IL DOTTOR STRANAMORE

Regia: Stanley Kubrick

Cast: Peter Sellers (Mandrake/Muffley/Dr. Stranamore), George C. Scott (Turgidson), Sterling Hayden (Ripper), Keenan Wynn (Guano), Slim Pickens (Kong), Tracy Reed (Scott).

Trama: ... ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba.


NARRATORE: Da più di un anno, nelle altissime sfere del mondo occidentale, circolavano voci sinistre, secondo le quali l'Unione Sovietica preparava quella che veniva considerata l'arma nucleare senza scampo, l'ordigno "Fine del mondo". I servizi informazioni avevano localizzato le basi di questo segretissimo piano nelle desolate lande perennemente avvolte dalla nebbia ai piedi delle cime artiche delle isole Zhokhov. Che cosa si stesse preparando in quella zona tanto lontana e inospitale, nessuno avrebbe potuto specificare.
ATTENDENTE: Il generale Ripper.
LIONEL MANDRAKE: Parla il comandante Mandrake.
JACK D. RIPPER: Sono il generale Ripper.
MANDRAKE: Sì, signore.
RIPPER: Riconosce la mia voce, Mandrake?
MANDRAKE: Sì, signore. Perché me lo chiede?
RIPPER: Lei non se l'immagina?
MANDRAKE: Non lo so, signor generale. Ci siamo telefonati anche poco fa, no?
RIPPER: Non penserà che gliel'abbia chiesto senza una ragione maledettamente importante, vero, Mandrake?
MANDRAKE: No, signor generale.
RIPPER: Beh, allora cerchiamo di venire al sodo. Gli aerei hanno comunicato di essere sui punti?
MANDRKE: Sì, signore, abbiamo ricevuto adesso l'ultimo segnale.
RIPPER: Allora mi ascolti attentamente. La base sia messa in stato d'allarme. Lo comunichi subito a tutti i reparti.
MANDRAKE: Stato d'allarme, ottima idea. Il personale va tenuto sul chi vive.
RIPPER: Guardi che non si tratta di un'esercitazione.
MANDRAKE: Non è un'esercitazione?
RIPPER: Non dovrei dirglielo. Ma lei è un buon ufficiale, e ha il diritto di saperlo. Pare che sia scoppiata la guerra.
MANDRAKE: Oh, cacchio. Ci sono di mezzo i russi?
RIPPER: Non mi è stato detto altro. Me l'hanno comunicato sul telefono rosso, e m'hanno ordinato di isolare la base, cosa che farò subito. Allora, lei deve trasmettere il Piano R, R come Robert, agli aerei. Piano R come Robert.
MANDRAKE: Ma siamo a questo punto?
RIPPER: Eh, sì, è molto grave.
MANDRAKE: Sì, signore. Piano R come Robert.
RIPPER: E adesso la cosa più importante: le radio private devono essere immediatamente sequestrate.
MANDRAKE: Sì, signore.
RIPPER: Perché non servano a dare ordini agli eventuali sabotatori. La polizia militare ha già fatto la nota degli apparecchi, e devono essere sequestrati tutti, senza eccezione.
MANDRAKE: Sì, signore.
RIPPER: Appena fatto questo, mi dia conferma.
MANDRAKE: Sì, signore.


NARRATORE: Onde premunirsi da eventuali attacchi atomici di sorpresa, il Comando aereo strategico americano tiene in volo in continuazione un numero molto elevato di bombardieri B52. Ognuno di questi aerei porta un carico di bombe H per un totale di 40 megatoni, il cui potere distruttivo è pari a sedici volte quello di tutti gli ordigni esplosivi usati da tutti gli eserciti durante la II Guerra Mondiale. Pur avendo le loro basi in America, le forze aeree d'allerta hanno uno schieramento che va dal Golfo Persico all'Oceano Artico. Ma i loro apparecchi hanno una comune caratteristica geografica: sono tutti a due ore di volo dai bersagli loro assegnati sul territorio russo.
B. GOLDBERG: Comandante? Le sembrerà una pazzia, ma ho ricevuto dalla base un cifrato sul CRM-114. Sarebbe l'esecutivo del Piano R. R come Romeo.
T.J. "KING" KONG: Cosa? Hai detto l'esecutivo del Piano R?
GOLDBERG: Sì, signore, l'ho detto.
KONG: Goldy, quante volte vi devo dire che non permetto questi scherzi del piffero quando siamo in volo?
GOLDBERG: Ma non è uno scherzo del piffero. È proprio così.
KONG: Senti, Goldy, io mi sono fatto per lo meno quattro campagne elettorali, ma questa è la fesseria più grossa che abbia mai sentito. Non avrai sbagliato cifrario?
GOLDBERG: No, signore.
KONG: Beh, qualche pasticcio ci deve essere. Aspetta che adesso vengo io. Oh... Facciamo una cosa: chiediamo conferma, eh?
GOLDBERG: Sì, signore.
LOTHAR ZOGG: Comandante, non sarà una specie di prova di fedeltà, questa? Dare l'ordine d'attacco per vedere chi ci va veramente?
KONG: Se fosse così sarebbe un'esagerazione. E Ripper non l'avrebbe fatta, questa pensata, se i russi non avessero già spianato Washington e chissà quante altre città a colpi di bombe H.
ZOGG: Sì, signore.
GOLDBERG: Comandante, la base ha dato conferma.
KONG: Ragazzi, ho l'impressione che ci siamo. Questo è un corpo a corpo nucleare coi russi. Sentite, ragazzi... io coi discorsi mi ci rigiro poco. Ma ho idea che giù da noi stiano combinando qualcosa di molto ma molto grosso. Poi ho anche una certa idea di quello che vi sentite dentro per quello che io vi dico in questo momento. Beh, in fin dei conti non sareste nemmeno esseri umani se il pensiero di una battaglia a colpi di bombe H non vi facesse un po' di impressione. Ma una cosa dovete ricordarvi: la gente, giù a casa, conta su di noi, e per la miseria, noi non la deluderemo. Poi un'altra cosa... se anche questa faccenda è molto meno importante di quello che ho paura che sia, state certi che siete tutti destinati ad avere almeno una promozione o almeno qualche medaglia, quando sarà finita. E questo vale per tutti quanti, indistintamente, di qualunque razza, colore e religione sia. Beh, adesso basta chiacchiere e rimbocchiamoci le maniche.


MISS SCOTT: Micione, rispondo io?
"BUCK" TURGIDSON: Eh, per forza.
SCOTT: Pronto? Ehm, sì, il generale Turgidson c'è, ma non può venire all'apparecchio in questo momento. Sono la segretaria, miss Scott. Oh, sei tu, Freddy. Io bene, e tu? Stavo sbrigando un po' di corrispondenza del generale. Beh, senti, Freddy, è la verità, è occupato adesso, non può proprio venirci, al telefono. Aspetta un istante. Generale, un certo colonnello Puntridge che la vuole!
TURGIDSON: Digli che lo richiamo.
SCOTT: Freddy, dice che ti richiama lui tra qualche minuto. Oh... Ha detto che è urgente!
TURGIDSON: Ah, che scocciatore! Chiedigli cosa vuole.
SCOTT: Freddy, l'hai capito che il generale è nel bagno, per così dire? Puoi dire a me di che si tratta? Un momento. Pare che otto minuti fa abbiano intercettato un segnale trasmesso dalla base aerea di Burpelson! Sì. Era diretto all'843° stormo che era in volo di vigilanza! E pare che sia l'esecutivo del piano d'attacco R!
TURGIDSON: Beh, digli... Digli di chiamare il comandante della base, come si chiama... Ripper. Io ho altro da fare, in questo momento.
SCOTT: Il generale dice di chiamare il generale Ripper, il comandante della base aerea. Ah... Le comunicazioni sono interrotte!
TURGIDSON: Merda! Digli di riprovare.
SCOTT: Il generale dice se non ti dispiace di provarci un'altra volta. Ho capito. Dice che ci ha già provato parecchie volte personalmente, ma non rispondono! Anche i telefoni normali sono tagliati!
TURGIDSON: Dimmi, Freddy, di che si tratta? Sì. Ma... Ma ne sei proprio sicuro? Ah... Ma sul quadro della situazione che c'è? Niente? Proprio niente? Non mi piace questa storia. Beh, facciamo una cosa, eh? Da' una telefonata a Elmo e a Charlie e metti tutti in Condizione Rossa. Poi ti richiamo io.
SCOTT: Che c'è?
TURGIDSON: Niente, niente... Dove sono le mutande?
SCOTT: Lì per terra. Dove vai?
TURGIDSON: Ah, niente, niente... Ah, non preoccuparti. Faccio una capatina in... in Centrale Operativa a dare un'occhiata.
SCOTT: Ma sono le tre di notte!
TURGIDSON: Eh, eh, l'aviazione non dorme mai!
SCOTT: Micione, io non volevo dormire...
TURGIDSON: Eh, lo so, lo so, cara. Sai cosa devi fare? Tu incomincia pure il conto alla rovescia e il tuo micione sarà di ritorno prima che tu possa dire "Lanciate", eh?


