IL SECONDO TRAGICO FANTOZZI

Regia: Luciano Salce

Cast: Paolo Villaggio (Fantozzi), Anna Mazzamauro (Silvani), Gigi Reder (Filini), Liù Bosisio (Pina), Plinio Fernando (Mariangela).

Trama: Dopo le disavventure del primo film, Fantozzi prosegue la sua catastrofica vita quotidiana tra le frustrazioni lavorative e il triste ménage familiare. I mitici episodi del ricevimento della contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare e della ricostruzione della scena della scalinata di Odessa del film "La corazzata Kotiomkin", definito da Fantozzi "una cagata pazzesca", sono ormai entrati di diritto nella galleria delle immagini più famose del cinema comico italiano.


RAGIONIER UGO FANTOZZI: Pronto! Buonanotte! Oh! Buongiorno, signora duca-conte Margherita Ga... Semenzara. Come? Come facevo a sapere che era lei? No, non lo sapevo, glielo giuro, che era lei. L'ho subito riconosciuta dalla... dalla sua nobile voce. Desidera parlare con il suo nobile signor marito? È in riunione permanente da ieri sera nel Gran Consiglio dei Dieci Assenti, e io ho istruzioni precise di non passare nessuna chiamata, ma... ma se lei proprio insis... ah, lei non insiste... lei ordina, proprio. Allora attenda, le... le passo il... il Consiglio. Attenda un attimo, signora. Pronto? Qui il Consiglio Dieci Assenti. È per il conte Semenzara, dalla parte della signora duche... il duca-conte. Attenda. Attenda. Attenda, signora, le passo suo... suo marito, attenda.
MEGA DIRETTORE CLAMOROSO DUCA-CONTE PIERCARLO INGEGNER SEMENZARA: Pronto? Eccomi qui, cara la mia gelosona. Cosa credevi, che fossi andato a puttane? Eh, eh! Semenzara non fa semenze! Semenzara lavora anche la notte per mantenere te e famiglia. Non ha paura dei controlli. E ora scusa, scappo via, perché c'è la votazione. Ciao, ciao.
SIGNORA DUCA-CONTE MARGHERITA G. SEMENZARA: Cos'hai detto?
FANTOZZI: Niente, ha solo leggerissimamente accelerato perché doveva scappare a votare. Ehm... ha detto di dormire tranquillo... ehm... tranquilla... Va bene, buonanotte, buon... buongiorno, ehm... insomma: arrivederla, signora duca-conte.
GUARDIA NOTTURNA: Chi è là?
FANTOZZI: Fantozzi ragionier Ugo, matricola 7829/bis. Facevo lo straordinario.
GUARDIA: Poteva anche avvisarmi, no?
FANTOZZI: Mi scusi, signor Notturno, se l'ho fatta un po' spaventare.
GUARDIA: Bah!
FANTOZZI: Eh! Grazie. Buongiorno. Ehm... Buonanotte. Arrivederla, signor Notturno. Buongiorno. Buongiorno signore. No! Mi hanno... mi hanno appena sparato sopra, il suo collega! Scusi, la prossima volta faccio con lei. Buon anno, buongio... eh... insomma, arrivederci.
PINA FANTOZZI: Ti aspettiamo.
MARIANGELA FANTOZZI: Ti aspettiamo.
FANTOZZI: Fatemi passare. Vi prego, vi prego, mi aspettano a casa.
RAGIONIER ENZO FILINI: Vigliacco, il vetro no !
SIGNORINA SILVANI: Tiè, tiè, tiè!
FILINI: Maledetta mascalzona !
SILVANI: Filini, cerca di smetterla con quel catorcio, ma chi credi di essere? Il padrone della strada?
FANTOZZI: Insomma, quante volte vi devo dire che io devo... insomma, dovrei... andare a casa perché ho appena finito di lavorareee! Guardi... No, io volevo...
I IMPIEGATO: Per lei, ragioniere. È urgentissimo.
II IMPIEGATO: Pronto, geometra? F7.
GEOMETRA: Accidenti, al primo colpo! Colpito un incrociatore.
II IMPIEGATO: Bene.


I ASSISTENTE: Io inizierei con il 27, stamani.
SEMENZARA: Bene, lei?
II ASSISTENTE: Io direi: serie 5 e 8 per 100.000.
SEMENZARA: Hmmm... Procediamo.
NARRATORE: Per la scelta dell'impiegato che doveva accompagnare il Mega Direttore Clamoroso, duca-conte Piercarlo ingegner Semenzara, a giocare a Montecarlo, si tenne in sala mensa un tremendo sorteggione per il quale si riunì anche la Commissione Interna. Organizzatore della cerimonia: il ragionier Filini, dell'Ufficio Sinistri.
FILINI: Oh. Attenti !
SEMENZARA: Procediamo.
FILINI: Sì, eccellenza. Signorina Silvani!
GEOMETRA CALBONI: Eh, eh, eh!
FILINI: Oh, pardon. Signorina Silvani in Calboni.
SILVANI: Io?
FILINI: Sì.
NARRATORE: Eletta a estrarre dall'urna il nome dell'eletto, la signora Calboni, ex signorina Silvani ed ex infelice grande amore di Fantozzi, e da quando si è sposata, non ha più osato sfiorarla neanche con il pensiero.
SILVANI: Scusi le spalle.
FILINI: La devo... la devo bendare. Pardon.
SILVANI: Piano, eh?
FILINI: Vede?
SILVANI: No!
NARRATORE: L'occasione era davvero mostruosa. Tre giorni a Montecarlo a veder giocare il Semenzara. Che se poi avesse sospettato che il suo accompagnatore portava fortuna, era fatta per tutta la vita.
FILINI: Dolce cuor del mio Gesù, fa' ch'io t'ami sempre più.
CALBONI: Kyrie eleison. Christi eleison.
FANTOZZI: Madonnina della neve... San Zenobio martire... San...
SEMENZARA: Silenzio!
FANTOZZI: Scusi.
SEMENZARA: Chi è che prega ?
FILINI: Grazie.
CALBONI: Matricola 7829/bis.
NARRATORE: Fantozzi restò in stato di morte apparente per più di quattro ore.
FILINI: Complimenti, ragionier Fantozzi, ah, ah, ah!
CALBONI: E bravo il nostro puccettone!
FILINI: Per il ragionier Fantozzi: hip, hip, hip, urrà!
FANTOZZI: ... urrà...
FILINI: Hip, hip, hip, urrà!
FANTOZZI: ... urrà...
FILINI: Complimenti ancora!
FANTOZZI: Grazie! Grazie! Bevete!
FILINI: Cin-cin!
FANTOZZI: Bevete tutti! Bevete tutti alla mia salute!
CALBONI: Ringraziami, almeno.
FANTOZZI: Perché?
CALBONI: È tutto merito della mia signora Silvani in Calboni.
SILVANI: Diciamo che sono stata la sua dea bendata, Fantozzi.
FANTOZZI: Signora, io vorrei sdebitarmi, ehm... bevi?
SILVANI: No, grazie. Piuttosto, in cambio mi facci un piacere. Venghi. Venghi.
FANTOZZI: Sì. Dove?
CALBONI: Ma che chiappe. Che schifo.
FILINI: È stato baciato dalla fortuna.
CALBONI: Lo odio.
FILINI: Che vuoi...
SILVANI: Ecco, tenghi.
FANTOZZI: Vuole che glieli cambio?
SILVANI: Ma no, Fantozzi, deve giocarli alla roulotte. Per me.
FANTOZZI: Sì, ma suo marito è d'accordo? Cioè, lo sa ?
SILVANI: Ah, ah, ah, ah! Ma noi siamo una coppia moderna, siamo larghi di vedute. Ah, ah, ah, ah! Li giochi sul 27, Fantozzi.
FANTOZZI: Sì.
SILVANI: Così. Quando le viene l'ispirazione. 27...
FANTOZZI: Sì.
SILVANI: ... il numero dei miei anni.
FANTOZZI: Eh... Io pensi che avrei giocato al massimo il 14...
SILVANI: Ah, ah, ah!
FANTOZZI: ... o anche il 4.
SILVANI: Ah, ah, ah, ah!


FANTOZZI: Addio, Pina! Ciao, Mariangela! Ecco il tre... il tr... il... il treno... Beh, bisogna riconoscere che siamo leggerissimamente in anticipo.
NARRATORE: Il treno per Montecarlo partiva alle 23:37. Fantozzi si presentò sul marciapiede alle 4:12 pomeridiane: sette ore prima. C'erano anche la signora Pina e Mariangela, per godersi quella sua trionfale partenza.
FANTOZZI: Eccolo! Il duca-conte! Buongiorno, signor duca-conte. Fate largo! Largo qua! Largo al duca-conte! Prego. Prego. Largo al duca-conte Semenzara! Largo! Signor duca-conte, se lei mi permette, io vorrei aver l'onore di presentarle le... le...
SEMENZARA: Ma chi sono quelle due facce da menagramo? Ma chi mi vuol presentare lei?
FANTOZZI: Eh... Nie... niente, volevo solo presentarle le mie umili scuse, se per caso prima, inavvertitamente, l'ho sfiorata con un gomito.
SEMENZARA: Ah, allora non ha rapporti con quelle due cose lì?
FANTOZZI No! No, no, no, no. Non l'ho mai, mai viste né conosciute in vita mia, mai.
SEMENZARA: E non le guardi, cribbio!
FANTOZZI: No, non le guardo.
SEMENZARA: E si tocchi anche lei !
FANTOZZI: Sì, mi tocco, mi tocco.
SEMENZARA: Mica partiranno col nostro treno?
FANTOZZI: Eh, no, no, no, non credo. Forse vanno via. Vanno via. Ah, ah, ah! Vanno via. Ecco, se ne sono andate.
SEMENZARA: Meno male.
FANTOZZI: Ah, ah, meno male! Ah, ah! Scusi, signor conte, vado un attimo a prendermi la...
SEMENZARA: Avevano anche la valigia color viola, che porta scarogna. A proposito...
FANTOZZI: Come, scusi?
SEMENZARA: ... lei non ha bagaglio?
FANTOZZI: Eh... Eh, no! Non... non c'è. Non c'è.
SEMENZARA: Ma neppure una valigetta?
FANTOZZI: Av... avevo una valigia bella, grande, piena di roba, ma non... non le... non le porto alle stazioni, io, ah, ah, perché... perché le rubano. Però ho tutto sotto, eh? Ho cinque camicie, dodici paia di mutande e sedici calzini. Sedici.
SEMENZARA: Ah, ah! Ecco il treno.
FANTOZZI: Ecco il treno. Scusi, faccio io, duca-conte! Fermo lì! Fermo un attimo, eh?
FACCHINO: Ma guardi che queste qui non so...
FANTOZZI: Fermo, fermo!
FACCHINO: Lasci stare le valigie!
FANTOZZI: È mio! È roba mia! È roba mia, le dico! Fermo con quelle manacce! Il duca-conte è roba mia! Fermo! Ecco, occupo io, adesso. Occupato! Occupato! Occupato! Occupato! Occupato! Occupato! Tutto occupato! Le ho occupato tutto lo scompartimento!
SEMENZARA: Ma lei giovanotto non ha mai preso un vagone letto?
FANTOZZI: No, mi scusi, lo riconosco.
SEMENZARA: Questi sono posti prenotati, io ho la cabina 18.
FANTOZZI: 18? Signor conte... Venghi, duca... duca-conte, venghi! È il 18, signor duca. Venghi, venghi, a sua disposizione. Ecco qua, una bella pulitina...
SEMENZARA: Ma che diamine sta facendo?
FANTOZZI: Qui poi c'è, mi sembra, signor duca-conte, il suo... il bidet. Vede?
SEMENZARA: Ma cosa dice?
FANTOZZI: Che cos'è questo?
SEMENZARA: Si è fatto male?
FANTOZZI: Niente, niente. Ho solo perso la funzionalità delle prime due falangi del mignolo e dell'anulare. Scusi, recupero la mia mano. Scusi. Ecco. Preso. Oh, qui, ah, ecco, sì, qui ci sarebbe poi il suo... il... il bicchiere da bere, per la notte.
SEMENZARA: Bah!
FANTOZZI: Non... Che cos'è? Ah... Ah, questo è..., sì, è esatto: è il suo nobile pitale. Posso... posso spogliarla, signor duca-conte?
SEMENZARA: No, no, no, se ne vada nella sua cabina.
FANTOZZI: Io non ho la cabina. Io mi sono permesso, per non gravare sul bilancio della società, di prendere un biglietto di seconda. La terza, come sa, l'hanno purtroppo abolita. Oh, Se il regolamento lo consentisse, io preferirei dormire accucciato, di fronte alla sua persona.
SEMENZARA: Non lo consente. Non lo consente.
FANTOZZI: Non lo consente. Allora io, se mi permette, vado, e non la spoglio. Scusi. Ecco, ecco qua.
SEMENZARA: Se ne vada in seconda classe...
FANTOZZI: Sì.
SEMENZARA: ... vedrà che starà benissimo.
FANTOZZI: Buonanotte.
CONTROLLORE: Biglietti, prego. Biglietti!


