: Ford! Praxibetel Ix! Ah! Che accidenti ci fai qui?
FORD: Non lo so, ho tirato fuori il pollice e mi ci sono ritrovato.
ZAPHOD: È proprio da te!
FORD: E invece tu? Presidente della Galassia! Non posso crederci: hai battuto Humma Kavula.
ZAPHOD: Sei veramente un frugo.
FORD: Dai, vieni, vieni. Ti presento un amico. E... Arthur, lui è Zaphod Beeblebrox.
ZAPHOD: Oh.
FORD: Presidente della Galassia... e mio cugino. È il mio semi-fratellastro.
ZAPHOD: Divide tre delle sue madri con me.
ARTHUR: Ci conosciamo.
ZAPHOD: Ah. Ah, ah! Ma dai!
ARTHUR: Sì.
ZAPHOD: Sì? Oh, mi dispiace, ho una pessima memoria per le specie.
ARTHUR: È lui, Ford, quello di "Vuoi vedere la mia astronave?".
FORD: Hm.
TRILLIAN: Ciao, Arthur!
ARTHUR: Tricia!
TRILLIAN: Come stai?
ZAPHOD: Ehi, Trillian! Ah... questo è il mio semi-fratellastro, Ix. Ah... scusa, scusa. Ford.
TRILLIAN: Ciao.
FORD: Ciao.
TRILLIAN: Ah... ci puoi scusare solo un secondo? Scusa.
FORD: Non... eh... tu... tu sei sceso su quel pianetino e non mi hai chiamato?
ZAPHOD: Scusa, bello, ma sai com'è... Avevo una galassia da governare.
TRILLIAN: Ah, ah, ah!
ARTHUR: Ah, ah, ah! Allora, Tricia McMillan. Ho... ho... ho sentito che ti ha chiamato Trillian. Chi ha ragione di noi due?
TRILLIAN: Oh, l'ho abbreviato, così fa un po' più "spaziale".
ARTHUR: Fa più spazi... sì, beh, anch'io volevo cambiare il mio in, non lo so, Artùlia, eh, eh, eh!
TRILLIAN: è carino! Eh! Beh, che strana cosa.
ARTHUR: Già.
TRILLIAN: Come sei arrivato?
ARTHUR: Ho tirato fuori il pollice, ed eccomi.
TRILLIAN: Certo.
ARTHUR: Sì.
TRILLIAN: Con il pigiama?
ARTHUR: Andavo di fretta.
TRILLIAN: Hm-hm. Okay. Sapevi che ero qui?
ARTHUR: Oh, non ti illudere. Ho il mio astronauta anch'io.
FORD: Oh, sì, un po' come il passo del Dingo, sì, sì.
ZAPHOD: Sì, sì.
TRILLIAN: Okay. Senti, ti ho mollato alla festa, e mi dispiace tanto. Ma al mio ritorno ti avrei chiamato.
ARTHUR: Be', tanto non si può più tornare, no? No? Lo sai che è successo, vero?
ZAPHOD: Ehi, basta pettegolezzi, Trill. Siamo in fuga. Ho rubato la nave.
ARTHUR: Scusa amico, stiamo parlando. Ti dispiace?
ZAPHOD: Beh, la ragazza si sta... Bu! Ah! Ah! Ti ha dato buca, Terra, quindi zitto e mosca, o ti prendo a calci nelle zatch. Vuoi litigare? Vuoi litigare?
ARTHUR: Sì.
ZAPHOD: E dai! Terra vuole litigare.
TRILLIAN: No. No. No.
ZAPHOD: Scherzavo! Sono un giocherellone. Diventiamo amici. Conosciamoci, dai. Non te l'aspettavi questo, vero? È spuntata all'improvviso! Che volpina! Sì! Insegna al tuo amico l'educazione, Ford. È un ospite sulla mia nave! È un ospite sulla mia nave!
FORD: Non hai detto che l'hai rubata?
ZAPHOD: Che cosa? Di che stai parlando? Oh-oh! Non è rassicurante.


TRILLIAN: Stai bene, sì?
ARTHUR: Sì, sto una favola. Grazie, Trill.
ZAPHOD: Ehi, baby, potresti venire? Non mi è mai entrato in testa. Che facciamo? Buon Zarquon, devo fare tutto io, qui? Sissignore. Ehi, ehi, smilza. Che carino, questo.
TRILLIAN: No!
ZAPHOD: Uh! Ci stanno dietro! Spara, dai! Lancia un missile! Distruggiamoli! Ahi! Piantala. Ahi! Scherzavo. Mi piaci, rude. Picchiami! Picchiami, baby!
TRILLIAN: Eh... Computer?
EDDIE: Ehilà! Sono Eddie, il vostro computer di bordo. Sono contento come una Pasqua di riferirvi che c'è una flotta di cento caccia da guerra Vogon! Vi stanno trasmettendo un messaggio.
QUESTULAR RONTOK: Qui è il Vice Presidente Questular Rontok. Mi rivolgo al rapitore del Presidente.
ZAPHOD: Le piaccio, sta' a guardare.
QUESTULAR: Consegnate la nave che avete rubato oppure entreremo in azione come definito e consentito da... sezione 1 trattino 8 dello Statuto Galattico dello Spazio Interstellare. Zaphod, ti prego, ritorna. Tutto questo è ridicolo.
ZAPHOD: Salto nell'iperspazio! Che aspetti?
EDDIE: Oh! Come no, bello.
KWALTZ: No! Hanno acquisito l'opportuna autorizzazione per l'iperspazio?
I VOGON: No, comandante.
II VOGON: Ecco, vedi?
KWALTZ: Portatemi il modulo di Richiesta per Inseguimento Fuggitivi.
III VOGON: Arrivo, signore! Ah! Ah! Scoppio. Ecco il modulo.
KWALTZ: Oh.
III VOGON: Ah, per me ne prende un altro.
ZAPHOD: E allora, restate? O vi scarico da qualche parte?
FORD: Eh, dipende. Tu dove vai?
ZAPHOD: Dove vado?
TRILLIAN: Tutto bene?
ARTHUR: Sì. Non è che c'è del... tè su questa astronave? No?
TRILLIAN: Sì che c'è. Andiamo, ti porto in cucina.
ZAPHOD: Quando vedrai quello che vedrai ora, mi implorerai di portarti con noi.
NARRATORE: Il miglior drink esistente è il Gotto Esplosivo Pangalattico, il cui effetto equivale a farsi sbatacchiare il cervello con una fettina di limone arrotolata intorno a un grosso lingotto d'oro.
ZAPHOD: Aaah!
FORD: Aaah!
ZAPHOD: Belgio.
FORD: Belgio.
ZAPHOD: Solo un secondo. Ehi, primate! Eh... Terra... coso. Com'è che ti chiami, hai detto?
ARTHUR: Arthur.
ZAPHOD: Certo.
ARTHUR: Sì.
ZAPHOD: Forte. Senza rancore, okay? Ho saputo del tuo pianeta. Si chiamava?
ARTHUR: Terra.
ZAPHOD: Sì, sì, amo la Terra. Ci ho preso gli stivali. Ma, senti, non dirlo alla ragazza, okay? Perché se no... ti strappo la milza e te la cavo dalla gola. Va bene. Grazie, bello.
ARTHUR: Bene. Di... di niente.
ZAPHOD: Fantastico. Che pigiamino!
FORD: Ehi.
ZAPHOD: Eh, eh!
FORD: Ehi, Zaphod.
ZAPHOD: Eh?
FORD: Com'è che hai due teste?
ZAPHOD: Oh, sì. Non ti fanno Presidente se hai un cervello intero.
FORD: Eh...
ZAPHOD: È pazzesco.
FORD: Ah, quindi te lo sei tagliato.
ZAPHOD: Sì. Alcuni aspetti della mia personalità non erano quel che si dice... presidenziali, capisci?
FORD: Oh, no, no, no.
ZAPHOD: No, lo sai che è vero.
NUTRIMATICA: Il suo tè è pronto.
TRILLIAN: Ah, ah, ah! Suppongo che avrei dovuto dire che sembra tè.
ARTHUR: Insomma, due teste teste hanno il loro fascino. Eh? Se avessi avuto due teste o anche tre... ?
TRILLIAN: O una tua astronave, tipo.
ARTHUR: E ha altre cose doppie?
TRILLIAN: E smettila, Arthur, sei sempre così.
ARTHUR: E allora dimmi com'è che dovrei essere. Non lo so... Verde? Bippeggiante? So rovesciare le palpebre all'indietro, se vuoi.
TRILLIAN: Okay, senti. Lo vedi questo? Questo rileva le tue voglie e te le materializza al volo.
NUTRIMATICA: Buon krapfen.
TRILLIAN: Lo vedi questo? Eh! Questo tosta il pane mentre lo tagli a fette. È un'astronave, Arthur! Nello spazio! Te l'avevo detto che volevo andare via.
ARTHUR: Il Madagascar allora... era un po' un test. E l'ho fallito.
TRILLIAN: Ti fa male ancora?
ARTHUR: Non è esaltante.
TRILLIAN: No, il mento, dico.
ARTHUR: Ah.
TRILLIAN: Forse ho un'aspirina.
ARTHUR: Bene.
TRILLIAN: Ehi!
ARTHUR: Tricia... Trillian. Scusa. Ecco, dovrei dirti una cosa.
TRILLIAN: Ti prego, no.
ZAPHOD: Chi è di scena, Trill? Ah, ah, ah, ah, ah!
FORD: Ah, ah, ah, ah, ah!
TRILLIAN: Vado a configurare. Coi pulsanti non si gioca.
ZAPHOD: Coi pulsanti non si gioca... E va bene. Quando ho visto quel che vedrai ora, ho sùbito capito perch´ dovevo fare quel che ho fatto al mio cervello. Credo. È tutto un po'... complicato.