RIPPER: I comunisti non hanno alcun rispetto per la vita umana, nemmeno per la propria. E per questa ragione, ragazzi, dovete convincervi che è necessaria da parte nostra la più rigorosa sorveglianza. Il nemico potrebbe cogliervi di sorpresa, oppure attaccare frontalmente. E anche venire con le divise del nostro esercito. Ma in ogni caso, dovremo fermarlo. Qualunque sacrificio costi, non dovrà penetrare nella base. E per questo, voi vi atterrete a tre semplici regole. Prima: non vi fidate di nessuno, qualunque divisa porti e qualunque sia il suo grado, a meno che non lo conosciate personalmente. Secondo: su qualunque cosa mobile che si avvicini a meno di 200 metri si dovrà aprire il fuoco. Terzo: se avrete dei dubbi, prima sparare e poi chiedere spiegazioni. Io preferisco le perdite insignificanti che ne potrebbero derivare al rischio che la base venga occupata o distrutta dal nemico. Qualsiasi modifica a queste disposizioni potrà essere fatta solo da me. E ora, per concludere, ragazzi, vi dirò soltanto che nei due anni che ho avuto il grande privilegio di essere il comandante della base e il vostro comandante, io ho sempre preteso il meglio di voi, e voi m'avete sempre dato il meglio di voi stessi. Oggi, la nazione fa affidamento su di noi, e noi ci dimostreremo degni della sua fiducia. Buona fortuna a tutti.


AVIERE: Il piano d'attacco, comandante.
KONG: Attenzione al piano d'attacco. Per impedire che il nemico possa intercettare le trasmissioni o inserirsi con falsi messaggi, tutti i radioricevitori dovranno essere smistati sul CRM-114. Il prefisso segreto d'emergenza dovrà essere introdotto in tutti i quadranti del CRM. Ciò bloccherà tutte le trasmissioni che non siano precedute dal prefisso segreto d'emergenza. Pronti a introdurre il prefisso.
GOLDBERG: Ricevuto. Pronti a introdurre il prefisso.
KONG: Introdurre il prefisso.
GOLDBERG: Prefisso introdotto.
KONG: Bloccare il prefisso.
GOLDBERG: Prefisso bloccato.
KONG: Smistare tutti i ricevitori sui selettori CRM.
GOLDBERG: Tutti i ricevitori smistati sui selettori CRM.
KONG: Controllare circuiti d'autodistruzione.
GOLDBERG: Circuiti d'autodistruzione controllati.
KONG: Obiettivo primario: base missilistica intercontinentale di Laputa, sigla convenzionale: Yankee, Golf, Tango, 3-6-0.
Ordigno nucleare da 30 megatoni predisposto per esplodere a 10.000 piedi di quota. L'ordigno da 20 megatoni sarà usato in difetto di funzionamento del primo. Altrimenti portarsi sul bersaglio secondario. Rampe di lancio sette miglia a est di Borshov. Sigla convenzionale: Novembre, Bravo, X-Raggi, 1-0-8. Predisposto per esplodere a 10.000... mi correggo... 12.000 piedi.


MANDRAKE: Scusi, generale, ho scoperto qualcosa che mi pare interessante. Senta qui: musica da una stazione civile. Secondo me hanno voluto soltanto fare una prova per controllare la nostra preparazione. Però mi pare eccessivo: i nostri saranno nel raggio d'azione dei radar russi fra venti minuti circa. Senta. È pieno zeppo di stazioni che trasmettono.
RIPPER: Mandrake.
MANDRAKE: Sì, signore?
RIPPER: Non le avevo dato l'ordine di sequestrare tutte le radio private?
MANDRAKE: Sì, signore, e stavo sequestrando questa quando l'ho accidentalmente messa in funzione. E allora mi sono detto: i nostri stanno per buttare sulla Russia tutta quella roba, è meglio fermarli, se no chissà che pandemonio ne nasce, no?
RIPPER: Comandante, anche se lei è un ufficiale inglese, adesso dipende da un comando americano e quindi mi deve obbedire.
MANDRAKE: Ah, lo so, ma ho pensato che anche a lei la notizia facesse piacere. In fin dei conti, diciamo la verità, potendone fare a meno, di una guerra atomica, tanto meglio, no?
RIPPER: Si accomodi. e spenga quell'affare.
MANDRAKE: Sì, signore. E circa gli aerei? Sarà bene trasmettere il segnale di richiamo, eh?
RIPPER: Gli aerei non saranno affatto richiamati, comandante. L'ordine d'attacco l'ho dato e rimane.
MANDRAKE: Se mi è permesso dirlo, generale, questo sarebbe secondo me un punto di vista un po' personale. Io dico che se ci fosse un un attacco russo in atto, noi non sentiremmo musica leggera alla radio.
RIPPER: Lei ne è sicuro?
MANDRAKE: Non ho il minimo dubbio in proposito.
RIPPER: E se così fosse?
MANDRAKE: Beh, non potrei darle ragione, generale, perché... Insomma, se i russi non avessero attaccato, allora ricorrere al Piano R... voglio dire, i suoi ordini agli aerei... Già. Insomma, secondo me ci dev'essere... anzi, c'è, qualcosa che non va.
RIPPER: Cerchi di stare tranquillo, comandante. Mi prepari un po' d'alcool medicinale allungato con acqua piovana, e lei beva quello che desidera.
MANDRAKE: Signor generale, come ufficiale di Sua Maestà britannica, è mio preciso dovere, date le attuali circostanze, trasmettere l'ordine opportuno di mia propria iniziativa, e richiamare gli aerei. Col suo permesso. Mi scusi, ma deve darmi la chiave e il segnale di richiamo. Li ha sotto mano?
RIPPER: Io le ho già detto di stare tranquillo. Tanto, a questo punto, non c'è più niente da fare. Solo io conosco le lettere del segnale di richiamo.
MANDRAKE: E allora deve darmele, generale! Devo forse considerarla una minaccia quella pistola, generale?
RIPPER: Mandrake, io immagino che lei non abbia pensato che mentre noi conversiamo amabilmente, il Comitato di difesa e il Presidente stanno prendendo decisioni di estrema gravità. E quando si accorgeranno che non c'è la possibilità di richiamare gli aerei, capiranno che solo una cosa resta da fare: andare in fondo. Mandrake, ricorda che cosa diceva Clemenceau sulla guerra?
MANDRAKE: No, guardi, sul momento no, generale.
RIPPER: Che la guerra è troppo importante per farla fare ai generali. Quando diceva questo, cinquant'anni fa, avrà avuto ragione. Oggi invece è troppo importante per farla fare agli statisti, in quanto non hanno il tempo, né l'esperienza, né una naturale disposizione per la strategia. Io non posso più assistere inerte all'infiltrazione comunista, alla sovversione comunista, alla propaganda, e a questa cospirazione comunista internazionale per diluire e contaminare ogni nostro umore vitale più prezioso.