SEMENZARA: Speriamo sia in forma lei, giovanotto, perché io ho passato la notte in bianco su quel maledetto letto. Proprio sulle ruote!
FANTOZZI: Oh, no, io invece ero comodissimo.
CAMERIERE: Buonasera.
SEMENZARA: Ciao, caro.
NARRATORE: Il duca-conte, come tutti i posseduti dal demone del gioco, era preda di superstizioni e scaramantici rituali.
SEMENZARA: A, ui, ue, la fortuna viene a me. Ui, ue, ua, la fortuna viene qua.
FANTOZZI: A, ue, ui, la fortuna non va lì. Mi scusi.
CROUPIER: Rien ne va plus.
SEMENZARA: Fiches.
FANTOZZI: Un... un momento, non ci giocavo.
SEMENZARA: Ma insomma!
FANTOZZI: Ecco, prego, duca, signor duca-conte.
SEMENZARA: Si segga!
FANTOZZI: Scusi, signor duca-conte, ma veramente non ci sarebbe la sedia.
SEMENZARA: Si segga lo stesso.
FANTOZZI: Lo stesso. Ecco fatto.
SEMENZARA: E mi tocchi il sedere.
FANTOZZI: Scusi, ma come... ecco, come faccio? Perché...
SEMENZARA: Insinui una mano sotto. Insomma, s'arrangi!
FANTOZZI: Ah, ecco.
SEMENZARA: Nove!
FANTOZZI: Ahia!
SEMENZARA: Che le è successo ?
FANTOZZI: Avevo il piede sotto al suo, signor duca-conte.
SEMENZARA: Rimetta subito il piede sotto al mio.
FANTOZZI: Subito.
SEMENZARA: Non interrompa il fluido.
FANTOZZI: No, NO.
SEMENZARA: Tutto deve restare come quando ho vinto. E continui col sedere.
FANTOZZI: E continuo col sedere. Scusi...
SEMENZARA: Un milion.
CAMERIERE: Mah!
SEMENZARA: Otto!
FANTOZZI: Ah! Ah! Ah!
NARRATORE: Una sofferenza orrenda, ma breve. Perché nel giro di due mani il Semenzara riperse il banco e andò sotto di ventidue chili di fiches.
CROUPIER: Huit à la banque.
SEMENZARA: Ulll! E la smetta di toccarmi il culo!
CAMERIERE: Eh! Eh.
NARRATORE: Ma verso le 3 il duca-conte ebbe una formidabile botta del suddetto culo, beccandosi un banco clamoroso.
SEMENZARA: Ah, ah, ah, ah, ah! Che stava facendo lei?
FANTOZZI: Io mi permettevo di bere un goccettino di acqua minerale.
SEMENZARA: Bravo, bravo, continui, continui. Vallet, porti subito venticinque bottiglie d'acqua minerale.
CAMERIERE: Sì.
SEMENZARA: Di quella marca.
NARRATORE: Era la terribile acqua Bertier, la più gasata del mondo.
SEMENZARA: Nove! Ah, ah, ah, ah! Beva! Beva! Beva! Che grado ha lei in ditta?
FANTOZZI: Io l'un... il dodicesimo, cioè l'ultimo.
SEMENZARA: Promosso all'undicesimo.
FANTOZZI: All'undicesimo? Con diritto a scrivania personale, e poltroncina in sky o finta pelle?
SEMENZARA: Sì, sì, sì, ma beva! Beva!
NARRATORE: In due ore Fantozzi ingurgitò quattro casse di acqua Bertier, equivalenti a tre metri cubi di gas compresso. Dovette allora ancorarsi come un pallone sonda.
CAMERIERE: Eh, no, no. Mi dia la sedia.
FANTOZZI: Sì.
CAMERIERE: Mi dia la sedia!
FANTOZZI: Calmo, eh? Stia calmo.
CAMERIERE: Eccolo... ecco... Se no le cade, e va in testa a qualcuno. Ecco. La sedia è del casinò. Vada pure.
NARRATORE: Ma in compenso in quelle due ore salì vertiginosamente quasi tutti i gradini della gerarchia aziendale, anche a tre a tre. Impiegato di settima: scrivania in mogano, poltroncina in staglio finta pelle, telefono, pianta di ficus, simbolo del potere. Impiegato di quinta: lampada di opalina, piano di cristallo, naif jugoslavo alla parete, due piante di ficus. Impiegato di prima: quattro piante di ficus, tre telefoni, dittafono, sei quadri naif, tappeto e moquette per terra. Era arrivato fino alla soglia della dirigenza, vale a dire serra di piante di ficus, e poltrona in pelle umana, quando la fortuna voltò rovinosamente le spalle al Semenzara.
SEMENZARA: Lei mi ha ridotto sul lastrico, menagramo! Se ne vada! Sparisca, menagramo, prima che la licenzi, menagramo d'un menagramo!
CAMERIERE: Ehi! Ehi! Ehi! Lasci stare quel portacenere, è del casinò! Dove va? Lo riporti indietro!
FANTOZZI: Pardon.
SILVANI: Li giochi alla roulotte, quando le viene l'ispirazione. 27, il numero dei miei anni.
MARIANGELA: Papà, questa volta me lo porti un regalino?
CROUPIER: Le jeux sont fait.
FANTOZZI: Scusi! Ecco! Qui ho messo! 27! Venti, ventimila, messo! Messo.
CROUPIER: Rien ne va plus. Rien ne va plus, monsieurs. Vingt-sept, rouge, empair, pass.
FANTOZZI: Ach... Az... Achì... Ava... a... attenti... Ah... eh... Scusi? Ah...
CROUPIER: A qui la mise?
FANTOZZI: Permette?
SEMENZARA: C'est à moi!
FANTOZZI: Sì, è chiaro, ehm... Mais oui, c'est à le duc, al signor duca-conte. Io non mi permetterei mai di giocare, si figuri se mi permetterei di vincere, sire.
CROUPIER: Vous pouvez payer l'en-plein, monsieur.
FANTOZZI: Scusi? Quanto... quanto sarebbe stato, scusi?
CROUPIER: Settecentomila.
FANTOZZI: Ah, bene.
NARRATORE: Con quella somma insanguinata, il Semenzara poté pagarsi il conto della suite al Grand Hotel, gli extra, due puttane, e il singolo in vagone letto per il ritorno. Fantozzi, invece, dovette provvedere con mezzi propri.


PINA: Ah! Ughino, come ti sei ridotto. Sei tutto bloccato. Non puoi nemmeno parlare. Adesso ti curerò io con le pappine di semi di lino della nonna. Eh?
FANTOZZI: No! No!
PINA: Sei contento?
FANTOZZI: No!
PINA Vado in cucina a prenderle e torno.
FANTOZZI: No! No! Le pappine, no! Le pappine no!
PINA: Eccola qua, bella tiepidina. Adesso poi te ne porto una a... ancora più calda.
NARRATAORE: A quella temperatura, Fantozzi andava sempre in estasi mistica. Questa volta gli apparve l'Arcangelo Gabriele, che gli annunciò la sua prossima maternità.