MARVIN: L'ho visto.
ZAPHOD: Shhh!
MARVIN: È una bufala.
NARRATORE: Milioni e milioni di anni fa, una razza di esseri pandimensionali, iperintelligenti, stufi marci del continuo battibeccare sul senso della vita, incaricarono due dei loro più brillanti elementi di progettare e realizzare uno stupendo supercomputer per calcolare la Risposta alla vita, l'universo e tutto quanto.
FOOK: O Pensiero Profondo, noi vogliamo che tu ci dia la Risposta.
PENSIERO PROFONDO: La Risposta a che cosa?
FOOK: La Risposta alla vita!
LUNKWILL: All'universo!
FOOK: A tutto quanto! Ci piacerebbe una risposta.
LUNKWILL: Una semplice.
PENSIERO PROFONDO: Uhm... Ci devo pensare. Ritornate in questo posto tra sette milioni e mezzo di anni in punto.
FORD: È finito?
ZAPHOD: Oh, no, continua. Continua. Sono tornati.
ARTHUR: Ah, quando? Sette milioni e mezzo di anni dopo?
ZAPHOD: Esatto. È così.
PHOUCHG: Pensiero Profondo, hai la...
PENSIERO PROFONDO: ...
Risposta per voi? Sì, ma non vi piacerà.
PHOUCHG: Non importa. Dobbiamo conoscerla.
PENSIERO PROFONDO: Va bene. La Risposta alla Domanda Fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto... è... quarantadue.
PUBBLICO: Sì! Cosa? Cosa? Eh? Quarantadue?
PENSIERO PROFONDO: Sì, sì, ci ho pensato attentamente. È questa. Quarantadue.
PUBBLICO: Figurati! No! No!
PENSIERO PROFONDO: Certo sarebbe stato più semplice se avessi conosciuto la domanda.
LOONQUAWL: Ma era la Domanda. La Domanda Fondamentale! Di tutto quanto!
PENSIERO PROFONDO: Questa non è una Domanda. Solo quando conoscerete la Domanda comprenderete la Risposta.
LOONQUAWL: E dacci la Domanda Fondamentale!
PENSIERO PROFONDO: Non posso, ma c'è qualcuno che può. Un computer che calcolerà la Domanda Fondamentale. Un computer di tale infinita complessità, che la vita stessa farà parte della sua matrice operativa. E voi assumerete nuove e più primitive forme, ed entrerete nel computer a navigare i dieci milioni di anni di vita del suo programma. Io progetterò questo computer per voi, e si chiamerà...
FORD: Finito?
ZAPHOD: Finito.
FORD: Stai cercando la Domanda Fondamentale.
ZAPHOD: Sì.
FORD: Tu.
ZAPHOD: Io.
FORD: Perché?
ZAPHOD: No, ho già provato. "Perché? Quarantadue". Non funziona. Ah, ah! Pronta, baby?
FORD: Pe... perché... vuoi conoscere la Domanda Fondamentale?
ZAPHOD: Oh, beh... In parte curiosità, in parte senso dell'avventura, ma soprattutto per la fama e il denaro. Ah, ah, ah!
ARTHUR: Tu sei il Presidente della Galassia, no?
ZAPHOD: Esatto, Herman.
ARTHUR: Arthur.
ZAPHOD: È uguale. La fama presidenziale è passeggera. Se trovo la Domanda è permanente. Resta. E pensano che sei profondo. Sei vincente. Eh, eh, eh! Premiamo quel pulsante... e bam! Siamo a Magrathea. Credo. Beh, è due volte che ci abbiamo provato, siamo ancora qui. Ma chi se ne frega...
Ci stai?
FORD: Oh, sempre.
ZAPHOD: Ma bene!
MARVIN: Ah! Io voglio scendere.
ARTHUR: Sc.. scusa. Che stiamo facendo?
ZAPHOD: Questo!


NARRATORE: Il Motore ad Improbabilità Infinita è un nuovo meraviglioso modo per coprire distanze interstellari in pochi secondi, senza star lì a gingillarsi nell'iperspazio. Quando il Motore ad Improbabilità raggiunge l'Improbabilità Infinita, esso passa per ogni concepibile punto di ogni concepibile universo quasi simultaneamente. In altre parole non sarete mai certi di dove andrete a finire o di quale specie sarete al vostro arrivo. È perciò importante vestirsi di conseguenza. Il Motore ad Improbabilità Infinita fu inventato svolgendo ricerche sull'Improbabilità Finita, spesso usata per rompere il ghiaccio alle feste facendo saltare simultaneamente tutte le molecole della biancheria dell'ospite di trenta centimetri sulla sinistra, secondo la Teoria dell'Indeterminazione. Molti autorevoli fisici protestarono vibratamente, un po' perché squalificava la scienza, ma soprattutto perché non riuscivano a farsi invitare a quel genere di feste.
ZAPHOD: Wow! Succederà ogni volta che premiamo quel pulsante?
TRILLIAN: Molto probabile, sì.
MARVIN: Oh! Credo che il terrestre stia per vomitare.
ZAPHOD: Oh! Fallo nel cestino, primate. Ho la nave nuova.
FORD: Oh, cielo.
ZAPHOD: Oh, e dai.
TRILLIAN: Siamo alla normalità.
ARTHUR: Ci siamo? Ha funzionato?
ZAPHOD: Sì. Ci siamo. Magrathea!
TRILLIAN: Io non credo.
ZAPHOD: Magrathea!
TRILLIAN: Eddie, quale pianeta stiamo osservando?
EDDIE: Ve lo controllo sùbito.
ARTHUR: Qualcuno mi ha staccato un capello? Dalla testa?
EDDIE: Scusate per l'attesa. Spiacente di deludervi, banda, ma questa non è Magrathea. Siamo attualmente in orbita intorno al pianeta Viltvodle 6.
ZAPHOD: Humma Kavula! Magrathea dovrà aspettare! Ho un conto in sospeso su questo pianeta! Humma Kavula!
NARRATORE: In principio fu creato l'universo. Questo ha fatto arrabbiare parecchia gente, ed è stato considerato dai più una mossa sbagliata. Molte razze ascrivono la creazione ad un qualche Dio, mentre i Jatravartidi di Viltvodle 6 credono fermamente che l'intero universo sia il risultato di uno starnuto prodotto dal naso di un essere chiamato il Grande Scaravulso Verde.
ZAPHOD: Humma Kavula!
NARRATORE: I Jatravartidi, che vivevano nel perenne timore dell'ora che essi chiamavano l'Avvento del Grande Fazzoletto Bianco, erano piccole creature blu con oltre cinquanta braccia cadauno. Si sono distinti come l'unica razza nella storia ad aver inventato il deodorante spray prima della ruota.
COLLEGIALI: Signor Presidente!
ZAPHOD: Eh ehi, Ciao, come va? Ciao. Guarda che c'è qui. Lo adoro. Ehi, ti amo. Fantastica. Siete parenti? Non cambiate: votatemi.
FORD: Arthur? Voglio bere. Io qui ci sono già stato. Ci sono già stato?
COLLEGIALI: Ixxie!
FORD: Ci sono già stato.
ZAPHOD: Humma Kavula!
TRILLIAN: Andiamo.
ARTHUR: Tricia? Tricia!
CORO: ... Now we await / with eager expectation / Thy handkerchief / to bring us back to Thee.
ZAPHOD: Ciao, Humma!
ACCOLITO: Venga. Prego. Si sieda con noi.
ZAPHOD: Ehi, come stai? Grazie. Va bene.
HUMMA KAVULA: Un Fazzoletto sta arrivando, fratelli. Preghiamo l'Onnipotente che esali un alito di compassione su tutti noi.
ARTHUR: Esiste Humma Kavula.
HUMMA KAVULA: Onnipotente Scaravulso...
ARTHUR: Pensavo fosse una parolaccia.
HUMMA KAVULA: ... solleviamo i nostri nasi chiusi e non soffiati, in segno di venerazione. Mandaci il Fazzoletto, o Beato, affinché ci si possa mondare. Ti chiediamo di ascoltarci nel tuo prezioso ed evocativo nome.
ACCOLITI: Etciì!
HUMMA KAVULA: Salute.