MERKIN MUFFLEY: Ci sono tutti, Staines?
STAINES: Signor Presidente, il Segretario di Stato è nel Vietnam, il Segretario alla Difesa è nel Laos, il Vicepresidente è a Città del Messico. Possiamo metterci in contatto, se sarà necessario. Comunque, ci sono i sottosegretari qui.
MUFFLEY: Bene. Generale Turgidson, che cosa succede?
TURGIDSON: Signor Presidente... eh... 35 minuti fa, grosso modo, il generale Jack Ripper, che detiene il comando della base aerea di Burpelson, ha dato un ordine ai 34 B52 del suo stormo, che si trovavano in quel momento in volo, per un'esercitazione denominata Operazione Dropkick. Ora sembrerebbe che secondo quest'ordine, i 34 aerei debbano bombardare la Russia. Gli aerei sono in assetto di guerra, e ciascuno porta un carico di armi nucleari il cui potenziale medio è 40 megatoni. Ora, lì, sul quadro della situazione, si vedono le posizioni degli aerei. I triangoli rappresentano i loro obiettivi primari, i quadrati gli obiettivi secondari. Gli aerei dovrebbero essere a portata dei radar russi fra... 25 minuti.
MUFFLEY: Generale, questa faccenda non mi riesce molto chiara. Io ero fermamente convinto di essere il solo che potesse dare l'ordine di usare le armi nucleari.
TURGIDSON: Ah, è così, lei solo può dare quest'ordine. E per quanto io non ami giudicare prima di conoscere i fatti, si direbbe che Ripper abbia abusato della propria autorità.
MUFFLEY: Mi pare evidente. E molto più di quanto io ritenessi possibile.
TURGIDSON: Forse lei non... ricorda quanto disposto nel Piano R.
MUFFLEY: Il Piano R?
TURGIDSON: Il Piano R è il piano di guerra d'emergenza secondo cui anche un generale può ordinare la reazione nucleare in seguito ad attacco di sorpresa, qualora la catena gerarchica sia stata interrotta. Lei l'ha approvato, e se lo ricorderà. Ricorderà anche quando il senatore Beauford fece tutto quel can-can perché diceva che come deterrente non era credibile. Insomma, il Piano R dovrebbe essere una specie di rappresaglia di salvaguardia.
MUFFLEY: Di salvaguardia.
TURGIDSON: Riconosco che l'elemento umano ci ha deluso, questa volta. Ma lo scopo era soffocare nei russi la speranza di poter far fuori Washington, e lei che ci sta, con un attacco atomico di sorpresa senza subire alcuna rappresaglia per la mancanza temporanea di un comando.
MUFFLEY: Beh, comunque gli aerei torneranno alla base, una volta arrivati ai punti di inizio attacco, no?
TURGIDSON: Eh... Purtroppo no, perché si trovavano già sui punti di inizio attacco quando... quando hanno ricevuto l'ordine. Ora, una volta oltrepassato quel punto, non c'è bisogno di altri ordini, vanno direttamente sugli obiettivi.
MUFFLEY: Ebbene, ordiniamo agli aerei di invertire la rotta.
TURGIDSON: Purtroppo non siamo in condizione di comunicare con gli aerei.
MUFFLEY: Perché?
TURGIDSON: Come lei ricorderà, una delle disposizioni del Piano R prescrive che quando è stato... è stato ricevuto l'esecutivo, tutti i circuiti radio di cui sono dotati gli aerei siano smistati su di uno speciale apparecchio che si chiama CRM-114. Ora, allo scopo di impedire al nemico di trasmettere ordini falsi o intesi a confondere, il CRM è fatto in modo da non far passare alcuna trasmissione, a meno che i messaggi non siano preceduti da un gruppo di tre lettere preventivamente stabilito.
MUFFLEY: Insomma, lei vorrebbe dire, generale, che non è in condizioni di richiamare gli aerei?
TURGIDSON: Grosso modo è così. Tuttavia noi proveremo tutte le combinazioni possibili delle tre lettere che compongono il prefisso. Ma siccome ci sono diciassette... mila... permutazioni, ehm... ci vorranno tre giorni per trasmetterle tutte.
MUFFLEY: E gli aerei quando saranno a portata dei radar russi?
TURGIDSON: Tra circa diciotto minuti.
MUFFLEY: Possiamo comunicare con Ripper?
TURGIDSON: Ah, purtroppo no, perché Ripper ha isolato la base e interrotto le comunicazioni.
MUFFLEY: E allora lei come lo sa tutto questo?
TURGIDSON: Il generale Ripper ha telefonato al comando aereo strategico subito dopo aver trasmesso l'esecutivo agli aerei in volo. Ho un verbale della conversazione. Se vuole, lo posso leggere.
MUFFLEY: Legga.
TURGIDSON: L'ufficiale di servizio ha pregato il generale Ripper di confermare se avesse dato l'esecutivo. E lui ha detto: "Sissignore, sono partiti, e nessuno li potrà richiamare. Per il nostro Paese, e per la nostra civiltà, vi consiglio di mandargli dietro tutti gli altri aerei del SAC. Altrimenti saremo completamente distrutti dalla rappresaglia. I miei ragazzi vi daranno un vantaggio iniziale pari a ben 1.400 megatoni. E state certi che nessuno li fermerà. Quindi, avanti tutta. Non c'è altro da fare. A Dio piacendo, noi vinceremo. E saremo così liberi dalla paura e in piena salute, per la purezza e l'essenza dei nostri naturali... fluidi. Dio vi aiuti". Ed ha chiuso. Le ultime frasi non le abbiamo ancora del tutto capite.
MUFFLEY: Non c'è niente da capire, generale. Quest'uomo è uno psicopatico.
TURGIDSON: Io preferisco non esprimermi finché non si conoscono tutti i fatti.
MUFFLEY: Generale Turgidson, lei mi aveva assicurato che con l'istituzione delle prove di fiducia specifica una cosa simile non avrebbe mai potuto verificarsi.
TURGIDSON: Beh, io non credo giusto giudicare negativa tutta un'organizzazione per un singolo disservizio.
MUFFLEY: Voglio parlare al telefono col generale Ripper.
TURGIDSON: Purtroppo è impossibile.
MUFFLEY: Generale Turgidson, il mio interesse per quello che lei ritiene possibile o impossibile diminuisce di momento in momento. Generale Faceman...
FACEMAN: Sissignore.
MUFFLEY: Ci sono reparti dell'esercito nelle vicinanze di Burpelson?
FACEMAN: Vedo subito, signor Presidente.
TURGIDSON: Pronto... Non mi devi chiamare qui, non lo sai dove sono? Tesoro, non ti posso parlare adesso. Il Presidente ha bisogno di me.
STAINES: Non sarà il caso di avvertire la difesa civile?
MUFFLEY: Hmmm...
TURGIDSON: Ma certo che preferirei essere con te. Ma no che non è solo fisico.
MUFFLEY: Non vorrei causare allarme fra la popolazione.
TURGIDSON: Io ho moltissima stima per te. E un giorno tu diventerai la signora Turgidson. Ahm... senti, tu mettiti a dormire, e il tuo micione tornerà appena possibile. Va bene. Ah, amore? Non scordarti le preghiere, eh.
FACEMAN: Signor Presidente, c'è la 23sima divisione accasermata a circa sette miglia da Burpelson, Alvarado.
MUFFLEY: Generale Faceman, dia ordine di entrare nella base, trovare il generale Ripper e metterlo subito in contatto telefonico con me.
FACEMAN: Sì, signore.
TURGIDSON: Signor Presidente, vorrei ricordarle che durante la Condizione Rossa le basi sono isolate da ogni contatto con l'esterno, e le basi sono fortemente presidiate. Chiunque cercasse di entrarvi con la forza subirebbe perdite gravissime.
FACEMAN: Scusi, generale, con tutto il rispetto per il suo... il suo presidio, i miei ragazzi lo faranno fuori in quattro e quattr'otto.
TURGIDSON: Signor Presidente, vorrei dire il mio punto di vista, se permette.
MUFFLEY: Dica, generale.
TURGIDSON: Primo: le speranze di poter richiamare gli aerei in tempo utile si stanno riducendo ad un ordine assolutamente infimo di probabilità. Due: fra meno di quindici minuti i russi si troveranno sui radar i nostri aerei. Tre: a questo punto diventeranno furibondi e reagiranno con tutta la loro energia. Quattro: se, prima di allora, noi non saremo riusciti a sopprimere le loro capacità di rappresaglia, subiremo la più completa distruzione. Ora, cinque: se, contrariamente, noi sferriamo un attacco deciso e coordinato su tutti i loro campi d'aviazione e basi missilistiche, abbiamo buona probabilità di prenderli con le braghe in mano. Cribbio, abbiamo la superiorità di uno a cinque, in fatto di missili! Potremmo mandarne tre su ogni obiettivo pur mantenendone una scorta considerevole per qualsiasi evenienza. Adesso, sei: da uno studio riservato, che abbiamo compiuto su questa ipotesi, è risultato che noi distruggeremmo il 90% della loro potenza nucleare e che pertanto vinceremmo, subendo perdite modeste e accettabili fra i civili, mentre il nemico riporterebbe perdite dalle quali non potrebbe risollevarsi.
MUFFLEY: Generale, noi abbiamo più volte proclamato che non saremo mai i primi a ricorrere alle armi nucleari.
TURGIDSON: Beh, a quanto pare il generale Ripper è venuto meno a questi princìpi.
MUFFLEY: Ma non si tratta di un atto della nazione. In ogni caso siamo ancora in tempo a riparare.
TURGIDSON: Signor Presidente, il momento della verità si sta rapidamente avvicinando, sia per noi che per la vita stessa della nostra nazione, e la verità non è sempre piacevole. Ma questo rende necessario scegliere, e scegliere adesso, fra due prospettive ambedue spiacevoli ma ciò nonostante nettamente diverse e distinte fra loro, e cioè avere venti milioni di morti, o averne più di 150 milioni.
MUFFLEY: Lei parla di assassinii in massa, generale, non di guerra.
TURGIDSON: Signor Presidente, io non dico che non ci costerà proprio niente. Però io dico non più di 10-20 milioni di morti. Massimo, ah... questione di fortuna.
MUFFLEY: Io non voglio passare alla storia come il maggiore assassino di massa dopo Hitler.
TURGIDSON: Sarebbe meglio, signor Presidente, se lei pensasse un po' di più al popolo americano e un po' di meno alla storia.
MUFFLEY: Generale, io credo che quanto lei ha detto sia più che sufficiente. La ringrazio.
STAINES: Signor Presidente, c'è giù l'ambasciatore che aspetta.
MUFFLEY: Ah, bene. Tutto regolare?
STAINES: Ha dato in escandescenze per la scorta di polizia.
MUFFLEY: Eh, beh... forza maggiore. Lo faccia venire subito qui.
STAINES: Sissignore.
TURGIDSON: Ma... si tratta dell'ambasciatore russo?
MUFFLEY: Sì, proprio lui.
TURGIDSON: Eh... Ma ne devo dedurre che l'ambasciatore russo sarà fatto entrare qui, in Centrale Operativa?
MUFFLEY: Esattissimo, generale, l'ho fatto chiamare io.
TURGIDSON: Oh, beh... Io... io... io... io non so trovare le parole, ma lei si rende conto di quale rischio rappresenti questo per la segretezza? Insomma... insomma, quest'uomo vedrà tutto. Anche il quadro della situazione.
MUFFLEY: È esattamente quello che voglio, generale. Esattamente quello che voglio. Staines, mi chiami il primo ministro Kissoff al telefono.