NARRATORE: Apertura della caccia: quest'anno, travolto dall'implacabile Filini, sempre assatanato da nuove, tragiche iniziative, anche Fantozzi ha deciso di parteciparvi. Abbigliamento di Filini: berrettone Sherlock Holmes con penna alla Robin Hood, poncho argentino di una sua zia ricca, scarpe da tennis con sopra galoche, carte topografiche, e trombone da brigante calabrese. Fantozzi: berretto bianco alla marinara di sua figlia Mariangela, giacca penosamente normale stretta in vita da gigantesca cartucciera da mitragliatrice, residuato della seconda guerra mondiale, fionda elastica, siero antivipera a tracolla, gabbietta con canarino da richiamo, e gatto randagio da riporto, sùbito fuggito durante le operazioni di partenza.
FANTOZZI: Ah, ma che meraviglia! Ma qui è proprio un paradiso terrestre!
FILINI: Respiri, respiri! Che peccato, però, ragioniere.
FANTOZZI: Che peccato cosa?
FILINI: Che peccato che non abbia portato la sua bertuccia, eh, eh, eh!
FANTOZZI: Come la bertuccia?
FILINI: Ah, voglio dire: Albertina la babbuina, ehm...
FANTOZZI: Albertina?
FILINI: Insomma, la sua bambina, eh, eh, eh!
FANTOZZI: Ah, mia figlia, Mariangela.
FILINI: Sì, certo. E sa come si sarebbe divertita a saltare di albero in albero?
FANTOZZI: Come di albero in albero?
FILINI: Ehm... vo... voglio dire di prato in prato.
FANTOZZI: Qui siamo proprio fuori dal mondo. Dove siamo?
FILINI: Noi siamo esattamente in questo punto. Vede?
FANTOZZI: Ehm...
FILINI: Qui.
FANTOZZI: Non vedo...
FILINI: Vede? Vede? Qui.
FANTOZZI: Non vedo, c'è il piumetto... Comunque mi sta forando la cornea, vede? Scusi.
FILINI: Ma guardi, c'è questa famosa collinetta, eh, eh! Praticamente nessun uomo ci ha mai messo piede: quello è un posto che non conosce nessuno!
NARRATORE: 620 cacciatori in 14 metri quadri!
I CACCIATORE: È mio!
II CACCIATORE: Si figuri...
I CACCIATORE: È mio, è mio! L'ho visto prima io! È mio! Qualunque cosa sia, è mio !
NARRATORE: Era il cavalier Margheriti dell'Istituto Case Popolari, ex campione regionale di pispola a bocca da richiamo.
I CACCIATORE: È mio, ho detto! Lasciami!
II CACCIATORE: Ma guarda ladro!
NARRATORE: Dopo 6 minuti, il perito industriale Carletti, detto "il leprotto" per una malformazione congenita al labbro superiore, si accorse di essere insistentemente guardato.
CACCIATORI: Eccolo! Eccolo! Prendilo, dai!
CARLETTI: Aaah!
FANTOZZI: Ma lei... ma lei... non è un uomo, è una iena, è!
CACCIATORI: Una iena? Sì, sì, una iena. Proprio una iena. Una iena! Ed è anche un bellissimo esemplare! Addosso!
Accoltelliamolo! Su, così! Pronti, controllategli quel fucile! Benissimo!
FILINI: Non facciamo confusione! Dividiamoci in due squadre. Dunque, vediamo un po'... Gli ammogliati a monte e gli scapoli a valle. Su.
CACCIATORI: Sì, così! Perfetto, andiamo! Avanti!
CACCIATORE: Non c'è un fotografo?
PLOTONE: Passo! 'No, due! 'No, due! Passo! 'No, due! 'No, due!
FANTOZZI: Stia fermo con quelle manacce!
FILINI: Ahia! Ma scusi, il fucile è mio, non ha la sua fionda lei?
FANTOZZI: Come?
FILINI: Non ha la sua fionda?
FANTOZZI: Sì, ma intanto lei è l'unico che non è riuscito... Noi non siamo riusciti a sparare un... un solo... gli unici, un colpo.
CACCIATORE: Che è successo?
FANTOZZI: Eh?
CACCIATORE: Che è successo?
FANTOZZI: Ah, buongiorno, signore. Noi non siamo riusciti... Lui non è riuscito... Insomma, noi non abbiamo ancora sparato.
CACCIATORE: Me lo faccia vedere.
FANTOZZI: Se ne intende lei?
CACCIATORE: Eh, un pochino.
FANTOZZI: Guardi, ingegnere, che cos'ha?
CACCIATORE: E per forza! È completamente scarico!
FANTOZZI: Ma... Scusi, eh... Ragioniere, ma lei per caso inavvertitamente non ha sfiorato il grilletto?
FILINI: E non me lo ricordo. Scusi, le dispiace se appoggio questo e prendo il suo?
FANTOZZI: Allora arrivederci e buona giornata. Buona caccia.
FILINI: Ci vediamo. Occhio, eh?
NARRATORE: I più facoltosi si avvalsero di mezzi corazzati e cingolati con attendenti al pezzo.
ATTENDENTE: Bravo! Bel colpo, marchese!
NARRATORE: Un megalomane noleggiò un aereo da bombardamento. Per un perfetto tiro con la fionda da caccia, prendere la mira, traguardando il bersaglio al centro della forcella, tendere gli estensori con forza fino all'altezza dell'orecchio, e poi mollare di co... I meno abbienti contrapposero le non meno efficaci astuzie della guerriglia.
FANTOZZI: Mi di... mi dia una ma... Mi dia una mano, per favore. Ho catturato una... un bel pistolone anch'io. Ha visto?
FILINI: Ah, bene.
FANTOZZI: Guardi, che meraviglia! Così, adesso, eh, eh, basta con la fionda, e posso sparare anch'io!
FILINI: Ma... Ragioniere!
FANTOZZI: Ah...
FILINI: Si è fatto male?
FANTOZZI: Ass... assoluta... mente. Solo leggerissimamente... for... Ho bisogno di un urologo. Guardi, per due orecchie sinistre, io le... le posso dare l'indice della mano destra di un avvocato.
FILINI: Con unghia?
FANTOZZI: Sì, sì, c'è tutto, vede? Carino, eh? Va bene?
UOMO INFILZATO: Buongiorno.
FANTOZZI: Allora, due orecchie...
FILINI: Salve.
UOMO: Che mi fa accendere, per favore?
FANTOZZI: Buongiorno.
UOMO: ...giorno.
FANTOZZI: Come va?
UOMO: Insomma, come un po' di bruciore allo stomaco.
FANTOZZI: Ah...
UOMO: Sarà un po' de nervoso.
FANTOZZI: Eh, sì.
UOMO: Che vuoi fa'?
FANTOZZI: Alle volte è proprio il... il nervoso, eh?
FILINI: A proposito, ragioniere, e la sua pistola?
FANTOZZI: Io? Eh, eh! Ce l'ho sempre...
FILINI: Via, via, su, coraggio, sia uomo! Su! Tiri anche lei, ragioniere. Forza, tiri! La bomba è nella manica! La bomba è nella manica! Via!
SOLDATO: Andiamo!
FILINI: L'ha trovata, ragioniere?
FANTOZZI: Ah...
FILINI: E come si sente?
FANTOZZI: Eh... Perfetto.
FILINI: Meglio, vedo.
NARRATORE: Le ostilità cessarono al tramonto. Tutti tornarono a casa con le loro prede e i loro trofei, giusto in tempo per vedere la "Domenica Sportiva".
FANTOZZI: Però domenica prossima torniamo e gliela facciamo vedere a questi qui.
FILINI: Eh, no, domenica c'è la gita aziendale a Genova per il varo della nuova turbonave della ditta. Lei non può mancare, sa!
FANTOZZI: Ma io veramente avrei un impegno con mio cognato.
FILINI: E no, l'ho già iscritta! Anzi, mi deve cinquemila lire, eh, eh, eh!


NARRATORE: Madrina del varo, l'ineffabile contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare, grande azionista della Società.
CONTE SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Una grande giornata.
CONTESSA SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Splendida.
CALBONI: Viva, viva!
SILVANI: Evviva!
CALBONI: Vita! Vita! Vita!
ISPETTOR DEGLI ISPETTORI CORRADO MARIA LOBBIAM: Ecco, contessa, a lei.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Oh! Oh! Oh!
NARRATORE: Parte da trentadue metri la Serbelloni Mazzanti Viendalmare.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Capo varo, posso andare?
LOBBIAM: Vadi, contessa, vadi!
LOBBIAM: Ecco, contessa.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Un'altra bottiglia?
LOBBIAM: Sì, prego.
NARRATORE: Riparte da quarantasei metri, la Serbelloni Mazzanti Viendalmare.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Capo varo, riposso andare?
LOBBIAM: Rivadi, contessa, ma più centrale.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Oh...
NARRATORE: Fantozzi questa volta preferì attendere in acqua la conclusione della cerimonia.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Capo varo, ririprovo?
LOBBIAM: Ririvadi, contessa, ma... un po' più a destra.
NARRATORE: Qui lo raggiunsero nell'ordine: sindaco con fascia tricolore, ministro della marina mercantile, centoduenne baronessa Filiguelli de Bonchamp, mascotte a vita della società. Tutte le autorità vennero poi furtivamente varate a parte. Finita la riserva di champagne, fu deciso di cambiare il rituale della cerimonia: taglio di un cavetto metallico che avrebbe messo in moto il meccanismo del varo. Riparte da settantasei metri la Serbelloni Mazzanti Viendalmare!
LOBBIAM: Vadi, vadi, contessa!
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Taglio! In nome di Dio!
NARRATORE: Mignolo netto dell'Arcivescovo con anello pastorale!
ARCIVESCOVO DE VETANZA: Porcaccia di quella...
NARRATORE: La nave fu poi varata nel tardo pomeriggio, quando si fu placata la furia omicida del porporato.


NARRATORE: La sera i festeggiamenti proseguirono con una grande festa nella villa in collina dei conti Serbelloni Mazzanti Viendalmare. I quali, oltre ai soliti principi e altri potenti, estesero l'invito a tutti gli impiegati, anche i più umili, in vista dei prossimi accordi sindacali.
INVITATO: ... e questo è proprio un alano brandemburghese, arciduchessa. Guardi.
ARCIDUCHESSA: Però in me incute un certo timore.
NARRATORE: Fantozzi e Filini arrivarono con due micidiali frac presi in affitto. Filini sembrava un mutilato. Fantozzi, praticamente in bermuda!
FILINI: Ma cosa c'è lì?
FANTOZZI: Eh?
FILINI: Un vitello? No, no, no, no, è... è un cavallo.
FANTOZZI: Eh, no, no, è che sarebbe un... un cagnolino.
FILINI: Un cane?
FANTOZZI: Magari un po' grosso. Insomma, un cagnolino da due tonnellate. Ci guarda un po', ma... Ma ha un'espressione proprio umana, eh?
FILINI: Sì?
FANTOZZI: Eh, vede, fa... fa le fusa. Permesso? Eh, scusi, dottore, noi abbiamo regolari biglietti di invito. Se lei sposta gentilmente la zampa, noi andremmo alla festa. Grazie. Caro.
SILVANI: Ma Filini e Fantozzi che fine hanno fatto? Io non li ho visti.
CALBONI: Eh, eh, non saranno stati invitati.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Ah, no, guardi, sono stati invitati tutti.
CALBONI: Ah, sì?
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Persino i fattorini, persino i passacarte, tutti.
CALBONI: Bene, bene.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Perché, manca qualcuno?
CALBONI: Uh, due cafoni, signora contessa. Due che credono sia molto chic arrivare in ritardo. Ma non si preoccupi, signora contessa. Sono due tapini, due...
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Invece io mi preoccupo molto. Sono in pena per due cari impiegati che non so che fine abbiano fatto.
FANTOZZI: Aiuto!
FILINI: Aiuto, casco!
FANTOZZI: Ahi! Ahi!
FILINI: Aiuto!
FANTOZZI: Aiuto!
FILINI: Signora contessa! Signora contessa, aiuto!
FANTOZZI: Ragioniere, che fai? Attento! Att...
FILINI: Aveva un volto umano, eh? Faceva le fusa, vero?
FANTOZZI: Ri... ri... riconosco di aver sbagliato.
FILINI: Buono, Fido!
FANTOZZI: Provi... provi Fuffi.
FILINI: Buono, Fuffi!
FANTOZZI: Provi Bobby, Bobby.
FILINI: Buono, Bobby!
FANTOZZI: Eh... ehm... Friedman!
FILINI: Ma Friedman non è un nome di cane!
FANTOZZI: È vero. Ma come diavolo si chiamerà?
NARRATORE: Si chiamava Ivan il Terribile Trentaduesimo, discendente diretto di Ivan il Terribile Primo, appartenuto allo Zar Nicola, leggendario campione di caccia al mugiko nella steppa e fucilato come nemico del popolo durante la Rivoluzione di ottobre sulla Piazza Rossa.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Arriviamo, eccoci! Piano, andiamo piano.
CONTE SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Non agitarti, cara.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Eccoci, eccoci, siamo arrivati!
CONTE SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Stai calma.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Ecco, ecco! No, no, no, la scala la porto io! Io!
CONTE SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Non fare sforzi, ti prego.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: No, io porto la scala.
FILINI: Signora contessa. Ahia!
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Mi dispiace, impiegato. Scusi, impiegato, le ho fatto male?
FANTOZZI: Niente, niente, solo una complicata frattura cranica.