ZAPHOD: Dove andiamo? Qui? Ma sì, mi piace. È grande, è d'oro, è elegante. Elegantone!
HUMMA KAVULA: Zaphod Beeblebrox, famigerato Presidente. Come mai sul nostro umile pianeta?
ZAPHOD: Io dico che lo sai perché sono qui.
HUMMA KAVULA: No. Io dico di no.
ZAPHOD: Oh, io dico che tu dici di no, ma sappiamo entrambi che è sì.
HUMMA KAVULA: Eloquente come sempre, Zaphod. La tua abilità di espressione non cessa mai di sorprendere.
ZAPHOD: Simpatico. Durante la campagna, Humma, quando eri mio avversario, contro di me, hai detto che sono stupido. Ah, ah, ah, ah, ah! Eh...
HUMMA KAVULA: Le elezioni sono acqua passata, Zaphod. Ma... se la memoria mi assiste, tu hai vinto, dimostrando che l'aspetto e il fascino vincono sulla genialità e la capacità di governo. E, per inciso, tu sei stupido.
ARTHUR: Scusi. Scusi, signor Humma, senta... Eh... Vorrei solo dire che temo ci sia un terribile equivoco, giusto? Perché, vede, non è con noi. Eh... Siamo venuti a venerarla. Ci ha seguiti... È cresciuto, ha visto? Non è tanto... alto.
HUMMA KAVULA: Non penso che tu abbia attraversato mezza galassia per chiarire un dissapore elettorale, Zaphod. Perché sei qui?
FORD: Oh, dai, no, è... è ridicolo. Io sono rimasto impantanato su uno strano pianeta per un bel po' di anni. Non è... è che ti stavo evitando. Sei in gran forma! Ti vedo bene. Sei cresciuta, neanche poco.
TRILLIAN: Fermi, fermi, fermi, fermi! Fermi! Non sappiamo come mai siamo arrivati. Cercavamo di raggiungere Magrathea e la nave ci ha portati qui.
HUMMA KAVULA: Che cosa molto... improbabile. Conservo alcuni souvenir della mia precedente vita. Ah, inebrianti giorni dei pirati dello spazio. Ma anche a un Motore a Improbabilità Infinita servono coordinate. Che si dà il caso io abbia. No, no. Non avrai niente per niente, Zaphod. Voglio che tu mi dia qualcosa in cambio.
ZAPHOD: Eh... vuoi? Che vuoi?
HUMMA KAVULA: Un'arma.
ZAPHOD: Un'arma?
HUMMA KAVULA: Un'arma molto speciale, creata dal più grande computer mai inventato. Ma l'unico modo per trovarla è andare a Magrathea.
ZAPHOD: Bene. Te la prendo io. Tu dammi le coordinate.
HUMMA KAVULA: E che cosa mi dai a garanzia del tuo ritorno?
ZAPHOD: La mia parola di Presidente.
HUMMA KAVULA: No. Voglio un ostaggio. Dunque, a che cosa Zaphod Beeblebrox tiene?
ZAPHOD: Ehi, ehi! Andiamo. Oh, no. Ehi, ehi, ehi! Vacci piano, eh. Pensaci prima di farlo! No, fermo! Oddio, il solletico. Due teste sono meglio di una! Doppio piacere. Non è giusto! Io ti servo! Torna da me! Non lasciarmi sola! Torna da me!


ARTHUR: Beh, divertente, no? E io che credevo di essere l'unico a considerare il tuo fidanzato un narciso imbecille, e invece lo pensa l'intera galassia!
TRILLIAN: Oh, sei bravo tu! Oh, "Scusi, signor Humma, senta. Noi non stiamo insieme. Noi siamo qui per venerare lei". Molto coraggioso.
ARTHUR: Dove diavolo è Ford?
VOGON: Avanti, march! Uno-due, uno-due, uno-due. Signor Presidente, siamo qui allo scopo di proteggerla.
ZAPHOD: Ehi!
KWALTZ: Sparate sul rapitore.
ZAPHOD: Ehi, buoni!
QUESTULAR: Comandante, è il Presidente il rapitore! Lo farà uccidere!
ZAPHOD: Pum! Pum! Pum! Pum!
ARTHUR: È chiuso!
FORD: Grazie, cara, ti chiamo io! Andiamo, Zaphod! Ehi, ehi, Che mi sono perso?
ARTHUR: Dove diavolo eri sparito?
FORD: Stavo facendo ricerche sul campo. Insomma, ci hanno trovati! Belgio, che seccatura!
ARTHUR: Seccatura? Quelli ci sparano, altro che seccatura!
TRILLIAN: Io avrei un'idea.
ARTHUR: Tipo buttarlo da una parte e scappare dall'altra? Che c'è? È lui che vogliono! Tricia, aspetta, non puoi andare! Che fai? Tu...
TRILLIAN: Indietro!
VOGON: Che succede?
TRILLIAN: Ho in mano il Presidente e lo ucciderò! Giuro che lo faccio!
KWALTZ: Può davvero ucciderlo con quello?
QUESTULAR: Non credo, no. È una bomboletta spray.
KWALTZ: Oh...
ARTHUR: Ecco, adesso ho paura. Anzi, terrore.
ZAPHOD: Ciao, piccoletti.
KWALTZ: Prendetela.
ARTHUR: Zaphod, su, andiamo!
TRILLIAN: Arthur! Arthur!
ARTHUR: Tricia!
TRILLIAN: Arthur!
ARTHUR: Tricia! Aspetta!
TRILLIAN: Arthur!
VOGON: Resistere è inutile!
KWALTZ: Portatela su Vogsfera per le pratiche, capitano.
ZAPHOD: Dov'è il circo?
ARTHUR: L'hanno presa, l'hanno presa ed è colpa mia. Dobbiamo andare! Andiamo!
ZAPHOD: Uuuh! Andiamo! Uuuh! Computer, portaci su Magrathea!
ARTHUR: No, no, no, no, no! Dobbiamo cercare Tricia.
ZAPHOD: Chi?
ARHUR: Trillian. Trillian. Hanno preso Trillian, stupido decerebrato!
ZAPHOD: Ah. Ah.
ARTHUR: Zaphod! Basta! Tu vieni qui. Ah, ah, ah, ah! Computer, ehm, non vogliamo andare a Magrathea. Vogliamo seguire le navi.
EDDIE: Oh, vorrei tanto, bello, ma neanche a farlo apposta il mio sistema di guida è stato disattivato.
ARHTHUR: Oh, andiamo!
EDDIE: Mi dispiace un sacco, ma non è colpa mia.
ZAPHOD: Ehi, che ci fate sull'astronave voi?
ARTHUR: Ford?
FORD: Marvin?
MARVIN: Stavo parlando col computer di bordo.
ARTHUR: E... ?
MARVIN: Mi odia.
FORD: No, ah, ah... Eddie? Computer? Ci sarà pure un altro modo... c'è un altro modo per seguire le navi?
EDDIE: Attivo capsula di fuga d'emergenza. Carina e si guida che è un piacere.
ZAPHOD: Aaah... ouh...
MARVIN: Incredibile.
FORD: A posto?
ARTHUR: Avanti.
FORD: Okay.
ARTHUR: Cioè... Okay. Ford?
FORD: Sì, sono qui.
ARTHUR: Ti viene qualche idea?
FORD: Sì. Spingiamo questo pulsante... E...
ARTHUR: Okay.
FORD: Bene. Ecco che dice...
ARTHUR: No, no, no, no, no!
FORD: ... non spingete di nuovo il pulsante...
ARTHUR: No no! No no! No no! No no!
FORD: Così...
ARTHUR: Indietro! Indietro! Indietro!
FORD: Così, sì, ottimo!
ARTHUR: Vai! Ma bravo! Ma... Un mago! Un mago!
FORD: Bella mossa, okay.
ARTHUR: Un mago!
FORD: No, non ora, Zaphod! Non ora! Perfetto.
ARTHUR: Vai, stiamo vibrando. Allora, che roba è questa...
ZAPHOD: Artie, il tuo asciugamano.
FORD: No!
ARTHUR: Levamelo! Lo ammazzo!
FORD: No, no, giù!
ARTHUR: Lo ammazzo! Okay, Ford, questa...
FORD: E stai buono, no?
ARTHUR: Questa... Oddio!
FORD: Quella è meglio?
ARTHUR: Forse... forse...
FORD: Ah, sì?
ARTHUR: No, no, è peggio.
FORD: Okay, okay, lascia stare, lo lascio...
ARTHUR: Quello... No, quello non serve.
FORD: No, no, no, Va bene.
ARTHUR: Quello non serve.
FORD: Va bene.
ARTHUR: Puoi fermare il dondolio?
FORD: Ah, sì.
ARTHUR: Bene. Marvin, hai qualche idea?
MARVIN: Ho milioni di idee. Conducono tutte a morte certa.
ARTHUR: Grazie tante, Marv.