KONG: Controllo del pacco di sopravvivenza. Ognuno deve contenere: una pistola calibro 45, due scatole di munizioni. Razioni concentrate d'emergenza per quattro giorni. Un pacchetto medicinali contenente antibiotici, morfina, pillole di vitamine, stimolanti, sonniferi, pillole tranquillanti. Un libretto comprendente un elenco di semplici frasi russe e la Bibbia. Cento dollari in moneta russa, altri cento dollari in oro. Nove pacchetti di gomma da masticare. Un pacchetto di preservativi, tre rossetti, tre paia di calze di nylon... Ci si potrebbe passare una bella domenica con tutta questa roba.


ALEXI DE SADESKY: Pesce fresco avete?
AIUTANTE: Eh, no, eccellenza.
DE SADESKY: Quelle uova sono fresche?
AIUTANTE: Sì, eccellenza.
DE SADESKY: Allora due uova in camicia, e poi anche sigari. Havana, naturalmente.
AIUTANTE: Solo questo, eccellenza?
DE SADESKY: Sì.
AIUTANTE: Provvedo subito, eccellenza.
RANDOLPH: Provi uno di questi sigari di Giamaica, eccellenza, sono molto buoni.
DE SADESKY: Grazie, no, io non dà manforte a tirapiedi del capitalismo.
RANDOLPH: Ah... solo a quelli del comunismo, eh?
TURGIDSON: Ma signor Presidente, lei permette a quel lurido comunista di vomitarci addosso i suoi insulti?
STAINES: Signor presidente, il primo ministro russo non è al Cremlino. Nessuno sa dove sia, ma sanno che non sarà in ufficio prima di due ore.
DE SADESKY: Certo, a questa ora... Provi 86543.
STAINES: Subito.
DE SADESKY: Attraverso di ufficio lei non troverà mai. Nostro primo ministro è uomo del popolo, ma è anche uomo, se ho reso l'idea.
TURGIDSON: Comunista ateo e degenerato...
DE SADESKY: Che cosa ha detto? 
TURGIDSON: Ho detto che il vostro primo ministro è un comunista ateo e degenerato!
DE SADESKY: Protesto! Io protesto!
STAINES: Signor Presidente, il numero è stato chiamato.
TURGIDSON: Ah, l'ho beccato, lo sapevo io! Maledetta spia! Per fucilazione corte marziale!
DE SADESKY: ... ha messo macchina fotografica nella tasca!
MUFFLEY: Signori, non potete fare a botte in Centrale Operativa. Che cosa succede? Esigo una spiegazione.
DE SADESKY: Questo idiota voleva mettere indosso di me ridicola macchina fotografica.
TURGIDSON: Eh, adesso rivolta la frittata, lui. Questo schifoso comunista stava prendendo fotografie, capisce presidente?, del quadro!
MUFFLEY: Mi meraviglio, eccellenza!
DE SADESKY: Ma quest'idiota cercava di mettere indosso di me quella ridicola macchina fotografica.
TURGIDSON: Che faccia tosta! L'ho visto io! Io coi miei occhi!
MUFFLEY: Insomma, non ho mai visto due persone comportarsi tanto male in una Centrale Operativa!
STAINES: Signor Presidente, il ministro Kissov è in linea.


I SOLDATO: Però! Ci sanno fare, questi comunisti.
II SOLDATO: Guarda quei camion. Tali e quali ai nostri.
I SOLDATO: Chissà chi glieli ha dati.
II SOLDATO: Noi di sicuro, come residuati.
I SOLDATO: Allora, a duecento metri si apre il fuoco.


MUFFLEY: Gli dica che è qui e che interverrà nella conversazione se io dirò qualche cosa di falso, ma per favore, non gli dica niente di più... Alexei! Alexei, la prego. La scongiuro!
DE SADESKY: Dov'è il telefono?
MUFFLEY: Staines, andiamo, presto!
DE SADESKY: [...] Io ho fatto come voleva. Ma attento, signor presidente: io credo che ubriaco.
MUFFLEY: Pronto? ... Eh-eh... pro... pronto, Dimitri? Dimitri, non sento molto bene. Ti dispiacerebbe abbassare un po' il giradischi? Adesso è molto meglio, sì. Eh... Sì, sì, bene. Ti sento alla perfezione, Dimitri. La voce mi arriva chiara e senza il minimo disturbo. Anch'io non sono disturbato, vero? Bene, bene... Allora vuol dire che nè io né te siamo disturbati. Bene. Sì, è una bella cosa che tu stia bene e anch'io. Sono dello stesso parere. È bello stare bene. Senti un po', Dimitri... Ti ricordi che noi... noi abbiamo sempre parlato di questa possibilità che succedesse qualche inconveniente con la bomba? La bomba, Dimitri. La bomba all'idrogeno. Beh, insomma, è successo questo: uno dei nostri comandanti di base ha... ha... ha... ha avuto come... beh, insomma, gli è girato il boccino. Beh, sai, è diventato un po'... strano, e... Insomma, ha fatto una sciocchezzuola... Ecco, adesso ti dico cosa ha fatto: ha ordinato ai suoi aerei di venirvi a bombardare. Ma lasciami finire, Dimitri! Lasciami finire, Dimitri! Ma cosa credi, che io mi stia divertendo? Tu te l'immagini quello che sto passando io, Dimitri? E se no perché t'avrei telefonato? Per dirti ciao? Certo che mi fa piacere parlarti. Mi fa molto, moltissimo piacere. Non adesso, però, un'altra volta. Adesso t'ho chiamato per dirti che è successo qualcosa di... di veramente terribile. È una telefonata amichevole, sicuro che è amichevole. Senti, se non fosse amichevole non... non te l'avrei fatta proprio. No, i nostri bombardieri non raggiungeranno gli obiettivi prima di un'ora. Sì, ma... io dico sul serio, Dimitri. Ma ne ho già discusso col tuo ambasciatore, non è uno stratagemma, te lo giuro. E adesso ti dico... Noi vogliamo dare al vostro Stato Maggiore tutte le notizie riguardanti i bersagli, le rotte e il sistema di difesa dei nostri bombardieri. E... E... E certo, beh, è naturale. Se non ci riesce di richiamare gli aerei, mi pare... mi pare che sia... beh, ma insomma... vi dobbiamo aiutare ad abbatterli, Dimitri. Ma lo so che sono i nostri. Va bene, ma allora chi dobbiamo chiamare? No, dico, chi è che dobbiamo chiamare? Il popolo? No, scusami, non si è capito molto bene. Il Quartier Generale della difesa aerea del Popolo. Uhm... E dove sta, Dimitri? Ad Omsk? Bene. Sì... Ah, li vuoi avvisare tu? Senti, ce l'avresti il numero di telefono lì? Beh, va bene, lo chiederò all'ufficio informazioni di Omsk. Ah... Eh... Uhm... Dispiace anche a me, Dimitri. Mi dispiace molto. Va bene, dispiace più a te che a me, però dispiace anche a me. A me dispiace quanto a te, Dimitri. Non dire che a te dispiace più che a me, perché io ho il diritto di essere dispiaciuto quanto lo sei tu, né più né meno. Ci dispiace ugualmente, va bene? D'accordo. Sì, è qui con me. Sì, ti vuole parlare. Un momento, te lo passo.
DE SADESKY: [...]
MUFFLEY: Che c'è?
DE SADESKY: [...]
MUFFLEY: Che è stato? Cosa c'è adesso?
DE SADESKY: Pazzi! Pazzi furiosi!
MUFFLEY: Che è successo?
DE SADESKY: L'ordigno "Fine di Mondo"!
MUFFLEY: L'ordigno... L'ordigno "Fine di Mondo"? Cos'è?
DE SADESKY: Un arma che cancellerà tutti esseri viventi da faccia di Terra.
MUFFLEY: Tutti gli esseri viventi?