NARRATORE: Per farsi perdonare l'increscioso incidente, i conti Serbelloni, con astuta mossa padronale, invitarono Fantozzi e Filini al tavolo d'onore.
CONTE SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Metta quella roba al posto assegnato.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Impiegato?
FANTOZZI: Fantozzi.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Impiegato.
FANTOZZI: Impiegato.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Mi permetta di presentarle alcuni nostri amici.
FANTOZZI: Ah, benissimo.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Eccellenza l'Eminenza De Vetanza. Dona Miniaz De Coral.
FANTOZZI: Mi scusi, ho le mani un po' sudate, e allora...
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Generale di squadra aerea Ernesto Maria Lampioni.
FANTOZZI: Scusi, signorina.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Marchesina Giava Delle Corte.
LOBBIAM: Lei conosce le regole, Fantozzi. Lei sa come deve comportarsi in società, non è vero ? Quello che deve fare, quello che non deve fare...
FANTOZZI: Sì, sì.
LOBBIAM: Vedremo. Vedremo.
FANTOZZI: Come vedremo? Guardi che prima avevo la mano un po' sguiscida... Scusi.
CAMERIERE: Le sue scarpe.
FANTOZZI: Oh, grazie, devono essere squisite... E no, perché me le ha prese il cocker... il cagnolino...
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Impiegato, lei conosce il nostro Ambasciatore di Germania? Il conte Otto Von Uber Steiber.
FANTOZZI: Heil, Hitler! No, scusi.
OTTO VON UBER STEIBER: Può chiamarmi solo Otto.
FANTOZZI: No, no, almeno nove.
FILINI: E... dieci!
FANTOZZI: Undici!
FILINI: Dodici!
NARRATORE: Alla fine la spuntò Fantozzi.
FANTOZZI: Trenta e lode. Tiè! Buono... Squisito...
NARRATORE: I bicchieri! Cinque calici sfasati sulla sinistra, altri cinque sfasati sulla destra! Da quale parte bere?
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Ma non ha sete, impiegato?
FANTOZZI: Eh... eh... Ho la salivazione leggerissimamente azzerata.
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: E allora beva.
FANTOZZI: Questo? Questo?
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Ma che fa ?
FANTOZZI: Eh, eh... Mi leggo... mi leggo la mano. Vede, ho la linea della fortuna un po'... eh, eh!
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Che giorno è oggi?
FANTOZZI E ARCIVESCOVO: Domenica!
SERBELLONI MAZZANTI VIENDALMARE: Eh! Eh! Avete detto insieme la stessa cosa!
FANTOZZI: Facciamo flic e floc, mi dia il mignolo! Il... il medio, l'a... l'anu... l'anulare...
NARRATORE: Tordo! La cosa più difficile in natura!
FANTOZZI: Cin-cin.
COMMENSALE: L'ha già finito?
FILINI: Sì, l'ho divorato, eh, eh, eh!
FANTOZZI: Come sto andando, scusi?
LOBBIAM: Male, perdio!
FANTOZZI: Hop!
NARRATORE: Alla fine, decisione tragica: tordo intero.
FANTOZZI: Buono!
NARRATORE: Colori di Fantozzi: rosso, rosso pompeiano, arancio aragosta, viola, viola addobbo funebre, blu tenebra. Sul blu tenebra, Fantozzi andò in coma cardiorespiratorio. Riso al forno con pomodorini di guarnizione. I pomodorini hanno questa tragica caratteristica: fuori freddi, dentro palla di fuoco a diciottomila gradi!
FANTOZZI: E questo, me lo pappo io!
LOBBIAM: Non me lo sputerà mica qui, eh?
FANTOZZI: No. No, no.
LOBBIAM: Non vorrà sputarlo qui? Non farà una cosa simile, Fantozzi? Eschi.
SILVANI: Fantozzi? Eh, forse lui lo sa. Come si chiamava quel fattorino? Quello con gli occhi da pesce lesso, eh?
Pomodorino.... Fantozzi?
FANTOZZI: Sì?
SILVANI: Apra la bocca e chiuda gli occhi, eh!
FANTOZZI: Aaah... Oooh! Aaah!
COMMENSALI: Fantozzi!
NARRATORE: Era caduto proprio fra le braccia di Ivan il Terribile, che trascinatolo nell'angolo più nascosto del parco, cominciò a scavare una preoccupante fossa di 1,30 per 2.
FANTOZZI: E passa!
NARRATORE: Non erano i fari di una macchina che chiedeva strada.


NARRATORE: La belva lo serrò d'assedio per una settimana, che gli fu ovviamente conteggiata come ferie già godute.
PINA: Ugo, è abbastanza caldo?
NARRATORE: Un'ingiustizia che Fantozzi non riuscì a sopportare, tanto che per la prima volta in vita sua si finse malato e si mise in mutua.
FANTOZZI: Il controllo! Presto! Non aprire! Non aprire!
PINA: Non era il dottore...
FANTOZZI: Ahiahiahi...
PINA: ... era il signor Bonetti dell'interno 7.
FANTOZZI: Ahiahiahi...
PINA: Ma che cos'è successo alla Madonna?
FANTOZZI: A... Bonetti dell'interno 7?
PINA: Sì.
FANTOZZI: E che cacchio voleva da me Bonetti dell'interno 7? Farmi prendere un colpo?
PINA: No, sai, sai, siccome deve partire all'improvviso con tutta la famiglia...
FANTOZZI: Eh, beh, e a me che me ne frega deve partire Bonetti con tutta la famiglia...
PINA: No, ma siccome... Aveva tre biglietti omaggio per il circo americano, allora, dovendo partire, gentilmente li ha offerti a noi.
FANTOZZI: Omaggio.
NARRATORE: Non ci dormì tutta la notte. Il rischio era pazzesco: farsi scoprire fuori di casa significava minimo la fustigazione in sala mensa. Ma era la prima volta in vita sua che Fantozzi riceveva dei biglietti omaggio.
PINA: Ah! Che c'è? Cosa c'è?
FANTOZZI: Ho deciso, ci andiamo.
PINA: Dove?
FANTOZZI: Al circo. Con prudenza...
PINA: Oh, Signore.
FANTOZZI: ... ma ci andremo. Hm?
PINA: Ugo, sei tu?
FANTOZZI: Hm-hm!
PINA: Eh, eh, eh! È papà.
MARIANGELA: Eh, eh, papà.
PINA: Rimettiti la sciarpa. Su, andiamo. Dai!
FANTOZZI: Eh! I bi... I bi... I biglietti! Oh! Oh, ma... Oh, ma... Ah, eccoli, meno male che fortuna. Vieni, Mariangela. Ecco... Non ti fare tirare, tesoro.
MARIANGELA: Papà!
FANTOZZI: Eh?
MARIANGELA: Sono qui!
FANTOZZI: Oh... Ma... Ma... Buongiorno, signorina, mi scusi, vede... E... co, ah, lei, ah, ecco, perche ci ha lo stesso vestitino, e allora c'è stato un equivoco, e qui... Buon lavoro, eh... arrivederla.
INSERVIENTE: Come on, darling.
FANTOZZI: Vieni, Cita... eh... Mariangela. Eccoci qui. Hai visto, Pina, che carina quella scimmiettina? È molto... Sai, Mariangela, che sono proprio animali superiori le scimmie, son proprio...
LOBBIAM: Scusi! Scusi, ma lei non è per caso quello che avrebbe dovuto essere a letto ammalato?
FANTOZZI: Chi, io? Ma lei... lei si sbaglia! Io... è arrivato adesso... Signori! Ecco il momento del grande artista ungherese! Beccati 'stu krapfen! Ah! Ah!
CLOWN: Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci. Alè, pronti, girati! Vallo a prendere immediatamente! vallo a prendere! Hai staccato lo sciacquone!
FANTOZZI: Ma guarda qua questo bel paglia... Tiè! Così
PRESENTATRICE: Signori e signore, il nostro cavallo selvaggio Wild Horse.
FANTOZZI: Adesso vi saluta il grande artis... Sono il ragionier Ugo Fantozzi matricola 7028/bis. Si renda conto della mia situazione! Ma mi tenga forte, la prego! Ho le mani leggerissimamente suda...!
PINA: Ugo!
MARIANGELA: Papà!
LOBBIAM: Ah! Allora lei è proprio il ragionier Ugo Fantozzi!
FANTOZZI: No! No! No! Insisto! No! Io non sono io!
PRESENTATRICE: E adesso, signori e signore, il numero più sensazionale! Mister Super Flight, l'uomo proiettile.
LOBBIAM: Alt! Fermi tutti! Ragionier Fantozzi, esca fuori! Tanto lo so benissimo che è lì dentro! Esca fuori, le ho detto! Ah, è così? Allora ci penso io.
NARRATORE: Fu ritrovato alcuni giorni dopo in provincia di Agrigento da San Michele Arcangelo. Il messaggero divino gli ricordò che ormai era di nove mesi e gli consigliò un immediato ricovero in sala parto.
FANTOZZI: Ma, mi scusi, dottore, non si era concordato Betlemme? Ah, vabbè, allora, se lo dice lei... D'accordo,
complimenti.


NARRATORE: Tanti anni fa, Fantozzi fu assunto nella mega ditta con la qualifica di spugnetta per francobolli. Riuscì nell'impresa perché all'esame attitudinale, dietro soffiata di un capo usciere corrotto, rispose così a due strane domande del Presidente della commissione.
PROFESSOR GUIDOBALDO MARIA RICCARDELLI: Le piace il cinema espressionista tedesco?
FANTOZZI: Io... io... È il grande amore della mia vita. E voglio in questa sede ricordare i grandi maestri Murnau e Robert Wiene, di cui tutti noi non possiamo fare a meno dell'irrinuciabile capolavoro "Das Cabinet der Doktor Caligarisss".
RICCARDELLI: Caligari!
FANTOZZI: Caligari.
RICCARDELLI: E chi è David Llewelyn Wark Griffith?
FANTOZZI: Non...
RICCARDELLI: Griffith.
FANTOZZI: Non s... non sento.
RICCARDELLI: Griffith.
FANTOZZI: Griffith! Griffith è il padre del cinema americano. Io lo adoro, è come se fosse mio padre, sa, dottore?
RICCARDELLI: Bene, giovanotto. Lei è dei nostri.
NARRATORE: Il potentissimo professor Guidobaldo Maria Riccardelli era un fanatico cultore del cinema d'arte. Una volta la settimana obbligava dipendenti e famiglie a terrificanti visioni dei classici del cinema. In vent'anni Fantozzi ha veduto e riveduto: "Dies irae", di Carlo Teodoro Dreyer, sei ore! "L'uomo di Aran", di Flaherty, nove tempi"! Ma soprattutto il più classico dei classici: "La corazzata Kotiomkin". Diciotto bobine, di cui il professor Riccardelli possedeva una rarissima copia personale.
FANTOZZI: Es... s... Scusi? Che danno stasera?
FILINI: "La corazzata Kotiomkin".
FANTOZZI: La cora... la coraz... bene, bene.
FILINI: Vadi, vadi.
FANTOZZI: Bene. Danno la...
PINA: Ughino...
FANTOZZI: La corazzata...
PINA: Coraggio. Oh...
RICCARDELLI: Permesso?
SPETTATORE: Prego.
RICCARDELLI: Permesso?
PINA: Ugo! Ugo, svegliati!
RICCARDDELLI: L'ho beccata, Fantocci! Lei dorme!
PINA: No. No, no. No, professore, è... è... è un malore improvviso.
RICCARDELLI: No, signora! Dorme come una merdaccia! Si alzi!
FANTOZZI: Chi è? Ahia! Ahia! Già le sette ? La sveglia! Caffè, giornali, la posta! Oh...
PINA: Ugo.
FANTOZZI: Buongiorno, profe... È... è già finito?
RICCARDELLI: No. Le piacerebbe, merdaccia.
FANTOZZI: No, no, no.
RICCARDELLI: Invece ci sono ancora tre parti.
FANTOZZI: Ah, bene, tre... tre parti.
PINA: Sì, sì.
RICCARDELLI: E lei le vedrà in ginocchio!
FANTOZZI: In ginocchio, è meglio.
PINA: Sì.
FANTOZZI: In ginocchio, ha detto...
RICCARDELLI: Non qui.
FANTOZZI: Ahia! Ahia!
RICCARDELLI: Venga.
FANTOZZI: Ahio!
RICCARDELLI: Mi segua.
FANTOZZI: Ahiahiahi!
CALBONI: È una merdaccia, ha proprio trovato il termine giusto. È una merdaccia!
RICCARDELLI: Ecco, sui ceci! E vediamo se riesce a dormire anche qui!
NARRATORE: Da vent'anni Fantozzi subiva orrende umiliazioni pubbliche. Durante e dopo le proiezioni, quando il Riccardelli apriva il dibattito sul film.
RICCARDELLI: Ed ora, come sempre, vi invito ad esprimere il vostro giudizio estetico.
CALBONI: È un grande film!
RICCARDELLI: Oh...
IMPIEGATO: Chiedo la parola!
RICCARDELLI: Dica, prego.
CALBONI: Ma è un capolavoro.
IMPIEGATO: L'occhio della madre. La carrozzella col bambino.
RICCARDELLI: Lei, Filini?
FILINI: QUando vedo quei dettagli degli stivali io vado in estasi.
RICCARDELLI: Dica.
CALBONI: Questa sera il montaggio analogico mi ha completamente sconvolto.
IMPIEGATO: È vero!
FILINI: Anch'io! Anch'io!
IMPIEGATO: E... e... e gli stivali dei soldati, e soprattutto la carrozzella.
RICCARDELLI: Sì, sì, vero. Dica.
CALBONI: La carrozzella del povero bambino...
FILINI: Ah...
CALBONI: ... che precipita per le scale.
FILINI: Professore, non si potrebbe rivedere? Daccapo?
RICCARDELLI: Eh, magari, amico mio, ma l'ora...
FANTOZZI: Oooh...
RICCARDELLI: E lei, Fantocci, apre bocca solo per sbadigliare? Lei non ha niente da dire? Che cos'ha da dire?
PINA: Mio marito, il ragioniere Fantozzi, non ha parole.
RICCARDELLI: No, signora Fantocci, suo marito è una merdaccia! È vero o no?
PINA: Sì.