FORD: Ahia!
ZAPHOD: Magrathea!
FORD: No.
ZAPHOD: Sì.
FORD: È il pianeta dei Vogon.
ZAPHOD: Sì, è lei! È Magrathea!
FORD: Questa è Vogsfera.
ZAPHOD: Sì! Magrathea!
FORD: T'ho detto di no!
ZAPHOD: Sì! È lei! Lo so che è lei.
FORD: Non è Magrathea.
ZAPHOD: Sì, è lei! Ah! Sì, è lei!
ARTHUR: Che fai?
ZAPHOD: Mi hanno preso la testa.
FORD: Li usano sui megamercantili arturiani.
ZAPHOD: Mi fa male la testa.
FORD: I comandanti li usano...
ZAPHOD: ... eh...
FORD: ... quando devono concentrarsi forte.
ZAPHOD: Ah, ah!
ARTHUR: Che cos'è?
FORD: Un cappello pensatore. Fatto. Gli darà un po' d'energia per... i prossimi dieci minuti.
MARVIN: Dopo questa notizia vedo tutto più rosa.
FORD: Comunque sia, ho chiesto alla Guida come liberare un prigioniero da Vogsfera. Ha detto: "Non se ne parla proprio". Immagino abbiate un piano migliore.
ARTHUR: Beh, io avrei un'idea che forse... Ah! No... Non ha visto nessuno?
ZAPHOD: Che cosa?
FORD: Che hai fatto?
ARTHUR: Ah... Niente. Niente. Me lo sono immaginato. Oh! Okay, ora fermi! Fermi tutti! Fermi! State dove siete! Guardatemi! C'è... decisamente qualcosa di strano qui. Fermi lì e... guardate... guardate...
FORD: Va bene. Ah... Io penso che... Uh!
ARTHUR: Ah, ah, ah! Anche tu!
FORD: Sì. Che cos'era?
ARTHUR: Io pen... Zaphod, tu che ne pensi?
ZAPHOD: Io penso... Aaah! Zarquon! Che cos'è?
MARVIN: Avrei un suggerimento, ma non mi ascoltereste. Nessuno mi ascolta mai.
FORD: Io ho un'idea.
ARTHUR: Uccidilo! Sbarazzatene! Ah...
FORD: Okay. Non pensate. Nessuno pensi. Niente idee, né teorie, né niente.
ARTHUR, FORD, ZAPHOD: Uuuh!
ARTHUR: È pazzesco! Trillian è qui da qualche parte. Ci serve un'idea per salvarla!
ZAPHOD: Io ho un'id... Oh! Via! Ah! Ah! Ah!
VOGON: Ti dovevi fermare!
ARTHUR: Okay. Okay. Non sto pensando. Non penso. Non ho idee in arrivo. Allora, questa non è un'idea che abbia qualche valore, ma Marvin, mi daresti una mano?


FORD & ZAPHOD: Aaah!
ARTHUR: Okay, dimmi dov'è!
IMPIEGATO VOGON: Chi? Il riparatore braccia di robot?
IMPIEGATA VOGON: Tricia Yggarstuk McMillanus, Blaard?
TRILLIAN: No. Tricia Marie McMillan, Terra.
IMPIEGATA VOGON: Ah. Vediamo. Desolata, non ci risulta la "Terra".
TRILLIAN: Settore galattico ZZ9 Plurale Z Alfa?
IMPIEGATA VOGON: Oh, sì.
QUESTULAR: Mente. È... carina, e magra, e mente.
IMPIEGATA VOGON: Oh, sì. Ecco qua: Terra. Oh... Eh... Distrutta. Ha per caso un secondo pianeta di residenza?
TRILLIAN: Distrutta? È impossibile.
IMPIEGATA VOGON: Beh, qui dice così. Dice che è stata distrutta per lasciare il passo a una superstrada iperspaziale.
TRILLIAN: Chi sano di mente dà l'ordine di distruggere un pianeta?
ZAPHOD: Ehi, ha detto il palazzo grigio, vero?
FORD: Qui sono tutti grigi.
MARVIN: "Dammi una mano". Ha-ha, che ridere. Come la guido la capsula con un braccio solo? Stupido umano.
IMPIEGATA VOGON: ... perciò deve tornare indietro e riempire i campi. E mi raccomando: si assicuri...
ARTHUR: Okay.
IMPIEGATA VOGON: ... quando riempirà l'apposito modulo...
ARTHUR: Lasciate fare a me.
IMPIEGATA VOGON: ... di non saltare il paragrafo 17 comma 5.
ARTHUR: Sono inglese. So come si sta in fila.
IMPIEGATA VOGON: È il paragrafo riguardante il parcheggio! Mi riempia il modulo, gentilmente, e me lo riporti appena possibile. Può trovare tutto l'occorrente per scrivere là sopra.
ARTHUR: Presidente, non puoi fare nulla?
FORD: I presidenti non hanno potere. Servono a sviare l'attenzione da chi ce l'ha. Oh, senza offesa, eh? Tu sei un grande.
ZAPHOD: Ehi! Ehi, come andiamo?
ARTHUR: Cosa?
ZAPHOD: Sono io, il Presidente! Sì, sì! Come va?
FORD: Forza, forza, andiamo!
ZAPHOD: Che piacere. Grazie di essere venuti, eh? Oh, io la conosco, quella spugna.
ARTHUR: Scusate, scusate...
IMPIEGATA VOGON: Il prossimo!
ZAPHOD: Scusate, passa il Presidente. Come va, testa di spine?
ARTHUR: Passa il Presidente!
ZAPHOD: Ciao, sono io, sono io in persona, grazie. Adoro il Kabuki.
ARTHUR: Permesso? Grazie. Salve
ZAPHOD: Guarda un piccolo dingo.
ARTHUR: Scusate. Oh, Permesso. Ah!
FORD: Cuccia!
ZAPHOD: Ciao cara! Bacino, bacino, bacino, tesoro!
ARTHUR: Salve. Sono venuto per il rilascio di un prigioniero.
IMPIEGATA VOGON: Modulo Rilascio Prigionieri?
ARTHUR: Ah?
TRILLIAN: Io non ci credo.
IMPIEGATA VOGON: Ecco qui l'ordine.
TRILLIAN: "Saluti e baci"?
IMPIEGATA VOGON: Hm. Allora, secondo il Codice Penale Galattico, la pena prevista per rapimento presidenziale...
GUARDIA VOGON: Andiamo, bella!
IMPIEGATA VOGON: ... è essere dati in pasto alla vorace Bestia Bugblatter di Traal. Buona giornata.
TRILLIAN: Oh! Lasciatemi! Ahi! Che... che accidenti fate? Eh? Fermi! Aspettate, aspettate! Qui ci dev'essere un errore! Eh!
FORD: Adesso spuntare le caselle a destra della pagina in basso...
ARTHUR: Okay... Sì, sì... chiaro... ah-ah...
FORD: Quella no!
NARRATORE: Che cosa fare se vi trovate intrappolati senza alcuna speranza? Meditate su quanto siete fortunati che la vita finora vi abbia sorriso. O in alternativa, se non vi avesse sorriso, il che, viste le attuali circostanze, sembrerebbe più probabile, meditate su quanto siete fortunati che la vita smetterà presto di tormentarvi.
ARTHUR: Allora... Ecco qua.
IMPIEGATA VOGON: Ah... Ha rapito il Presidente? Oh, no, non ha i requisiti per essere rilasciata.
ARTHUR: Allora, sì, guardi. Questo, questo è il Presidente.
IMPIEGATA VOGON: Oh?
ARTHUR: Sì? Vede? Eh?
IMPIEGATA VOGON: Hm?
ARTHUR: E dice che la storia del rapimento è stata solo un terribile malinteso.
IMPIEGATA VOGON: Oh, sì?
ARTHUR: La ragazza non voleva rapirlo. E lui ordina di lasciarla andare.
IMPIEGATA VOGON: Ma questo non è un Modulo Presidenziale di Rilascio di Prigioniero. Sono quelli azzurri.
FORD: Oh... Resto io.
ARTHUR: Okay. Va bene.
FORD: Su, vai.
ARTHUR: Tieni.
FORD: Prendilo.
ARTHUR: Vado e torno.
KWALTZ: Oh, ha appetito, oggi, eh? Eh, eh, eh!
IMPIEGATA VOGON: Chiaro l'azzurro.
ARTHUR: Chiaro, chiaro, chiaro.
FORD: Non sono un giornalista.
ZAPHOD: Sì. Ce ne andiamo in giro.
FORD: Sono uno... scrittore.
ARTHUR: Allora, allora... Senta, questo è per Tricia McMillan.
IMPIEGATA VOGON: Tricia McMillan. Hm. Va bene.
VOGON: Signore, è... è un modulo di rilascio.
KWALTZ: Grazie. È libera di andare. Rilasciatela!
QUESTULAR: Zaphod è qui. Ah, beh... Allora è a posto. Andiamo a prenderlo.