RIPPER: Mandrake.
MANDRAKE: Generale.
RIPPER: Ha mai visto un comunista bere un bicchier d'acqua?
MANDRAKE: Beh... No, veramente non l'ho mai visto.
RIPPER: Vodka, ecco quello che bevono. Mai acqua.
MANDRAKE: Sì, adesso che ci penso mi pare proprio che bevono vodka.
RIPPER: Per nessuna ragione un comunista berrà mai acqua... e sanno bene quello che fanno.
MANDRAKE: Oh... Ah, e già... Però non vedo dove vuole arrivare, generale.
RIPPER: All'acqua. Ecco dove voglio arrivare. Mandrake, l'acqua è la base di tutta la vita. Sette decimi della superficie terrestre è acqua. Ma lo sa che anche lei per il 70% è acqua?
MANDRAKE: Caspita!
RIPPER: E come tutti gli esseri umani, io e lei abbiamo bisogno di acqua pura per rimpiazzare i nostri fluidi più preziosi.
MANDRAKE: Già.
RIPPER: Incomincia a capire?
MANDRAKE: Eh, eh, eh, eh... Sì. Eh, eh, eh, eh, eh.
RIPPER: Mandrake...
MANDRAKE: Eh, eh, eh, eh.
RIPPER: Mandrake, Lei non s'è mai domandato perché io bevo solo acqua piovana, o distillata? E solo alcool medicinale?
MANDRAKE: Beh, l'ho notato, veramente. L'ho notato, generale.
RIPPER: Lei sa cos'è la fluorocontaminazione? Fluorocontaminazione dell'acqua?
MANDRAKE: Eh... e sì, sì, ne ho sentito parlare, sì. Sì.
RIPPER: Ma lo sa che cos'è?
MANDRAKE: No, no, non credo di saperlo.
RIPPER: Quindi non sa che la fluorocontaminazione è forse il piano più mostruoso che i comunisti abbiano mai concepito ai nostri danni. Siamo in due a giocare a questo gioco! Questo sì che si chiama sparare! Mandrake, venga!
MANDRAKE: M'ha chiamato, generale?
RIPPER: Venga qui e mi tenga la cinghia.
MANDRAKE: Ah... Già, ma... ma... ma io... non ho... non ho una gran pratica, per così dire, di mitragliatrici. Anche durante la guerra sapevo solo spingere il bottone.
RIPPER: Mandrake, in nome di Sua Maestà e del vostro Parlamento, venga qui e mi tenga la cinghia!
MANDRAKE: Generale, io vorrei tanto venire, mi creda, ma il guaio è che sto già tenendo la cinghia. Quella della gamba. Sì.
RIPPER: La gamba?
MANDRAKE: E sì, la gamba. Lei non lo sa, ma io ho una gamba di legno e disgraziatamente me l'hanno colpita.
RIPPER: Mandrake, venga che arrivano le giubbe rosse. Presto!


DE SADESKY: ... quando sarà fatto scoppiare provocherà una pioggia radioattiva di tale intensità che dentro di dieci mesi tutta superficie di Terra sarà pelata come Luna.
TURGIDSON: Ah, ma andiamo, non racconti balle! È assodato che la peggiore pioggia radioattiva dopo due settimane non è più pericolosa.
DE SADESKY: Lei non sa che cos'è il cobalto-torio G.
TURGIDSON: No, cos'è?
DE SADESKY: Cobalto-torio G ha una vita radioattiva di circa 93 anni. Si lei prende 50 bombe H sui 100 megatoni circa e poi riveste di cobalto-torio G, quando lei fa scoppiare esse produrranno una nuvola radioattiva, un manto funebre che avvolgerà la nostra Terra impedendovi ogni forma di vita per 93 anni!
TURGIDSON: Ma guarda questo grandissimo figlio di buona donna. Ma chi ci crede, eh?
MUFFLEY: C'è qualcosa che non mi riesce molto chiaro. Kissoff ha minacciato di usare quest'arma se noi non fermiamo gli aerei?
DE SADESKY: Nossignore, nessun uomo sano di mente lo farebbe, ma l'ordigno "Fine di Mondo" va in funzione automaticamente.
MUFFLEY: Beh, ma si potrà anche disinnescare.
DE SADESKY: No, anzi, si qualcuno tenta di disinnescare, lui scoppia immediatamente.
MUFFLEY: Automaticamente?
TURGIDSON: È uno stratagemma, signor Presidente, questi ci fregano. Guardate il quadro, si preparano a darcele!
MUFFLEY: Ma questa è pazzia pura e semplice, eccellenza. Perché avete fatto un mostro simile?
DE SADESKY: Qualcuno di noi era contrario. Ma guaio è che non potevamo sostenere noi spese di corse armamenti, di corse a spazio, e di corsa a pace. Tanto più che nostro popolo voleva e calze di nylon, e voleva lavatrici. Ordigno di "Fine di Mondo" ci costato un frazione insignificante di quanto noi spende per armamenti. Ma fattore decisivo fu notizia chi voi avete progetto simile, per cui noi temeva vuoto di "Fine di Mondo".
MUFFLEY: Ma questo è inaudito, io non ho mai approvato niente del genere!
DE SADESKY: Noi ha letto su vostri giornali.
MUFFLEY: Dottor Stranamore, abbiamo qualcosa del genere allo studio?
STRANAMORE: Un momento prego, signor Presidente. Con l'autorità di cui sono investito come direttore dell'Istituto per lo sviluppo delle armi nucleari, io esaminai l'altro anno un progetto analogo della Bland Corporation. Dopo un attento, approfondito studio dovetti concludere che quest'ordigno non sarebbe stato pratico, come deterrente, per le ragioni che in questo momento sono chiare a tutti.
MUFFLEY: Ma allora è possibile che posseggano una cosa simile?
STRANAMORE: Signor Presidente, i mezzi necessari sono alla portata di qualsiasi potenza nucleare, per quanto piccola sia. Per quanto modesta, ci vuole solo la volontà di farne uso.
MUFFLEY: Ma com'è possibile che questa cosa si metta in funzione automaticamente, e che sia impossibile disinnescarla?
STRANAMORE: Signor Presidente, questo non è solo possibile, ma è anche necessario. È qui tutta l'essenza di questa... di questo ordigno. La deterrenza è l'arte di creare nell'animo dell'eventuale nemico il terrore di attaccare. Ed è proprio a causa dei congegni che determinano la decisione automatica irreversibile, escludendo ogni indebita interferenza umana, che l'ordigno "Fine del Mondo" è terrorizzante, eh, eh, eh, e di facile comprensione. E assolutamente credibile e convincente.
TURGIDSON: Però! Ce l'avessimo noi, una di queste macchinette.
MUFFLEY: Ma è una cosa inaudita, professore. Come fa ad innescarsi automaticamente?
STRANAMORE: Beh, anzi è piuttosto semplice, questo. Quando uno deve solo sotterrare le bombe, non c'è limite di grandezza. Fatto questo, si collegano ad un gigantesco sistema di calcolatori. Allora, uno specifico e molto ben definito complesso di condizioni, date le quali le bombe dovranno scoppiare, è registrato su nastro di una memoria elettronica. Basti pensare che può registrare tutte le informazioni...
TURGIDSON: Stranamore... Ma che razza di nome sarebbe? Non è mica un nome tedesco.
STEINES: Se l'è cambiato quando ha preso la cittadinanza. Si chiamava Merkwürdigliebe.
TURGIDSON: Ah... Un tedesco è sempre un tedesco.
STRANAMORE: ... Perché, insomma, lo scopo dell'ordigno "Fine del Mondo" è perduto se si tiene segreto. Perché non l'avete detto al mondo, eh?
DE SADESKY: Doveva essere annunciato a Congresso di Partito lunedì. A Kissoff piace fare sorprese.


RIPPER: Mi stia vicino, Mandrake. Forza, Mandrake, dai con la cinghia!
MANDRAKE: Generale, non sarebbe meglio metterci in un angolino della stanza un tantinello più tranquillo?
RIPPER: No, no, no, no, va benissimo qui.
MANDRAKE: Ah, ah...
RIPPER: Mandrake...
MANDRAKE: Eh, eh...
RIPPER: Lo sa che oltre a contaminare l'acqua stanno studiando anche il modo di contaminare il sale, la farina, i succhi di frutta, oltre allo zucchero, al latte... Ai gelati! I gelati, Mandrake! Quelli per i bambini.
MANDRAKE: Porca l'oca!
RIPPER: E lo sa quando hanno incominciato?
MANDRAKE: Eh... No, non lo so, generale.
RIPPER: Nel 1946.
MANDRAKE: Ah...
RIPPER: Nel 946, Mandrake... Lo vede come combina con il complotto comunista che ha seguito la guerra? È ovvio, non le pare? Una sostanza estranea viene introdotta nei nostri preziosi fluidi vitali senza che l'individuo se ne accorga o che vi si possa opporre. Ecco come lavora, questa gente senza scrupoli.
MANDRAKE: Generale, senta, mi dica, dica un po': quand'è che lei ha cominciato a dare i nume... A dare segni... Insomma, a pensarla così?
RIPPER: Eh, beh, sa... Io ho incominciato ad avere i primi sospetti durante l'atto fisico dell'amore.
MANDRAKE: Eh?
RIPPER: Sì, sì. Insomma, come una sensazione di stanchezza, come un vuoto dentro di me. Fortunatamente io interpretai questi sintomi nel modo più esatto. Perdita di essenze. Ma le assicuro che non mi succede più, Mandrake. Le donne capiscono qual è il mio potere e cercano la linfa vitale. Io non evito le donne, Mandrake.
MANDRAKE: No?
RIPPER: Però nego loro la linfa vitale.
MANDRAKE: Eh, eh, eh, già, già, naturale.


I SOLDATO: Ci arrendiamo, ci arrendiamo, non sparate!
II SOLDATO: Fermi, non sparate!
III SOLDATO: Giù! Giù! State giù! Aspettate che siano usciti tutti!
IV SOLDATO: Venite avanti con le mani in alto!
I SOLDATO: Non sparate!