NARRATORE: Sabato 18, alle ore 20:25, in telecronaca diretta da Wembley: Inghilterra-Italia, valevole per la qualificazione della coppa del mondo. Fantozzi aveva un programma formidabile: calze, mutande, vestaglione di flanella, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle, per la quale andava pazzo, familiare di Peroni gelata, tifo indiavolato, e rutto libero!
TELEVISIONE: Stiamo per collegarci con Wembley per trasmettere in Eurovisione la telecronaca diretta dell'incontro di calcio...
PINA: Ugo.
TELEVISIONE: ... Italia-Inghilterra, valevole per la coppa del mondo.
PINA: Ugo, guardala, non sembra un angelo?
FANTOZZI: Sì, sì. Sì, Va bene, va bene. Adesso lasciatemi in pace, eh? Non voglio sentir volare una mosca. Pina, il pepe! Il pepe!
PINA: Sì, sì...
FANTOZZI: Ehi, Pina, mi raccomando, eh? Stacca il tele...
TELEVISIONE: Tra pochi istanti ci collegheremo con Wembley per trasmettere in Eurovisione la telecronaca diretta
dell'incontro di calcio Italia-Inghilterra valevole per la coppa del mondo.
PINA: Pronto? Ah, è lei, ragionier Filini.
FANTOZZI: Ah, ah! Filini! Io sono già in trincea, le do la perfida Albione dieci caffè contro uno! Italia! Italia!
PINA: Ragioniere, ha sentito? Come? Va bene, va bene, ragioniere. Obbediamo.
NANDO MARTELLINI: Siete collegati, gentili spettatori...
PINA: Sì...
MARTELLINI: ... con lo stadio di Wembley, Londra...
FANTOZZI & MARIANGELA: Italia! Italia!
MARTELLINI: ... colmo di 120mila spettatori.
FANTOZZI & MARIANGELA: Italia! Italia!
MARTELLINI: Le squadre si schierano al centro del campo per ascoltare gli inni nazionali.
PINA: Ugo.
FANTOZZI: Eh?
PINA: Credo che non potrai vedere la tua partita, questa sera.
FANTOZZI: Come?
PINA: Dobbiamo uscire.
FANTOZZI: Chi?
PINA: Il dottor Riccardelli.
FANTOZZI: No!
PINA: Mi ha detto il ragionier Filini che dobbiamo andare immediatamente a vedere un film cecoslovacco.
FANTOZZI: Nooo!
PINA: Ma con sottotitoli in tedesco.
FANTOZZI: No!
PINA: Ugo?
MARIANGELA: Papà.
FANTOZZI: No.
PINA: Ughino, non fare così.
MARIANGELA: Papà.
MARTELLINI: E siamo arrivati al grande momento. Italia e Inghilterra si giuocano, in questa storica partita, la
qualificazione al girone finale della coppa del mondo.
FANTOZZI: Scusa. Scusami un attimo. Scusami.
MARTELLINI: Consultazione di cronometri. Fischio dell'arbitro.
FANTOZZI: È il calcio d'inizio!
PORTIERE: Shhe!
FANTOZZI: Mi scusi.
MARTELLINI: Partiti. Palla da Capello a Pulici, ad Antognoni. Parte Antognoni sulla sinistra, tunnel al terzino inglese. Tunnel ancora...
PINA: Ugo, Ugo, facciamo tardi.
MARTELLINI: ... colpo di tacco che lancia Rocca sulla destra. Volata di Rocca. Centro...
FANTOZZI: Hai visto?
PINA: Sì, sì, lo so, ma là c'è il professor Riccardelli.
MARTELLINI: ... parata miracolosa del portiere inglese. Rimessa dal fondo. Palla controllata da Benetti che lancia Pulici sulla sinistra. Scatto formidabile e cannonata di Pulici che sfiora il palo! La palla è ora controllata a tre quarti di campo da Bellugi. Da Bellugi a Capello in funzione di ala destra. Saltato il mediano inglese McKinley che cerca di morderlo al limite dell'area. Tiro, nuca del terzino inglese, Tibia di Capello. Nuca ancora. Mischia paurosa! Naso! Nuca! Tibia! Nuca! Orecchio! Entra Pulici, fuori di un soffio! Scusate l'emozione, amici che state comodamante seduti davanti ai teleschermi, nessuno escluso, ma sono 170 anni che non vedevo una partenza così folgorante degli azzurri! La palla è ora a Tardelli, scatto di Tardelli. Saltato il mediano McKinley che cerca di... A Savoldi, tiro, nuca di McKinley, tibia di Savoldi, naso di Antognoni. Nuca del portiere inglese, naso di McKinley, tibia di Benetti, nuca, naso... che sfiora il palo. La palla è ora...
FANTOZZI: E orientamela!
MARIANGELA: Ecco!
PINA: Ughino, sta' calmo, per l'amor di Dio.
FANTOZZI: Non si sentiva...
MARTELLINI: Tiro. McKinley cerca di... a Pulici... Tiro pauroso: palo! Palo!
FANTOZZI: Palo! Palo!
MARTELLINI: ... occasione straordinaria mancata dagli Azzurri!
PINA: Ma... ma Ugo, dove vai?
MARIANGELA: Torni, papà?
MARTELLINI: I nostri ripartono ancora una volta. Si avvicinano all'area di rigore inglese. Arrembaggio degli azzurri. Salto di Antognoni, che quasi si arrampica sulla schiena di McKinley!
FANTOZZI: Scusi? Chi ha fatto palo?
MARTELLINI: Colpito da McKinley, regola del vantaggio, schienata paurosa del portiere inglese. I 120mila di Wembley, e voi, milioni di fortunati che nessuna forza al mondo potrebbe strappare dai teleschermi, potete rendervi conto che l'Italia di questa sera fa impallidire anche il ricordo di quella dei leggendari tempi supplementari di Italia-Germania in Messico.
RICCARDELLI: Niente? Bene. Cravatta.
SILVANI: Guarda che se se ne accorgono, io...
RICCARDELI: Taschino. Perfetto! Ah, bravo! Prego. La bocca? Incinta di nove pollici, complimenti.
SILVANI: Hai visto? Che figura.
RICCARDELLI: Con vivo rammarico devo comunicarvi che per un imprevedibile disguido la copia dell'annunciato film
cecoslovacco non è giunta in tempo. E quindi, la proiezione non potrà avvenire.
PLATEA: Via!
RICCARDELLI: Dove andate? Fermi tutti! In sostituzione verrà proiettato l'immortale capolavoro del maestro Serghei M. Einstein, "La corazzata Kotiomkin". Stasera noto una tensione più vibrante, si interessano, scambiano commenti.
FILINI: Sì, sì, partecipano, professore.
NARRATORE: Non si scambiavano commenti. Nel buio della sala correvano voci incontrollate e pazzesche. Si diceva che l'Italia stava vincendo per venti a zero. E che aveva segnato anche Zoff di testa, su calcio d'angolo.
I SPETTATORE: Tredici, eh?
II SPETTATORE: Sì, hanno segnato!
III SPETTATORE: Ventuno!


RICCARDELLI: Allora, apriamo il nostro solito dibattito. Chi vuol parlare? Lei, Filini? Calboni.
FANTOZZI: Scusi! Posso dire una parola io?
RICCARDELLI: Ah, La nostra merdaccia! Venga, venga, Fantocci, si accomodi. Finalmente ha trovato le parole. Chissà quale profondo giudizio estetico avrà maturato in tutti questi anni. Dica, dica. Allora?
FANTOZZI: Per me... "La Corazzata Kotiomkin"... è una cagata pazzesca!
PLATEA: Bravo!
PINA: Sì, sì, bravo.
FILINI: Bravo! Bravo!
NARRATORE: Novantadue minuti di applausi!
FANTOZZI: Hai capito? Eh? Merdaccia!
SPETTATORI: Disgraziato! Tenetelo! Tenetelo!
SPETTATORE: Tie', tie', brucia! Ecco gli stivali dei soldati! Ah!
NARRATORE: Per prima cosa distrussero per sempre la maledetta copia personale della maledetta "Corazzata Kotiomkin".
RICCARDELLI: Lasciatemi!
FANTOZZI: Sui ceci! Sui ceci! Guarda!
SPETTATORE: Il tuo "occhio della madre". "La carrozzella col bambino".
CALBONI: Ah! Ecco il tuo montaggio analogico!
FANTOZZI: Alt! Un momento! Ed ora, le proiezioni! Ah, ah!
NARRATORE: Guidobaldo Maria Riccardelli fu costretto per due giorni e due notti consecutive a visionare ininterrottamente a rotazione "Giovannona coscia lunga.", "Esorciccio" e "La polizia si incazza".
PINA: Vuole un caffè?
SILVANI: Un po' di caffè?
PINA: Ecco.
FANTOZZI: E stai su, merdaccia!
PINA: Ughino, un cafferino?
FANTOZZI: No, no, no.
SILVANI: Bravo, che eroe, Fantozzi.
NARRATORE: Fino a che, all'alba del terzo giorno, la polizia si incazzò davvero.
POLIZIOTTO: Non avete scampo! Siete circondati! Arrendetevi!
FANTOZZI: Mai!
AMMUTINATI: Mai!
DIRETTORE DEI DIRETTORI: Fantozzi, sono il direttore dei direttori! Le consiglio di rilasciare immediatamente l'ostaggio, e di dare ordine di resa senza condizioni!
FANTOZZI: Mai! Non ci avrete! Mai, capito? Mai, non ci... forse...
FILINI: Testa!
NARRATORE: Per compensare in parte il professor Riccardelli della perdita irreparabile della sua preziosissima pellicola, gli ammutinati furono condannati a una punizione orrenda, da girone dantesco. Dovevano far rivivere almeno la sequenza principale del capolavoro distrutto tutti i sabati pomeriggio, fino all'età pensionabile.
RICCARDELLI: Possiamo cominciare!
SOLDATI: Pum! Pum-pum-pum! Pum! Pum-pum-pum!
RICCARDELLI: Muoia, Filini!
FILINI: Ah!
DONNE: Mascalzoni! Sì, traditori! Mascalzoni! La pagherete! Ci vendicheremo!
RICCARDELLI: Giù il giovinetto!
MARIANGELA: Ah...
RICCARDELLI: L'occhio della madre!
PINA: Ah! Ah!
RICCARDELLI: Fuoco, soldati!
SOLDATI: Pum! Pum!
PINA: Ah, assassini!
RICCARDELLI: Via la carrozzella!
FANTOZZI: Mi raccomando, spinghi piano.
SILVANI: Sì, ragioniere.
FANTOZZI: Perché oggi è già la quarta volta.
SOLDATI: Pum! Pum! Pum!
SILVANI: Ah!
FANTOZZI: Oh, mamma! Oh mamma! Oddio! Ah! Ah! Aaah! Ahia!
RICCARDELLI: Bravo, Fantocci. Poi lei è così pienotto, paffuto come un lattante. Stia tranquillo, nessuno le toglierà mai questa parte. Lei ha proprio le fisique du role. Adesso ne facciamo un'altra, eh?
FANTOZZI: Un'altra?
RICCARDELLI: Sì, sì, un'altra, un'altra.
FANTOZZI: Ade'?
CALBONI: Ne facciamo un'altra?
RICCARDELLI: Sì, un'altra.
CALBONI: Bene. Ha visto il montaggio analogico?
RICCARDELLI: Quasi meglio di quello del maestro. Ricominciamo! Tutti ai vostri posti!