ZAPHOD: Chi è che stiamo aspettando? No, sul serio.
ARTHUR: Tricia! Tricia.
ZAPHOD: Trill! Ehi, andiamo.
TRILLIAN: Idiota! Hai firmato l'ordine di distruggere la Terra!
ARTHUR: Lui?
ZAPHOD: Io?
TRILLIAN: Sì! "Saluti e baci, Zaphod"? Non l'hai nemmeno letto, vero?
ZAPHOD: Dolcezza, sono Presidente della Galassia. Non mi rimane molto tempo per leggere. Eh, eh, eh!
TRILLIAN: Un intero pianeta, il mio, distrutto perché pensavi che volessero il tuo autografo!
ZAPHOD: Eh, dolcezza, mi hanno incastrato!
TRILLIAN: Ma sei idiota? Sul serio?
FORD: Andiamo.
ZAPHOD: È un modo per controllare i Presidenti!
ARTHUR: Trillian!
TRILLIAN: Tu lo sapevi! Dovevi dirmelo!
ARTHUR: Mi ha minacciato, mi ha!
TRILLIAN: Che spina dorsale, Arthur!
ARTHUR: Oh, che spina dorsale? Chissà chi ha pensato di venire qui a liberarti? Grazie, una mia idea! Oh! Stupido! Ho il tuo braccio.
MARVIN: Che premuroso. Avanti, chi è così fortunato da avere due braccia si regga.
KWALTZ: Ah... Il Presidente mette alla prova la mia pazienza. Questa volta lo inseguirò personalmente. Alla mia nave!
QUESTULAR: Fantastico! Era ora.
KWALTZ: Ah... Avete un'ora per il pranzo, a più tardi. Oggi credo che prenderò la minestra.
VOGON: Oggi mangio le polpette.
NARRATORE: L'Enciclopedia Galattica, nel capitolo dedicato all'amore, afferma che è troppo complicato da definire. La Guida Galattica per Autostoppisti invece sull'argomento amore dice: "Evitatelo, se possibile". Purtroppo, però, Arthur Dent non ha mai letto la Guida Galattica per Autostoppisti.
ARTHUR: Oh, scusa, non volevo.
TRILLIAN: No, entra.
ARTHUR: Ah, io non... Eh... dunque... Trillian, non cerco scuse. Chia... chiaramente hai ragione, ah... dovevo dirtelo, e... Capisco bene che ora tu ce l'abbia con me, e per quello che vale, so come devi sentirti. Eh...
TRILLIAN: Mi passi un asciugamano?
ARTHUR: Sì, cer... eh... questo.
TRILLIAN: Grazie.
ARTHUR: Veramente, quello che volevo dire era... se avessi detto sì, quel giorno, e fossimo andati in Madagascar, ora non ci troveremmo qui, io e te. E, beh... penso che questo magari conti, in qualche modo. Non fa niente.
ZAPHOD: Avanti, computer, portaci su... Dov'è che eravamo diretti?
FORD: Capìto. Ora ti spremo un altro limone. Avanti.
EDDIE: Attivo Motore ad Improbabilità.
FORD: No, no, no, Zaphod, no. Coi pulsanti non si gioca. Che hai fatto?
EDDIE: Coordinate di Magrathea accettate.


EDDIE: Ragazzi, mi svalvola i circuiti potervi annunciare che siamo attuamente in orbita a 300 miglia di altitudine intorno al leggendario pianeta di Magrathea.
ZAPHOD: Magrathea! Magrathea! Magrathea!
FORD: Meraviglioso.
MARVIN: Incredibile. È anche peggio di quel che pensavo.
MESSAGGIO REGISTRATO: Salve. Questo è un annuncio registrato, siamo momentaneamente assenti. Il Consiglio Commerciale di Magrathea ringrazia per la gradita visita, ma purtroppo l'intero pianeta è temporaneamente chiuso. Se volete lasciare il nome e un pianeta dove essere contattati, attendete il segnale acustico.
FORD: Come fa un pianeta ad essere chiuso?
ZAPHOD: Acutissimo, cugino. Okay, computer, continua così. Portaci laggiù.
EDDIE: Con grande piacere!
MESSAGGIO REGISTRATO: Ci gratifica constatare che il vostro entusiasmo per il nostro pianeta ci gratifica oltremodo. Come segno del nostro apprezzamento, speriamo che gradirete i due missili termonucleari che convergono verso il vostro apparecchio. Per assicurare la qualità del servizio, la vostra morte verrà monitorata per scopi formativi. Grazie.
EDDIE: Ragazzi, ho il piacere di dirvi che ci sono due missili termonucleari diretti verso di noi. Se non vi secca io eseguirei una bella manovra evasiva. C'è qualcosa che disturba il mio sistema di guida. Quarantacinque secondi all'impatto.
ARTHUR: Computer, fa' qualcosa!
EDDIE: Certamente, bello. Vi passo i comandi manuali. Buona fortuna!
ZAPHOD: Mi serve aiuto! Non ci riesco senza il terzo braccio!
FORD: Arthur, prendimi la mano!
ARTHUR: Ah!
FORD: Oh!
MARVIN: Oh!
ZAPHOD: Seminàti?
FORD: No, stanno arrivando.
ARTHUR: Perché non premiamo quel coso?
TRILLIAN: No! Non siamo alla normalità ancora!
ARTHUR: E che può succedere?
TRILLIAN: Non lo so!
ZAPHOD: No! Non farlo! Siamo qui, potremmo finire ovunque! Non farlo!
ARTHUR: Chi se ne frega.
ZAPHOD: No! Wow. Dove siamo?
TRILLIAN: Ah... Esattamente dov'eravamo.
ZAPHOD: E i missili?
FORD: Sembra si siano trasformati in... un vaso di petunie. E in una balena dall'aria molto stupita.
EDDIE: A un fattore d'Improbabilità di 8.767.128 a 1.
TRILLIAN: Siamo alla normalità.
ARTHUR: Normalità, sì. Hm-hm... Ah... Possiamo parlarne finché i buoi non tornano a casa.
FORD: Cos'è "normale"?
TRILLIAN: Cos'è "casa"?
ZAPHOD: Cos'è "buoi?
ARTHUR: Ci vuole una tazza di tè per la mia normalità.