RIPPER: Si devono essere arresi.
MANDRAKE: Beh, succede. Senta, generale, c'è ancora tempo, la prego, richiamiamo i bombardieri...
RIPPER: Questi ragazzi erano come dei figli per me. E m'hanno abbandonato.
MANDRAKE: No, generale, che va a pensare? Io sono sicuro che hanno fatto tutto il possibile, eh, eh. Sono sicuro che sono morti pensando a lei, tutti pensando al generale, eh. Senta, anche se abbiamo perso un po' d'acqua, eh?, sono cose che possono succedere. Ma lei guardi un po' me. Le sembro rancido e appassito? Mi guardi, generale, eh? Mi guardi, eh, eh. E ne bevo tanta, di acqua, sa? Io sono quello che si chiama un acquaiolo. Beh, io le assicuro, generale, glielo giuro, che i miei fluidi vitali vanno una meraviglia. Non hanno un difetto.
RIPPER: Mandrake...
MANDRAKE: Sì.
RIPPER: ... lei è stato prigioniero durante la guerra?
MANDRAKE: Generale, i minuti passano. E qui... Eh?
RIPPER: È stato prigioniero in guerra?
MANDRAKE: Sì, sono stato prigioniero dei giapponesi.
RIPPER: L'hanno torturato?
MANDRAKE: Ah... Sì, m'hanno torturato. Beh, parecchi di quelli che erano coi giapponesi sono stati torturati.
RIPPER: E com'è andata?
MANDRAKE: Oh... non lo so, generale. È difficile pensare in certe condizioni, ma... Beh, a un certo punto l'hanno smessa e mi hanno mandato a lavorare a una ferrovia in mezzo alla giungla. Eh, quante rotaie ho messo per le loro caffettiere, eh, eh, eh.
RIPPER: No, voglio dire: quando lo torturavano, ha parlato?
MANDRAKE: Ah... Oh... No... Beh, ma forse non volevano farmi parlare. Lo facevano così, per divertirsi alle mie spalle, i porconi. Strano che riescono a fare quelle ottime cineprese.
RIPPER: Adesso arriveranno quegli indemoniati e vorranno farmi dire il segnale. Con la tortura!
MANDRAKE: No... Beh, certo che questa è una cosa molto probabile.
RIPPER: Io non so se sono capace di resistere alla tortura.
MANDRAKE: Nessuno lo sa, fino a quando non ci si trova. Però un rimedio ci sarebbe: dica a me il segnale subito subito, e se gli indemoniati ricominciano a fare gli spiritosi, gli daremo del filo da torcere, come abbiamo fatto fin'ora. Eh? Lei con la mitragliatrice, io con le munizioni. Dai, mi diceva, dai con la cinghia! E io: dai con la cinghia!
RIPPER: Lo sa, Mandrake? Io sono certo che esiste un'altra vita. E ora devo rispondere di ciò che ho fatto... e posso rispondere.
MANDRAKE: Ma certo che può rispondere. Certo che può. Sicuro! E guardi che anch'io ci credo, sa generale? Ci credo anch'io a un'altra vita, non lo sapeva, generale? Eh? Oh... Non si disturbi, generale. Sì. E lo sa cosa spero? Dia, dia, generale, gliela tengo io la giacca. Eh... Lo sa cosa spero? Spero tanto che lei mi dica il segnale, questo spero. In modo... ah, fa la doccia? Una rinfrescata fa bene. Certo, uno si sente un altr'uomo dopo una bella doccia fredda gelata. E forse è proprio questo quello che ci vuole per lei, una buona rinfrescata. Senta, facciamo un giochetto di indovinelli, tanto che è lì. Io cerco di indovinare, cerco di indovinare il segnale, eh?


G.A. "ACE" OWENS: Copilota a navigatore. Ecco le rimanenze di carburante. 120.000 libbre. 79.000 nei depositi principali, e 30.000 negli ausiliari. Questo rappresenta circa 7 ore e 15 minuti di volo alla velocità attuale.
W.D. KIVEL: Comandante, vedo una traccia non identificata sullo schermo radar. Distanza: 60 miglia. Velocità approssimativa: 3 Mach. Sembra un missile che dirige su di noi. Confermo, è un missile senz'altro. Iniziare manovra evasiva sulla dritta. Il missile continua ad avvicinarsi. Distanza: 50 miglia. Continuare azione evasiva.
OWENS: Disturbatore elettronico sul missile. KIVEL: Disturbatore elettronico sul missile. Il missile dirige sempre su di noi. Distanza in diminuzione. Distanza: 40 miglia. Continuare azione evasiva. Disturbatore di guida elettronica reticolo blu. Il missile dirige sempre su di noi. Distanza in diminuzione. Distanza: 30 miglia. Il missile continua ad avvicinarsi costantemente, continuare azione evasiva. Distanza: 20 miglia. Il missile dirige sempre su di noi. Distanza in diminuzione.
OWENS: Commuta sulla massima scansione.
KIVEL: Siamo sulla massima scansione. Distanza: 10 miglia. Rotta del missile diverge a sinistra! Continuare azione evasiva! Divergenza in aumento! Distanza: 8 miglia. La divergenza aumenta ancora! Distanza: 6 miglia. La divergenza continua ad aumentare. Distanza: 4 miglia. Distanza: 2 miglia. Il missile accosta a dritta. Distanza: 1 miglio. Il missile è esploso!
KONG: Staccare tutti i circuiti elettrici!
OWENS: Staccato!
KONG: Inserire corrente d'emergenza!
OWENS: Inserita!
KONG: Corrente ai circuiti essenziali! Accidenti, il sei è partito!
ZOGG: Il portello è bloccato! Prova la manovra d'emergenza!
KONG: Qui un estintore! Passa la manovra!
OWENS: Manovra passata!
KONG: Escludere pompa sei!
OWENS: Esclusa!
KONG: Valvole d'alimentazione tre e quattro! Massima potenza!
OWENS: Ricevuto!


MANDRAKE: Peace on Earth. Pace in terra. Pace in terra. P-O-E. Puri... purità di essenze. Purity of essence. P-O-E.
"BAT" GUANO: Si metta le mani in testa.
MANDRAKE: Ma come si permette di aprire la porta in quel modo? Chi è lei?
GUANO: Le ho detto di mettersi le mani sulla testa. Che razza di vestito è quello?
MANDRAKE: Come sarebbe, vestito? Questa è la divisa della Royal AirForce. E io sono il comandante Lionel Mandrake, coadiutore del generale Ripper.
GUANO: E dov'è il generale?
MANDRAKE: È in bagno, ma è morto.
GUANO: E dov'è il bagno?
MANDRAKE: Alla sua sinistra. Io non so a che razza di gioco lei stia giocando, ma credo d'aver scoperto quali sono le lettere del segnale e devo parlare subito con il Comando del SAC.
GUANO: Vuole mettersi le mani sulla testa, sì o no? Avanti! Ne ha testimoni?
MANDRAKE: Testimoni? Ma che diavolo dice? È lui che si è sparato.
GUANO: Facendosi la barba, eh?
MANDRAKE: Senta, Colonnello "Bat" Guano, se quello è proprio il suo nome... Io sono convinto d'aver scoperto, o almeno mi auguro, spero di avere scoperto, il segnale di richiamo degli aerei. Devono essere le iniziali di certe parole che lui ripeteva sempre, "pace in terra" o "purezza di essenze". E-O-P, P-O-E. Non si scappa!
GUANO: Per l'ultima volta, si metta le mani in testa. E cammini.
MANDRAKE: Ma lo sa che il generale Ripper era impazzito e che aveva mandato gli aerei a buttare le bombe H sulla Russia?
GUANO: Ma che sta dicendo?
MANDRAKE: Adesso lo vede, che sto dicendo. Io prendo questo telefono rosso che è collegato con il SAC... e speriamo... maledizione! Maledizione! L'avete sicuro interrotto voi durante questo ridicolo combattimento. Aspetti.
GUANO: Senta, giovanotto, lei mi ha fatto perdere anche troppo tempo. Io ho un sacco di feriti, fuori. Cammini.


GOLDBERG: Tutte le radio sono fuori uso, compreso il CRM-114. Il congegno di autodistruzione è scattato e ha fracassato tutto.
ZOGG: L'incendio è domato. Alimentazione di emergenza in funzione. Sembra che tutto vada bene. Ricontrollo.
KONG: Navigatore, come andiamo?
KIVEL: La perdita di carburante è di circa 162 libbre al minuto. Questo ci lascia un raggio d'azione sufficiente a raggiungere il nostro obiettivo primario e anche quello secondario, ma non, dico non, sufficiente a tornare alla base o ad atterrare su territorio neutrale. Comunque potremmo tentare l'ammaraggio presso la nave meteorologica Tango Delta. Coordinate reticolo: 003,691.
KONG: Dunque, ragazzi: abbiamo tre motori fuori combattimento e abbiamo nella pancia più buchi di uno scolabrodo. La radio è partita, perdiamo carburante, e se scendiamo un altro po' ci vogliono gli sci, invece delle ali. Però un vantaggio ce l'abbiamo, sui russi: a questa altezza ci possono arpionare, magari, ma sullo schermo del radar sicuramente non ci trovano.