PINA: Ugo.
MARIANGELA: Ciao, papà!
NARRATORE: Una triste mattina, la signora Pina e Mariangela partirono per recarsi alle esequie di un biscugino laterale di Pescara. Lasciarono Fantozzi solo, col suo dolore.
FANTOZZI: Iaaah! Iaaah!
NARRATORE: Dopo secoli di quotidiana schiavitù familiare, per la prima volta era libero, e con la casa libera! Calboni prese in mano la situazione e lo coinvolse nel più abbietto dei tradimenti.
CALBONI: Scommetto che mi deve dire qualcosa con quella faccia. Qualcosa di spiacevole e non ne hai il coraggio, sì?
FANTOZZI: No, non...
CALBONI: Sì?
FANTOZZI: Sì.
CALBONI: Non sarà mica che l'ingegnere Cominetti Massena vuole il bilancio per domani mattina, e che io, te, e il
ragioniere Filini, dobbiamo lavorare tutta la notte magari a casa tua? Sì? Sì.
FANTOZZI: S... sì, sì.
CALBONI: Sì? Sì. Sì. Oh, mi dispiace, proprio stasera che avevo invitato mia moglie a cena.
SILVANI: Non ti preoccupare, caro. E semmai posso venire con voi, posso farvi compagnia, no?
FANTOZZI: Magari!
CALBONI: No!
FANTOZZI: Eh... No! No.
SILVANI: Va be'...
FANTOZZI: Allora, mi metto...
CALBONI: No, è occupato.
FANTOZZI: Ecco qui, questo...
CALBONI: No, anche qua è occupato.
FANTOZZI: Tutto occupato.
CALBONI: Vai, vai, via, in fondo, c'è tanto posto in fondo. Vai, vai, vai!
FANTOZZI: Allora, permesso. Signora, buon appetito.
SILVANI: Arrivederla, Fant...
CALBONI: Allora, Vivì, che facciamo? Niente da fare. Okay.
NARRATORE: L'appuntamento era per le 21:30 alla cabina telefonica di viale Garibaldi. Qui, Calboni fece 126 telefonate ad altrettanti sconosciuti concittadini, gabellandoli per attricette e indossatrici.
CALBONI: Ciao, Zizì. Ah... Ah, mi hai riconosciuto? Sì, sì. Ho due amici. Be', diciamo di mezza età. Uno piccolotto, grasso, l'altro magro ma miope... Occhiali doppi, tipo civetta, sai. Come? Ah, ho capito. Va be', ciao, Zizì.
FANTOZZI: Occupata anche questa?
CALBONI: Macché, macché... Sarebbero venute tutte, ma non appena vi descrivo inventano una scusa.
FILINI: Eh, ma scusi, lei ci descrive così, eh! Dice civetta, dice.
CALBONI: Ma io, non posso rovinarmi la piazza. Non posso tirar bidoni, ecco.
FANTOZZI: Ma scusa, Calboni, non potresti magari calcare un po' meno le tinte con le prossime?
CALBONI: Ma quali prossime? Sono arrivato alla Zeta, quella era Zizì.
FANTOZZI: Come era Zizì? Scusi... Attenti, può succedere una disgrazia! Filini... Calboni... Allora?
CALBONI: Io le mie le ho finite. Voi?
FILINI: No, no, no, scusi, geometra.
FANTOZZI: No, scusi, abbia pazienza.
FILINI: Glielo ricordo io
FANTOZZI: Giusto.
FILINI: Dunque... Il ragionier Fantozzi metteva...
FANTOZZI: Oddio!
CALBONI: Cos'è successo?
FANTOZZI: Oddio! Mamma! Ho perso il... Ho perso... Ho perso il salv... Ah! I miei risparmi.
CALBONI: Ah, ah, ah!
FILINI: Dunque, s'è detto: il ragionier Fantozzi mette la casa. Io ho portato i liquori, il resto spetta lei. Scusi, eh?
CALBONI: Vabbè, vabbè, va bene, un momento, un momento. Vediamo un po', dunque... Ah, che idiota! Ma perché non ci ho pensato prima?
FANTOZZI: A chi?
CALBONI: L'ippopotamo!
FANTOZZI: E' una ragazza un po'... un pochettino...
CALBONI: No, è un locale pieno così di belle signore sole che vanno lì in cerca di compagnia. Su, andiamo. Taxi, quali sono i primi tre?
FANTOZZI: Ma perché tre tassì?
CALBONI: Uno per uno, no? Si vive una volta sola, no? Taxi! Ciao, pupa!
FANTOZZI: Pup... Scusi signora.
CALBONI: C'è movimento stasera?
CONIGLIETTA: Siete i primi.
CALBONI: Eh, eh!
NARRATORE: Voleva dire che erano i primi clienti da tre mesi a quella parte.
UOMO: Arriva gente! Forza, ragazze, su, sveglia!
CALBONI: Sono tutte signore dell'alta aristocrazia borghese.
FANTOZZI: Ah!
CALBONI: C'è pure qualche grande nome.
DONNA: No, non li conosco.
CALBONI: Però l'incognito...
FANTOZZI: Ah!
CALBONI: L'incognito è la trovata del locale, qui non ci sono nomi, solo numeri di telefono.
FANTOZZI: Si telefona... Ha capito?
CALBONI: Ci si sceglie, ci si...
CAMERIERE: Un drink, signori?
CALBONI: Volete bere?
FANTOZZI: Ah, eh... Sì.
FILINI: Sì! Beh, noi abbiamo portato La "Brunella Ballor".
FANTOZZI: ... Ballor...
CALBONI: Ma che dite? Che ci portiamo i cibi cotti da casa? Ci porti tre scotchs, grazie.
FANTOZZI: Cos'è che beviamo, Calboni?
CALBONI: Tre scotchs. Beh, io intanto mi butto.
FANTOZZI: Scotch...
SIGNORA 10: Sì?
CALBONI: Signora 10, potrebbe concedermi un appuntamento, diciamo, al centro della pista fra, diciamo, cinque secondi?
SIGNORA 10: Okay.
CALBONI: A presto. Avete visto? Su. coraggio, provate anche voi. Grazie, contessa. Grazie, cara. Bellissima.
FILINI: Su, scelghi.
FANTOZZI: Io?
FILINI: Sì.
FANTOZZI: Filini, c'è la... la 3 lì che ci sta guardando.
FILINI: La 12! E la 7! Anche la 1! E la 5!
FANTOZZI: Ragioniere, ci stanno guardando tutte.
FILINI: Ragioniere, dica un numero.
FANTOZZI: Ah... Io?
FILINI: Sì.
FANTOZZI: Ah... eh... eh... 180!
FILINI: E non esageri, sono soltanto dodici.
FANTOZZI: Eh... eh... la 5, mi piace.
FILINI: Porca miseria, la 5 piaceva a me.
FANTOZZI: Gliela cedo.
FILINI: No, no, no, per carità.
FANTOZZI: No, gliela cedo.
FILINI: No, è sua.
FANTOZZI: No, la prego.
FILINI: No, no, no, la prego.
FANTOZZI: Non faccia complimenti.
FILINI: Facci. Ecco.
FANTOZZI: E va bene.
FILINI: Uh, uh! Ah, ah... Non si agiti.
FANTOZZI: E che ho le mani come... due saponi...
FILINI: Ecco qua, le faccio io il numero.
OLGA: Pronto?
FANTOZZI: Pronto? Chi parla ?
OLGA: Sono Olga, tesoro.
FANTOZZI: Non è casa Cometti? Mi scusi. Ho sbagliato numero, adesso tocca a lei, eh? Adesso...
FILINI: Ha sbagliato. Sì. Adesso provo...
FANTOZZI: Adesso faccia il numero lei, perché...
OLGA: Mi hai chiamato, tesoro?
FANTOZZI: Come? Oh, buongiorno, si... Ha chiamato lei la signora...?
FILINI: No, io veramente...
OLGA: E allora perché m'hai telefonato?
FILINI: Ma io veramente...
OLGA: Ti dispiace se mi siedo?
FANTOZZI: c'è stato indubbiamente un... contatto e...
OLGA: Ti dispiace se viene una mia amica?
FANTOZZI: Ah, buongiorno si...
FILINI: Ah, bene. Ah, gli scotchs!
OLGA: Ti dispiace se ordino champagne?
CALBONI: Ma sicuro. Cameriere, porta via questa porcheria! Via! Via! Via! Garçon? Champagne!
NARRATORE: Fecero tutto quello che si può fare per farsi rapinare in un locale notturno. Due cartoni di Dom Perignon fatto col bicarbonato. Cenetta di mezzanotte alla fiamma...
CALBONI: Le crepes! Io adoro le crepes...
NARRATORE: ... Tragiche foto ricordo della serata. Calboni ne ordinò 40 copie. Più tre mostruosi animaloni di peluche regalati alle signore. Violini tzigani in pista.
NARRATORE: Signorina, se io solo... avessi la possibilità... di trovare... una... una persona in grado di capirmi, io sono disposto a tutto.
CALBONI: Come va con la tua?
FANTOZZI: Eh... Eh, la mia mi viene un po' alta di cavallo, veramente.
CALBONI: Meglio. Io credo che siano mature per portarle a casa da te.
FANTOZZI: Ah, sì, eh? Eh, eh!
CALBONI: Bravi! Bravi!
FANTOZZI: Bene!
CALBONI: Grazie, ragazzi, grazie!
FILINI: Buonasera. Andiamocene, va!
CAMERIERE: Il conto, signore.
CALBONI: Ah, sì. Beh, metta tutto sul mio conto, eh...
CAMERIERE: Quale conto?
CALBONI: Beh... Mandi tutto a casa.
CAMERIERE: Ma in quale casa, mi scusi?
CALBONI: Beh... Faccino loro, eh? Poi, dopo facciamo i conti. Intanto io parlo con le signore.
CAMERIERE: Regolano loro?
FANTOZZI: Eh... Eh... Eh... Noi, scusi, ma... Eh! Scusi.
NARRATORE: 649mila lire, più il 18% di servizio! Quattro anni di sanguinose economie. In più Calboni gettò finalmente la maschera a proposito di quelle signore.
CALBONI: Mi sono accordato per 50mila lire a ragazza, un affare, no?
FANTOZZI: Ma vogliono... vogliono dei soldi?
CALBONI: Eh... Ma... Ma perché? Quanto abbiamo ancora in cassa?
FANTOZZI: Mah, con le 8mila lire del ragionier Filini, abbiamo eh... 52mila lire.
CALBONI: Perbacco, accidenti! Bastano solo per la mia. Eh, beh, dammele, va, perché la mia le vuole anticipate. Scusate voi, sono due pidocchiosi morti di fame. Vieni, andiamo, via. Tassì? Come si fa ad avere un tassì, qui? Tassì?
NARRATORE: Questa volta ne fece chiamare nove, una media di due e un quarto a persona.
FANTOZZI: Calboni?
CALBONI: Fai tu, puccetto, che dopo facciamo i conti! Andiamo, cara.
FANTOZZI: Ma come? Guarda che vogliono... Come faccio io? Calboni? Scusa, io.. Non ho proprio più una...
TASSISTA: Ehi, ma chi paga, qui?
FANTOZZI: Eh, sì, aspetti un momento, eh? Filini?
FILINI: Dica, ragioniere!
FANTOZZI: Facci lei!
FILINI: Faccio io?
FANTOZZI: Sì, che dopo facciamo i conti. Forse...
FILINI: E che faccio? Ragionier Fantozzi, non mi abbandoni così! Ragioniere! Aiuto! Aiuto!
NARRATORE: Filini passò il resto della notte al pronto soccorso dell'ospedale di Nostra Signora Immacolata.