NARRATORE: È importante notare come all'improvviso e contro ogni probabilità, un capodoglio si fosse materializzato parecchie miglia al di sopra della superficie di un pianeta alieno. E non essendo questa una condizione naturalmente sostenibile per una balena, l'innocente creatura ebbe pochissimo tempo per accettare la propria identità. Ecco che cosa pensava mentre cadeva.
CAPODOGLIO: Aaah... Oooh... Che succede? Chi sono? Perché sono qui? Qual è il mio scopo nella vita? E soprattutto, che significa "chi sono?". Okay, okay, calma, calma! Riprendiamoci. Ah... Che sensazione interessante. Che cos'è? È come un pizzicorino alla... beh, sarà il caso di cominciare a dare un nome alle cose. Chiamiamola eh... "coda"? Sì, coda. Ehi, che cos'è questo fragore che mi sibila intorno a quella che chiamerò "testa"? Vento. Com'è come nome, eh? Funziona? Sì! Ho le vertigini da cose nuove. Sarà il vento? Ce n'è veramente un sacco adesso, eh? E che cos'è che mi sta venendo incontro tanto in fretta? Così grande, piatta e tonda. Ci vuole un nome altisonante, anzi, altisuonante. Suono. Suolo! Perfetto! Suolo! Ah ah! Chissà se diventeremo amici. Ciao, suolo!
NARRATORE: Curioso a dirsi, l'unico pensiero che attraversò la mente del vaso di petunie cadendo fu: "Oh, no. Un'altra volta!". In molti hanno ipotizzato che se sapessimo perché il vaso di petunie abbia pensato questo, sapremmo molto di più sulla natura dell'universo di quanto ne sappiamo ora.
ARTHUR: Che sono quei cosi?
FORD: Portali, per un'altra dimensione.
ARTHUR: Ah... immagino siano portali non riscaldati, vero?
ZAPHOD: Di-del-du-lì, di-del-dà, ah... è questo qua.
MARVIN: Piangeremo lacrime amare, lo so.
ZAPHOD: È proprio qui. Ehi! Oh! Mi piace. Okay, dentro!
ARTHUR: Non possiamo entrare in quel... là! Neanche sappiamo dove porta!
FORD: Beh, se prendiamo quello sbagliato, possiamo tornare indietro e prenderne un altro. Non c'è problema.
ARTHUR: Che? Il problema c'è invece, Ford! C'è un problemone! E se ci riducesse in piccole, minuscole, atomiche particelline?
ZAPHOD: Questo è quello giusto! Me lo sento dentro!
ARTHUR: Ford!
FORD: Se se lo sente dentro, beh... Arthur, diamogli retta!
ARTHUR: Dobbiamo dar retta a un demente col cervello che funziona a limoni? Questo è suicidio!
ZAPHOD: Ehi, forse ora mi offendo, eh?
ARTHUR: Non m'interessa quello che forse fai!
ZAPHOD: Avverto una certa ostilità da parte tua, Alex.
ARTHUR: Arthur!
ZAPHOD: Arbar, o comunque ti chiami...
ARTHUR: Zaphod, dillo giusto una volta!
ZAPHOD: ... hai provato con lo yoga?
ARTHUR: Trillian!
ZAPHOD: È successo quello che pensavo!
ARTHUR: È sparita! Ford, è sparita!
FORD: Arthur, niente panico.
ARTHUR: Ford!
ZAPHOD: Ehi! Ehi, aspettami! Yu-huu!
ARTHUR: Dai! Dai! Dai! Dai! Dai! Dai! Andiamo, andiamo, riparti!
MARVIN: Lo dicevo che avremmo pianto lacrime amare.
ARTHUR: Lo dicevi! Lo dicevi! Andiamo, andiamo!
ZAPHOD: Vai, Geronimooo! Oh! Ah, ah! Che sballo! Che sballo! Ah, ah! Ci siamo! Ci siamo! Pensiero Profondo, sto arrivando!


ARTHUR: Insomma... eh, eh, eh, eh! È così che va a finire, eh? Eh? Io, da solo, su un pianeta morto, con un maniaco depressivo di robot.
MARVIN: E pensi di avere dei problemi? Che faresti se fossi tu il robot maniaco depressivo?
SLARTIBARTFAST: Scusatemi.
ARTHUR: Uh! Aaah!
SLARTIBARTFAST: Aaah! Oooh...
ARTHUR: Oh. Tu chi sei?
SLARTIBARTFAST; Come? No, ah... No, il mio... il mio nome non è importante. Ah... Tu devi venire con me.
ARTHUR: Sta' lontano.
SLARTIBARTFAST: Ah... Te... terribili eventi incombono. Ah... tu... tu... tu devi seguirmi o mancherai.
ARTHUR: Mancherò di cosa?
SLARTIBARTFAST: Come? No, no. Quale... Qual è il tuo nome, terrestre?
ARTHUR: Dent. Arthur Dent.
SLARTIBARTFAST: Bene. Mancherai come in "è mancato Dentarthurdent". Vuol... vuol essere una minaccia. Lo... lo capisci? No.
ARTHUR: No.
SLARTIBARTFAST: I tuoi amici stanno bene. Puoi fidarti di me.
ARTHUR: Fidarmi di un uomo che non mi dice il nome?
SLARTIBARTFAST: Uff... Va bene. Il mio nome è... Il mio nome è... è... è... Slartibartfast. Te l'ho detto che non era importante.
ARTHUR: Okay. Beh, insomma, i miei amici stanno bene?
SLARTIBARTFAST: Lascia che ti mostri.
MARVIN: Potrei calcolare le tue probabilità di sopravvivenza, ma non ti piacerebbe.
SLARTIBARTFAST: Noi fabbricavamo pianeti. Eh sì, settore affascinante. Costruire... co... costruire le coste è sempre stato il mio forte. Se penso a quanto ci divertivamo a fare le insenaturine dei fiordi... Ma poi l'economia galattica è crollata e, ah, visto che i pianeti su ordinazione sono un bene troppo di lusso, capisci che... Comunque devi seguirmi, c'è stato un terribile pasticcio col tuo pianeta. Gli hanno fatto fare la fine dell'uomo.
ARTHUR: Topo.
SLARTIBARTFAST: Come?
ARTHUR: Gli hanno fatto fare la fine del topo.
SLARTIBARTFAST: Ah. Ah, ah, ah, ah, sì, se voi uomini dite così... Vieni. Oh, devo avvisarti, st... stiamo per passare per una specie di portale di accesso. E può... può darti fastidio. Dà i brividi, almeno a me. Ah, ah, ah! Benvenuto nella nostra officina! Ah, ah, ah! Ah.


FORD: Oh, sì.
ZAPHOD: Molto bene. Molto bene. Sì, ci siamo. Ci siamo. O grande Pensiero Profondo! Abbiamo viaggiato in lungo e... in largo. Hai tu elaborato la Domanda Fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto?
PENSIERO PROFONDO: No.
ZAPHOD: Come?
PENSIERO PROFONDO: Ho guardato la TV.
ZAPHOD: Oh...
PENSIERO PROFONDO: Ho progettato un altro computer apposta.
ZAPHOD: Oh, certo. Dimenticavo. Ed è qui?
PENSIERO PROFONDO: No, non è qui. È un altro mondo.
ZAPHOD: È su un altro mondo!
PENSIERO PROFONDO: Ho detto "è" un altro mondo, stupido. O meglio "era", finché i Vogon non l'hanno distrutto per far passare una superstrada iperspaziale.
ZAPHOD: Beh... okay. Davvero non hai la Domanda, o la maniera... sì, insomma... di averla? Non sai che ho passato per arrivare qui, credo.
PENSIERO PROFONDO: Oh! Zitto! Zitto! Ricomincia il cartone.
ZAPHOD: Beh, ho disturbato abbastanza, quindi... Fantastico. Grande... Vado a cercare qualche altra cosa che mi dia una ragione di vita.
FORD: Zaphod!
ZAPHOD: Eh.
FORD: Zaphod!
ZAPHOD: Sì.
FORD: Ci sarebbe l'arma.
ZAPHOD: Quale?
FORD: Quella che ti ha chiesto Humma. Gli hai dato la testa.
ZAPHOD: L'ho fatto? Davvero? Perché? Eh! Okay. Che stupido!
FORD: O Pensiero Profondo! Qualcuno ci ha detto che qui c'è un'arma!
SLARTIBARTFAST: Guarda là. La riconosci?
ARTHUR: Allora non è stata distrutta.
SLARTIBARTFAST: Veramente sì. Questa è una copia. Terra versione due.
ARTHUR: Quindi tu hai creato la Terra?
SLARTIBARTFAST: Ah, ah, ah, non io da solo, ma ho fatto la mia parte. Mai sentito di un posto che credo si chiami Norvegia?
ARTHUR: Sì.
SLARTIBARTFAST: Era opera mia. Ci ho preso anche un premio. Aaah! Uh-uh! Ciao, Frank! Quello... quello è Frank. Ah ah! Hanno... hanno quasi finito gli oceani.