GUANO: Dall'altra parte!
MANDRAKE: Dove vuol portarmi?
GUANO: Al cancello.
MANDRAKE: Colonnello! Colonnello, lei deve dirmi se ha un'idea di quello che è successo!
GUANO: Vuole sapere cosa penso?
MANDRAKE: Sì.
GUANO: Io penso che lei sia un pazzo criminale, e che il generale l'abbia capito e abbia scoperto che lei stava organizzando un ammutinamento. E cammini! E oltre a questo non so assolutamente niente di aerei che bombardano la Russia. Io dovevo solo far parlare al telefono il generale con il Presidente degli Stati Uniti.
MANDRAKE: Ah, allora ci siamo! L'ha detto lei. Col Presidente.
GUANO: Che c'entra il Presidente?
MANDRAKE: Il Presidente voleva parlare col generale Ripper, no? Però il generale Ripper è morto, non è vero? Io sono il coadiutore del generale Ripper, quindi il Presidente vorrà parlare con me, non le pare? Lì c'è un telefono che potrebbe ancora funzionare.
GUANO: E lei vorrebbe parlare col Presidente degli Stati Uniti?
MANDRAKE: Non è che io ci voglio parlare: io ci devo parlare! E le assicuro che se lei non mette via quel mitra e non la pianta di fare sciocchezze la commissione d'inchiesta che seguirà le farà un trattamento tale che sarà fortunato se potrà ancora portare una divisa di custode dei cessi pubblici!
GUANO: E va bene. S'accomodi. Provi a telefonare al Presidente degli Stati Uniti. Ma se fa qualche scherzo la imbottisco di pallottole.
MANDRAKE: Signorina, sono il colonnello della RAF Lionel Mandrake, parlo dalla Base di Burpelson. Senta, si tratta di una cosa di estrema importanza. Lei mi deve chiamare d'urgenza il Presidente Muffley che si trova al Pentagono a Washington. Eh... Burpelson 39180. No, dico seriamente, signorina. Il Presidente, il Presidente degli Stati Uniti. Non ho abbastanza spiccioli. Non si potrebbe fare a carico del destinatario la telefonata? Scusi un momento, signorina. Non si può. Lei non ha 55 centesimi?
GUANO: Non penserà che vada a combattere con dei soldi in tasca?
MANDRAKE: Signorina, ehm... senta, non è possibile fare la chiamata come se fosse impersonale? Beh, come si dice... insomma... oh... insomma, al centralino. Maledetto il demonio, mancano sempre venti centesimi. Aspetti, signorina, aspetti un momento. Colonnello, quel distributore di Coca Cola. Faccia saltare la chiusura. Dentro ci saranno dei soldi.
GUANO: Ma è proprietà privata.
MANDRAKE: Colonnello, se lo immagina che cosa succederà a lei e ai paraocchi con cui guarda la vita e tutto il resto quando si saprà che ha ostacolato una telefonata di questa importanza diretta al Presidente degli Stati Uniti? Se l'immagina lei? Faccia saltare la serratura! Col mitra! A questo servono i mitra, fesso!
GUANO: E va bene. Io lo faccio, se insiste. Ma se lei non parla col Presidente degli Stati Uniti sa che le succede poi?
MANDRAKE: Cosa?
GUANO: Che la società "The Coca Cola" le fa causa.


ALTOPARLANTE: Centrale comunicazioni del SAC. Il segnale di richiamo O-P-E è stato ricevuto da tutti gli aerei dello stormo da bombardamento 843. Ecco i particolari: aerei 12, 32, 30 e 38 sono stati abbattuti dal nemico. Tutti gli altri aerei hanno dato il ricevuto al segnale di richiamo. Qui Centrale comunicazioni del SAC, passo e chiudo.
TURGIDSON: Signori! Signori! Eh... Signori! Signor Presidente. Io non sono portato ai sentimentalismi, ma so quello che provate voi tutti in questo momento. E penso che dobbiamo chinare tutti la testa ed elevare una preghiera di ringraziamento. Signore! Eh... noi abbiamo sentito l'angelo della morte aleggiare sulle nostre teste dalla valle del terrore. Ma tu hai creduto opportuno salvarci dalle forze del male...
STEINES: Signor Presidente, c'è di nuovo Kissoff al telefono. È fuori dai gangheri!


OWENS: Flusso carburante regolare, perdita in aumento, presumibilmente 205. Rimanenza stimata carburante 8790.
KIVEL: Ricevuto. Ripeto, 205 al minuto e carburante residuo 8790.


MUFFLEY: No, no, Dimitri, ci sarà qualche errore. No, io ne sono sicuro. Ne ho la sicurezza assoluta, Dimitri. Eh... Un momento. Sapete che dice? Che uno degli aerei non è tornato indietro. E che secondo quanto gli abbiamo comunicato noi sta dirigendo proprio sulla base missilistica di Laputa.
TURGIDSON: Ma... Ma è impossibile, signor Presidente. Insomma, ehm, guardi il quadro: 34 aerei. Trenta hanno dato il ricevuto, e quattro sono precipitati, e uno era quello che andava a Laputa.
MUFFLEY: Senti, Dimitri, abbiamo il ricevuto di tutti gli aerei meno quello dei quattro che ci avete abbattuto. Oh! Oh... E... Dice che... scusa un momento, Dimitri! Dice che la loro difesa antiaerea è sicura soltanto di tre aerei. Il quarto è probabile.
TURGIDSON: Signor Presidente... io sento puzzo di una delle solite fregature dei comunisti. Kissoff potrebbe mentire sulla faccenda del quarto aereo, per avere la scusa di menare, capisce? E se caliamo la pasta adesso, i guai li passiamo noi!
MUFFLEY: Dimitri? Senti, se è come dici, e se l'aereo riesce a mollare la bomba, insomma, è suff... è sufficiente a far scattare l'ordigno "Fine del Mondo"? Ne sei certo? Va beh, senti, senti... quest'aereo allora me lo devi abbattere, Dimitri! E va beh, scusami se metto in difficoltà i tuoi radar volando basso, ma è proprio così che gli insegnano a fare qui da noi. T'abbiamo anche detto dove sta andando, non mi dire che con tutto quel popò di roba che avete non riuscite a fermare un aereo, uno! Ma insomma, mi pare che non faccia comodo nemmeno a voi se l'... l'... l'ordigno "Fine del Mondo" si mette a scoppiare. Dim... Dimitri, mi pare fuori luogo abbandonarsi agli isterismi in un momento simile. Dimitri, cerchiamo di non divagare quando parliamo di queste cose! Ma io... ma io non è... non è che non voglio, no, Dimitri! È che io... è che io sono preoccupato! No, no, no, senti, se il nostro Stato Maggiore dice che l'obiettivo primario era Laputa e l'obietivo secondario Borshov, vuol dire che è così, e... e... ci dobbiamo credere. Senti, posso darti... Dimitri? Posso darti solo un consiglio? Voglio darti solo un consiglio, Dimitri! Senti, Dimitri, butta tutto in quei due settori e vedrai che l'abbatti, l'aereo.


KIVEL: Comandante, se non si riesce a far diminuire la perdita di carburante, ci rimangono al massimo 38 minuti di volo, che non basteranno nemmeno per arrivare sulla zona del bersaglio primario.
KONG: Ma porca miseria, me l'hai detto tu che ci saremmo arrivati, al bersaglio!
KIVEL: Scusi, comandante, ma la stima era fatta sulla perdita di carburante com'era prima, non a 205.
KONG: Beh, arrangiati come ti pare, ma mi devi portare sul bersaglio, hai capito?
KIVEL: Mi scusi, Comandante, ma è questione di aritmetica. Riusciremo a malapena ad arrivare alla nave Tango Delta.
KONG: Un accidenti! Non siamo venuti fin qui per buttare l'aereo in mare! Qual è il bersaglio più a portata di mano? 
KIVEL: Comandante, se la perdita non aumenta, abbiamo una certa probabilità ad arrivare al bersaglio 384. Coordinate reticolo: 03691. E forse, da lì, arrivare anche alla nave meteorologica Tango Delta.
KONG: Ma di che razza di bersaglio si tratta?
ZOGG: È la base missilistica intercontinentale di Kotlov.
KONG: Va bene, allora il nuovo bersaglio è il 384. Dammi una rotta approssimativa appena possibile. Muoviti!