NARRATORE: Fantozzi, invece, passò la notte sul pianerottolo di casa sua.
FANTOZZI: Già le sette? Pina! Caffè, giornali, la posta. Oh, buongiorno, signora Silvani in Calboni. Qual buon vento?
SILVANI: Dov'è mio marito, eh?
FANTOZZI: È... Ehm... fatto che... no... non ho capito la domanda.
SILVANI: Dov'è quel porco di mio marito?
FANTOZZI: Il porco? Cioè, il geometra Calboni?
SILVANI: E già!
FANTOZZI: E... il geometra Calboni ha fatto tutta una deviaz... e... praticamente è andato via.
SILVANI: Ah sì? Ah, che bello! E come mai lei stava qui disteso a fare il cane da guardia?
FANTOZZI: Ah, perché tutti i sabati è il mio turno. Cioè, qui nel... nel condominio vengono sorteggiati gli inquilini...
SILVANI: Ma non faccia il buffone, Fantozzi! Lei sa benissimo che sta là con una donna, e lei gli tiene mano. Lei... lei è un ruffiano! È un affittacamere a ore!
FANTOZZI: A ore?
SILVANI: Sì, a ore! Fantocci, non faccia il pagliazzo...
FANTOZZI: No...
SILVANI: ... e apra quella porta.
FANTOZZI: Signora, no... non ho le chiavi.
SILVANI: Ma come, non è casa sua?
FANTOZZI: Questa? Eh, no! Questa è... era stata... Cioè io... ha messo... ha messo il paletto, ha messo.
SILVANI: Porco!
FANTOZZI: Sei un porco Calboni! La fai piangere! Ha fatto piangere la signorina! La fai piangere! Porco che... l'ha fatta piangere...
SILVANI: Fantocci.
FANTOZZI: Fantozzi.
SILVANI: Fantocci.
FANTOZZI: Fantocci.
SILVANI: Fantocci, faccia l'uomo...
FANTOZZI: Sì.
SILVANI: ... e sfondi quella porta.
FANTOZZI: La sfondo. Aaah! Aspetti, posso... no, non mi è riuscito bene, lo rifaccio adesso... Aaah!
SILVANI: Ma che fa?
FANTOZZI: E c'è la porta nuova.
SILVANI: Ma la sfondi per bene, faccia l'uomo. Vada lassù, va. Gli dia una bella spinta.
FANTOZZI: Sì.
SILVANI: Su, forza, vada!
FANTOZZI: Sì.
SILVANI: Su, prenda una bella rincorsa, via! Avanti! Venghi giù come un ariete! Eh, così!
FANTOZZI: Banzai! Aaah!
CALBONI: Sì, sì, vengo, vengo...
NARRATORE: Aveva centrato in pieno il 77 barrato della 5:26, che lo ricondusse a casa alle 6:13, dopo un intero giro di circonvallazione della città.
SILVANI: Porco! Ah, è lei, ragionier Fantozzi? Pensavo che fosse tornato quel maiale. Ah, dico, poi lei entra così, senza farsi riconoscere.
FANTOZZI: Mi scusi, non volevo spaventarla, signora.
SILVANI: Poi chissà perché fa quella faccia. Non l'avrò mica ammazzato, no? Era leggerissimo.
FANTOZZI: Sì, anche perché era un soffiato di vetro di Murano di mia moglie, preziosissimo. Ma non si preoccupi, ne abbiamo due, fortunatamente, signora Silvani in Calboni.
SILVANI: Non mi chiami più così! Non voglio neanche sentirlo nominare!
FANTOZZI: No, mi scusi, non la chiamerò più così. Ma sa, questo è l'ultimo, e allora forse è meglio che io lo metta proprio al sicuro, eh? Scusi, si... Fortunatamente l'ho proprio salvato. Allora, posso chiamare a tornarla... eh... posso tornare a chiamarla signorina Silvani? Come ai bei tempi?
SILVANI: Lo sa che ha fatto?
FANTOZZI: No.
SILVANI: Lo sa?
FANTOZZI: No.
SILVANI: Non solo m'ha tradito. Ma è scappato, il vigliacco. M'ha lasciata qui con quell'energumena. Sa che ha fatto quella?
FANTOZZI: No.
SILVANI: M'ha rotto l'ombrello in testa, m'ha rotto.
FANTOZZI: E sì, lo so, è l'ombrello di mia moglie, è l'unico.
SILVANI: È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
FANTOZZI: Non abbiamo più vasi! E... io pensavo che il suo fosse un matrimonio moderno, felice.
SILVANI: È stato il più grande errore della mia vita. Una tragedia. Un fallimento.
FANTOZZI: Signorina. Signorina.
SILVANI: Ma che fa?
FANTOZZI: Eh... Mi... Le baciavo la mano.
SILVANI: Per fortuna, sono ancora giovane e bella per rifarmi una vita.
FANTOZZI: Lei è bellissima.
SILVANI: Basta, basta, ba... Finito, eh? Finito. Sa cosa faccio?
FANTOZZI: No.
SILVANI: Non torno a casa a dormire. Vado in albergo!
FANTOZZI: Brava!
SILVANI: Poi sa che faccio?
FANTOZZI: No.
SILVANI: Mi licenzio, mi faccio liquidare, e scappo con il primo venuto!
FANTOZZI: Perché zazzezzù... zuto?
SILVANI: Che ha detto?
FANTOZZI: Eh... Perché scappa con il primo venuto? Signorina... Anch'io sono stanco di questa vita, anche io mi posso far liquidare dalla ditta. Anch'io sono abbastanza giovane e piacente... Ah, beh, non molto... Signorina, basta che lei dica una parola sola. Anzi, non la dica neppure, perché chi tace acconsente. Signorina, io la abbraccio! Oooh!
NARRATORE: Questa volta invece era il 102 nero delle collinari. Così Fantozzi ebbe tutto il tempo di fare un elenco di possibili soluzioni per la sua nuova vita. Croupier a Casablanca, batterista ad Harlem. Hippie nel Nepal. Alla fine decise di lasciare la scelta a lei, alla sua compagna.
SILVANI: Andiamo a Capri.
FANTOZZI: A fare che?
SILVANI: Così, come un viaggio di nozze. Poi si vedrà.
FILINI: Ragionier Fantozzi, ma che fa? Si muovi!
FANTOZZI: Eh?
NARRATORE: Era l'ultimo cartellino della sua vita. Fantozzi lo timbrò con noncuranza, come sempre. Con lo stesso stile, cercando di non tradire la minima emozione, consumò l'ultimo pasto in famiglia.
FANTOZZI: Be', io vado a comperare le sigarette.
PINA: Sì, Ugo.
FANTOZZI: No, lascia. Torno, torno subito.
PINA: Sì.
MARIANGELA: Sigarette? Ma papà non ha mai fumato.
PINA: Ha deciso di provare, speriamo che smetta presto.