FORD: Zaphod, tieni. C'era. Hai visto? Humma l'ha detto.
ZAPHOD: Eh?
FORD: Sì. Adesso ti ridà la testa.
ZAPHOD: Ciao, Ford.
FORD: Ciao, Zaphod.
ZAPHOD: È stato bello conoscerti, razza di frugo.
FORD: No, no, no, no, no, no, no.
TRILLIAN: Ah!
ZAPHOD: Pure questa è una fregatura.
FORD: Ehi, bello! Chissà quanto... quanto sei frustrato, credo. Hai passato tutto, tanta strada per niente, quindi niente soldi, niente fama, cose che meriti, bello, perché sei fantastico...
NARRATORE: L'arma Punto-di-vista svolge precisamente la funzione che il suo nome suggerisce.
FORD: Fantastico! Fantastico, bello! Fantastico! Tu.
NARRATORE: Se la si punta verso qualcuno e si tira il grilletto, all'istante l'altro vedrà le cose dal vostro punto di vista.
TRILLIAN: Dammi quest'affare.
NARRATORE: Fu progettata da Pensiero Profondo su commissione di un Consorzio Intergalattico di Casalinghe Arrabbiate, che dopo innumerevoli discussioni con i loro mariti, ne avevano fin sopra i capelli di finire le suddette discussioni con la frase: "Non riesci proprio a capire, eh?".
ZAPHOD: Oh! Hai ragione. Non devo starci così male, perché la vita scorre, no?, e noi dobbiamo scorrere con essa. Eh.
TRILLIAN: Sparagli ancora.
ZAPHOD: Ehi... oh... L'autostop è bello. E anche gli asciugamani. Ehi. Dicevamo?
TRILLIAN: Geniale.
ZAPHOD: Che.. che succede?
FORD: Mi piace.
ZAPHOD: Ehi.
TRILLIAN: Posso capire perché Humma Kavula ne voglia una. Beh, sarà meglio tornare. Arthur ci aspetta.
ZAPHOD: Sì. Frega a qualcuno?
TRILLIAN: Oh, beh, a me, soprattutto adesso che siamo una specie in via di estinzione, grazie a te.
ZAPHOD: Perché così tesa, bambolina? Rilassati!
TRILLIAN: Perché così tesa? Vuoi sapere perché sono tesa?
ZAPHOD: Sei tesa sì. Il tuo pianeta è esploso e tu vai a zonzo per la galassia col tizio che ha firmato l'ordine. Tu volevi conoscere la Domanda perché hai sempre pensato ci fosse altro nella vita, e ora sei a pezzi perché hai scoperto che invece non c'è. Uh! Ehi! Fantastico, eh? Psichedelico. Non hai una casa, non hai famiglia e stai con me, un altro di una lunga lista di uomini che in realtà non ti capiscono. Ma questo non è vero. Ho detto... E hai paura di aver perso l'unico che ci riesce davvero. Ehi, ops... Oh, bambolina. Dammi quest'affare!
TRILLIAN: Non va su di me. Sono già una donna.
ZAPHOD: Oh, non è niente, sono solo due topi.
SLARTIBARTFAST: Voilà! L'Himalaya! Bello, eh? Terrestre, devi renderti conto che il pianeta su cui vivevi era commissionato, pagato e governato dai topi.
ARTHUR: Quando dici "topi" ti riferisci a quelle creaturine bianche con baffi, orecchie e formaggio?
SLARTIBARTFAST: Sì, ma sono estensioni nella nostra dimensione di esseri pandimensionali iperintelligenti. Insomma, non... non... non conosco questo "formaggio" di cui parli, ma erano sulla Terra per condurre esperimenti su voi.
ARTHUR: Ah... ho capito adesso dov'è il malinteso. Eravamo noi a fare esperimenti su di loro.
SLARTIBARTFAST: Ah. No. Beh, sì. No. De... deduco che volevano che lo pensaste, ma eravate elementi del loro programma informatico.
ARTHUR: Effettivamente questo spiega un sacco di cose. Era tutta la vita che avevo la strana sensazione che stesse accadendo qualcosa di grosso e sinistro nel mondo.
SLARTIBARTFAST: No, questa è normalissima paranoia. Ce l'hanno tutti nell'universo. Sarà che sono vecchio e stanco, ma le speranze di scoprire che cosa stia realmente accadendo sono così assurdamente remote che la sola cosa da fare è infischiarsene e darsi da fare. Meglio essere felici che avere la verità in tasca.
ARTHUR: E tu lo sei?
SLARTIBARTFAST: Ah... No. Eh, eh, eh, eh! E qui cadono tutti i discorsi. Sei arrivato.


ARTHUR: Questa è...?
SLARTIBARTFAST: C'è... ehm... c'è... c'è tutto. Non solo, ma funziona. Bentornato.
FORD: Bentornato!
ARTHUR: Ehi! Ehi, ehi, ehi!
ZAPHOD: Ciao, bello!
TRILLIAN: Eccoti qua!
ZAPHOD: Sorpresa!
ARTHUR: Che... che state facendo? Che vi è successo? Questo è tè?
FORD: Beh, prima ci hanno aggrediti.
ARTHUR: Sì.
FORD: Ma poi per fare pace hanno preparato tante cose buone. È tutto prelibato. Tutto delizioso.
ARTHUR: Oh, ci voleva proprio.
BENJY: Felice che ti piaccia, creatura della Terra.
ARTHUR: Eh... Sono... topi. Topi parlanti. Forte.
FRANKIE: Siediti, terrestre.
ARTHUR: Oh, grazie. Grazie davvero.
BENJY: Prego, bevi.
SLARTIBARTFAST: Ah, scusate...
ARTHUR: Ehi.
SLARTIBARTFAST: Po... posso fare altro?
FRANKIE: No, va bene così, grazie.
SLARTIBARTFAST: Ah, bene. Oh, so... sono qui fuori, in caso. Eh.
ARTHUR: Era vero.
SLARTIBARTFAST: Sì.
FRANKIE: Prego, bevi.
ARTHUR: Sì. Proprio vero.
BENJY: Ed ora, agli affari!
FORD & ZAPHOD: Agli affari!
BENJY & FRANKIE: Mangiate!
FORD: Sh, sh...
ZAPHOD: Scusate.
BENJY: Come sai, abbiamo passato tanto tempo sul tuo pianeta cercando la Domanda Fondamentale, per poi vedercelo scoppiare in faccia. Letteralmente.
FRANKIE: Ecco perché sei qui. Ci hanno offerto un vantaggioso contratto per dei chat-show in 5D.
ARTHUR: Sì?
FRANKIE: Ma questo è il punto: dobbiamo avere un prodotto. Ci serve la Domanda Fondamentale. O almeno che suoni Fondamentale.
ARTHUR: Certo.
FRANKIE: Sì. Abbiamo ricostruito il pianeta. E ora ci serve solo il pezzo mancante del puzzle.
ARTHUR: Hm.
FRANKIE: Che si dà il caso sia il tuo cervello.
ARTHUR: Chiaro.
FRANKIE: Altro tè?
ARTHUR: Scusa, hai... hai detto che vi serve il mio cervello?
FRANKIE: Sì. Per completare il programma.
ARTHUR: Eh, eh, eh! Okay, io non posso darvi il cervello. Lo... lo uso.
FRANKIE: Non tanto.
ARTHUR: Non tanto? Sfacciato. Sfacciato, topo sfacciato. Zaphod! Trillian! Ford! Che c'era in quel cibo? Oddio, che c'era nel mio tè?
BENJY: Tranquillo. Non sentirai niente.
ARTHUR: Oddio! Asp... Aspettate un cacchio di attimo! Vi serve una domanda la cui risposta sia quarantadue? Beh, che ve ne sembra di "quanto fa 6 per 7?". O... "Quanti Vogon ci vogliono per cambiare una lampadina?". O questa: "Quante le strade che un uomo farà?".
FRANKIE: Ehi, questa non è male!
ARTHUR: Bene. Bene, tenetevela. Ho pieno il cervello di domande, di cui, vi assicuro, nessuna delle risposte possibili mi ha mai portato una virgola di felicità. A parte una. La domanda. L'unica della quale avrei voluto la risposta: "È la ragazza giusta"? E la risposta non è quarantadue, è "sì". Indubbiamente, inevitabilmente, invariabilmente sì. E per una settimana, una settimana nella mia triste, effimera esistenza, mi ha reso felice.
TRILLIAN: Bella risposta.
BENJY: Fesserie! Noi vogliamo la fama, non la felicità.
FRANKIE: Sì!
BENJY: Basta con queste scemenze sentimentali.
FRANKIE: Il cervello!
ARTHUR: No! Non toccatemi il cervello! Non toccatemi il cervello, topi! Aaah!
TRILLIAN: Uh!
ZAPHOD: Io non c'entro!
FORD: Sono famoso.
FRANKIE: Sparagli, presto! Sparagli!
BENJY: Oh, cavolo!
ZAPHOD: Ehi, ma che schifo!
FORD: Belgio!
VOGON: Uno-due, uno-due, uno-due, uno-due, uno-due, uno-due, uno-due...
ARTHUR: Seguitemi.