MUFFLEY: Beh, facciamo gli scongiuri, Dimitri. Ma tu ricordati che siamo in ballo tutti e due, in questa faccenda, e ti garantisco che stiamo facendo il tifo per voi. Sì, sì, non chiudiamo, sta' sicuro. Va bene, Dimitri. Senta, generale, lei crede che l'aereo ce la farà a passare?
TURGIDSON: Signor Presidente, se posso parlare chiaro... I russi chiacchierano tanto, ma secondo me non ci sanno proprio fare. Non è possibile che un branco di ignoranti... pecorari... si intendano di macchine come noi. Con questo non voglio insultarvi, eccellenza, perché i soldati russi, lo sanno tutti che sono coraggiosi. Con le legnate che hanno preso dai tedeschi, chiunque avrebbe mollato!
MUFFLEY: Perché non viene al sodo, generale?
TURGIDSON: Eh... chiedo scusa... Eh... Se... se il pilota ci sa fare... Insomma, se... se è in gamba... ti porta l'aereo così basso... Eh, eh, eh, lei dovrebbe vederlo! È uno spettacolo, un gigante come il B-52, brooom! Coi gas di scarico t'arrostisce le oche vive, ah, ah, ah!
MUFFLEY: Ma insomma, ce la può fare?
TURGIDSON: Sì, porco diavolo! Se quello... Eh... Eh... Se lui... Se...


KIVEL: Navigatore a comandante. Ci avviciniamo al bersaglio. Distanza: 10 miglia. Sostituito reticolo verde con reticolo bersaglio.
KONG: Ricevuto. Pronti a controllo finale bombe. Vai tu, Ace.
OWENS: Ricevuto.
KIVEL: Difesa pronto.
ZOGG: Bombardiere pronto.
KONG: Inserire sicurezze bombe. Elettronica, barometrica, a tempo e ad urto.
ZOGG: Inserire sicurezze bombe. Elettronica, barometrica, a tempo e ad urto.
KONG: Spoletta per esplosione a terra. Ritardo giallo tre.
ZOGG: Spoletta per esplosione a terra. Ritardo giallo tre.
KONG: Prova circuiti di spolettamento uno-quattro.
ZOGG: Luci circuiti di spolettamento accese.
KONG: Prove di armamento bombe da uno a quattro.
ZOGG: Luci armamento bombe accese.
KONG: Togliere sicurezza pulsante di sgancio.
ZOGG: Sicurezza pulsante tolta.
KONG: Indicatore di puntamento massima angolazione.
ZOGG: Indicatore di puntamento massima angolazione.
KONG: Regolare detonazione a quota zero.
ZOGG: Detonazione regolata a quota zero.
KONG: Togliere prime sicurezze.
KIVEL: Prime sicurezze tolte.
ZOGG: Sicurezze tolte.
KONG: Togliere seconde sicurezze.
KIVEL: Seconde sicurezze tolte.
ZOGG: Seconde sicurezze tolte.
KONG: Verificare apertura portelloni bombe
ZOGG: Apertura portelloni bombe non funziona. Luce rossa.
KONG: Inserire circuito di riserva.
ZOGG: Ricevuto. Inserito. Portelloni non si aprono.
KONG: Inserire circuito d'emergenza!
ZOGG: Ricevuto. Circuito d'emergenza inserito. Non si aprono.
KONG: Passare alla manovra a mano!
ZOGG: Ricevuto. Portelloni non si aprono. Il cavo flessibile è spezzato.
KONG: Fuoco ai perni esplosivi!
ZOGG: Ricevuto. Non si aprono, comandante. Non arriva corrente.
KONG: Resta sulla rotta d'attacco. Vado giù a vedere cosa posso fare.
OWENS: Va bene.
KONG: Siamo sulla rotta d'attacco, ragazzi. Questi portelloni li apro a costo di dover usare l'apriscatole.
KIVEL: Distanza bersaglio concorda con riferimento reticolo. Distanza: otto miglia.
OWENS: Ricevuto, otto miglia.
KIVEL: Calcolatore guida distanza su reticolo arancione.
ZOGG: Calcolatore guida distanza su reticolo arancione.
KIVEL: Distanza dal bersaglio: sette miglia. Inserire su tracciatore distanza: meno sette.
OWENS: Ricevuto, sette miglia. Controllate fattore d'accelerazione.
ZOGG: Controllato fattore d'accelerazione.
KIVEL: Distanza dal bersaglio: sei miglia.
OWENS: Ricevuto. Sei miglia. Attivare risponditore.
ZOGG: Risponditore attivato.
KIVEL: Distanza dal bersaglio: cinque miglia.
OWENS: Cinque miglia. Regolazione guida su procedura zero.
ZOGG: Regolazione guida su procedura zero.
KIVEL: Distanza dal bersaglio: quattro miglia.
OWENS: Ricevuto. Quattro miglia. Commuta sgancio su manovra a mano.
ZOGG: Sgancio commutato su manovra a mano.
KIVEL: Distanza dal bersaglio: tre miglia.
OWENS: Ricevuto. Tre miglia.
KIVEL: Bersaglio in vista!
OWENS: Ma dove diavolo è il comandante?
KONG: Aaah! Aaah!
ZOGG: Ma dov'è il comandante?
KONG: Aaah! Aaah! Aaah! Aaah!


STRANAMORE: Signor Presidente, io non escluderei la possibilità di conservare un nucleo di esemplari umani. Sarebbe piuttosto facile. Eh... Eh... In fondo a qualcuna delle nostre miniere più profonde. La radioattività non potrebbe arrivare in fondo ai pozzi, migliaia di metri sottoterra. E in qualche settimana si potrebbero approntare le sistemazioni per renderli abitabili.
MUFFLEY: Ma quanto ci dovrebbero stare?
STRANAMORE: Beh, vediamo subito... Cobalto-torio G... Eh... Gn-gn... Calcolando una media di vita radioattiva... Hm... E io dico che ce la caveremmo con cento anni.
MUFFLEY: Vuol dire che la gente potrebbe restare là sotto per cento anni?
STRANAMORE: Senza dubbio, mein Führer! Coi reattori nucleari... Eh, volevo dire: signor Presidente. Coi reattori nucleari potremmo disporre di energia per secoli. Col sole artificiale manterremmo la vita vegetale. Potremmo allevare gli animali e macellarli! Hm! Forse è il caso di fare un censimento di tutte le miniere adatte che esistono nel Paese. Ma io ritengo che... che si possa provvedere allo spazio sufficiente alla vita di parecchie centinaia di migliaia di persone.
MUFFLEY: Sì, ma non vorrei essere io a decidere chi sta su e chi va giù.
STRANAMORE: Questo non sarà necessario, signor Presidente. Se ne occuperà un cervello elettronico che sarà predisposto per tenere conto dell'età di ogni singolo individuo, salute, fertilità sessuale, intellighenzia, oltre alle particolari abilità di ognuno. Naturalmente sarebbe necessario comprendere nel numero i più alti esponenti del governo e delle forze armate perché possano trasmettere i principi gherarchici e nazionalistici. Uuuh! S'intende che si riprodurrebbero moltissimo, perché il tempo sarebbe tanto, e il da fare poco. E con un'opportuna tecnica di allevamento, e con un rapporto, facciamo, di dieci femmine per ogni maschio, io ritengo che si potrebbe risalire alla produzione lorda attuale di figli in un periodo, diciamo, di venti anni.
MUFFLEY: Sì, professore. Ma questo... questo nucleo di superstiti non sarà così disgustato e addolorato da... da non avere più nessun desiderio di vivere?
STRANAMORE: No, no, signor Presidente. Chiedo scusa. Quando scenderanno, gli altri saranno ancora vivi. Non avranno ricordi dolorosi, sentiranno solo un po' di nostalgia per quelli che saranno rimasti su, mitigata da un sentimento di sana curiosità per i loro destini. Ah! Aaah!
TURGIDSON: Professore... Eh... Lei ha parlato di un rapporto di dieci femmine per ogni maschio. Ma questo comporterebbe forse l'abbandono definitivo delle cosiddette relazioni sessuali monogame, e intendo dire per quanto riguarda gli uomini?
STRANAMORE: Disgraziatamente sì. Questo però è un sacrificio al quale dovremo rassegnarci per il bene del genere umano. E aggiungo subito che siccome i maschi dovranno sottoporsi a queste eccezionale sforzo a vantaggio dell'umanità, le femmine dovranno essere scelte tenendo presenti le loro doti fisiche che dovranno essere stimolanti sessualmente.
DE SADESKY: Io riconosco che c'è qualcosa di buono in quest'idea, professore.
STRANAMORE: Grazie, eccellenza.
TURGIDSON: Però bisogna esaminarla dal punto di vista militare. Supponiamo che i Russi si mettano via un po' di bombe, di quelle grosse, e noi no. Quando vengono fuori fra cent'anni, addio!
STAINES: È vero, signor Presidente. Potrebbero anche farci un attacco di sorpresa per prenderci il fondo delle miniere.
TURGIDSON: Saremmo degli ingenui, signor Presidente, se pensassimo che questa situazione, del tutto transitoria, possa far cambiare la politica sovietica di espansione. Voglio dire che dobbiamo stare ancora più sul chi vive, per impedirle di portarci via le miniere con le quali si potrebbero moltiplicare molto più rapidamente di noi, e così, tra cent'anni, fregarci col numero! Signor Presidente, noi dobbiamo assolutamente impedire un vuoto minerario!
STRANAMORE: Presidente, io avrei un piano... Eh... Mein Führer! Io cammino!

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(2007)