FANTOZZI: Pensi, signorina, che fra undici ore, undici ore e quaranta al massimo, siamo a Napoli! Eh, eh!
SILVANI: Quando ho fatto il mio viaggio di nozze abbiamo impiegato un'ora e venti, con un Mercedes Spirger Duemilaeotto. Perché Calboni sarà quel che sarà, ma per le macchine bisogna lasciarlo stare.
FANTOZZI: Perché, mi scusi, ma il viaggio di nozze con Calboni lei lo ha fatto a Capri?
SILVANI: E scusi, in viaggio di nozze dove si va?
FANTOZZI: Non lo so, potevate andare a Ve... a Venezia.
SILVANI: Ah! Venezia, banale.
FANTOZZI: Va be', fa niente, l'importante è tagliare i ponti col passato.
SILVANI: No, guardi, l'importante è arrivare in tempo almeno all'ultimo traghetto. Facci presto Fantozzi, presto, che parte. Si muovi! Giri quel volante, dai! Acceleri, su! Freni! Freni! Freni! Certo che Calboni sarà quello che sarà, ma quando ci sono stata con lui la giornata era splendida. Un caldo, guardi, come in Africa.
FANTOZZI: E va be', ma... mi scusi, signorina, ma, era anche il mese di luglio. E oggi è il 20 di dicembre. Eh... Scommetto magari che Calboni il mare non lo soffriva neppure, eh?
SILVANI: Ah, beh... Di quel porco di Calboni si può dire tutto, ma regge il mare che sembra una corazzata. A perché, non avrà mica voglia di vomitare?
FANTOZZI: Io? No, no, no. Io sono una... una porta... una portaerei! Una portaerei! Permesso!
MARINAI: Uè, un uomo in mare! Uomo in mare!
SILVANI: Eh!
NARRATORE: Per superare Calboni, Fantozzi scese al più lussuoso albergo di Capri. Anche perché era l'unico aperto
d'inverno.
FATTORINO: Le valigie, prego.
FANTOZZI: Chi è? Lasci! La... Metta! Metta giù quelle manacce! Masc... Ma mascalzone! Ladro! Le mie valigie! Molli quelle valigie!
FATTORINO: Prego, lasci le valigie!
FANTOZZI: Scusi. Mi... mi scusi.
SILVANI: Com'è violento coi sottoposti, Fantozzi. Beh, io mi siedo un attimo, vadi lei al burro.
FANTOZZI: Agli ordini, signorina. Buongiorno. Scusi, hanno per caso delle... delle singole per.. per due?
PORTIERE: Abbiamo solo appartamenti, signore.
FANTOZZI: Ma... ma... quanto... quanto costano?
PORTIERE: 60mila.
FANTOZZI: Solo?
NARRATORE: Fantozzi pensò 60mila al mese.
PORTIER: Siamo in bassa stagione, signore, la suite sul mare viene sulle 80mila, signore.
DIRETTORE DELL'ALBERGO: Signore, se vuole qualcosa di meglio abbiamo l'appartamento reale, 100mila.
FANTOZZI: Io lo prendo ! L'ho... l'ho fissato!
DIRETTORE: Va bene.
FANTOZZI: È mio, eh? Non lo date a nessuno, eh? Adesso le do subito... ecco qua... i documenti, questo è il passaporto della signora. Della... insomma, della signorina, e questa è la mia tessera della bocciofila...
PORTIERE: Bene.
FANTOZZI: Adesso pago. Le do subito...
DIRETTORE: La prego, dopo, dopo. L'accompagno.
FANTOZZI: Si paga dopo?
PORTIERE: Prego.
FANTOZZI: Grazie.
PORTIERE: Prego.
FANTOZZI: La chiave. Certo che un appartamento come questo per 100mila lire, è proprio da mille e una notte.
SILVANI: Anche troppo.
DIRETTORE: E qui abbiamo la camera da letto.
SILVANI: Non c'è male.
DIRETTORE: Con i due bagni.
SILVANI: Beh, sì, due. Direi che siamo quasi sul cafone.
FANTOZZI: Ahia! Oh! Ahiahiahi!
DIRETTORE: Ma cosa è successo?
FANTOZZI: Ahia! La chiave nel piede.
DIRETTORE: Bene.
FANTOZZI: Come bene?
DIRETTORE: Per la cena i signori scendono in salone, oppure preferiscono essere serviti qua?
FANTOZZI: Qui! Qui, con le candele! Una cenetta intima in camera.
SILVANI: No, no, guardi, per me, né qui né giù. Figuriamoci, stasera non mi entrerebbe un cappero. Il mio unico sogno, è quello di infilarmi qui, in questo letto.
FANTOZZI: Nel letto? Niente capperi! Neppure io voglio i capperi! Via, se ne vadi! Se ne va... Signorina? Eh...
SILVANI: Ma... dico, Fantozzi, ma cosa si è messo in testa stasera?
FANTOZZI: Come?
SILVANI: Guardi che Calboni era quello che era...
FANTOZZI: Sì.
SILVANI: ... però per delicatezza, la prima notte di nozze ha dormito in un'altra stanza. Non vorrà mica essere da meno.
FANTOZZI: Sì. Eh... cioè no.
SILVANI: Allora vadi a dormire in un'altra stanza.
FANTOZZI: Sì.
SILVANI: Vadi.
FANTOZZI: Sì.
SILVANI: Ha capito, eh?
FANTOZZI: Sì, signora.
SILVANI: Buonanotte.
FANTOZZI: Buonano... buonanotte. Ooh...
SILVANI: Cosa c'è ancora ?
FANTOZZI: La.. la mano!
SILVANI: Cosa c'è?
FANTOZZI: Ho lasciato la mano sinistra dentro da lei. Ma se vuole, per questa notte gliela posso anche lasciare.
SILVANI: No, no, la riprenda la sua mano, e non disturbi più.
NARRATORE: Prima giornata - mattino: tragico shopping con affannosa ricerca dei famigerati zoccoli del pescatore caprese che a Calboni donavano moltissimo.
SILVANI: Io li adoro. Sa che la slanciano? Ma riesce a camminarci?
FANTOZZI: Sì, sì, signorina. Ci cammino... Insomma, ci cammino be... benino. Ci cammino... Io quasi ci... Porca puttana! Ahio! Ahi!
SILVANI: Yu-huu!
FANTOZZI: Come sto andando?
SILVANI: Bravo! Molto bravo! Fantozzi? Perché non entra nel buco dei Faraglioni? Calboni lo faceva sempre!
FANTOZZI: Ah... Ah...
MARINAIO: È vostra questa roba?
DIRETTORE: Sì, sì, portatelo nell'appartamento reale.
FANTOZZI: Mamma? Dov'è la mia mamma? Ma? Ma... Ma cos'è? Dove sono? Ma sono... sul letto matrimoniale? Signorina?
SILVANI: Sì?
FANTOZZI: Dov'è?
SILVANI: Qui!
FANTOZZI: Cosa fa?
SILVANI: Rotto alle labbra.
FANTOZZI: Si è rotta le labbra?
SILVANI: Ma no, Fantozzi, rosso alle labbra!
FANTOZZI: Signorina? Ma io ho dormito... Buongiorno.
SILVANI: Eh, eh, eh!
FANTOZZI: Ho dormito sul... sul letto matrimoniale?
SILVANI: Tì, tì.
FANTOZZI: Come?
SILVANI: Tì. Sì, Fantozzi.
FANTOZZI: E cos'ho fatto?
SILVANI: Tutto.
FANTOZZI: Come?
SILVANI: Tutto, Fantozzi.
FANTOZZI: Signorina, io sento come un volo di angeli.
SILVANI: Ah, ah, ah! Lei è il solito poeta, Fantozzi.
FANTOZZI: Però, signorina, io di questa notte non mi ricordo quasi più niente.
SILVANI: Meglio, Fantozzi. Eh, eh, eh! Su, su, andiamo! Che Calboni, era quello che era, ma a quest'ora stava già in piscina. Andiamo!
FANTOZZI: In piscina, allora! Ah, ah, ah, ah! Signorina, ed ora un bel bagno alla faccia di Calboni!
SILVANI: Cameriere, scusi, com'è l'acqua della piscina?
CAMERIERE: Ma quale acqua?
SILVANI: Fantozzi, ma cosa fa?
SILVANI: Venghi... Ve... ve... venghi, signorina. No... Non abbi paura, che si to... tocca.
NARRATORE: Verso sera Fantozzi tentò una disperata rimonta.
SILVANI: Sento il mare.
FANTOZZI: Ah, ah, ah! Lei lo sente? E io ci vado. Perché scommetto che un tuffo come questo, tipo Acapulco, Calboni non gliel'ha fatto mai!
SILVANI: E... Ma... Ma non sarà un po' troppo altino anche per lei?
FANTOZZI: Non si preoccupi, signorina. Ho una bella barca sotto che mi aspetta! Io vado, ah, ah! La Madonnina del
tuffatore.
SILVANI: Ah...
DIRETTORE: Ha passato una bella giornata, vedo.


FANTOZZI: Ma... Ma questa è la mia roba. E quelle scarpe? Ma, mi scusi, ma di... di chi sono quelle scarpe?
CAMERIERE: Del marito della signora. È arrivato un'ora fa per passare le feste con lei. E stanno già festeggiando.
FANTOZZI: E stanno già... festeggiando?
SILVANI: Però, quanto ci hai messo a scoprire dov'ero. Non resistevo più. Cin-cin, amore!
CALBONI: Sì, sì, cin-cin e cin-cin. Però giurami che non ti ha nemmeno toccata, quello scarafaggio.
SILVANI: Ma sì che te lo giuro, gliel'ho fatto solo credere. C'è cascato come un cretino, mi fa quasi pena. Oh! Ah, ah, ah, ah! Ah!
DIRETTORE: Riparazione del fondo della piscina, restauro del Faraglione maggiore, indenniz... indennizzo locale piazzetta per distruzione suppellettili, quattro servizi barellieri, uno di camera di rianimazione, barca seminuova completamente distrutta, tassa di soggiorno e pensione completa per i signori Calboni fino all'Epifania. Questi sono i contanti? Cambiali!
NARRATORE: Erano un chilo e 250 grammi, scadenza tre mesi. Fantozzi le firmò con glaciale indifferenza, perché ormai aveva deciso di ammazzarsi gettandosi dal salto di Tiberio.
FANTOZZI: Iaaaiuto!
NARRATORE: Era stato ripescato da una paranza di Torre Annunziata, rivenduto alla Findus e immesso sul mercato come cernia surgelata.
PESCIVENDOLO: Buon Natale, signora, desidera?
PINA: Buon Natale, vorrei quello lì.
PESCIVENDOLO: Quello lì. Due belle trance?
PINA: No, no, no! Lo voglio intero. Lo voglio tutto. Tutto. Quanto viene al chilo? Ugo. Vedrai che tutto andrà a posto. Anche... anche con l'ufficio. E se no, pazienza. L'importante è che tu ci voglia bene. Ci vuoi bene?
MARIANGELA: Ci vuoi bene, papà?
FANTOZZI: Ma sì. Ma in fondo, ma chi se ne frega!
PINA: Os... Santo cielo! Ugo, ti sei fatto male? Ugo, amore.
FANTOZZI: Eh... Ah, ah, ah!
PINA:  Buon Natale!
FANTOZZI: Buon Natale!
MARIANGELA: Buon Natale!
FANTOZZI: Pronto? Sì, sono io, chi parla? Chi? Ma non è uno scherzo, vero?
NARRATORE: Non lo era. Era veramente il Mega Presidente Galattico in persona.


MEGA DIRETTORE GALATTICO DUCA-CONTE G.M. BALABAM: Caro Fantozzi, prima di tutto Buon Natale. Ho qui davanti la sua domanda di riassunzione e tutto il suo dossier. Mi scusi se turbo l'intimità della sua casa in questa santa notte, ma io la passo qui, nel mio ufficio, perché per me il lavoro è preghiera. Avrei bisogno di parlarle un momento. Dunque mi ascolti e si metta comodo. Allora, caro Fantozzi, accetta?
FANTOZZI: Sì!
MEGA DIRETTORE GALATTICO: Fantozzi, già qui?
FANTOZZI: Accetto tutto.
MEGA DIRETTORE GALATTICO: Ma come, non ha neanche sentito quello che le ho detto.
FANTOZZI: Accetterei comunque. Io mi arrendo senza condizioni.
MEGA DIRETTORE GALATTICO: E allora venga, caro Fantozzi.
FANTOZZI: Eh!
MEGA DIRETTORE GALATTICO: Ma che cos'ha? Ha paura? Noi le vogliamo così bene.
FANTOZZI: È appunto per questo che io ho paura.
MEGA DIRETTORE GALATTICO: Ma su, su, venga. Uccidiamo il vitello grasso!
FANTOZZI: Io?
MEGA DIRETTORE GALATTICO: Ma no, non lei. Lei è il figliuol prodigo, la pecorella smarrita che ritorna al nostro ovile. E noi le diciamo: ben tornato.
FANTOZZI Grazie. Così, mi riassumete ?
MEGA DIRETTORE GALATTICO:  Certo.
FANTOZZI: Riavrò il mio posto?
MEGA DIRETTORE GALATTICO:  No. Proprio il suo posto no. Ma le diamo qualcosa di più.
FANTOZZI: E cioè?
MEGA DIRETTORE GALATTICO: E cioè, oltre al nostro perdono, le offriamo anche la gioia purificatrice di meritarselo. Lei ricomincerà da capo, Fantozzi, dal gradino più basso della carriera. Noi la riassumiamo come parafulmine. Fantozzi! Fantozzi! Le auguro buon lavoro, caro ragioniere! E mi raccomando, non sia così triste. Rida! Rida! Il lavoro è gioia! Il lavoro è allegria! Ecco, bravo! Così! E adesso, all'opera! Bravo! Buona fortuna, Fantozzi!

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(2007)