VOGON: Uno-due, uno-due, uno-due, uno-due...
KWALTZ: Aaattenti!
MARVIN: Tante grazie per avermi abbandonato. Anche se non posso darvi torto.
KWALTZ: Signor Presidente, siamo qui allo scopo di proteggerla.
ZAPHOD: Ah, grazie, bello. Fa piacere.
KWALTZ: Fuoco.
ARTHUR: Ah!
QUESTULAR: No! No!
ARTHUR: Ehi, ehi! Ah!
MARVIN: Non capisco perché vi agitate tanto. I Vogon sono i peggiori tiratori della galassia. Uh...
QUESTULAR: Ma santo cielo, no!
KWALTZ: Cessate il fuoco!
MARVIN: Mi è venuto il mal di testa. Testa...
TRILLIAN: Marvin!
ZAPHOD: Oh, no.
VOGON: Ha un asciugamano! Oh! Scappiamo! Presto, scappiamo!
ZAPHOD: Ora vi porto in salvo io. Come si guida questa?
VOGON: Ehi, che sta succedendo? Che fate là?
TRILLIAN: Ci serve l'arma.
VOGON: Dove sono?
ZAPHOD: Come si mette in moto questa nave? E parti! Dai! E su! Uh! Fuoco! Fuoco!
KWALTZ: Fuoco! Fuoco!
I VOGON: Fuoco! Fuoco! Andiamo! Sparate! Fuoco!
II VOGON: Ha chiuso il cancello dall'altra parte! Dobbiamo fare il giro! Avanti!
ZAPHOD: Avanti! Avanti! Siamo al sicuro, qui!
FORD: Sta' giù! Sta' giù!
ARTHUR: Ah! Ah!
QUESTULAR: No!
FORD: Cadiamo! Cadiamo!
ZAPHOD: Basta! Basta! Basta spararci! Basta!
QUESTULAR: Ah!
KWALTZ: Oh! Mi sento così depresso.
I VOGON: Non sopporto un altro giorno.
II VOGON: Mi sento depresso.
III VOGON: È tutto inutile.
ARTHUR: Stai bene?
TRILLIAN: Sì.
ZAPHOD: Mi dispiace per la tua astronave, Arthur.
VOGON: Perché? Che tristezza!
TRILLIAN: Marvin, ci hai salvato la vita.
MARVIN: Lo so. Orribile, vero?
I VOGON: Non ce la faccio più.
II VOGON: Mi si spezza il cuore.
III VOGON: Sono così triste.
IV VOGON: Continui a chiederti...
V VOGON: Non ce la faccio.
IV VOGON: ... a che scopo.
INSERVIENTE: Portali via!
SLARTIBARTFAST: Non è che non possiamo, ma non è... I soldi non è che non posso... Se dici che si può avere tutto, beh, fate pure tutto, ma non sarebbe... Va bene, chiedo. Adesso chiedo, eh? Ah, sono... sono appena stato informato da uno dei ragazzi che dato... dato che ne manca ormai così poco...
ARTHUR: Sì?
SLARTIBARTFAST: ... pensavamo di andare avanti e finire la Terra.
ARTHUR: Ah.
SLARTIBARTFAST: Quindi, quindi si... beh, sì, si potrebbe rifare esattamente com'era quando l'hai lasciata, no?
ARTHUR: Sì.
SLARTIBARTFAST: Oh... A meno che... ci sia... beh, insomma, qualche cosa che vuoi cambiare. Qualcosa di cui il tuo pianeta possa fare a meno.
ARTHUR: Sì. Me.
SLARTIARTFAST: Oh! Pronto? No. Resta così. Sì, lasciala. S�.
ARTHUR: Andiamocene via.
TRILLIAN: Volentieri. Hai un posto in mente?
FORD: Io conoscerei un ristorante al termine dell'universo.
TRILLIAN: Io ho un certo appetito.
ZAPHOD: Devo andare da Humma. Ha qualcosa di mio. Credo. Sono così confuso. Ah, ah, ah!
QUESTULAR: Oh, tranquillo, baby, ti passerà.
ZAPHOD: E vai! Andiamo a rovesciare la galassia, baby. Solo tu e io. Andiamo. Ah, ah, ah!
QUESTULAR: Ah, ah, ah!
FORD: Hai l'asciugamano?
ZAPHOD: E vai, andiamo.
ARTHUR: Sì. Perché mi servirà?
FORD: Oh, sempre.
ARTHUR: Bene. Bene, sì, perché non andrei in nessun posto senza il mio asciugamano.
TRILLIAN: Ah, ah, ah!
SLARTIBARTFAST: Signori, tenetevi.
INSERVIENTI: Ciao!
SLARTIBARTFAST: Pronti all'attivazione del ciclo vitale. Tre, due, uno...
ZAPHOD: E vai! Yu-hu!
MARVIN: Non che a qualcuno interessi quello che dico, ma il ristorante è all'altro termine dell'universo.


NARRATORE: Com'è noto ne uccide più la lingua che la spada, ma non sempre si afferrano appieno le reali dimensioni del problema. Ad esempio, nel preciso istante in cui Arthur Dent ha detto "Non andrei in nessun posto senza il mio asciugamano", un singolare cunicolo si è aperto nel tessuto del continuum spazio-temporale, trasportando le sue parole lontano, lontano nel tempo, attraverso quasi infinite tratte di spazio, fino a una remota galassia, dove strani e bellicosi esseri si trovavano sull'orlo di una spaventosa battaglia interstellare. I due condottieri avversari, sfolgoranti nei loro pantaloncini da battaglia tempestati di gemme nere, stavano parlamentando per l'ultima volta quando cadde un silenzio di tomba. E in quel preciso istante, le parole "Non andrei in nessun posto senza il mio asciugamano" aleggiarono sul tavolo delle trattative. Purtroppo, nella loro lingua, questo era l'insulto peggiore che si potesse concepire. Così le due flotte contrapposte decisero di appianare le restanti divergenze allo scopo di lanciare un attacco congiunto contro la nostra galassia, ormai identificata con certezza come la fonte del commento offensivo. Per migliaia di anni, le potenti navi stellari attraversarono le vuote distese dello spazio per poi tuffarsi urlanti sul pianeta Terra, dove, in seguito ad un terribile errore di calcolo delle proporzioni, l'intera flotta da guerra fu accidentalmente inghiottita da un cagnolino. Coloro che studiano le complesse interazioni di causa ed effetto nella storia dell'universo sostengono che questo genere di cose accade continuamente.

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(2007)